giovedì 18 luglio 2013

Domani al Festival della Valle d'Itria va in scena in prima assoluta la Maria da Venosa di Francesco D'Avolos


Nel IV centenario della morte di Carlo Gesualdo da Venosa, il Festival della Valle d’Itria mette in scena il dramma musicale in due parti e quattordici scene per orchestra, solisti e coro. Venerdì 19 luglio, nell’atrio del Palazzo Ducale, alle ore 21.00, sarà rappresentata per la prima volta in forma scenica e prima italiana, l’opera scritta da Francesco D’Avalos.
Una performance multimediale. Una video installazione. Musica, canto, video art, danza, prendono corpo da un possente nucleo centrale, metafora dell’anima e della coscienza. Uno spettacolo che usa la musica come punto di riferimento essenziale e si pone l’obiettivo di portare in scena una ricerca visuale e corporea su stati d’animo forti, dalla malinconia alla depressione, dalla paura alla disperazione, passando per le varie facce della follia, nel tentativo di rievocare, così, l’anima tormentata del protagonista, il genio musicale del Cinquecento: Carlo Gesualdo da Venosa. Lo spettacolo concentra ogni sua energia attorno ad un monolite, la scenografia di Justin Arienti, nucleo drammatico pulsante dal quale sgorgano le videoproiezioni di Matthias Schnabel. D’Avalos ha scritto un’opera nella quale i personaggi principali non cantano le parole di un libretto, ma esprimono sentimenti ed emozioni quasi primordiali, la musica riconfermandosi protagonista assoluta del lavoro, trasformandosi nella fisicità stessa dei personaggi e rendendosi essa stessa interprete, personaggio. Questa visione ad un tempo astratta e fisicamente concreta, incontra la cifra stilistica di Lagousakos, completamente estranea ad un racconto didascalico, ad una rappresentazione che non sia simbolica e astratta, e al tempo stesso limpidamente concreta. Sulla scena, tre danzatori, Gloria Dorliguzzo, Marco Rigamonti e Riccardo Calia, daranno corpo ai tre protagonisti del dramma originale, che rievoca i tragici fatti della vita di Gesualdo. Il coro del Teatro Petruzzelli, due solisti, il gruppo di madrigalisti dell'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti", preparati da Antonio Greco, completano il quadro dei performers, sostenuti dall'Orchestra Internazionale d'Italia e da un ensemble di strumenti antichi. Alla guida della complessa operazione teatrale e musicale ci sarà il giovane israeliano Daniel Cohen, assistente e allievo di Daniel Barenboim, che torna a Martina Franca dopo il concerto sinfonico di chiusura della scorsa edizione del Festival.
Ispirato ad un caso di cronaca  nera realmente avvenuto a Napoli, in una notte del 1590: l’assassinio della nobile e bella Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, duca d’Andria e conte di Ruvo, per ordine o per mano del marito di lei, Carlo Gesualdo, principe di Venosa, uno tra i madrigalisti più noti della storia.   Il matrimonio tra Maria e Carlo, cugini di primo grado, era stato celebrato solo quattro anni prima. Carlo era innamorato e geloso della sua bellissima sposa; quanto a lei,  per i primi  tempi svolse in modo inappuntabile il suo ruolo di madre  e di moglie, seguendo Carlo  nei continui spostamenti tra il palazzo di Napoli e i castelli di Venosa e di Gesualdo  e resistendo alle avances dei suoi numerosi corteggiatori. Tutto procedette normalmente fino al giorno in cui  Maria incontrò  Fabrizio Carafa: la passione travolse i due giovani. Mentre tutti sapevano, il marito preparò accuratamente la vendetta.  Una mattina avvertì Maria che si sarebbe assentato da casa per un paio di giorni per andare a caccia. Quella notte stessa,  tornato a palazzo, vi trovò i due amanti  che vennero barbaramente uccisi e martoriati. L’istruttoria del processo durò meno di un giorno ed il caso fu sbrigativamente archiviato. Per non incorrere nella vendetta delle famiglie d’Avalos e Carafa, il principe lasciò Napoli e si rifugiò nel castello di Gesualdo dove, per rendere più confortevole un soggiorno che si preannunciava lungo, attrezzò una sala di musica ed una stamperia, con strumentisti, cantori e tipografi alle sue dirette dipendenze, e  fece della sua corte uno dei centri musicali più rinomati e splendidi del tardo Rinascimento italiano. Nel dramma di Francesco d’Avalos (discendente della famiglia di Maria), l’intera vicenda viene rievocata dal principe di Venosa, in punto di morte, come in una sorta di lungo flash-back.

Soprano: Liana Ghazaryan
Contralto: Sara Nastos

Danzatori
Carlo: Marco Rigamonti
Maria: Gloria Dorliguzzo
Fabrizio: Riccardo Calia

Maestro concertatore e direttore d’orchestra: Daniel Cohen
Regia e coreografia: Nikos Lagousakos
Assistente alla regia: Dimitra Kritikidi

Scene e costumi: Justin Arienti
Video artist: Matthias Schnabel

Gruppo Madrigalistico dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”
Filomena Diodati, Amy Corkery, Candida Guida, Francesco Castoro, Joonas Asikainen
Preparatore gruppo madrigalistico Antonio Greco

Orchestra Internazionale d'Italia

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari
Maestro del Coro Franco Sebastiani

In collaborazione con l'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti"


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