"In una giornata dal
colore e dal sapore estivo, un piccolo gruppo di ragazzi si avvia verso l’autobus
che li condurrà verso un viaggio fantastico. I loro occhi brillano di emozione,
di paure, di angosce. Sentono il peso di essere i rappresentanti di una
generazione “sfortunata” ma, la loro forza, la voglia di poter dimostrare
attraverso la musica di essere per una sera protagonisti, va ben oltre le
difficoltà quotidiane.
Si sa, la situazione della diffusione musicale in Italia
è tutt’altro che florida. Del resto, è difficile (a meno che non si tratti dei
Wiener o dei Berliner Philarmoniker) trasformare una serata concertistica in
evento speciale, quindi la vita di Istituzioni che si occupano di diffondere la
cultura musicale di base è veramente dura. Paragonata a quella di un qualsiasi
Paese civile, la situazione italiana appare drammatica, soprattutto perché, per
i giovani che studiano nei conservatori risulta difficile persino pensare a un
posto di lavoro fisso, in una delle tante orchestre presenti sul territorio
nazionale.
Eppure, c’è qualcuno che opera controtendenza, tentando di offrire ai
giovani musicisti e al nostro futuro musicale una speranza. Alla mancanza di
spazi, di opportunità ci ha pensato il Conservatorio “Umberto Giordano”, che
per una sera è stata protagonista assoluta in quel di Ferrara; città piccola,
ma attivissima in campo culturale.
Ebbene sì, per la manifestazione “I Conservatori si incontrano”, l’Orchestra Sinfonica Giovanile del Conservatorio
ha avuto l’onore di esibirsi al Palazzo dei Diamanti, in un programma tutt’altro
che semplice… attenti, dunque, ai giovani: suonano mille volte meglio di una
volta.
Possiedono professionalità, preparazione, ma soprattutto tanta voglia di
suonare insieme. Uno sforzo encomiabile messo in campo dalla direzione del
“Giordano” e dal maestro Francesco Di Lernia, che negli ultimi anni ha
dimostrato di guardare ben al di là dei confini locali, dando la possibilità
alle nuove generazioni di musicisti di potersi mettere in gioco.
La “piccola”
orchestra del “Giordano” è stata accompagnata in quel di Ferrara dal Presidente
Alessandro Romanelli, che ha colto fin da subito le potenzialità artistiche
dell’Istituto dauno, dimostrando attaccamento e grande entusiasmo per i giovani
musicisti. Piccole orchestre crescono.
Piccole? Si far per dire, perché se
suonano come la l’Orchestra Sinfonica Giovanile del “Giordano”, tutto si può
dire tranne che siano inesperte, verdi e tenerelle. I ragazzi di questa
formazione sfoderano grinta e bravura, da far tremare le gambe ai loro più
anziani colleghi. Il concerto affidato alle esperte mani di Rocco Cianciotta prevedeva
brani di grande respiro musicale. La “Petite Suite” di Claude Debussy, nell’orchestrazione
di Henry Busser; una pagina impressionista dai colori e dalle sfumature luminose:
un colore orchestrale che mescola i chiaroscuri dei legni, la dolcezza degli
archi e la forza degli ottoni a sostenere il peso
armonico, ove la leggera mano del direttore d’orchestra ha trasmesso all’orchestra
sicurezza e profondità sonora, in grado di far emergere tutta l’anima
impressionista del compositore francese. La “Jazz suite” n. 2 di Dmitri
Shostakovich, ove è possibile trovare sicuramente del jazz, ma anche della
musica per il cinema muto e, se vogliamo, perfino stile un po’ cabaret dei
balletti russi. Il valzer n. 2, poi, eseguito mirabilmente dalla giovanissima
orchestra, difficilmente esce dalle orecchie di chi ascolta: la sua apparente
semplicità ha un effetto incantatorio e ossessivo.
Nel mezzo del programma, il
grande affresco sinfonico dell’ultima sinfonia londinese n. 104 in re maggiore
di Franz Joseph Haydn. Una sinfonia piena di colori e di impasti strumentali,
sfarzosi e scintillanti. Così come è stata e si è dimostrata l’orchestra
Sinfonica Giovanile del “Giordano”.
Alla fine bis, ovazioni e soprattutto quel
viaggio di ritorno, quel sogno che speriamo possa trasformarsi presto in
realtà. Bisogna ammetterlo: la musica, in mano ai giovani, lascia oggi ben
sperare."
Antonio Caroccia
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