Il senso ultimo della fede nell’interrogazione di Alda Merini (nella foto), che indaga il momento più tragico della vita di Cristo, tradotto in musica da Iole Cerminara in uno «Stabat Mater» con cui l’Agìmus apre il 15 aprile, Sabato Santo, la sezione primaverile delle Stagioni 2017 (Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali) dirette da Piero Rotolo nella rete Orfeo Futuro. L’appuntamento è alle ore 19.45 al Teatro van Westerhout di Mola di Bari con la stessa Iole Cerminara (voce), Nicole Millo (voce recitante), Giovanna D’Amato (violoncello), Canio Lucia (sassofoni) e Francesco Scorza (pianoforte, tastiere, programmazione e arrangiamento).
Si tratta di una lettura musicale rinnovata della sequenza pasquale dedicata alla Madonna con un’opera moderna, dalle atmosfere intime e suggestive, che enfatizza la teatralità del testo sacro in latino attraverso l’utilizzo di contenuti multimediali e soluzioni musicali raffinate. Una sequenza, quella dello Stabat Mater, amatissima dai fedeli, il cui testo, attribuito a Jacopone Da Todi, ha da sempre ispirato intere generazioni di compositori nella storia della musica classica: si pensi anche soltanto a Pergolesi, Scarlatti, Vivaldi, Rossini e Liszt, giusto per citarne alcuni.
Lo Stabat Mater di Iole Cerminara è uno spettacolo intenso che coinvolge ed emoziona attraverso l’interazione di canto, musica, teatro e arti visive. Al testo sacro, musicato secondo un gusto moderno, che racchiude in sé la tradizione e rimanda a un passato sempre vivo, si alternano testi tratti dal «Poema della Croce» e dal «Magnificat» di Alda Merini, ma anche passi di altri autori, in un susseguirsi di atmosfere dense di pathos. E in questa alternanza i momenti della Passione e crocifissione di Cristo, vissuti attraverso gli occhi e il dolore di Maria, si illuminano e prendono forma come quadri sonori.
Musica sacra contemporanea, dunque, per quest’incipit di rassegna che, mantenendo fede al principio della trasversalità, dalla quale l’Associazione Padovano è animata da quasi un quarto di secolo, offre per il secondo appuntamento della sezione primaverile (sabato 29 aprile, ore 21, Teatro van Westerhout) spazi di rivisitazione del repertorio popolare con il Patagonien Quartet, impegnato con musiche che vanno dal tango nuevo di Astor Piazzolla al rock dei Queen e degli Zeppelin.
La seconda parte apre ancora una finestra sul grande repertorio pianistico della prima metà dell’Ottocento, con Stefania Santangelo (sabato 20 maggio, ore 21; Palazzo Pesce) interprete di pagine immortali di Schumann e Chopin, per toccare, infine, i rapporti tra letteratura e mondo delle note scandagliando le relazioni tra il vate D’Annunzio e due compositori a lui coevi, Francesco Paolo Tosti (autore di celebri romanze) e il molese Niccolò van Westerhout, nello spettacolo teatrale «Amaranta» arricchito da una selezione di dipinti d’epoca (domenica 11 giugno, ore 20, Castello Angioino).
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