«Opera in Puglia» approda a Brindisi, nel teatro dedicato a Giuseppe Verdi, con l’opera in assoluto più rappresentata al mondo. «La Traviata», immortale e amatissimo capolavoro del maestro bussetano, in arrivo martedì 11 aprile alle ore 20.30, segna il primo appuntamento della stagione lirica promossa dalla Regione Puglia con il Teatro Pubblico Pugliese, con la direzione artistica di Giandomenico Vaccari e il coordinamento di Maurilio Manca.
Posti ancora disponibili: apertura botteghino lunedì 10 aprile ore 17-20; martedì 11 aprile ore 11-13 e dalle 17 fino a inizio spettacolo.
Lo spettacolo sarà preceduto da una guida all’opera, a cura del docente Corrado De Bernart e del direttore artistico della rassegna Giandomenico Vaccari, che si svolgerà lunedì 10 aprile alle ore 18.30 nella sala conferenze del complesso ex Scuole Pie a Brindisi (via Tarantini, 35).
Protagonista del dramma verdiano è Violetta Valéry, una giovane donna che vive in agi e frivolezze; sarà al centro di un amore sincero e ricambiato con il giovane Alfredo Germont, ma la loro relazione dovrà essere tragicamente sacrificata alle ragioni della buona famiglia di lui. Sullo sfondo, incombente, la malattia di Violetta, quella tisi che consuma troppo in fretta le vite e i destini delle donne dell’opera.
Dal punto di vista musicale, «La Traviata» è l’ultima produzione strettamente belcantistica segnando il passaggio dal modello primo-ottocento ancora legato a una dimensione vocale ‘idealizzata’ dell’opera alla nuova via ‘realistica’, che Verdi stesso percorrerà nella seconda metà del secolo. Alla prima al Teatro La Fenice di Venezia, il 6 marzo 1853, «La Traviata» fu un fiasco clamoroso. Ripresentata con alcune modifiche ed una nuova compagnia al Teatro San Benedetto il 6 maggio 1854, fu invece un trionfo, che dura ancora oggi e fa di quest’opera verdiana uno fra i capolavori del melodramma più amati.
Fra i passaggi più popolari, il motivo «Amami, Alfredo, amami quanto io t’amo», diventato un topos della lirica, oltre al celebre brindisi «Libiamo ne’ lieti calici», alla cabaletta «Sempre libera degg’io», all’aria «Addio, del passato bei sogni redenti» e al duetto «Parigi, o cara, noi lasceremo». Tutti brani entrati prepotentemente nel comune sentire e capaci di emozionare, con il loro romanticismo, non solo i melomani, ma anche un pubblico non esperto.
L’allestimento in scena a Brindisi martedì prossimo porta la firma di Alessio Pizzech, giovane ma già affermato autore di brillanti e riuscite regie liriche, che sposta la vicenda nel primo decennio del Novecento. «Una Traviata - ha scritto il regista - astratta in uno spazio mentale di rappresentazione nel quale si racconta quanto la storia di Violetta sia inesorabilmente sua, in un altro mondo rispetto alla società nella quale vive. Questa Traviata va all’essenza del racconto».
Nel ruolo protagonista Irina Dubrovskaya, soprano lirico siberiano che sa imporre agilità vocale e una grande padronanza scenica: per quanto riguarda gli altri ruoli principali, Alfredo sarà il tenore marchigiano Davide Giusti, dotato di ottimo materiale vocale. Michele Govi, baritono barese dalla voce calda e capace di ottime modulazioni, interpreterà il ruolo di Giorgio Germont e il mezzosoprano salentino Antonella Colaianni quello di Flora Bervoix.
Completano la compagine artistica: Raffaele Pastore (Gastone), Carlo Provenzano (Barone Douphol), Domenico Colaianni (Marchese D’Obigny), Luca Gallo (dottor Grenvil), Gloria Giurgola (Annina), Federico Buttazzo (Giuseppe), Giorgio Schipa (domestico di Flora e un Commissionario), e le compagini dell’Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento, diretta da Michele Nitti, e del Coro Opera in Puglia, diretto da Emanuela Aymone. La coreografia è di Fredy Franzutti con il Balletto del Sud, la scenografia e i costumi di Pierpaolo Bisleri. Gli allestimenti sono infine a cura della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari.
Estratto dal discorso tenuto da Pietro Mascagni all’Accademia di Santa Cecilia in Roma in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Giuseppe Verdi:
«La sua musica esprime la parola e il sentimento in una maniera così alta. Certi canti delle opere verdiane arrivano agli orecchi e al cuore degli ascoltatori senza passare per il cervello, con un impeto improvviso e fanno tremare i polsi. Verdi mi scriveva spesso e un giorno mi scrisse: Lei è l’unico che può tenere ancora in alto la bandiera della nostra arte. La morte di Verdi mi causò un grandissimo dolore. Era un’anima grande, un grande musicista».
Nessun commento:
Posta un commento