Mercoledì 26 aprile 2017 torna all’Unione Musicale di Torino (Conservatorio Giuseppe Verdi, ore 21) l’Orchestra da camera di Mantova con un programma tutto mozartiano insieme alla violinista Sonig Tchakerian (nella foto). Negli ultimi vent’anni l’Orchestra di Mantova è stata una presenza costante nei cartelloni dell’Unione Musicale, protagonista assoluta di indimenticabili progetti monografici insieme ad artisti come Andrea Lucchesini e Alexander Lonquich e con la direzione di Umberto Benedetti Michelangeli. Questi progetti hanno messo in luce la ricerca della qualità sonora e l’estrema sensibilità stilistica, caratteristiche peculiari dell’ensemble che, nel 1997, gli hanno valso il Premio Abbiati.
Sarà ancora una volta nel segno di un unico autore il programma del concerto del 26 aprile, che prevede l’esecuzione di tre Concerti per violino e un Divertimento per archi di Mozart. Insieme all’Orchestra e al suo primo violino concertatore Carlo Fabiano, un’altra grande “amica” dell’Unione Musicale: Sonig Tchakerian. Artista di origine armena ma dalla vita italianissima, ha legato la sua carriera principalmente ad autori come Bach e Paganini che rivelano la sua tecnica elegante e ricercata oltre all’intensa sensibilità interpretativa. «Ho avuto diverse occasioni per suonare i Concerti di Mozart ma mai quella di farli insieme – afferma Sonig Tchakerian in un’intervista recentemente rilasciata all’Unione Musicale (http://www.unionemusicale.it/intervista-esclusiva-a-sonig-tchakerian/). Interessante sarà ascoltare la sua anima mediterranea destreggiarsi tra le cristalline frasi mozartiane e il virtuosismo delle cadenze, appositamente pensate da Giovanni Sollima per questi Concerti.
Mozart scrisse i Cinque concerti per violino e orchestra tra aprile e dicembre del 1775, nel giro di pochi mesi e, dalle prime prove ancora legate a formule e schemi barocchi, giunse ad esiti originali e compiuti.
Il secondo Concerto in re maggiore K. 211 è del giugno 1775 e viene solitamente accomunato al primo pur rappresentando per molti aspetti già un sostanziale passo in avanti. Il virtuosismo è più moderato e sul piano formale i tre tempi seguono schemi tradizionali precisi, la forma-sonata per i primi due e il rondò alla francese per il finale. Il Concerto in sol maggiore K. 216, del settembre 1775, è celebre per il suo Rondeau “arlecchinesco” dal carattere danzante, uno dei brani più bizzarri ed esuberanti composti da Mozart. Nella seconda parte, il Divertimento per archi K. 136, scritto a Salisburgo nel 1772 e strutturato in tre movimenti secondo la maniera italiana della sinfonia avanti l’opera.
A concludere il Concerto in re maggiore K. 218 dove nel terzo tempo, ancora nella forma di rondò, spicca una “strasburghese”, danza popolare trasformatasi in ballo di società con la quale Mozart rendeva omaggio a una moda francese, motivo per cui, nel viaggio che l’avrebbe condotto a Mannheim e poi a Parigi, portò con sé soltanto questo Concerto.
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