Avere almeno un centinaio di persone presenti ad una serata di musica contemporanea è un dato più che incoraggiante. In particolare, quando il concerto non si svolge in una canonica sala pensata per l'esecuzione di musica sinfonica, bensì in un cinema, comunque discretamente attrezzato per ricoprire anche le funzioni di teatro.
E la sala 1 del Multisala Showville, ubicata a Mungivacca (quartiere periferico di Bari) è uno spazio-contenitore assai ampio e comodo che può contenere fino a 650 spettatori, anche se l'acustica, va detto, non è proprio il massimo. Nonostante tutto, nell'assenza quasi totale (con il Piccinni e il Santalucia chiusi ed il solo Petruzzelli a colmare il vuoto attuale) di teatri pensati per la musica in città, oltre che aspettando la riapertura dopo vent'anni dell'Auditorium "Nino Rota", ci sia accontenta e soprattutto si ringrazia Michele Bisceglie, responsabile delle attività teatrali e degli eventi dello Showville, che ha consentito e consente all'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari di utilizzare la suddetta sala anche per le prove. E non è poco.
Tornando al concerto dell'altra sera, nell'ambito della rassegna "Silenzio!", curata da Emanuele Arciuli che ha visto lo stesso pianista barese, brillante protagonista insieme al direttore e compositore Carlo Boccadoro e all'Orchestra della Provincia.
Il programma ci regalava subito un eccellente lavoro del bravo Boccadoro; si trattava di "Fasi lunari", breve composizione che ben si legava al contesto filo-americano del programma proposto, nel suo solido impianto minimalista ma al contempo, variegato e coinvolgente nel tagliente pulsare ritmico (godibilissimo, per esempio il movimento finale, dove aleggiava il fantasma del "Sacre" stravinskiano); a seguire la "Ballad Nocturne" dell'americana Ann Millikan (nella foto insieme ad Emanuele) composta su commissione dello stesso Arciuli: piacevole ibrido linguistico tra il repertorio delle ballate jazz e la forma classica del "Notturno" con suggestioni che viaggiavano cromaticamente da Chopin a Gershwin, da Rachmaninov e Prokof'ev.
Un "Gioco" altrettanto stimolante per non dire divertente è ciò che accade nel pezzo successivo magistralmente suonato da Arciuli (Le tombeau de Liberace) con L'orchestra barese a ranghi ridottissimi, e dedicato da Michael Daugherty a Valentino Liberace, eccentrica icona di un certo genere di musica commerciale che è stato in voga in America per molti anni.
Il concerto si è poi chiuso con la Sinfonia n. 3 per archi di Philip Glass, nella lucida esecuzione del maestro Boccadoro insieme all'Orchestra barese, che nonostante le strutturali carenze d'organico, si è ben comportata nel restituire questo gustoso lavoro, non troppo ripetitivo e minimalista come altri da lui scritti e dunque decisamente più digeribile.
Dimenticavamo, incastonati nel programma i provocatori 4'.33" di silenzio assoluto di John Cage, a cui Arciuli ha sottilmente dedicato il suo mini-festival. E silenzio assoluto c'è stato, se si pensa che non sono nemmeno squillati i telefoni cellulari, che solitamente disturbano, con ben più cinico sadismo, i capolavori di Brahms e Ciaikovskij, Mozart e Beethoven. Ma questa è un'altra storia.
Quest' opera di Alessandro Romanelli è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
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