venerdì 13 aprile 2012

Qui Roma: Marcello Panni dirige l'ICO Tito Schipa di Lecce in una sua versione della Tosca di Puccini e in una nuova composizione di Ivan Fedele nell'antico dialetto "grico"


Roma Sinfonietta in collaborazione con la Fondazione ICO Tito Schipa di Lecce presenta nella Sala Sinopoli del Parco della Musica il 22 aprile alle ore 19.00 un concerto dell'Orchestra Sinfonica "Tito Schipa" di Lecce diretta da Marcello Panni, il compositore e direttore d'orchestra romano che è regolarmente ospite, sin dagli anni '70, delle principali istituzioni musicali italiane e dei più importanti teatri lirici internazionali, quali l'Opera di Parigi, il Metropolitan di New York, il Bolshoi di Mosca, la Staatsoper di Vienna, la Deutsche Oper di Berlino, il Covent Garden di Londra, il Liceu di Barcellona.
Il concerto inizia con un omaggio a Debussy nel centocinquantenario della nascita, con le "Trois Ballades" de François Villon e la trascrizione orchestrale delle Gymnopedies di Erik Satie, poi Panni dirige "Moroloja kai Erotika", una nuova composizione di uno dei più affermati musicisti italiani contemporanei, Ivan Fedele (nella foto), da poco nominato direttore del Settore Musica della Biennale di Venezia.
La composizione, che riprende per un organico d'archi ampliato l'originaria versione per voce e quartetto d'archi, si rifà ai Canti di pianto e d'amore dall'antico Salento, a cura di Brizio Montinaro (Bompiani, Milano, 1994), tra le più importanti testimonianze della letteratura scritta nell'antico idioma della Terra d'Otranto, il "grico".
A tal proposito Fedele scrive: "Da quei canti si sprigiona la rara emozione di parole che riemergono dai millenni, cantando gli eterni sentimenti dell'uomo con la freschezza degli antichissimi progenitori ellenici. Questa mia nuova intonazione di alcuni tra i più toccanti versi presenti nella raccolta esprime l'amore, che condivido con Brizio, per la nostra terra e la nostra antica lingua, ma anche per la cultura e i sentimenti che essa esprime: vita e amore, morte e dolore, trattati con la semplicità del sentire quotidiano ma al tempo stesso con la profondità di un inconscio collettivo millenario che si sprigiona nel suono arcaico e in parole pur antiche che non vogliono estinguersi."
Conclude il concerto la suite sinfonica che lo stesso Panni ha ricavato dalla Tosca, scegliendo otto brani in cui la parte orchestrale è preponderante e che offrono una sintesi dell'intera vicenda dell'opera di Puccini, dalle battute iniziali sino al suicidio della protagonista. Nella sua attività di direttore Panni ha avuto moto di accorgersi che, quando all'estero gli chiedono un grande sinfonista italiano da inserire in programma, non c'è niente da proporre se non un'ouverture d'opera o Respighi. "Ma in Puccini è nascosto un grande sinfonista - sostiene Panni - perchè le sue opere sono dei capolavori d'orchestrazione; e specialmente in Tosca si può rintracciare un filone orchestrale che attraversa il dramma dall'inizio alla fine permettendogli di vivere anche senza le voci. D'altronde Toscanini "accusava" Puccini di non scrivere opere, ma sinfonie con...cantanti!"

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