
La decisione è stata presa negli ultimi giorni del mese scorso dopo aver "preso atto delle mancate risposte della Fondazione alle diverse richieste e proposte inoltrate dal direttore, dal Consiglio accademico e dagli studenti dell'istituzione". Per questo l'esistenza stessa della Fondazione è stata ritenuta "inutile".
La storia risale all'estate di quattro anni fa, quando il sultano dell'Oman, Qaboos Bin Sad, attraccò con i suoi due yacht nel porto di Bari. Al termine degli oltre dieci giorni di visita alla città, dopo le notizie sui pazzi acquisti fatti nei negozi del centro, sul concerto offerto alla cittadinanza e sulle 22 limousine che scorrazzavano per la città, il sultano donò ai baresi cinque milioni di euro. Due di questi destinati al reparto di cardiochirurgia dell'ospedale pediatrico "Giovanni XXIII" furono utilizzati per acquistare un angiografo digitale e altri macchinari necessari al reparto. Gli altri tre milioni sarebbero serviti per finanziare le borse di studio degli studenti più meritevoli del Conservatorio "Niccolò Piccinni". Nel periodo 2008-2009 furono spesi solo 61mila euro per 21 borse di studio. Poi nel 2010 arrivò la Fondazione costituita su iniziativa del Conservatorio e presieduta da Aldo Loiodice, uno dei massimi esponenti dell'Opus dei a Bari. Eppure come è scritto in una denuncia giunta alla procura di Bari nell'aprile del 2011, il Conservatorio "avrebbe potuto gestire a costo zero il fondo, essendo dalla legge della più ampia autonomia per farlo". Ora la scelta della petizione che giunge a poco meno di due mesi da una lettera inviata dagli stessi studenti al ministero dell'Istruzione, Francesco Profumo, nella quale si denunciava la sparizione "nel nulla" del denaro: "Si tratta - era scritto nella lettera - di borse di studio utili non solo agli studenti, già fortemente colpiti dalla crisi e quindi con l'assoluta necessità di poter affrontare i propri studi e i propri bisogni in modo sereno, ma anche dell'intera comunità accademica del Conservatorio". La domanda, a quattro anni da quel dono, rimane ancora la stessa: dove sono i soldi?" * (Fonte: La Repubblica - Bari on line, Antonello Cassano, 2 ottobre 2012)
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