sabato 13 ottobre 2012

R.E.M.:il silenzio è d'oro


Quanto fiato sprecato, quanto talento rovinato dalle scelte politiche: ora faccio un endorsement, come dicono quelli che parlano bene, da Gianni Riotta in giù: cari cantanti ed artisti di varia fortuna: "non fate politica!".
La politica è una lebbra, una malattia che ti attacca, ti prende e ti fa dire spropositi, in quanto, quando uno si sente- e magari non lo è affatto-in alto, alla cima del mondo, apre le braccia sulla prua della sua nave fortuna; di là grida la sua voglia disperata di essere arrivato, un po' per voglia di rivincita-contro chi, lo sanno solo loro e, talvolta, manco-un po' per abuso di sostanze e per dire che si è al mondo, grazie al Signore, solo per le canzonette. Ciò porta ad una overdose in dichiarazioni.

È il caso-sfortunato- del buon Michael Stipe, figlio del sud e di un bravo soldato, che, non appena la sua fama artistica- quella sì, meritata- di profeta dell'indie-ex underground ebbe a consolidarsi, si è travestito, per un suo personalissimo carnevale, in presidente USA ed ha pontificato contro la guerra-segnatamente- quella in Iraq...fosse stato l'unico.... Ma ha fatto di più: in occasione della Convention Repubblicana di quest'anno, ha negato che venisse utilizzata la sua hit più famosa, Losing my Religion, per qualsiasi manifestazione pubblica o meeting del partito dell'elefante...questa prova di intolleranza lo ha reso ridicolo, per due ordini di motivi: uno, di opportunità, che consente al proprio pubblico di impossessarsi, se vuole, della anima di un artista, senza che questi se ne abbia a male se non vota per il candidato che lui è liberissimo di supportare. La seconda ragione risiede nel fatto che il titolo della hit è una espressione tipica del Sud degli USA, tradizionale serbatoio di voti conservatori, che corrisponderebbe al nostro: " Non fatemi perdere la pazienza", anche se declinabile in modalità più dirette e prosaiche ed anche questo non credo che possa appartenere al genoma del solo sig. Stipe.
So, peraltro, che gli altri componenti del gruppo, tutti californiani, sebbene affini a lui per idee politiche, non abbiano gradito, ma tant'è...
Per il relitto, il giudizio artistico, seppur compresso, in queste righe, dalla personalità abusante del leader in questioni politico- sociali, rimane eccellente ed affidato, come sempre, alle grazie del suo intiero pubblico che li acclama ancor oggi, dopo più di trenta anni di onoratissima milizia.
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