Ieri sera, è stato accolto da oltre dieci minuti di applausi il debutto al Theater an der Wien del regista Damiano Michieletto. La sua messa in scena del “Trittico” di Giacomo Puccini, con la ORF Radio-Symphonieorchester Wien diretta dall’israeliano Rani Calderon, ha convinto il pubblico del teatro viennese, che lo ha chiamato più volte sul palco al termine della recita.
Per Michieletto è il secondo successo in Austria, dopo la consacrazione – lo scorso agosto – al Festival di Salisburgo, dove tornerà la prossima estate, in pieno anno verdiano, con il “Falstaff” diretto da Zubin Mehta.
“Ho cercato di dare ai tre atti unici di Puccini – ha detto Michieletto al termine della recita – un impianto unitario. Ho cercato anche di indagarne il lato più notturno e cupo, per far risaltare la violenza e il cinismo delle tre vicende. “Il tabarro” è una storia di vite sofferenti, oppresse dal lavoro. I protagonisti Michele e Giorgetta, interpretati da Roberto Frontali e Patricia Racette, vivono poi il loro personale dramma per la perdita di un figlio. Il soprano Patricia Racette è protagonista anche del titolo successivo, “Suor Angelica”, dove, come per scontare un peccato che ha commesso, viene rinchiusa in un luogo di penitenza, e anche lei vive il dramma della perdita di un figlio. “Gianni Schicchi” invece è la rappresentazione di una lotta tra i vari personaggi per accaparrarsi l’eredità di un morto: ha degli aspetti comici, ma è anche ferocissima. Tutti cercano di ingannare gli altri, e nessuno risparmia colpi bassi. Ma il protagonista, Schicchi, è ancora una volta un genitore, che si ingegnerà per garantire un futuro alla figlia Lauretta e al suo innamorato Rinuccio”.
Il pubblico del Theater an der Wien ha riservato un’accoglienza calorosissima anche a Paolo Fantin, autore delle scene che prevedevano elementi di collegamento tra le tre opere, rappresentati soprattutto da container utilizzati di volta in volta per il trasporto delle merci portuali nel “Tabarro”, come celle del penitenziario in “Suor Angelica”, e come contenitori per l’eredità di Buoso Donati in "Gianni Schicchi". Applausi e chiamate sul palco anche per Carla Teti, che ha firmato i costumi, e Alessandro Carletti che ha curato le luci.
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