Un festival non sempre ha lunga vita. Molto dipende dagli esordi. E quelli di URTIcanti, festival di musica contemporanea fortemente voluto, creato e organizzato da Raffaella Ronchi e Fiorella Sassanelli, e giunto alla sua ottava edizione, sono stati dirompenti. Ospiti in questi anni, infatti, il fior fiore dei compositori della Musica internazionale di oggi: da Ivan Fedele a Marco Stroppa, dallo spagnolo Luis De Pablo alla finlandese Kaija Saariaho e a Luca Francesconi.
Particolarmente convincenti e applauditi i due concerti che abbiamo seguito a Bari nei giorni scorsi, dopo il prologo con il grande flautista Mario Caroli (ha tenuto anche una masterclass) a Martina Franca.
Concerti, in cui il sostegno di Alliance Française e la collaborazione con il festival Mousiké sono stati determinanti per portare a Bari musicisti di valore, a cominciare dal compositore francese Geoffreoy Drouin. Giornata intensissima quella del 3 ottobre scorso che ha visto in mattinata presso l'Ateneo barese una giornata di studio sulla notazione a partire dal trattato "Projet concernant de noveaux signes puor la musique" di J.J. Rousseau e in serata uno splendido concerto nella chiesa di Santa Teresa dei Maschi nel borgo antico del capoluogo pugliese, con interpreti del calibro indiscusso di Francesco D'Orazio (violino), Nicola Fiorino (Violoncello), Michele Visaggi (clavicembalo), Maurizio Zaccaria (pianoforte) e Giorgia Santoro (flauto); il programma della serata partendo dal barocco di Corelli, Somis e Leclaire si è vertiginosamente spostato temporalmente alla musica d'oggi con brani di Ivan Fedele, Giacinto Scelsi e per l'appunto Drouin. Quello che ha sorpreso non poco è stata la straordinaria partecipazione di pubblico (molta gente è rimasta in piedi). Partecipazione che si è ripetuta ieri sera durante il concerto monografico dedicato a Claude Debussy, a 150 anni dalla nascita, con letture epistolari di Fiorella Sassanelli alternate ad alcune tra le pagine pianistiche più preziose del geniale compositore francese. Al pianoforte sedeva un ispiratissimo Domenico Di Leo, che di Debussy a mio sommesso parere è uno dei migliori interpreti italiani viventi; si notava ieri l'approfondimento e lo studio che gli ha dedicato per una vita. Di Leo è stato distillatore impagabile di tocchi sopraffini e nuances sorprendenti, ancor più evidenziate dal riverbero acustico (non sempre ideale) di Santa Teresa dei Maschi.
Stasera il festival prosegue alle 20.30, sempre a Santa Teresa dei Maschi, con l'integrale pianistica di Arnold Schoenberg eseguita da Pina Napolitano.
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