martedì 3 marzo 2015
Per il pianista Barry Douglas, una prova deludente nel recital barese al Petruzzelli
Era arrivato a Bari con i clamori certi e determinanti dei successi "a cinque stelle" nei prestigiosi Concorsi "Van Cliburn" (1985) e "Ciaikovskij" (1986), ma dopo averlo ascoltato qui in Puglia ci dobbiamo indubbiamente ricredere, Barry Douglas è l'ombra del pianista di successo di qualche anno fa. Ieri sera al Petruzzelli, non c'era nemmeno il pubblico delle grandi occasioni. E va detto che il suo programma era anche un po' appesantito da troppe Variazioni brahmsiane, accostate ad alcune, peraltro, stupende pagine di Schubert ( il I Improvviso op. 90, così tenue e malinconico e l'energica - virtusosissima - e di taglio così beethoveniano, Wanderer Phantasy).
Mentre con Brahms, la prima parte veniva ricoperta con (quasi) tutte le Variazioni da lui composte, alcune spledide, come quelle scritte su un tema di Paganini, ancor giovane in ben due libri, altre mediocri e misconosciute, come quelle su un "tema originale" dell'opera 21.
Ecco soffermiamoci un momento, sulle Paganini, questo suo capolavoro tecnico, per dire un paio di cosette, sull'esibizione resa ieri da Douglas. Innanzitutto, ci è parso che il pianista avesse qualche problema nelle ribattute delle ottave e andasse ben oltre il "classico" fff in alcuni momenti, pestando il pianoforte con forsennata e violenta carica, col risultato evidente di una fallosità spesso fastidiosa. Abbiamo ascoltato, in verità, Barry Douglas a Bari negli Anni Novanta, ed era davvero un altro pianista, assai più misurato ed equilibrato, oltre che dotato di una tecnica solida e ben collaudata.
Ne recensimmo, ricordo, con plauso convinto la "Grande Sonata" op.37 di Ciaikovskij. Sono passati più di vent'anni da allora, e certo si notano sostanziali e corpose differenze.
Meno male, invece, che la Wanderer, invece, nonostante gli oggettivi problemi tecnici che comporta eseguirla, sia andata meglio, nonostante sia assai più "pestabile" del Brahms delle Variazioni, Douglas qui si è contenuto, limitando un pochino il suo viscerale ardore.
Pubblico abbastanza gelido, fino ad allora, ha poi iniziato a scaldarsi pian piano, quasi prendendo corpo dopo una tranquilla dormita. Successo caloroso (di pubblico), ma di emozioni, quelle vere s'intende, nemmeno l'ombra.
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