martedì 4 settembre 2012
Dall'8 settembre prende il via a Taranto la decima edizione del "Giovanni Paisiello Festival"
"Il “Giovanni Paisiello Festival” giunge alla sua
decima edizione. Si tratta di un traguardo
importante, considerata la progressiva contrazione
dei finanziamenti pubblici e privati che negli ultimi
anni ha rischiato di determinarne la fine. Il progetto
di allestire La Semiramide in villa purtroppo è
naufragato per mancanza di fondi; tuttavia il
cartellone non è stato concepito come surrogato
del mancato melodramma, al contrario ha puntato
in questa edizione a un deciso svecchiamento
proponendo uno spettacolo di danza sperimentale
capace di restituire quella gestualità e quella
corporalità che fu intrinseca all’arte di Paisiello
e di molti suoi contemporanei. Ad assicurare
la continuità con le edizioni precedenti si pone
il recital di Marianna Pizzolato, una delle voci
più autorevoli nella riscoperta del repertorio
settecentesco (e non solo), dove troveranno
spazio opere paisielliane inedite. In occasione
del bicentenario della morte di Sant’Egidio
Maria, importante figura della vita religiosa
francescana al tempo di Paisiello (e, sembra,
amico del compositore), si è voluto omaggiare
la produzione sacra paisielliana, meritevole
d’una riconsiderazione in sede discografica e
musicologica, con il recital organistico di Grazia
Salvatori e con l’esecuzione del Magnificat e del
Te Deum in riduzione per coro e organo sotto la
direzione di Pierluigi Lippolis. In assenza, per la
prima volta, del consueto convegno musicologico,
con la presentazione della monografia di Gianluca
Latorre sulla Frascatana di Paisiello e con la
consegna del Premio “Giovanni Paisiello Festival”
ad Alessandro Lattanzi, uno dei massimi esperti
del maestro tarantino, si è inteso ritagliare uno
spazio per dimostrare che nonostante il momento
infelice per gli studi umanistici la ricerca sull’arte
paisielliana prosegue caparbia.
Durante la crisi nazionale e la drammatica
situazione locale legata alle sorti dell’ILVA,
l’augurio è quello di salvaguardare la
sopravvivenza di un festival che vuol essere
ponte con un passato illustre e misconosciuto
per stimolare la riflessione critica sul presente,
godendo al tempo stesso la bellezza di musiche
di un momento storico in cui la complicità fra
pubblico e artista era profonda."
Lorenzo Mattei (Direttore Artistico)
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