Storie che curano. La salute dei
migranti tra parole, immagini e musica. Questo il titolo della rassegna che si
svolgerà a Bari, presso l’Officina degli Esordi, dal 18 al 20 giugno.
Nei tre giorni della rassegna, organizzata e presentata stamattina dall’U.O. Formazione della ASL
di Bari su mandato dell’Assessorato Regionale alla Salute (Servizio P.A.T.P., Dirigente
Giovanna Labate) si susseguiranno incontri,
dibattiti, seminari, letture, proiezioni di film: tra cinema e letteratura
si parlerà della salute fisica e psicologica degli immigrati, del disagio
psichico legato al trauma migratorio, del disconoscimento dei diritti
fondamentali della persona.
“Il programma – spiega Edoardo
Altomare, dirigente dell’U.O. Formazione della ASL di Bari, nonché ideatore
e curatore dell’evento - è ricco di occasioni e spunti incentrati
sull’inconsistenza del concetto di razza e sulle diverse forme di razzismo che
traggono linfa da antichi pregiudizi e dalla paura o dall’odio per il diverso,
ovvero dalla xenofobia”.
“Abbiamo scelto di ambientare Storie
che curano nel cuore del capoluogo barese – prosegue Altomare - in una
struttura come l’Officina degli Esordi che ben si presta ad ospitare alcuni tra
i maggiori protagonisti del dibattito nazionale sul razzismo e
sull’immigrazione”. Si va dal ginecologo di origine somala Omar Abdulcadir (Ospedale Careggi di Firenze) all’antropologo Marco Aime
(Università di Genova), al genetista Guido
Barbujani (Università di Ferrara), all’esperto in linguistica Federico Faloppa (University of
Reading, UK), alla psicoanalista Lidia
Tarantini, alla scrittrice Kaha
Mohamed Aden, solo per citare alcuni tra gli ospiti extraregionali della
rassegna, tutti autori di libri e saggi sui temi dell’immigrazione e del
razzismo.
Quanto ai film, il cartellone comprende pellicole ambientate a Bari o in
Puglia, come Il sole dentro di Paolo
Bianchini o il documentario Ferrhotel
di Mariangela Barbanente - i due registi presenteranno le loro opere nel corso
della rassegna – cortometraggi come C.A.R.A.
Italia di Yimer e film che sono già entrati tra i cult del cinema sulle migrazioni e gli immigrati come Il villaggio di cartone, Mare chiuso, Terra di mezzo, La mia classe.
Il 18 giugno alle ore 21.00 è previsto anche, sempre all’interno
dell’Officina degli Esordi, un atteso concerto con Roberto Ottaviano e Andrea
Gargiulo.
L’evento ha luogo proprio nei giorni in cui più massiccia e drammatica si
fa in Puglia l’ondata di migranti che approdano sulle nostre coste mettendo a
dura prova le capacità di accoglienza delle nostre strutture socio-sanitarie.
“La Puglia, in questi anni - ricorda
il governatore pugliese Nichi Vendola
- non si è mossa con una ricetta in tasca, bensì con la consapevolezza che sul
tema dell’immigrazione non si possono fare soltanto proclami, non basta la
commozione retorica, ma è necessario un impegno serio e organico che coinvolga
tutti. È necessaria, innanzitutto,
un’Unione Europea che cessi di essere una fortezza blindata e spaventata, che
al pattugliamento del Mediterraneo scelga di costruire nuovi percorsi d’integrazione,
inventandosi nuove forme di cittadinanza e di estensione dei diritti per chi,
straniero, attraversa mari e deserti per guadagnare un pezzo di futuro decente.
In questi mesi, abbiamo provato a mettere in piedi nuovi percorsi ed
esperienze, a cominciare dagli alberghi diffusi, strutture dove con cinque euro
al giorno un lavoratore migrante stagionale ha un letto, l’assistenza legale,
un corso di lingua italiana, la possibilità di utilizzare le tecnologie
informatiche per comunicare con i propri cari. Entro luglio chiuderemo
finalmente il ghetto di Rignano Garganico, un luogo simbolo dello schiavismo e
del capolarato, una vergogna per il nostro territorio. Insomma, la nostra sfida
è quella di far entrare l’immigrazione, all’interno del nostro modello di
welfare, come fosse una grande ricchezza e non un problema”.
“Dal 2006 – aggiunge l’Assessore regionale al Welfare Elena Gentile - abbiamo avviato una serie di interventi trasversali
per il totale riconoscimento dei diritti dei migranti; la nostra regione è
stata una delle prime regioni d’Italia ad impegnarsi nel dare completa
attuazione ai diritti costituzionalmente riconosciuti, in particolare del
diritto alla salute, non solo agli immigrati regolari, ma anche agli stranieri
temporaneamente presenti sul territorio pugliese. Abbiamo sottoscritto un
protocollo di Intesa con l’Acquedotto Pugliese per portare acqua potabile nei
campi di lavoro nelle campagne foggiane e leccesi. Abbiamo approvato una legge
Regionale, la n. 32 del 4/12/2009 “Norme per l'accoglienza, la convivenza
civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia", finalizzata ad
attribuire agli immigrati extracomunitari condizioni di uguaglianza con i
cittadini italiani nel godimento dei diritti civili e a rimuovere le cause che
ne ostacolano l’inserimento nel contesto sociale della Regione. I campi di
azione sono molteplici, dalla sfera culturale e linguistica a quella economica
e lavorativa e dell’assistenza socio-sanitaria. Per questo nel 2011, la Puglia ha conquistato la palma di
regione più “migrant friendly” d’Italia sul fronte dell’assistenza
sanitaria e su questa strada stiamo continuando ad operare.
Dal 2013 è attivo un progetto in collaborazione con l’Onlus Emergency che
si basa sull'integrazione tra le attività dell'ambulatorio mobile di Emergency
e le strutture delle aziende sanitarie locali, presso cui vengono riferiti i
pazienti che necessitano di esami, visite o cure specialistiche. Forti
dell’esperienza maturata con l’albergo diffuso di San Severo, ad aprile 2014
abbiamo avviato l’operazione Capo out-Ghetto free con l’obiettivo di
liberare dai caporali il ghetto di Rignano Garganico che “accoglie” stabilmente
3-400 persone nel periodo invernale e che d’estate supera le 1.500 presenze che
vivono in condizioni al limite della sopravvivenza.
Il progetto mira a ridare dignità agli immigrati del ghetto e liberarli dal
morso dei caporali e della malavita, restituendo condizioni di vita e dignità
sociale. Promuovere condizioni di vita dignitose è il primo passo per far
uscire gli immigrati dalla marginalità e dall’insicurezza, ma soprattutto, è
uno degli elementi fondamentali per promuovere integrazione e sbarrare il passo
allo sfruttamento e all’esclusione sociale”.
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