giovedì 22 gennaio 2015

Si inaugura a Santa Teresa de Maschi sabato prossimo la stagione Mirarte con Rita Marcotulli e Luciano Biondini.



Sabato 24 gennaio, alle 21, alla Chiesa S. Teresa dei Maschi di Bari (città vecchia) si inaugurerà la stagione concertistica 2015 di Mirarte con un duo d'eccezione: Rita Marcotulli, tra le pianiste più intense ed esperte del panorama jazzistico contemporaneo, sarà accompagnata, in un duo di grande interesse, da un principe della fisarmonica, Luciano BiondiniLa strada invisibile è il titolo del disco che presenteranno (pubblicato dall'etichetta Act), «un tour de force musicale pieno di energia – spiegano i due musicisti -, verve, fantasia e con una musicalità di un tipo che non si sente molto frequentemente oggigiorno». Infotel: 345.949.54.23

Rita Marcotulli si è ritagliata una carriera molto importante a livello internazionale in un tempo molto breve. Accanto a grandi del jazz, come Chet Baker, Joe Lovano, Paul Bley, Palle Danielsson, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny e Nguyên Lê; ma la pianista romano collabora ripetutamente anche con personaggi popolari del panorama musicale italiano, come i cantautori Pino Daniele e Gianmaria Testa.
Il suo partner, Luciano Biondini, con il quale ha lavorato insieme in un quartetto per alcuni anni, è uno dei migliori fisarmonicisti sulla scena. Rabih Abou-Khalil, Michel Godard, Enrico Rava e più recentemente il giovane violinista polacco Adam Baldych, hanno potuto apprezzare la sua arte indipendente, piena di travolgente drammaticità ed emozione, pur senza perdersi nella superficialità tecnica. Proprio come la Marcotulli, egli fonda il suo amore per il jazz su riferimenti della tradizione musicale italiana. 
Jazz, classica e canzoni italiane tutto fluisce magicamente in La strada invisibile. Momenti affascinanti e nuove rivelazioni musicali si rivelano al momento, nascono da piccoli movimenti, gesti e linee. È musica piena di umorismo, melanconia, tenerezza e temperamento. Può essere un luogo comune, che la sensibilità, l'emotività e la leggerezza dell'essere siano caratteristiche considerate tipicamente italiane, ma c'è un briciolo di verità in ogni cliché, come dimostra La strada invisibile.

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