domenica 22 novembre 2015

L'Orchestra ed Arciuli in grande spolvero nel concerto di ieri al Petruzzelli.


Un bellissimo concerto, quello di ieri sera, alle 19.00, al teatro Petruzzelli. Nonostante, l'orario infelice, la platea era abbastanza piena, anche se non esaurita. Mentre i palchi, praticamente deserti. Forse, invitando la gente a sedersi gratuitamente, si otterrebbero risultati forse migliori. Ma tant'è. Battere sullo stesso tasto, ha poco senso.
Ieri, dicevamo, un bellissimo concerto quello diretto da Giuseppe Grazioli (nella foto), dove alla musica d'oggi (con il concerto per pianoforte di un certo interesse di Dall'Ongaro) si univa, coniugandosi armoniosamente, il neoclassicismo del Novecento, con il finissimo ed umoristico concerto di Shostakovich, suonato in maniera mirabile ed intensa da Emanuele Arciuli.
 La leggerezza sopraffina del classicismo viennese della Quarta Sinfonia di Schubert, è stata, invece, diretta con autorevolezza e rarissima eleganza dal maestro rotiano per eccellenza (recenti e apprezzate le sue registrazioni su Decca di alcune opere del noto compositore milanese). Ma l'autentico centro di gravità permanente, e l'interesse più stimolante erano per l'opera 102 di Shostakovich. Un lavoro di significativa maturità, scritto dal compositore russo nel 1957, quando aveva 51 anni ed era già arrivato alla notorietà internazionale; compositore di ben 10 sinfonie di successo, tre opere liriche, musica da film, oltre ad una notevole mole di musica da camera e per strumento solista.
Qui, nel concerto si è subito imposta la personalità significativa di Emanuele Arciuli, pianista di Galatone, ma naturalizzato barese, ha tirato fuori dal cilindro una straordinaria, ricca interpretazione, sia del complesso concerto di Michele Dall'Ongaro, che di quello davvero godibile di Shostakovich. Tocco sublime e tecnica pulitissima e stentorea nel gesto espressivo su di un pianoforte Fazioli eccellente. Il secondo movimento, l'Andante, da incorniciare per la sua bellezza nostalgica e struggente, ed un'orchestra, quella del Petruzzelli, in gran spolvero, e degna di essere celebrata come una delle 10 migliori orchestre italiane del momento. Successo meritatissimo e coronato da due bis. Debussy e Gershwin, eseguiti mirabilmente da Arciuli.
A dimostrarlo, ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, nella seconda parte anche la sublime esecuzione della Quarta Sinfonia di Schubert, resa con il giusto tono brillante  e al contempo drammatico, sulla falsa riga del sinfonismo haydniano di "piano" e "forte", nei contrasti agogici e dinamici della struttura armonica. Archi e fiati tutti di livello strepitoso, insieme ad una bacchetta validissima, quella di Grazioli, e musicale come poche altre. Successo caloroso per tutti.

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