Domani, giovedì 3 settembre alle ore 20.45 terza ed ultima rappresentazione di Roméo et Juliette di Charles Gounod per la 93a edizione del
Festival lirico 2015 all’Arena di Verona.
In occasione dell’ultima recita di quest’anno,
ripercorriamo il percorso creativo che ha fatto sì che questo titolo, mai
rappresentato prima del 2011 nell’anfiteatro areniano nella sua versione
originale, entrasse nel repertorio del Festival lirico, tanto da
essere riproposto per ben 5 stagioni consecutive ottenendo un grande successo
di critica e pubblico: «Quattro anni fa la Fondazione Arena di Verona mi ha
lanciato una sfida - ricorda il regista Francesco Micheli - rendere l’opera
lirica entusiasmante come un concerto rock senza tradirne l’intima essenza.
Ricordo ancora il boato degli applausi della Prima, che riunivano il fervore
dei melomani con i fischi da stadio dei teenagers. Con la complicità dell’abbraccio
millenario del luogo, in questi anni abbiamo raccolto tantissimi giovani
proprio attorno alla vicenda dei loro due famosi coetanei veronesi, Romeo e
Giulietta; ne è venuto fuori uno spettacolo dinamico e romantico, violento e
appassionato. L’immagine da me inventata - Romeo e Giulietta che, in punto di
morte, corrono come due freschi sposini uscendo dall’Arena attraverso il
corridoio centrale - è la perfetta incarnazione dello spettacolo vivo e
bruciante che volevamo fare. Questi cinque anni di repliche di Roméo et Juliette hanno rapidamente
trasformato un esperimento coraggioso in un vero e proprio classico dell’Arena:
oggi, facendo teatro, bisogna sempre più connettere il melodramma con la società,
creando un dialogo tra palcoscenico e platea. Il nostro spettacolo è
profondamente legato a Verona, è una produzione che rappresenta l’Arena non
meno dell’Aida, e forse dice molto dell’Arena di Verona del terzo millennio».
Roméo et Juliette il prossimo anno non sarà presente nel cartellone 2016, quindi il 3
settembre resta l’ultima occasione per godere di questo titolo. L’opera in cinque atti, su libretto di Jules Barbier e Michel Carré, che
narra della tragica quanto
appassionante vicenda degli amanti di Verona più famosi del mondo, è quindi in
scena nell’allestimento dal sapore medievale e dallo stile rock ideato da Francesco
Micheli, con la scenografia di Edoardo Sanchi, i costumi di Silvia
Aymonino, la coreografia di Nikos Lagousakos e le luci di Paolo Mazzon.
Dirige dal
podio areniano l’esperta bacchetta del M° Daniel Oren, mentre i due celebri innamorati sono interpretati da Irina
Lungu nel ruolo di Juliette e Giorgio
Berrugi in Roméo; Nino Surguladze
è Stéphano, il paggio di Roméo, mentre Michael Bachtadze l’amico Mercutio, Leonardo Cortellazzi l’avversario
Tybalt, mentre sposerà i due giovani
innamorati Giorgio Giuseppini come Frère
Laurent. Nei panni della nutrice Gertrude
troviamo Alice Marini, in Benvolio Francesco
Pittari, in Pâris Nicolò Ceriani,
come Grégorio Marcello Rosiello, nel
padre di Juliette Capulet Enrico
Marrucci e nel ruolo dell’imparziale Duc
de Vérone Deyan Vatchkov.
Tutti gli interpreti sono affiancati dai
complessi artistici Orchestra, Coro, Corpo di ballo, mimi, comparse e Tecnici
dell’Arena di Verona. Il Coro è diretto da Salvo Sgrò, il Corpo di ballo da
Renato Zanella.
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