Tra i più grandi interpreti al mondo di viola da gamba, Guido Balestracci (nella foto) guida l’Ensemble Amoroso nel recital «Italian Solace» con cui la rete Orfeo Futuro sostenuta da Puglia Sounds celebra lo strumento già caro a Claudio Monteverdi. Il concerto, realizzato in coproduzione con Meraviglie Festival Musicale Estense di Modena, è in programma per il festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova, martedì 6 ottobre, ore 20.30, nell’Auditorium Vallisa di Bari (biglietti euro 5, ridotti euro 4 – info 3206646395 e www.animamea.it/animamea2015), e per il Festival Ritratti diretto da Massimo Felici e Antonia Valente mercoledì 7 ottobre, alle ore 21, nella Chiesa di Santa Maria Amalfitana, a Monopoli (ingresso libero - info 3393770307 ewww.ritrattifestival.it).
In realtà, sono ben tre le viole da gamba utilizzate in questa performance in cui il discorso musicale sull’antico strumento cammina sul filo rosso che lega Italia e Gran Bretagna tra XVI e XVII secolo. Accanto a Balestracci figurano, infatti, altri due specialisti di viola da gamba, lo stesso Gioacchino De Padova e Patxi Montero, cui si affiancano il soprano Caroline Pelon e Ugo Di Giovanni al liuto.
E da questo filo rosso prende origine il titolo del concerto, Italian Solace, che rimanda al trasferimento in Inghilterra di alcune famiglie di solisti e compositori italiani (i Lupo e i Ferrabosco), cui si deve l’inaugurazione di scuole all’origine del successo della viola da gamba oltre Manica.
Con uomini e strumenti emigrano, pertanto, anche usi musicali, generi e prassi. Così, la moda di inventare contrappunti da linee vocali molto semplici del repertorio profano (come ilBrowning Tune) o sacro (come l'In Nomine) ha origini nelle più antiche prassi italiane della polifonia strumentale sul Cantus Firmus. Con gli italiani in Inghilterra nasce, infatti, una “lingua musicale”, che si intreccia continuamente con la ricerca sui “modi del canto”, cioè l'utopia di ripetere con gli strumenti ogni piega retorica e poetica della voce. Ed è la viola da gamba ad essere indicata costantemente come lo strumento più capace di raccogliere la sfida già consegnata alla musica da Leonardo da Vinci: “raffigurare le cose invisibili”.
Il programma della serata prevede l’esecuzione di musiche di William Cobbold, Elway Bewin, Salomone Rossi, Luzzasco Luzzaschi, Benedetto Ferrari, Christophe Tye, John Taverner, Orlando Gibbons, John Dowland, William Byrd, Girolamo Frescobaldi e Benedetto Ferrari.
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