Il festival metropolitano “Di Voce in Voce”, organizzato e diretto dall’Associazione Culturale
Radicanto, punta a riscoprire i contatti e i confini che si snodano attraverso
le regioni pan-mediterranee in un percorso affascinante e diacronico, unite da
un vento che sa parlarci di tradizione e innovazione, di continuità e
modernità, dalla musica antica alla tradizione meridionale, dal canto a distesa
alla polifonia pugliese, dai ritmi cadenzati agli spigoli dei tempi balcanici.
Ieri sera, domenica 4 ottobre
all’auditorium Vallisa di Bari, c'è stato l’ultimo appuntamento del festival “Di Voce in Voce”, si sono esibiti i Radicanto, con lo spettacolo “Sud e
magia”.
Maria Giaquinto, Giuseppe De Trizio, Fabrizio Piepoli e
Francesco De Palma hanno proposto il racconto musicato del sincretismo
pagano-cristiano che, muovendosi tra devozione popolare e liturgia ufficiale, ha dato vita al folklore religioso quale espressione della resistenza popolare alla
repressione della cultura cattolica ufficiale, riverberando i riflessi della
“non storia” del Sud.
L’opera, messa in scena, prende spunto per il titolo
dall’omonimo lavoro letterario di Eugenio De Martino e Umberto Galimberti, una
storia religiosa del sud, un’indagine etnologica che spiega perché il momento
magico sia sopravvissuto nella vita culturale meridionale e come questa abbia
partecipato consapevolmente alla grande alternativa tra “magia” e “razionalità”
da cui è nata la civiltà moderna.
“Gli unici legami con
il testo di De Martino – Spiega Giuseppe De Trizio – sono nel titolo e nell’indagine. Nel nostro spettacolo racconteremo
storie differenti, che abbiamo trovato e che, nello specifico, Maria Giaquinto
ha elaborato. Il tutto arricchito da canzoni rielaborate o composte da noi. In entrambi
i lavori è presente quel forte equilibrio, che da sempre c’è al Sud, tra sacro
e profano”.
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