sabato 10 ottobre 2015
Un bel concerto di Bressan e Dindo al Petruzzelli. Ma il pubblico dov'è?
Nuovo concerto sinfonico al Petruzzelli dell'Orchestra del Politeama, diretta dal bravo maestro Filippo Maria Bressan (nella foto) e come ospite al violoncello Enrico Dindo, uno tra i migliori strumentisti italiani in circolazione e vincitore di un Premio Rostropovich. Ma non era solo questo il motivo d'interesse della serata di ieri.
Infatti, abbiamo assistito anche a due brani abbastanza interessanti del compositore leccese Ivan Fedele (Syntax 0.1 e Syntax 0.2) rispettivamente ispirati ad Haydn e Mozart, e composti a cavallo tra il 2008 ed il 2009. Brani, dove Fedele, prima di indagare la musica elettronica o semi-elettronica, compie un lavoro di astrazione e prosciugamento dell'ispirazione "classica" originale. Dal corpus compositivo egli ha, infatti, mutuato soprattutto l'idea del timbro, ricco di colori, di amalgama e di impasti sonori davvero suggestivi. La durata complessiva dei due brani è di appena trenta minuti e riscuote comunque applausi poco convinti del pubblico barese. L'orchestra dal canto suo, dimostra una buona capacità di " leggere"pagine dall'ascolto così impervio e complesso. Ottima la direzione di Bressan, attento come pochi, alla concertazione ed all'attenzione cromatica e " simbolica" delle due pagine musicali. L'idea di Biscardi, assai coraggiosa, di affiancare ad ogni concerto una pagina del Novecento o di Musica d'oggi a programmi di repertorio, è una idea felice ed originale, a cui ci sentiamo vicini e pienamente d'accordo.
A seguire, si apriva poi uno spazio dedicato alla musica classica e romantica con le "Varizioni su un tema rococò" op.33 di Ciaikovskij e la celeberrima suite sinfonica di Mendelssohn "Un Sogno di mezza estate" op. 61. Pagine di grande richiamo, soprattutto per la notevole interpretazione offerta da Enrico Dindo, con una cavata ed un suono stupendi, un fraseggio essenziale ma cantabilissimo e corposo, merito anche dello strumento straordinario di cui il maestro dispone: un incantevole violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717, affidatogli dalla Fondazione Pro Canale. seguire ben due bis con Dindo. l'uno uno struggente "Andante cantabile" ciaicovskiano, A seguire, appositamente preparato dal violoncellista dal maestro e dall'orchestra, come appendice al concerto, l'altro una allemanda bachiana di ottimo livello esecutivo e frutto dell'incisione delle Suite per viooncello, che Dindo ha compiuto alcuni anni fa.
Il Concerto si è poi elevato ancora di più, grazie all'eccellente ed elegante interpretazione del maestro Bressan, che ha saputo regalare una più che valida esecuzione del sogno di Mendelssohn. grazie naturalmente alla bontà dell'orchestra barese, che cresce sempre di più, quanto ad amalgama e compatezza. Ottime e precise le sonorità degli archi, così pastose ed argentine, con un intonazione davvero invidiabile. Tanti applausi per Dindo, Bressan e l'Orchestra...Ma poco pubblico, in verità. Palchi perennemente semivuoti e platea non proprio piena. Eppure non sono così alti i prezzi dei biglietti. Ci chiediamo francamente il perchè...
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