"Serata godibilissima quella di martedì 6 Ottobre in compagnia
dell' Ensemble L' Amoroso, una formazione composta dal soprano Caroline Pelon,
da tre viole da gamba, Gioacchino da Padova, Patxi Montero e Guido Balestracci
alla direzione, più Ugo Di Giovanni al liuto.
Il programma si svolge
sul filo immaginario di un dialogo tra compositori inglesi, tra i quali William
Cobbold, Christophe Tye, John Dowland, e italiani come Benedetto Ferrari,
Girolamo Frescobaldi e Salomone Rossi.
Nel 1500 infatti la
viola da gamba è in Italia lo strumento eletto per raggiungere un' ideale forma
musicale: avvicinarsi il più possibile a riprodurre le sfumature, le pieghe
sonore della voce umana nelle sue espressioni e tensioni della preghiera, nel
caso della musica sacra, o dei temi d' amore nel caso della musica profana.
Dall' Italia questa
prassi di creare contrappunti tra la voce e la viola da gamba a partire dai
repertori della polifonia del cantus
firmus in voga dal XIII secolo, si
trasferisce in Inghilterra grazie all' opera di divulgazione dei compositori
italiani.
Il primo brano di
musica sacra si svolge quindi sul basso continuo o basso ostinato, che una
viola da gamba mantiene come base su cui si dipana il dialogo tra il soprano e
le altre due viole: è un dialogo che si libra su un' armonia delicata, sempre
controllata e mai sopra le righe, nel quale gli strumenti sono attenti a non
lasciare mai sola la voce che esprime con soave delicatezza il patos della
preghiera, che pur in qualche passaggio raggiunge punte più drammatiche.
La trama del dialogo
quindi tra la voce e gli strumenti è un continuo controcanto, che per la sua
leggerezza risulta sempre perfettamente intonato alla splendida voce di Caroline Pelon la quale a sua volta pur possedendo una personalità da
protagonista non travalica mai con prepotenza i confini di una trama melodica
tanto avvolgente e fitta quanto delicata.
Nel caso dei brani
sacri come In Nomine o Benedictus il soprano esprime tutte le
caratteristiche di dolcezza che danno forza evocative e suggestiva ai temi
della preghiera, come in particolare nell' Alleluja.
Nei brani di musica
profana, come nelle trame polifoniche del
Ch'io non t'ami di Luzzasco
Luzzaschi o nelle vivaci variazioni della Ciaccona
di Frescobaldi, il ritmo si fa decisamente più vivace ed aumenta il
protagonismo delle tre viole da gamba, così come acquistano una valenza di
regia le parti introduttive e le riprese
del liuto.
In questi brani il
soprano cambia di registro anche per far fronte ai numerosi passaggi nei quali
gli strumenti sembrano rincorrere o controbattere alla voce, in un dialogo a
volte concitato che tuttavia non perde mai la sua brillantezza.
In conclusione il
livello di purezza melodica espresso dall' Ensemble L' Amoroso, ha permesso al
pubblico un tuffo rigeneratore nelle splendide armonie di questa musica
rinascimentale che più si ascolta e più riconosciamo come vicina a noi."
Pino Marsico
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