BIF&ST

L'orecchio di Dioniso segue per voi la quarta edizione del
Bari International Film Festival


 
PIOVONO NASTRI D’ARGENTO SUI DOC PRESENTATI AL BIF&ST
Tutti i riconoscimenti (fra finalisti, premiati e menzioni) legati ai Nastri d’Argento 2013 per i film documentari assegnati dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici (SNGCI) sono andati a opere presentate nelle ultime due edizioni del Bif&st svoltesi a Bari  nel marzo 2012 e 2013. Ed esattamente:
- Terramatta di Costanza Quatriglio - NASTRO d’ARGENTO doc 2013
- Il gemello di Vincenzo Marra - Premio speciale della giuria
- Giuseppe Tornatore, ogni film un’opera prima di Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi - Miglior documentario sul cinema
Menzioni speciali anche per la qualità giornalistica:
- Il Leone di Orvieto di Aureliano Amadei
- L’insolito ignoto - Vita acrobatica di Tiberio Murgia di Sergio Naitza
- The summit di Sergio Fracassi e Massimo Lauria (Bif&st 2012)
- Premio speciale a Giuliano Montaldo quale “miglior attore protagonista” in Quattro volte vent’anni di Marco Spagnoli.
I Nastri d’Argento sono stati selezionati fra i seguenti cinque titoli finalisti – tutti presentati al Bif&st:
ANIJA, LA NAVE di Roland Sejko; IL GEMELLO di Vincenzo Marra; IL MUNDIAL DIMENTICATO di Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella (Bif&st 2012); NOI NON SIAMO COME JAMES BOND di Mario Balsamo; TERRAMATTA di Costanza Quatriglio.
Questi i cinque film finalisti per il Premio per il miglior documentario sul cinema, anch’essi tutti in vetrina al Bif&st 2013:
CARLO! di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti; FURIO SCARPELLI di Francesco Ranieri Martinotti; IL LEONE DI ORVIETO di Aureliano Amadei; L’INSOLITO IGNOTO di Sergio Naitza; GIUSEPPE TORNATORE. OGNI FILM UN’OPERA PRIMA di Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi.



I vincitori ed i premi del BIF&ST 2013

Tutto pronto per il Gala finale al Teatro Petruzzelli, condotto la Laura Morante.
Bif&st 2013, tutti in vincitori. Sfida all’ultimo tra “Bella addormentata” e “Bellas Mariposas”.
Dopo il Premio Mario Monicelli per il regista del miglior film a Marco Bellocchio per “Bella addormentata”, ecco  tutti gli altri vincitori della quarta edizione del Bif&st. Dal Premio Tonino Guerra per la miglior sceneggiatura al Premio Anna Magnani per la miglior attrice protagonista:
Premio Franco Cristaldi per il miglior produttore:
Domenico Procacci per Diaz di Daniele Vicari
 Premio Mario Monicelli per il  regista del miglior film:
Marco Bellocchio per il suo film Bella addormentata
 Premio Tonino Guerra per la migliore sceneggiatura:
Salvatore Mereu per il suo film Bellas mariposas
 Premio Anna Magnani per la migliore attrice protagonista:
Sara Podda e Maya Mulas per Bellas mariposas di Salvatore Mereu
 Premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista:
Roberto Herlitzka per Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni
 Premio Ennio Morricone per il miglior compositore delle musiche:
Carlo Crivelli per Bella addormentata di Marco Bellocchio
 Premio Giuseppe Rotunno per il miglior direttore della fotografia:
Massimo Faletti per Bellas mariposas di Salvatore Mereu
 Premio Dante Ferretti per il miglior scenografo:
Maurizio Sabatini per La migliore offerta di Giuseppe Tornatore
 Premio Roberto Perpignani per il miglior montatore:
Francesca Calvelli per Bella addormentata di Marco Bellocchio
 Premio Piero Tosi per il miglior costumista:
Francesca Livia Sartori per Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana
 Premio Internazionale al miglior regista:Srdan Golubovic per il suo film Krugovi (Circles)
Premio Internazionale al miglior attore:
Vesa-Matti Lori per Road north di Mika Kaurismaki
 Premio Internazionale per la migliore attrice:
Bernadette Lafont per Paulette di Jerome Enrico
 Premio Francesco Laudadio per la migliore opera prima e seconda:

Razzabastarda di Alessandro Gassman
Menzione speciale a Nina di Elisa Fuksas
  Vittorio De Seta per il miglior film documentario:
The bosnian identity di Matteo Bastianelli
Menzione speciale a Lo stato della follia di Francesco Cordio
 Premio Michelangelo Antonioni per il miglior cortometraggio:
Genesi di Donatella Altieri
Menzione speciale a Rumore bianco di Alessandro Porzio

Il vincitore del premio Monicelli è Marco Bellocchio per "La bella addormentata"

Sarà Marco Bellocchio ad incontrare il pubblico per la lezione di cinema di domani al Teatro Petruzzelli alle 11.30 al termine della proiezione de I pugni in tasca che avrà inizio alle 9.30 (ingresso libero). La lezione a sorpresa è legata al nome del vincitore del premio Mario Monicelli per il regista del miglior film che la giuria internazionale, presieduta da Michel Ciment, ha assegnato proprio a Marco Bellocchio. I nomi degli altri vincitori sia del concorso del Panorama Internazionale, sia di quello dell’ItaliaFilmFest/Lungometraggi saranno annunciati nella conferenza stampa di sabato 23 alle ore 13.00 all’ex Palazzo delle poste.
Lezioni di cinema con....Bertrand Tavernier

Prima che regista, è stato critico cinematografico per riviste apprezzatissime in Francia, quali "Le Cahier du Cinema" e tante altre ed egli sottolinea come tutto questo sia nato dalla necessità di guadagnare, in quanto la sua vera passione era ed è fare il cineasta, ma, come si sa, inseguire, agli inizi, i propri veri sogni costa la proverbiale "fame", la pena più dura da scontare in certi casi.
Circa il suo eclettismo, cui opportunamente, in fase di presentazione, si è riferito il Direttore artistico del festival, Felice Laudadio, esso nasce dalla sua "volontà di imparare" e dunque ciò ha stimolato" la curiosità di sapere che mi conduce verso terreni inesplorati e posso quindi passare dal XVIII secolo alla Louisiana del sud", terra francofona e dimenticata, lontana dagli stessi americani e dai loro interessi ed attenzioni. Con riferimento al film di stamane, " L'occhio del ciclone- In the electric mist", egli continua: "attraverso la interpretazione asciutta e realistica di Tommy Lee Jones ho potuto riportare l'essenza della vita nella Louisiana del sud ricevendone i suoi stessi complimenti, così cm esposti nei romanzi di Burke che mi affascinano molto" e dalla cui novella è tratto il film.
Il mestiere del regista è durissimo e deve fare i conti, oggi esattamente come allora, con le scarsissime disponibilità finanziarie, dovendo ricorrere a fondi personali, ovvero all' appoggio umano quanto finanziario di uno dei suoi interpreti preferiti, oltre che suo grande amico personale, Philippe Noiret.
Apprezzatissimi la sua intemerata contro la scarsa dignità e "grazia sociale" come lui la ha chiamata in questi tempi di crisi; i suoi ricordi molto deferenti e dolci del suo rapporto con Romy Schneider, la indimenticata interprete di "La morte in diretta", con la quale scambiava versi che ella infilava sotto la porta della stanza di albergo in cui alloggiava ed una nota, molto precisa, da vecchio critico, circa l'occhio dolente e "scettico" con cui i registi europei della Premiere Vague, gli esiliati dall' Europa, guardavano alla America degli anni della Guerra e del post- Lang, Preminger, lo stesso Wilder-teamtiche evincibili soprattutto nei loro noir.
Una vera-la prima-lezione panoramica sul cinema di questo festival, completa, esauriente, da vero critico, anche se non ditelo ancora al vecchio Bertrand, vi risponderà che è un "tredicenne che vuol fare il regista" e basta.

Incontro con Silvana Silvestri  su " Il destino allo specchio: l'eredità di Kieslowski"


Nell' ambito del BIF&ST, tanto piacere, a me che son "polacco", ha fatto un bell'incontro e-come tale disertato da molti-, svoltosi presso la Mediateca Regionale Pugliese. Il dibattito si è incentrato sulla figura e sui ricordi di chi, come la giornalista Silvana Silvestri, ha conosciuto ed avuto modo di scambiare qualche impressione con uno dei maestri del cinema polacco degli ormai lontani-in tutti i sensi- anni '80 e da noi in Occidente definita come la stagione del cinema di Solidarnosc.
La Silvestri ha ricordato la figura del grande Krzysztof, scomparso prematuramente nel 1996, dai suoi inizi quale "bottegaio" della grande scuola tecnica-documentaristica di Lodz.
Egli infatti iniziò come mirabile documentarista, destino che obbligava, secondo i teorici di partito, tutti gli spiriti liberi e "diversi", ad una vita di grigiore, ma in cui egli già rifulse, come uno dei pargoli più luminosi del grande Wajda, il primo grandissimo maestro del cinema polacco del dopoguerra.
Egli si distinse subito dagli altri epigoni del regime, da un lato, e dai Polanski o dai Forman vari, destinati, anche perché privilegiatissimi figli o parenti di diplomatici, ad avere precocissimi contatti con l' Occidente ed a, quindi, delineare ritratti diversi.
Il cinema di Kieslowski è un dolente, invece, tipico affresco polacco, in cui, come dal dibattito che ne è seguito, con la partecipazione attiva del sottoscritto, "la mano invisibile della spiritualità polacca" emerge straordinaria in tutti i passi del suo celeberrimo Decalogo, che raccomando a tutti di guardare, anche perché si faranno una idea valida di un paese, di un popolo che non è prigioniero di sé, ma fiero, orgoglioso, colto, raffinato, delicatissimo nei vari "angeli Tomek" che si snodano in tutti i comandamenti e che fanno del Decalogo una pietra miliare che segna una vecchia strada, un vecchio e polveroso tratturo magari, targato anni ottanta dell' Est, ma che, percorrendolo con una vecchia Fiat FSN, ricorda anche a noi come eravamo puri e teneri con quella mano invisibile di spiritualità e dignità laica tipicamente, ma non solo, polacca.


Lezioni di cinema con....Stephen Frears

 Appena entrato, in trafelato ritardo da Roma, ha chiosato, su sollecitazione del moderatore, circa la reale motivazione del film "Lady Henderson" che, poco prima, il pubblico del Petruzzelli aveva seguito. In sostanza, con stile asciutto, ci riferisce che la passione che lo ha motivato ad allestire l'affresco di Lady Henderson è l' amore  per" le donne nude". Presentatosi così, passa a  riferire del segreto del cinema britannico e, a questo proposito, descrive l'enorme bacino di scrittori in Gb-bravi e che lavorano, aggiunge il redattore-, limitandosi, lui, a  mettere in scena quello che loro scrivono, mentre il procedimento di selezione delle storie si muove "inconsciamente come quando si sceglie una moglie"... Continua: "Non credevo, da ragazzo, a 14 o 15 anni, che fosse un lavoro quello del regista e ci si potesse pure vivere...la verità è che studiavo diritto all' Università e mi annoiavo terribilmente, poi ho scoperto il teatro e già lì mi affidavo agli sceneggiatori. Compito mio è stato, anche in teatro, quello di adattare la realtà allo script e alle idee degli sceneggiatori".
Circa la scelta degli attori, premettendo che egli non ha amicizie con loro, ma solo con i "writers", insiste nel concetto che il suo cinema nasce dalla sua voglia di mettere in realtà, di dare vita alle idee racchiuse nello script e così, ad es., nelle " Relazioni Pericolose", "siccome Malkovich doveva innamorarsi della Pfeiffer, mi sono innamorato prima io di Michelle Pfeiffer, di conseguenza la ho fatta recitare per questo", invece per Helen Mirren in "The Queen", ella doveva essere "intimorente" per lui e così è stato. A proposito delle sue doti da talent scout, risponde: "Ricorro ad attori giovani perché costano meno..il mio lavoro di casting è molto normale, si presentano, se mi vanno bene, li scelgo e i miei attori  devono fare il loro lavoro per il quale li ho scelti", niente di più né di meno. Essenziale, diretto, in una parola, british....





Lezioni di cinema con.....Sergio Rubini
Tenero il ricordo della Melato che lui segnala come "una persona nobile" quando, ai suoi esordi, ebbe modo di lavorare con lei in "Figlio mio infinitamente caro" di Valentino Orsini del 1985.
Gli esordi sono stati casuali ma, dopo un intento da tastierista, fu travolto dalla passione dell' attore e si autoconvinse del talento fece la accademia a Roma. In seguito,venne chiamato da Camilleri in uno spettacolo sui martiri di Otranto e di là arrivarono le scritture.
"La recitazione è un mestiere rischioso ed esalta la improvvisazione e incentiva l'attore a sfidare l'imprevidto che eccita anche il pubblico e lo incuriosisce".
La conoscenza con Fellini nasce con la sua visione del Casanova a Grumo e lì scopri il dibattito che il vimema suscita, lui abituato agli spaghetti western.
Conchiude l' incontro con il suo pubblico facendolo sussultare d'orgoglio, parlando da pugliese ad altri-e non- richiamandolo ad essere, nell' arte o meno, meno maschere e più sostanza, complessità e sfumature.







Federico Fellini e il sogno
Molto interessante è apparso il convegno, tenutosi al Boscolo Hotel di Bari-già Albergo delle Nazioni-, moderato dal critico cinematografico Vieri Razzini su "Fellini ed il Sogno", in cui, con l' aiuto di esperti, psicologi, psicoterapeuti e con la presenza simpatica di Monaldo Rossi, il grande amico del regista, si è indagato il mondo unico di Fellini, tra affettività complessa che ha distinto la vita e le opere del maestro di Rimini e visione onirista che lo ha imprigionato, facendone una cifra irripetibile del fellinismo. La costruzione del  suo proprio mondo è avvenuta, pezzo per pezzo, ricorrendo a risorse inaspettate e millenarie, quali l' I-Ching, di cui Fellini era inteprete pedissequo e conoscitore mnemonico.
Dall' incontro è emerso, utilizzando l'onirismo di Fellini, come chiunque sia anche sceneggiatore, realizzatore, e molto spesso, anche interprete di una grande messa in scena notturna, che, come un miracolo, ogni notte si ripete nella nostra piccola strada che si chiama vita.
Inoltre, si è osservato come, nella nostra età presente e, soprattutto nelle giovani generazioni, manchi la fantasia, la complessità e la elaboratività creativa di quella grande storia che è il sogno.



 articoli sulle proiezioni 







Mediateca Regionale Pugliese

il programma della settimana 18 – 22 marzo: Bif&st, workshop e incontri

Tra gli eventi collegati al Bif&st, i workshop e le presentazioni di libri, la Mediateca Regionale Pugliese si prepara ad un’altra settimana ricca di appuntamenti.
Da lunedì 18 fino a venerdì 22 marzo, fra gli eventi in programma per il Bari International Film Fest, la sala proiezioni ospiterà il corso di critica cinematografica condotto da Silvana Silvestri e Massimo Causo (l’ingresso è riservato ai partecipanti selezionati con un bando nel mese di gennaio), mentre i corridoi della Mediateca saranno attraversati da un suggestivo tributo ad Alberto Sordi attraverso affiche e locandine originali dei suoi film a partire dagli anni Cinquanta, insieme all'anteprima dell'expo che la Mediateca dedicherà al cinema di fantascienza e al genio di Philip K. Dick (tra i manifesti esposti in preview: “L'invasione degli ultracorpi”, “Ultimatum alla Terra”, “Il pianeta degli uomini spenti, La Guerra dei Mondi”).
Martedì 19 e giovedì 21, dalle 9.30 alle 13.30, ci saranno le lezioni del montatore Roberto Perpignani, inserite nel progetto “I make” del programma Interreg Italia-Grecia, con partner capofila il GAL-Terra dei Trulli e di Barsento, con Apulia Film Commission e la Municipalità di Preveza (ingresso riservato ai selezionati).
Proseguendo, da lunedì a venerdì dalle 17.00 alle 18.00, ci sarà l’appuntamento fisso “L’ora del tè: incontri in Mediateca”, momento di discussione e brevi visioni intorno a registi e temi del programma di marzo della Mediateca. A riguardo, lunedì 18, Diego Mondella presenterà il libro “L’ultima trovata. Trent’anni di cinema senza Elio Petri” (edizioni Pendragon) insieme con Angela Bianca Saponari, curatrice della rassegna “Morale Formale”, in corso presso il Cineporto di Bari.
Martedì 19 Silvana Silvestri, esperta del cinema polacco, condurrà un incontro su “Il destino allo specchio: l’eredità di Kieslowski” nel corso del quale sarà proiettato il documentario “1966-1988: Kieslowski cineasta polacco” di Luc Lagier.
Mercoledì 20 invece ci sarà l’incontro con il critico e giornalista Enrico Magrelli, autore della monografia “Il rito, la rivolta: il cinema di Nagisa Ôshima” (1984, Di Giacomo editore), la più completa analisi, mai pubblicata in Italia, sul maestro giapponese scomparso lo scorso gennaio. Durante l’incontro sarà proposta anche l’intervista televisiva realizzata da Gil Rossellini.
Giovedì 21 si anticipa l’iniziativa che partirà in Mediateca dopo il BiF&st, dedicata a Tarantino e al suo debito verso il cinema di genere italiano con rassegne e manifesti storici di Django. All’incontro parteciperà il regista Enzo Castellari (autore del film “Quel maledetto treno blindato” che ispirò Tarantino per “Bastardi senza gloria”) presentato dal regista e critico Fabio Segatori, autore di un documentario sullo stesso Castellari.
Infine venerdì 22, durante l’ora del tè, i critici Massimo Causo e Luigi Abiusi presenteranno il libro “Il film in cui nuoto è una febbre – dieci registi fuori dagli schermi” (ed. Caratteri Mobili), libro che è stato il filo conduttore della rassegna da poco conclusasi al Cineporto di Bari sui dieci registi presentati da altrettanti dieci critici.


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