sabato 31 luglio 2010

L'Imperatore beethoveniano ha chiuso ieri sera in bellezza il Barletta Piano Festival


Lo diceva Toscanini: all'aperto non si può far musica, ma solo giocare a bocce. Non la pensano così a Barletta e in altre decine di festival sparsi per l'Italia, l'Europa e il mondo intero. Ieri sera si è appunto chiuso quello di Barletta dedicato da alcuni anni al pianoforte. Sei concerti, in verità, uno più bello dell'altro per il livello dei solisti, le musiche eseguite, la scelta intelligente nell'accostarle tra loro. Merito di chi come Pasquale Iannone, pianista di eccellente valore è anche da molti anni impagabile direttore artistico dell'associazione Amici della Musica "Mauro Giuliani" di Barletta. Ed è stato proprio lui a chiudere ieri il festival con una trascinante ed al contempo calibratissima (nei momenti di puro lirismo del secondo movimento) rilettura del celebre Quinto Concerto per pianoforte e orchestra "Imperatore" di Beethoven, egregiamente accompagnato dalla Balkan Festival Orchestra diretta per l'occasione da un altro barlettano "doc" come il maestro Gregorio Goffredo.
Interessante e di godibile ascolto la Fantasia Concertante per pianoforte ed archi del compositore romano Alessandro Annunziata (eseguita qui a Barletta in prima mondiale), che ha visto impegnato lo stesso Iannone al pianoforte. Peccato che il vento abbia non poco condizionato la serata, facendo letteralmente volare durante le esecuzioni, tra cui c'era anche l'ouverture dei Vespri Siciliani di Verdi, alcuni spartiti e leggii dell'orchestra. Nonostante ciò l'esito del concerto è stato indubbiamente significativo e particolarmente apprezzato dal folto pubblico presente, come del resto era già accaduto nei precedenti cinque concerti, che hanno visto protagonisti un grandissimo maestro degli 88 tasti come Paul Badura-Skoda, Francesco Nicolosi, Alfonso Soldano, Maurizio Zaccaria, Nicole Brancale, l'Estrio e infine Paola Bruni, quest'ultima davvero straordinaria interprete del Primo Concerto di Chopin.

venerdì 30 luglio 2010

"Novecento e oltre" domani sera al 36° Festival della Valle d'Itria



Il concerto di domani sera (31 luglio), al Chiostro di San Domenico, della serie “Novecento e oltre” è dedicato alla musica e alla poesia francese. L’organico scelto, due pianoforti, è utilizzato con finalità espressive e con poetiche compositive assai differenti: di Francis Poulenc (1899-1963) si ascolteranno la celebre Sonata in re e il Capriccio, tratto dal Bal masquè. Marco Tutino (1954), sul testo che Jean Cocteau scrisse per Edith Piaf nel 1940, poi adattato dallo stesso Tutino insieme al regista Pier Luigi Pizzi, nel 2005, ha composto il monologo lirico in un atto Le Bel Indifférent. La prima versione per mezzosoprano e orchestra è stata allestita lo stesso anno allo Sferisterio di Macerata; da questa l’autore ha ricavato una seconda versione, cameristica, per mezzosoprano e due pianoforti, eseguita con esiti lusinghieri in diverse città italiane. Tutino è a tutti gli effetti un compositore per il teatro: il suo nome è legato a ben dodici produzioni teatrali, e la tredicesima, su un soggetto tratto dalla commedia Il Servo di Robin Maugham, gli è stata commissionata dalla Fenice di Venezia e dal Macerataoperafestival. Nel monologo tutta la tensione ricade sulle spalle della protagonista che, sola, si relaziona, con una misteriosa figura presente in scena, ma muta. La musica segue i momenti psicologici della donna e si pone al servizio del teatro, pensando a ciò che deve raccontare, a ciò che accade sulla scena.
Dal punto di vista drammaturgico, la situazione rispecchia molto quella di un’altra celeberrima pièce di Cocteau, La Voix humaine (1930). In entrambe l’attenzione è concentrata su una donna che continua ad amare un uomo che non l’ama più. Ciò che cambia è il contesto scenico: nella Voix humaine la donna rincorre l’uomo al telefono, avvolgendosi nel filo che probabilmente l’ucciderà alla fine, nel Bel indifférent l’uomo le appare di fronte in una camera d’albergo dove lei lo attende, ma è solo una presenza “indifferente”. L’incontro non si traduce in dialogo, e la donna resta sola, disperatamente aggrappata all’idea di un sentimento che non esiste più.
A Raffaele Grimaldi (nato nel 1980, nella foto), giovane compositore che può già vantare una ricca esperienza internazionale, il Festival della Valle d’Itria ha affidato la seconda commissione dell’anno, un mélodrame per voce e due pianoforti sul poemetto Salomè di Apollinaire, testo che rimanda al capolavoro di Cocteau, in un gioco di specchiamenti reciproci tra deliri/nevrosi femminili e indifferenza/ascetismo maschile.
Pianista e direttore d’orchestra, oltre che compositore, Grimaldi ha iniziato gli studi in Svizzera prima di trasferirsi in Italia dove studiato al conservatorio di Salerno. Ha proseguito la formazione all’Accademia di Santa Cecilia sotto la guida di Ivan Fedele e attualmente è compositore ospite fino al prossimo anno all’accademia Schloss Solitude di Stoccarda. Musicalmente tutto è trasposto con la massima delicatezza, facendo leva piuttosto su una forza drammaturgica interna al poema, che evitando il senso di “monologo”, indirizzi le scelte compositive verso il dialogo e la coralità.
Il duo pianistico Papadia/Rana con il soprano Zuzana Markova e il mezzosoprano Giuseppina Bridelli compone la locandina degli interpreti della serata.

giovedì 29 luglio 2010

A settembre al Massimo di Palermo è in programma un nuovo allestimento del Barbiere di Siviglia di Rossini






Sabato 18 settembre si riaccenderanno le luci della ribalta del Teatro Massimo per la seconda parte della Stagione 2010 con una serie di appuntamenti immancabili. Si inizia con un nuovo allestimento prodotto dal Teatro palermitano basato sui luminosi colori di Siviglia e della Spagna – il rosso, il giallo, il blu – ideato per accogliere il ritorno del capolavoro del repertorio operistico buffo: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.

Capolavoro di modernità su libretto di Cesare Sterbini da una pièce di Beaumarchais, l'opera fu scritta da Rossini in poche settimane per debuttare al Teatro Argentina di Roma nel carnevale del 1816: la prima fu un “fiasco organizzato”, mentre dalle prime repliche a oggi l'opera non è mai uscita dal repertorio dei teatri, cosa non comune a tutti i titoli. L'argomento è noto a tutti: una storia d'amore che inizia con una serenata al chiaro di luna, una commedia brillante in cui un Conte si allea con un Barbiere e la freschezza giovanile ha il sopravvento sul cinismo dei più anziani.

«“Il barbiere di Siviglia” è opera di confine. Estrema declinazione dell'antica opera buffa, primo capolavoro di un nuovo sentire. Un'opera spagnola che più italiana di così si muore. Difficile stare dietro a un lavoro così ricco. Abbiamo deciso di fermarci e di ammirarlo. Come un italiano in vacanza in andalusia. Come davanti a un quadro di Mirò. Abbiamo cercato di fissare tutti i colori del Barbiere di Rossini in un quadro multiforme, vivo e movimentatissimo. Una Siviglia fatta di case che danzano e che si scoperchiano, uomini che si travestono, donne che vengono rapite. Peggio di un film di Almodovàr». Così il regista Francesco Micheli descrive l'impianto del suo nuovo spettacolo con le scene di Angelo Canu e i costumi di Marja Hoffmann, rispettivamente a capo degli allestimenti scenici e della sartoria del Teatro Massimo.

Debutta sul podio palermitano Michele Mariotti, esperto del repertorio rossiniano, giovane e affermata bacchetta italiana, con una compagnia di canto che vanta una Rosina di eccellenza come Daniela Barcellona e il baritono Fabio Capitanucci nel ruolo di Figaro. Ai due palermitani Simone e Nicola Alaimo i ruoli di Don Basilio e Don Bartolo. Il temibile ruolo tenorile del Conte d'Almaviva è affidato invece a Dmitry Korchak. Al loro si alterneranno in alcune repliche, nell'ordine, Kirstin Chavez, Christian Senn, Roberto Tagliavini, Umberto Chiummo e Alexey Kudrya.

Sono previste otto recite, dal 18 al 26 settembre (con due fuori abbonamento).

Costo dei biglietti: da euro 10 a euro 125, in vendita presso il botteghino del Teatro (aperto dal 2 settembre da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 15, tel. 0916053580 / fax 091322949 / biglietteria@teatromassimo.it), sul sito www.teatromassimo.it o nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17).

Ieri pomeriggio nel foyer del Petruzzelli cerimonia conclusiva dello stage "Up to You"


Ieri pomeriggio si è svolta nel foyer del Teatro Petruzzelli la cerimonia conclusiva dello stage "Up to You" curato da Eleonora Abbagnato al Petruzzelli dal 26 giugno al 3 luglio scorso, con la guida dei maestri Claude Bessy, Michele Politi e Cyril Atanassoff. Per l'occasione il sindaco di Bari e Presidente della Fondazione Petruzzelli Michele Emiliano ed il sovrintendente Giandomenico Vaccari hanno consegnato gli attestati di partecipazione allo stage, a cui hanno preso parte ben 83 ragazzi di età compresa tra i nove ed i ventotto anni, provenienti da svariate località italiane e dalla Francia.
Nel corso della manifestazione, l'Associazione Marcobaleno - gli amici di Marco e Fabrizio Partipilo ha inoltre conferito il "Premio Marco Partipilo".
Il 23 ottobre 2008, infatti, il ventinovenne Ufficiale Pilota dell'Areonautica Militare Italiana ed ottimo ballerino Marco Partipilo perse la vita durante un'esercitazione in Francia, a lui è stata intitolata questa associazione e dedicato questo premio con lo scopo di dare, a chi coltiva grandi passioni nell'ambito della danza, dello sport e della cultura, la possibilità concreta di realizzare i propri sogni.Il premio è andato quest'anno alla quattordicenne Martina Arduino ed è stato consegnato da Nicoletta Quadrello, madre di Marco Partipilo.

mercoledì 28 luglio 2010

RASSEGNA MUSICALE DELL'ASSOCIAZIONE MASI: DAL 3 AL 13 AGOSTO A POLIGNANO A MARE (BA)



Dal 3 al 13 agosto nella cornice della Sala consiliare “Domenico Modugno” del Comune di Polignano a Mare si terrà la rassegna concertistica collegata al V International Campus Musica M.A.S.I. (Musica Arte Spettacolo International), sotto la direzione artistica di Francesco Masi, Tommaso Cogato e Vincenzo Scarafile.

La rassegna concertistica farà da appendice aperta al pubblico all’attività formativa diurna, rivolta esclusivamente agli studenti della masterclass. I concerti della rassegna vedranno protagonisti principalmente i docenti del master con l’aggiunta di prestigiosi ospiti: rappresenteranno dunque, oltre che un ulteriore momento di formazione per i giovani musicisti coinvolti nell’attività didattica, anche un’occasione di incontro sotto il segno della musica fra i partecipanti al Campus(docenti e studenti) e la cittadinanza.

Questo il programma delle dieci serate. Si inizierà il 3 agosto alle ore 21,00 con un concerto che vedrà Francesco Masi alla viola(nella prima parte) e al violino(nella seconda parte), e Christian Ugenti al piano. In programma nella prima parte: la Elegia op. 44 per Viola e Pianoforte di A. Glazunov, la Meditation per viola e Pianoforte di E. Bloch e la sonata per viola in Re minore di M. Glinka; la seconda parte vedrà l’esecuzione della Suite nello stile antico per violino e pianoforte di A. Schnittke, della Sonata K.379 in Sol Maggiore di W. A. Mozart e della "Reb Israel" per Violino, Pianoforte e Voce Recitante di D. Galay. Il giorno 4 alle ore 20,00 sarà la volta dell’esibizione dei chitarristi Pasquale Quero e Annamaria Plantamura. Il 5 agosto alle 21,00 Gaetano Simone al violoncello e Domenico Bruno al pianoforte proporranno al pubblico la sonata op.85 di F. Chopin, la sonata op. 40 di D. Schostakovich e Le Grand Tango di A. Piazzolla. Il 6 agosto alle 21,00 Viviana Manisco alla voce e Maria Maringelli alla chitarra eseguiranno composizioni di W. A. Mozart, L. van Beethoven, M. Giuliani, F. Schubert, J. Brahms. Il 7 agosto alle 21,00 sarà la volta del concerto del pianista Leonardo Colafelice, con in programma la Sonata op. 10 n. 1 di L. V. Beethoven, la Romanza op. 28 n. 2 di R. Schumann, lo Scherzo n. 4 di F. Chopin, le Visions Fugitives op. 22 di S. Prokofiev e la Rapsodia Ungherese n. 10 di F. Liszt. Il 9 agosto alle 21 si esibirà il Polinea Vocal Ensemble(Vera Marenco, Annamaria Bellocchio (Genova/Mola) SOPRANI; Catia Rotolo, Maria Elena Romanazzi (Alberobello/Turi) CONTRALTI; Daniel Kunz, Ricardo Bernardes (Germania/Brasile) TENORI; Kiril Aas, Luigi Leo (Norvegia/Corato) BASSO; Eridany Gonzales (Mexico) VIOLA DA GAMBA; Vincenzo Scarafile (Cisternino – Oxford) CONTROTENORE E MAESTRO DI CONCERTO) con un recital dal titolo “Diletto musicale nelle corti d’Europa”. La serata del 10 agosto alle ore 21 sarà divisa in due parti: nella prima verrà eseguito il Concerto no.2 in Fa minore di F. Chopin, con Mariarosaria d’Aprile e Francesco Masi al violino, Edoardo Rosadini alla viola, Gaetano Simone al violoncello e Tommaso Cogato al pianoforte; nella seconda parte è prevista l’esecuzione del Quintetto per clarinetto in la maggiore k 581 di W. A. Mozart, con Ferdinando Redavid al clarinetto, Mariarosaria d’Aprile e Francesco Masi al violino, Edoardo Rosadini alla viola e Gaetano Simone al violoncello. Le serate dell’ 11, 12 e 13 agosto 2010 saranno invece interamente dedicate ai saggi finali dei corsisti del V Master internazionale di Musica. Tutti i concerti si terranno nella Sala Consiliare del Comune di Polignano a Mare, con l’eccezione del concerto previsto per il 12 agosto, che si terrà eccezionalmente nella splendida cornice della Chiesa Matrice di Polignano a Mare.

domenica 25 luglio 2010

Musiche di Čajkovskij e Dvořák per il primo concerto sinfonico al 36° Festival della Valle d'Itria


Le musiche di Čajkovskij e Dvořák daranno vita al primo dei due concerti sinfonici in programma al Festival della Valle d’Itria. Stasera 25 luglio, nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, ore 21.00, confronto tra due grandi autori romantici nel concerto dell'Orchestra intyernazionale d'Italia diretto da l giovane maestro Andrea Battistoni e con la partecipazione come solista del celebre violinista Sergej Krilov (nella foto).
Nel 1890, anno in cui era tornato in Inghilterra per dirigere una delle sue più belle sinfonie - l’Ottava del nostro programma (detta anche “L’inglese”), Dvořák aveva riscosso grande successo anche a Mosca e a San Pietroburgo. Era stato Čajkovskij a preparare il terreno per questa sua tournée. I due musicisti si erano incontrati a Praga nel 1888, dove, a due riprese, Čajkovskij aveva diretto concerti e presentato la sua opera Evgenij Onegin, che aveva fatto su Dvořák un’impressione straordinaria. Nacque una specie di sodalizio fra loro. Dvořák regalò a Čajkovskij la sua Sinfonia in re minore, ricevendo il cambio dal collega russo una copia con dedica della Terza suite per orchestra. Naturalmente il successo russo di Dvořák, e la stima per la sua opera, diffusa tra i grandi musicisti russi del tempo, è legata anche a ragioni ideologiche: per loro Dvořák era un autore che veniva in soccorso dall’esterno alla causa della musica russa e slava, contro il predominio dell’opera italiana e del sinfonismo tedesco.
La “Polonaise” dall’opera Evgenij Onegin apre il III atto delle “scene liriche” (questo è il sottotitolo dell’opera tratta dall’omonimo romanzo in versi di Aleksandr Puškin), quello della splendida festa nel palazzo di San Pietroburgo in cui il protagonista rivede Tat’jana, l’appassionata fanciulla che il suo gelido cinismo aveva respinto. Ora che la rivede divenuta principessa amata alla corte dello zar, cambia idea, ma è troppo tardi: donna dai sentimenti calpestati non dimentica!
Anche il Concerto per violino è una pagina molto nota al pubblico, ma da sempre poco amata dalla critica, che lo considera la Cenerentola dei Concerti per violino, una paginetta languida ed esagitata.
La prima stesura dell’op. 35 nacque a Clarens, sul lago di Ginevra, nella primavera del 1878. Il musicista si trovava in Svizzera con l’amico e allievo Josif I. Kotek, un giovane e buon violinista. Ma il dedicatario intimo dell’opera non lo suonerà mai: rimase sempre una pagina troppo difficile per la sua tecnica. Prima di lui aveva rinunciato anche Leopold von Auer, un violinista ungherese attivo in Russia, noto didatta che avrà fra i suoi allievi Heifetz e Milstein. Alla fine, il 4 dicembre 1881, lo suonò Adolf Brodskij in prima assoluta a Vienna. I tre anni passati fra la stesura e l’esecuzione vennero trascorsi tra le proteste degli esecutori per le difficoltà che volevano eliminare e le resistenze dell’autore a fare cambiamenti. In effetti, come nel famoso Primo concerto per pianoforte, il virtuosismo sta alla base del Concerto per violino, soprattutto nel primo e nel terzo movimento. È uno dei concerti più difficili di tutta la letteratura per violino, soprattutto per il carattere vitale, esuberante che deve emergere dalla vivacissima trama sonora.
Il primo tempo, “Allegro moderato”, ha una forma assai libera, secondo una modalità tipica di Čajkovskij. Il virtuosismo non è d’intralcio all’enfasi e alla cantabilità suadente e appassionata. La “Canzonetta” centrale, in tempo lento, ha pure un carattere lirico, ma è una pagina più intima. La forma è semplice: introduzione, primo tema, secondo tema, ripresa del primo tema e chiusa con elementi tematici dell’introduzione. L’ “Allegro vivacissimo” finale, direttamente collegato alla Canzonetta, è di un virtuosismo scatenato. L’inesorabilità ritmica si può ricondurre a modi del folklore russo e in particolare della danza.
Dvořák, povero figlio di un macellaio della campagna boema aveva a lungo tirato a campare suonando in orchestra e pubblicando le composizioni a sue spese. Il musicista concorreva nel 1875 a una borsa di studio statale per artisti “poveri ma dotati”. Nella commissione giudicatrice sedeva anche Brahms: dando un’occhiata alle sue musiche, e pur non conoscendolo di persona, lo giudicò un musicista di grande talento, consigliando anche il suo editore Simrock di pubblicare sue opere. Brahms non si sarebbe mai più rimangiato questo giudizio positivo e avrebbe continuato ad aiutare il collega.
Quella che era principale aspirazione di Dvořák – idealizzare il folclore – incontra il gusto del pubblico. E in tutte le sue opere, anche sinfoniche, il ritmo e lo spirito della danza cèca guidano il talento inventivo del musicista. Egli non imita lo stile popolare, né lo trascrive, ma lo trasfigura, cogliendone la più pura essenza.
Dvořák scrisse nove sinfonie, l’Ottava op. 88 venne scritta in un paio di mesi a Praga. La pagina possiede grande bellezza melodica, è serena, distesa; anche se la sua solarità, quasi eccessiva, spicca fra ombre malinconiche. Nell’iniziale “Allegro con brio” non ci sono sviluppi troppo tormentati e tortuosi: vi sono contrasti, ma anche pacificate tematiche di carattere bucolico. L’“Adagio” riprende un pezzo pianistico ispirato a un vecchio castello. L’“Allegretto grazioso – Molto vivace” non è né il classico minuetto, né uno scherzo, ma un valzer, interrotto da un Trio di sapore popolareggiante, come tutta la pur dottissima sinfonia. L’“Allegro ma non troppo” finale, finemente variato e d’inarrestabile forza ritmica, prevede una ricomparsa del tema del primo movimento. La chiusa è spettacolare.

venerdì 23 luglio 2010

Qui Ceglie Messapica (BR): Ritmi del Sud ed enogastronomia di qualità al Divingusto 2010


Due serate incentrate intorno all’enogastronomia pugliese di qualità dove però non mancano intrattenimento e divertimento.
E’ tutto pronto per il Divingusto – Puglia Food & Wine Festival 2010 che sabato 24 e domenica 25 Luglio a Ceglie Messapica (Br), capitale della gastronomia pugliese, apriranno le porte ad esperti, turisti, curiosi e ad amanti del bere e del mangiare bene.
Una manifestazione culinaria che oltre a presentare il frutto di alcune delle migliori aziende nostrane che si sono distinte per i metodi di produzione biologici ed ecosostenibili, vedrà anche una spettacolare cucina all’aperto dove i 5 migliori chef stellati di Ceglie Messapica tra cui anche l’ormai noto volto televisivo di Antonella Ricci e altri pluripremiati cuochi internazionali si metteranno all’opera per svelarci i segreti della loro arte. Un festival dedicato alla tradizione dove si potranno sentire i profumi e i sapori della cucina casereccia cucinata come una volta e si potrà tornare indietro nel tempo visitando l’area dedicata agli antichi mestieri. Un evento dedicato a tutti gusti e tutte le età che prevede un laboratorio pensato per i più piccoli dove questi potranno imparare ad impastare il pane, ed anche una mostra fotografica che ritrae produttori di vini. In questa variegata due giorni però, non poteva mancare l’energia e la gioia che solo la musica piò dare.


In entrambe le serate infatti, ci saranno inoltre due concerti live. Fedeli all’idea del Festival di identità territoriale, si potrà ballare ai caldi ritmi della musica meridionale italiana o lasciarsi travolgere dalle calde melodie del sud del mondo.



Sabato 24, alle ore 21.45 in Largo Ognissanti, Fabio Console e i suoi VentuNovu Project. Nato nel 2001 ad opera del famoso cantatore calabrese, i Ventunovo project è più che altro un’idea che si è sviluppata on the road tra Londra e Roma, attingendo man mano alla collaborazione di musicisti incontrati in queste due metropoli europee. Caratterizzati da testi poetici il loro un sound vede influenze rock e blues fondersi con la tradizione musicale popolare dell’Italia meridionale.

Un concerto vivo, radicale, penetrante.



Domenica 25, alla stessa ora e nello spesso spazio sarà la volta dei Naborì. Considerato dalla critica e dal pubblico internazionale come uno dei gruppi di musica tradizionale cubana più interessanti in circolazione, i Naborì nascono nel 1993 a Santiago di Cuba dall’unione di sette studenti universitari. Uno spettacolo coinvolgente ed esplosivo che mescola i ritmi della salsa tradizionale con nuove influenze ritmiche.



Infine sempre nella serata di domenica a partire dalle 20.30 itineranti per il centro storico anche i ritmi travolgenti e divertimenti della Conturband, la marching band più famosa della Puglia. Tanti strumenti per un repertorio ampio che spazia fra diversi generi: dalla musica popolare italiana alla klezmer balcanica, dalle sonorità latino-americane ai brani della grande tradizione bandistica italiana.
Appuntamento dunque a Cegli Messapica per un fine settimana da gustare e godere con tutti e cinque i sensi

Qui Lecce: stasera Gospel e Spirituals con l’Orchestra Schipa e il coro "A.M. Family" di Elisabetta Guido



Torna il binomio Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” e coro Gospel A.M. Family di Elisabetta Guido dopo il grande successo dello scorso anno. Questa sera, alle 21.30, nel Cortile del Rettorato, in Piazza Tancredi a Lecce, si terrà il penultimo appuntamento con la Stagione Estiva 2010 dell'ICO salentina, intitolato Gospel & Encores.
Encore è la parola inglese che sta per Bis in caso di grande successo, come quello avuto la scorsa estate dal gruppo corale salentino A.M.Family diretto dalla Guido, che si è esibito per la prima volta in Europa con un’Orchestra Sinfonica, appunto la “Tito Schipa”, proponendo un ricco programma di gospels e spirituals.
La formazione sarà coadiuvata anche dal Coro di voci bianche Angels in music. Torna sul podio Luana Ricci, direttore e arrangiatore dell’A. M. Family, mentre al pianoforte siederà la salentina Carla Petrachi. La serata sarà presentata e coordinata da Damiana Mancarella.
Saranno eseguiti Kumbaja (solista: Federico Frisullo), Gimme That Old Time Religion, Why (solista: Elisabetta Guido), Jesus, The Light Of The World (solisti: Elisabetta Guido, Federico Frisullo), Nobody Knows The Trouble I See (solista: Elisabetta Guido), Jesus, Lover Of My Soul, Oh, When The Saints Go Marchin’In (solisti: Maurizio Buccarella, Sabrina Romano), Hijo Del Sol (solista: Elisabetta Guido), Joshua Fit The Battle of Jerico (solista: Maurizio Buccarella), Kyrie nella versione di Elton John (solista: Valentina Della Gatta), Carol Of The Bells, Amen (solisti: Gianna Mangia, Lucia Orlando, Raffaele Summa), Jesus, What A Wonderful Child, Go Down, Moses (solista: Federica Orlandini), Leaving At Platform One (Luca Pitteri), Avinu Malkeinu (solista: Elisabetta Guido), Oh, Happy Day (solisti: Elisabetta Guido, Federico Frisullo).
Il Coro Gospel A. M. Family, composto da oltre quaranta elementi, è nato nel 2002 nell'ambito delle attività progettuali del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce ed oggi è uno dei cori più produttivi del Sud Italia. Ha collaborato, fra le altre cose, con le Produzioni di Rai Uno “Grandi Eventi” ed ha interpretato la sigla iniziale del Premio Barocco 2004 e quella finale nel Premio Barocco 2008, in entrambi i casi accompagnando Albano Carrisi sotto la direzione di Gianfranco Lombardi nel 2004 e di Antonio Palazzo nel 2008. È stato coro spalla dei Golden Gospel Singer, di Arthur Miles e di altri nomi prestigiosi del panorama nazionale ed internazionale.
Il Coro è specializzato in gospel interattivo, in quanto la sua esibizione è caratterizzata dal coinvolgimento diretto del pubblico presente, attraverso la recitazione comunitaria di preghiere che spiegano di volta in volta agli ascoltatori il significato di ogni brano, rispettando così il fine fortemente divulgativo della preghiera cantata afroamericana, ed attraverso la partecipazione degli stessi ascoltatori all’esecuzione canora.
Il repertorio della formazione è costituito da spirituals e gospel sia in versione originale sia riarrangiati in modo più moderno da Luana Ricci, fra l’altro autrice degli arrangiamenti del film candidato all’Oscar nel 2007 “Nuovo Mondo”. Uno dei brani del repertorio, “Kyrie”, è stato, invece, arrangiato da Gianni Ceppi.
Il concerto sarà replicato anche sabato 24 luglio, al Castello Angioino di Copertino (Le), alle ore 21.30, e domenica 25 luglio, sul Sagrato della Chiesa Matrice di Trepuzzi (Le), sempre alle ore 21.30.
La prevendita dei biglietti per il concerto di Lecce (posto unico: 5 €) sarà effettuata al botteghino del Politeama Greco di Lecce dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 11 e al Rettorato, la sera stessa del concerto. Info: tel.0832.241468,

A settembre riparte a Bari con un omaggio a Fabrizio De Andrè "Vallisa Giovani"


A partire dal 10 settembre prenderà il via l’edizione 2010 di “Vallisa Giovani”, evento cardine della programmazione autunnale dell’Auditorium Diocesano Vallisa di Bari. La rassegna presenterà – sotto la direzione artistica di Don Antonio Parisi - alcuni giovani talenti musicali e non di varia estrazione artistica, che nel corso di 11 serate avranno modo di mostrare all’attenzione del pubblico barese tutte le loro qualità artistiche.
Il ciclo prenderà il via il 10 settembre con il quintetto vocale "Le Nuvole" per una serata dedicata all'indimenticabile Fabrizio De Andrè (nella foto). Il quintetto femminile (Elisabetta Previati, Marinella Di Palma, Cristina Muschitiello, Loredana Savino, Jessica Schettini) coaudivato da Francesco de Palma alle percussioni e da Leo Zingariello al basso), eseguirà una originale rivisitazione a cappella del repertorio del grande cantautore.
Il 29 settembre la serata avrà per titolo "Non solo Opera", e vedrà impegnate le due soprano Giusy Loglisci e Rosa Ninivaggi, accompagnate dal pianista Nicola Notario. In programma arie e brani di Mozart, Verdi, Donizetti, Ronzato, Kalman, Kern, Loewe, Webebr, Youmans.
Il 7 ottobre si prosegue con Opera Operetta e Musical, con la partecipazione di Teresa Tassiello (soprano), Gianluca Borreggine (baritono), Emanuele Petruzzella (pianoforte).
Il 14 ottobre è in programma Danzas De La Seducion, un trio di chitarre (Silvia Boccadamo, Carla Canitamo e Maria Luisa Petrelli) che proporrà un repertorio che spazia dalla classica al flamenco.
La serata del 28 ottobre ha per titolo Gocce Musicali, e vi prenderanno parte Alessandra Spennati (soprano), Vito Cannillo (tenore), Giancarlo Di Renzo (pianoforte).
Il 4 novembre sarà la volta de L’Autunno del Deserto di Adabeh Ahed, con il Gruppo Dum Al Core. Spettacolo multietnico, un gotha della cultura araba dagli anni 70 ad oggi, con readings tratti dalla letteratura mediorientale e musiche di tradizioni eseguite da musicisti di varie nazionalità.
L’11 novembre è in cartellone un concerto dal titolo Dall’opera All’intramontabile Canzone Napoletana, con Concetta Aquila (soprano), Laura De Palma (soprano) e Vincenzo Cicchelli (pianoforte).
Il 25 novembre sarà protagonista il pianista Gregorio Nardi, già allievo do Wilhelm Kempff, del quale è stato l’ultimo allievo e i primo interprete dei 17 Fragmente di Schönberg, di brani del ‘900 storico italiano, di autori contemporanei quali Pousseur, Donatoni e Berio, che si esibirà a Bari con un programma incentrato sulle composizioni di Robert Schumann e Franz Liszt.
Il concerto in cartellone il 2 dicembre avrà per titolo Dolci Note D’Amore, con l’esibizione delle soprano Valentina Chirico e Valeria De Grecis accompagnate dal pianista Vincenzo Cicchelli. In programma arie e brani di Haendel, Caccini, Bellini, Bixio, De Curtis, Gerswhin, Fain.
Il 9 dicembre è in programma DateciCorda, con l’esibizione delle arpiste Gabriella Russo e Maria Grassi.
Infine il 15 dicembre chiuderà la rassegna un concerto che vedrà impegnati il violoncellista Giuseppe Carabellese e il pianista Pietro Laera; in programma sono previste composizioni di Brahms, Faurè, Paganini e Tchaikovsky.
Tutti i concerti si terranno presso l’Auditorium Diocesano Vallisa, con inizio alle ore 21.
Il costo degli abbonamenti per l’intera rassegna è di euro 70 normale e 50 ridotto, costo dei biglietti euro 10 normale ed euro 7 ridotto.
Per acquisto abbonamenti e biglietti è possibile rivolgersi presso gli uffici di 4fticket, via Vallisa 24 Bari, tel 0805216276.

mercoledì 21 luglio 2010

CON JAN GARBAREK SI CHIUDE DOMANI SERA NOTTI DI STELLE


Ultimo appuntamento giovedì al Petruzzelli con “Notti di Stelle” 2010: sul palcoscenico il “Jan Garbarek Group” con un ospite d’onore in esclusiva nazionale: Trilok Gurtu.
Per la Camerata Musicale Barese sarà il “Musigalà d’Estate”, degna chiusura di un festival, che, ancora una volta, sta registrando un notevole successo di pubblico e di critica.
In questa tournèe internazionale Garbarek presenta in concerto “Dresden”, il suo primo album “Live” che lo vede confrontarsi con una band ricca di interessanti qualità e sfumature.
Al pianoforte ci sarà Rainer Bruninghaus, al contrabbasso Yuri Daniel ed alle percussioni l’indiano Trilok Gurtu, che ha il merito di aver portato nel jazz i ritmi e le sonorità del suo grande paese.
Costo del biglietto 23 euro per la poltrona e 18 per la poltroncina.
Per informazioni e/o prenotazioni di abbonamenti e biglietti rivolgersi a Bari presso gli uffici della Camerata Musicale Barese in Via Sparano 141 infotel 080/5211908, Box Office c/o La Feltrinelli in Via Melo 119 Tel. 080/5240464, Botteghino del Teatro Piccinni in C.so Vittorio Emanuele 84 Tel 080/5212484, Botteghino del Teatro Petruzzelli in Via Alberto Sordi presso il Teatro Petruzzelli Tel. 080/9752810 Agenzia Viaggi “Il Periscopio” Viale della Repubblica 27 Tel. 080/5219019, Progetto Vallisa in Via Vallisa 24 Tel. 080/5216276 ed a Molfetta presso le Tabaccherie Farinato Banchina Seminario 10/12 Tel. 080/3973104.

Roberto Fonseca e il suo Quintetto stasera al Petruzzelli per NOTTI DI STELLE


Uno degli artisti cubani più interessanti di questi anni, il 35enne Roberto Fonseca (nella foto) ed il suo Quintetto suoneranno, dopo l'applaudita kermesse di ieri, stasera al Petruzzelli per il secondo appuntamento di “Notti di Stelle”, il Festival Jazz della Camerata Musicale Barese giunto alla sua XXIIª edizione.
Roberto Fonseca (pianoforte e tastiera) è un ospite regolare dei principali Festival Jazz del panorama mondiale.
Si esibiranno con lui Javier Zalba (clarinetto e sassofono), Omar Gonzales (contrabbasso), Joel Hierrezuelo (percussioni) e Ramses Rodriguez (batteria).
Prezzi della serata euro 20 per una poltrona ed Euro 18 per una poltroncina di 3° ordine.
Per informazioni e/o prenotazioni di abbonamenti e biglietti rivolgersi a Bari presso gli uffici della Camerata Musicale Barese in Via Sparano 141 infotel 080/5211908, Box Office c/o La Feltrinelli in Via Melo 119 Tel. 080/5240464, Botteghino del Teatro Piccinni in C.so Vittorio Emanuele 84 Tel 080/5212484, Botteghino del Teatro Petruzzelli in Via Alberto Sordi presso il Teatro Petruzzelli Tel. 080/9752810 Agenzia di Viaggi “Il Periscopio” Viale della Repubblica 27 Tel. 080/5219019, Progetto Vallisa Sas in Via Vallisa 24 Tel. 080/5216276 ed a Molfetta presso le Tabaccherie Farinato Banchina Seminario 10/12 Tel. 080/3973104.

Prosegue con Uto Ughi e la Filarmonica di Belgrado lo splendido RAVELLO FESTIVAL 2010



Eventi esclusivi ed originali accompagneranno il pubblico nella terza settimana di programmazione del Ravello Festival 2010. Dopo il successo dell’esibizione dell’Orchestra di Santa Cecilia lo scorso 9 luglio, la musica di Richard Wagner echeggerà nuovamente sul palcoscenico del Belvedere di Villa Rufolo, questa volta affidata agli ineguagliabili virtuosismi di Uto Ughi (nella foto). Il violinista torna a Ravello dopo l’applaudita esibizione del 2008; accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di Belgrado, Ughi presenta sabato 24 luglio anche due pagine musicali di Caikovskij vicine alla follia: la Sinfonia n. 4, ed il Concerto per violino e orchestra op. 35. Venerdì 23, invece, torna l’appuntamento con il Concerto del plenilunio alle 22.15. Nello scenario di Villa Cimbrone, il Sestetto di fiati dell’Orchestra della Rai accompagnerà l’attesa della mezzanotte con Salieri, Mozart e Beethoven.

I riflettori sono però puntati sulla danza, con l’evento cult di domenica 25 luglio. Matteo Levaggi, firma di punta della nouvelle vague internazionale, presenta nello spazio scenico di Ravello lo spettacolo “Follia barocca”, successo di critica e di pubblico che ha esordito nel febbraio 2010. Sulle musiche originali di Lamberto Curtoni ispirate all’antico genere della Folìa ed eseguite dal vivo con il suo violoncello, danzeranno il corpo del Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno e Samatha Stella, dando vita ad una creazione libera e sensuale, dove corpi bianchi si muoveranno in uno spazio vuoto investito di una luce anodina. La settimana accoglie infine proposte di grande qualità, di generi e discipline diverse. Riccardo Dalisi darà al pubblico un saggio della sua geniale creatività con una lezione performance (domenica 25 luglio), seguita dalla proiezione del film “Latta e caffè” di Antonello Matarazzo. Venerdì 23, invece, sarà il turno della graffiante ironia di Vauro, vignettista noto al grande pubblico per le sue irriverenti incursioni nella trasmissione “Anno zero”. Appuntamento infine con le indagini della Polizia scientifica mercoledì 21 e giovedì 22: prima con il laboratorio interattivo dedicato a giovani e adolescenti, e poi con l’incontro “Quando la scienza incontra i serial killer” che vede protagonisti la docente universitaria Simonetta Bartolucci e il dirigente della Polizia Silio Bozzi, che illustrerà al pubblico i “trucchi del mestiere” dei detective.
Ma il calendario del Ravello Festival, continuerà a soddisfare il palato dei suoi affezionati con lo scrittore Nicolai Lilin (28 luglio) ed i concerti di due originali interpreti della bossa nova e del jazz: Toquinho (30 luglio) e Stefano Bollani (7 agosto).

Qui Milano: c'è Maria Grazia Pani nell'Aida di Verdi al Castello Sforzesco


Il 23, 24 e 25 luglio a Milano, nella suggestiva cornice del Castello Sforzesco, andrà in scena l'Aida di Giuseppe Verdi a cura de La Compagnia del Belcanto.
La manifestazione è organizzata dal Comune di Milano nell'ambito di una rassegna estiva di Opere Liriche al Castello. “Una rassegna estiva le cui opere sono nel patrimonio culturale di tutti...un concreto invito rivolto ai milanesi avivere il fascino dell'opera e del teatro immersi in una delle cornici storiche più suggestive, il Castello Sforzesco...”.
Grande segno di civiltà quello del Comune di offrire i 600 posti disponibili per ogni recita gratuitamente al pubblico che, pazientemente in fila dalle 7.30 alle 17 di ieri, sotto un sole cocente, ha dimostrato ancora una volta la grande passione per l'opera dei milanesi. Le tre recite infatti sono andate rapidamente esaurite.
Il soprano barese Maria Grazia Pani (nella foto) interpreterà il ruolo di Aida.
Al suo fianco, nei ruoli principali, il Radames di Patrizio Ha, l'Amneris di Patrizia Scivoletto e l'Amonasro di Pedro Carrillo.Direttore della Orchestra Filarmonia il Maestro PierAngelo Gelmini, mentre la regia è affidata a Marco Lorni.

lunedì 19 luglio 2010

STASERA GABRIELE LAVIA AL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA CON ENOCH ARDEN DI RICHARD STRAUSS



Sono tre i concerti interamente dedicati al repertorio del XX secolo, e che formano il ciclo “Novecento e oltre”.
Stasera, alle 21.00, atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, è in programma il primo concerto della serie, che si affida al magistero attoriale di Gabriele Lavia (nella foto), ospite d’eccezione del Festival della Valle d’Itria, che con il pianista Pietro De Luigi, darà voce al melologo in due parti, di durata diseguale, Enoch Arden di Richard Strauss (1864-1949).
Enoch Arden rappresenta alle soglie del Novecento un ritorno alle suggestioni autentiche dei cantori della classicità. Strauss terminò il 26 febbraio 1897 il suo lavoro sull’omonimo poemetto di lord Alfred Tennyson, già pubblicato nel 1864 e divenuto presto un best-seller. E, alla maniera di Omero, accompagnandosi però al pianoforte, ormai vessillo dell’età romantica, raccontava questa storia “strappalacrime”, che ha per scenario un porto, e che è anch’essa a suo modo, un’odissea per mare. Il soggetto, “quintessenza del clima vittoriano” ed espressione del Romanticismo europeo fin de siècle, segue un modello collaudato: un esordio idilliaco, cui fanno seguito difficoltà, gesti nobili e drammatiche rinunce, tutto rigorosamente immerso tra le brume dei mari del nord.
Sulla spiaggia, tra anime umili, nasce altrettanto semplicemente una storia di mare e d’amore: si narra di come Philip Ray, unico figlio del mugnaio del posto, ed Enoch Arden, duro e scontroso figlio di marinaio, ancora fanciulli s’azzuffino per Annie. Il vero scontro è rinviato all’età matura, quando la volontà dell’Uomo-Enoch non basterà a vincere una congiura ordita contro di lui dalle forze alleate del mare e del destino. Partito infatti per riscattare le difficoltà finanziarie della sua famiglia, e trattenuto da eventi imprevisti, tornerà sì a casa, ma troppo tardi per riprendersi l’idillio di molti anni prima. Annie infatti avrà intanto ceduto alle gentili e amorevoli lusinghe del suo antico contendente, Philip, e a Enoch resterà l’unica consolazione di rivedere, seppure a distanza, sua moglie e i suoi figli vivi e sereni.
Nella migliore tradizione del Melodrama germanico, il pianoforte illumina significati, allude a ciò che non è semplicemente detto, suggerisce e contraddice, in un gioco di raffinati rimandi e sottolineature, anche laddove gli interventi del pianoforte si limitano a poche folgoranti battute musicali, e davvero qui la scrittura pianistica straussiana penetra nei significati del testo con una pregnanza che sembra rivaleggiare con l'incomparabile modello dei Lieder schubertiani. La serata prevede l’esecuzione della versione integrale del capolavoro, nella bella ed efficace traduzione italiana di De Luigi stesso.

Roberto Braglia Orlandini, ossia quando la musica liturgica sa andare oltre...


Vi segnalo la fresca uscita di questo bel compact disc della Tactus, dove sono contenuti tre lavori di musica sacra contemporanea dalla apparente specifica destinazione liturgica: Missa “Et loquar ad cor ejus”, “Salve Regina” e “Beatus vir”.
Roberto Braglia Orlandini (classe 1960) che ne è l’autore, è uno dei compositori italiani votati alla “resistenza” come ben suggerisce Marco Beghelli nelle esaustive note di copertina. Resistenza da cosa vi chiederete? “Resistere all’attuale barbarie musicale della moderna liturgia non significa essere infatti dei passatisti. Lo stile esibito in queste composizioni non ha nulla di antico, ma è pienamente in linea con certa estetica novecentesca che in campo liturgico ha visto in prima linea compositori quali Domenico Bartolucci o Pellegrino Santucci: un compromesso fra nuove istanze musicali, sempre trattenute entro i limiti di una sana eufonia, e l’antica tradizione.”Si notano ed apprezzano espliciti riferimenti tanto al canto gregoriano, quanto a (passando per la rossiniana Petit Messe Solennelle) Stravinskij, Fauré, Ravel, Debussy, Carl Orff. Musica tutta da gustare, secondo me , anche a prescindere dalla sua rigida finalità liturgica. Detto in soldoni: i pezzi che compongono questo cd starebbero perfettamente in piedi anche in un’appropriata sede concertistica. Orlandini per vivere non fa però solo il compositore ma l’edicolante in provincia di Mantova. Un segno dei tempi che ci riporta alla nuda e cruda realtà di quanto oggi, in tempi di crisi nera o di basso Impero, se preferite, occorra essere coraggiosi per scrivere ed occuparsi di musica. Godibili i brani, grazie anche ad eccellenti interpreti che sanno rileggerli con perfetta aderenza alle volontà dell’autore stesso, qui anche in veste di direttore: dal disciplinatissimo coro Femminile da camera “Francis Poulenc” al sopranista Angelo Manzotti (raffinato interprete di fama mondiale), al giovane pianista di sicuro talento, Matteo Cavicchini. Da non perdere.

Al via con il celebre pianista Paul Badura Skoda la quarta edizione del BARLETTA PIANO FESTIVAL



Giunge al suo quarto appuntamento il Barletta Piano Festival, promosso dagli Amici della Musica "Mauro Giuliani", per un'edizione di particolare importanza ed interesse contrassegnata com'è dalla presenza di alcune delle più prestigiose personalità del mondo musicale internazionale.
Quest’anno il festival, considerato uno tra i pochi eventi di eccellenza dalla regione Puglia, si articolerà in sei appuntamenti tutti diversi tra loro ma egualmente interessanti.
Il festival prenderà il via il prossimo 25 luglio con un recital pianistico di uno tra i più importanti concertisti al mondo: Paul Badura Skoda (nella foto). Egli si cimenterà in un programma che spazia da Beethoven a Chopin.
Già nel 1949 Furtwängler e Karajan furono colpiti dal grande talento del giovane artista e di qui prese il via una grande carriera che lo portò nelle più importanti sale concertistiche del mondo, negli studi discografici d'Europa e d'America e, più tardi, negli studi televisivi dei più svariati paesi.
Oggi Paul Badura-Skoda é considerato uno dei più eminenti pianisti e docenti del nostro tempo ed é celebre per l'incredibile poliedricità del suo repertorio. Ma, soprattutto, ovunque egli porti la sua arte gli viene riconosciuta quella vena spontanea, creativa, spesso improvvisata che rende irripetibili i suoi concerti.
Il giorno 26 luglio sarà dedicato alla personalità di Chopin del quale saranno eseguiti gli Studi op 10 e op.25 dal celebre pianista italiano Gianmaria Bonino che suonerà su un pianoforte d’epoca risalente alla prima metà dell’ottocento, un Fortepiano Broadwood del 1845 su cui lo stesso Chopin ha suonato.
Il giorno 27 luglio, due pianiste d’eccezione accompagnate dalla Balkan Festival Orchestra diretta dal maestro Ovidiu Balan , Nicole Brancale e Paola Bruni, eseguiranno i due Concerti per pianoforte ed orchestra di Frederick Chopin, nonché l’Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op.22 per pianoforte ed orchestra.
Il 28 luglio sarà la volta dello straordinario Triplo Concerto per Pianoforte, Violino, Violoncello e Orchestra di L.V. Beethoven eseguito da un trio tutto al femminile di eccezionale talento l’Estrio, saranno inoltre eseguite le Danze Polovesiane di Borodin e di Chopin le rarissime Variazioni op.2 sul tema mozartiano dell’aria “La ci darem la mano” tratta dal Don Giovanni con Francesco Nicolosi al piano.
Il giorno 29 luglio, in un programma di elevatissimo tasso virtuosistico, saranno eseguiti il Concerto n.1 op.1 eil Concerto n.3 op.30 (il famoso Rach3) per pianoforte ed orchestra di S. Rachmaninoff con al pianoforte due tra i più talentuosi e promettenti pianisti pugliesi, Alfonso Soldano e Maurizio Zaccaria.
Chiuderà il festival, il giorno, 30 il notissimo pianista barlettano Pasquale Iannone accompagnato dalla Balkan Festival Orchestra, diretta per l'occasione da un'altra gloria locale il maestro Gregorio Goffredo che si esibirà nella prima esecuzione mondiale, la Fantasia concertante per pianoforte ed orchestra d’archi del compositore romano Alessandro Annunziata (quest'ultimo ha assicurato la sua presenza al concerto). A seguire ci saranno la Sinfonia dai Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi e in chiusura un grande capolavoro come il Concerto n.5 “Imperatore” per pianoforte ed orchestra di Beethoven.
E’ da segnalare che il pianoforte su cui si terranno i concerti del Festival sarà il Fazioli F308, il pianoforte più lungo del mondo (3,08 metri), gentilmente concesso dall’Ing. Paolo Fazioli che ha sempre mostrato grande stima per il Barletta Piano Festival
Parte dei proventi dei concerto per volontà dell' Associazione Amici della Musica "Mauro Giuliani" sarà devoluta all'Associazione "Cuore", da tempo impegnata nell'assistenza e nell'ospitalità dei bambini vittime della tragedia di Cernobyl.
Biglietti in vendita presso il botteghino del Castello Svevo di Barletta.
Info: 0883532569 / 0883578621 / 3476194215.

venerdì 16 luglio 2010

Dopo 33 anni dall'insuccesso spoletino la "Napoli Milionaria!" di Rota vive il suo meritato riscatto al Festival di Martina Franca


Un successo convincente e meritato, con applausi a scena aperta e ripetute chiamate nella sempre suggestiva cornice del Palazzo Ducale di Martina Franca, per tutti gli artisti impegnati, quello di ieri al Festival della Valle d’Itria per la prima ripresa mondiale di “Napoli milionaria!” di Nino Rota, su libretto di Eduardo De Filippo. Dopo 33 anni dalla sfortunata (e assai poco apprezzata dalla critica dell’epoca) "prima assoluta" che si tenne al Festival di Spoleto 1977, dunque questo lavoro teatrale di un grande compositore del Novecento ha potuto godere di una validissima rilettura, sia come allestimento scenico (firmato da Arturo Cirillo, su scene di Dario Gessati e costumi di Gianluca Falaschi) che da un punto di vista squisitamente musicale ed il pubblico ha risposto benissimo. Elegante e di rara partecipazione la direzione del maestro Giuseppe Grazioli, ottimamente assecondata dall’Orchestra Internazionale d’Italia e dal Coro slovacco di Bratislava. Giovane e preparata a puntino la compagnia di canto, capeggiata da due consumati artisti a tutto tondo del calibro di Alfonso Antoniozzi (Gennaro Jovine) e Tiziana Fabbricini (Amalia). Si replica domani sera, sempre alle 21. (Foto Laera)

Qui Roma: le nove sinfonie di Beethoven dirette da Kurt Masur al Festival di Settembre dell'Accademia di Santa Cecilia


Le Nove Sinfonie di Beethoven saranno protagoniste del Festival di Settembre dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia: dal 2 al 24, infatti, Orchestra e Coro dell'Accademia eseguiranno, in quattro concerti con replica, tutte le Sinfonie dell'immortale Titano di Bonn; sul podio, la prestigiosa bacchetta di un grande della musica come Kurt Masur (nella foto) che a 82 anni si esibisce con immutata energia e passione sui più importanti palcoscenici del mondo.

Dai tempi della sua lunga permanenza alla guida del Gewandhaus di Lipsia Masur incarna la grande tradizione musicale tedesca ed ha conquistato il pubblico non solo in Europa (dove è stato anche Direttore principale della London Philharmonic Orchestra e, ultimamente, dell'Orchestre National de France) ma anche negli Stati Uniti dove ha diretto per undici anni la New York Philharmonic Orchestra.

Il Festival beethoveniano si aprirà il 2 e 3 settembre con le prime tre Sinfonie; proseguirà, il 9 e 10, con l'esecuzione della Quarta e Quinta Sinfonia e poi, il 16 e 17, con la Sesta e la Settima per concludersi il 23 e 24 settembre con l'Ottava e la Nona Sinfonia, forse la composizione più famosa della storia della musica, portatrice fra l'altro di un messaggio universale di fratellanza e di pace e non a caso considerata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.

Per i concerti sono già in vendita, presso il botteghino dell'Accademia al Parco della Musica, abbonamenti ai 4 concerti con prezzi che vanno dai 35 ai 100 euro.


Sconto del 50% sugli abbonamenti per i giovani sotto i 30 anni!

Botteghino dell'Auditorium Parco della Musica /
V.le P.de Coubertin 34, 00196 Roma /
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 20.
Nei giorni di concerto la biglietteria chiude a concerto iniziato.
Info-line: 06.8082058

Stasera al 36° Festival della Valle d'Itria al via il progetto Opera Workshop con "Livietta e Tracollo" di Pergolesi e "Pomme d'Api" di Offenbach


Questa sera, alle 21, nell’Anfiteatro Villa Carmine, il cartellone del Festival della Valle d’Itria, sarà arricchito, da quello che d’ora in poi, costituirà un appuntamento fisso: produzioni affidate interamente a giovani talenti nella fase di avvio della carriera, stimolando la loro creatività in progetti particolarmente adatti allo scopo. Nasce così il progetto Opera Workshop, che già guarda al prossimo anno, con la nuova Accademia di perfezionamento per cantanti della Fondazione Paolo Grassi. Il Festival della Valle d’Itria intende così procedere con un significativo impegno nel campo della divulgazione del patrimonio e del genere operistico tra il pubblico dei più giovani.
Per quest’anno si è deciso di cogliere l’occasione del 300° anniversario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi per proporre un inedito accostamento di uno dei due intermezzi buffi pergolesiani, Livietta e Tracollo, di rara esecuzione, con l’opérette di Jacques Offenbach Pomme d’Api.
Il singolare dittico si colloca all’interno di una rete di collaborazione tra prestigiose istituzioni musicali italiane (che lega il Festival della Valle d’Itria alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, alla Fondazione Teatro Due di Parma e alla Fondazione Teatro Rossini di Lugo) a centri di alta formazione quali la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, l’Università IUAV di Venezia e il Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Al Festival della Valle d’Itria spetta la prima rappresentazione di Pommes d’Api, gustosissima piccola gemma offenbachiana, e dell’intermezzo pergolesiano Livietta e Tracollo.
Il progetto è avvalorato da una tesi musicologica originale che fa risalire le origini dell’opéra comique francese proprio al genere dell’intermezzo buffo napoletano, per il tramite della versione francese del capolavoro pergolesiano, La servante maitresse, piegata agli usi e al gusto francesi (dialoghi recitati al posto dei recitativi intonati) da Pierre Baurans nel 1754.
Tale progettualità si colloca compiutamente all’interno del percorso esplorato dal Festival 2010 intorno al rapporto tra parola, recitazione, canto e musica.

mercoledì 14 luglio 2010

Qui Lecce: con il pianoforte di Arciuli alla scoperta di un’Exot(er)ic America



Per il prossimo appuntamento con la Stagione Estiva dell’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa”, in programma giovedì 15 luglio, alle ore 21.30, nel Cortile del Rettorato (Piazza Tancredi), arriva a Lecce, attesissimo, il pianista di origine salentina – e barese d’adozione – Emanuele Arciuli.
Il titolo della serata, Exot(er)ic America, preannuncia già un programma ricercato e suggestivo.
Insieme al direttore artistico e principale Marcello Panni, che torna per l’occasione sul podio dell’Orchestra, si parte con The Unanswered Question, l’esoterica e misteriosa domanda senza risposta di Charles Ives, pioniere e guru dell’avanguardia americana, seguita da una prima esecuzione assoluta, commissionata dalla Fondazione ICO alla compositrice Mary Jane Leach, Piano Concerto for Emanuele (dedicato allo stesso Arciuli, ovviamente).
Nella seconda parte, sarà eseguito il monumentale Concerto per pianoforte e orchestra di Samuel Barber, uno dei protagonisti della vita musicale newyorchese del ‘900, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, e si chiuderà con la Parigi da cartolina illustrata vista da George Gershwin nel suo brano orchestrale più celebre, Un americano a Parigi.
Nonostante un repertorio che parte da Bach e arriva fino ad oggi, Arciuli è unanimemente considerato uno dei più convincenti interpreti della musica americana dagli stessi compositori contemporanei. Con sedici fra i maggiori autori statunitensi, tra cui Babbitt, Rzewski, Torke, Daugherty, Bolcom, Harbison, infatti, ha realizzato nel 2001 il ciclo delle Round Midnight Variations, un gruppo di composizioni espressamente scritte per lui che si impone come una delle più significative raccolte pianistiche dei nostri giorni. Jeremy Eichler lo ha descritto sul New York Times come “un pianista che lascia un’impressione indelebile”.
La prevendita dei biglietti per il concerto di Lecce (posto unico: 5 €) sarà effettuata al botteghino del Politeama Greco di Lecce e al Rettorato, la sera stessa del concerto. Info: tel.0832.241468, www.icolecce.it.

Qui Conversano (BA): Ecco il "Festival Bandalarga" con il Gomalan Brass Quintet


Per chi non ama l'opera, non c'è da disperare e in tutta la Puglia si può scegliere. Domani a Conversano, per esempio, c'è alle 21.30 il secondo appuntamento con il “Festival Bandalarga”, sotto la torre Dodecagonale con i suoni puri degli ottoni, interpretati dal Gomalan Brass Quintet.
Cinque straordinari e virtuosi esecutori che hanno smesso i panni dell’orchestra per affrontare repertori coloratissimi che spaziano dal Rinascimento alla musica moderna. I Gomalan (due trombe, corno, trombone e tuba) hanno già conquistato il pubblico di tutto il mondo, e il concerto di Conversano – uno dei pochissimi previsti in Italia – è un evento musicale imperdibile.
Alle ore 19.30, prima del concerto i Gomalan incontreranno in pubblico nel chiostro dei limoni di San Benedetto. Un momento speciale per parlare con i musicisti in uno dei più suggestivi luoghi della città d’Arte. Infocell: 333.2887505 - 339.4761271 / festivalbandalarga@libero.it

Domani Napoli Milionaria! di Nino Rota inaugura il 36° Festival della Valle d’Itria



Napoli Milionaria! di Nino Rota inaugura domani sera il 36° Festival della Valle d’Itria e avvia la nuova "era" della direzione artistica di Alberto Triola, dopo il lungo, intenso periodo legato a quella di Sergio Segalini. Giovedì 15 luglio, alle ore 21.00, nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca (diretta radiofonica su Radio3 Suite) andrà in scena, per la seconda volta da quando è stata composta, la prima fu al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1977, l’opera tratta dalla famosa commedia di Eduardo De Filippo (nella foto) e che lo stesso Eduardo trasferì (anche) sul grande schermo nel 1950.
Rispetto alla più conosciuta commedia, l’opera di Rota, presenta delle differenze sostanziali dal punto di vista drammaturgico. Quella che era una commedia ricca di speranza, all’indomani della fine della guerra, sebbene raccontasse una storia tragica, diventa, nella trasposizione operistica, una tragedia a tutti gli effetti; basti pensare che la famosa battuta conclusiva della commedia "Ha da passà a nuttata", diventa "La guerra non è ancora finita", ad indicare appunto, che le speranze hanno lasciato il posto ad un disperato pessimismo: i nemici da battere non sono più gli invasori e gli orrori della guerra, ma nemici interni quali il disordine, la violenza, la corruzione. Altri elementi connotano l’opera nel segno del pessimismo: viene introdotto il personaggio del soldato di cui si innamora Maria Rosaria, che nella commedia non compare. Ancora, nella commedia "Amalia e Settebellizze" non cedono all’attrazione reciproca, il che significava, non dare ai personaggi una ulteriore colpa, far si che non avessero nei confronti di Gennaro, quest’ulteriore rimorso, altro segno di ottimismo. Nell’opera, Amalia e Settebellizze diventano amanti, dando vita ad una disgregazione che diventa disperazione. La svolta decisamente tragica della vicenda, evidentemente derivante da una profonda disillusione di Eduardo, informa di sé tutta la partitura dell’opera. Il sentimento predominante è quello di subire fatalisticamente un degrado di valori, aggrediti ferocemente da una guerra atroce e contaminante, ma anche dal crollo della dignità umana. Disumanizzazione che diventa addirittura struttura formale nel duetto del secondo atto, quando il soldato Johnny saluta per sempre Maria Rosaria, incinta di un bimbo figlio della guerra che non conoscerà mai suo padre. Sul piano strettamente musicale Rota compose una grande partitura complessamente articolata. A tutti gli interpreti Rota diede una caratterizzazione melodico-vocale a tutto tondo. Nell’ambito di un’opera sostanzialmente corale emergono nettamente le figure di tutti i personaggi, e talvolta la necessità di raccontare il dolore e l’assurdità della guerra creano le condizioni per evidenziare l’esaltazione indotta in personaggi di basso profilo da situazioni paradossali (basti pensare alla vicenda di Assunta nel secondo atto, la quale non avendo consumato le nozze, chiede alla matura Amalia se deve considerare se stessa zitella o maritata, precipitando nella più cupa depressione di una ventiquattrenne che non sapendo che è, sente di non essere niente) o alle contaminazioni linguistiche, sempre nel secondo atto, al limite del caos organizzato, di napoletani ed alleati, travolti da un vitalismo che è sintomo di un malessere profondo. E la catarsi finale, che nella commedia si sperava seguire la fatale nottata, all’Eduardo degli anni settanta, non pare vicina.
La scelta del titolo anticipa di un anno le celebrazioni del centenario della nascita del compositore milanese, legatissimo alla Puglia e a Bari, città che lo ha accolto per molti anni come direttore del Conservatorio, ma anche uno dei primi sostenitori del Festival della Valle d’Itria. A Martina Franca, proprio in quel 1977, il maestro Rota diresse la prima esecuzione delle sue “Liriche su testo di Rabelais”.
La regia è stata affidata ad Arturo Cirillo, nome di spicco del teatro di parola napoletano, collaboratore per anni di Carlo Cecchi e Mario Martone, attore e regista pluripremiato, che vanta anche due Premi Ubu (2004 miglior regia, 2006 miglior attore non protagonista), reduce dal recente clamoroso successo nazionale quale regista e interprete di Jago in “Otello” di W. Shakespeare. Lo spettacolo, rispettoso del realismo richiesto dal testo eduardiano ma coerente con la sensibilità e il gusto del più limpido teatro contemporaneo del quale Cirillo è esponente di primo piano, avrà le scene di Dario Gessati e i costumi di Gianluca Falaschi.
In un’opera che è di puro teatro musicale, il cast non può non tener conto delle precise indicazioni del libretto e delle esigenze del grande teatro eduardiano. L’inedita coppia Alfonso Antoniozzi (Gennaro Jovine) e Tiziana Fabbricini (Amalia), nomi di spicco tra i più preziosi talenti drammatico-musicali dei nostri giorni, guida un ensemble di cantanti-attori giovani e di grandi promesse. Sul podio, un elegante ed esperto interprete del teatro musicale di Rota, Giuseppe Grazioli.
Una sola replica dell'opera è prevista sabato 17 luglio.

Le "prime" del 36° Festival della Valle d’Itria in diretta su Radio 3 Suite



Saranno trasmesse in diretta Euroradio dal Palazzo Ducale di Martina Franca, su Radio3 Suite, alle ore 21.00, le prime rappresentazioni delle tre opere in scena alla 36^ edizione del Festival della Valle d’Itria. Si inizia con "Napoli Milionaria!" di Nino Rota, domani giovedì 15 luglio, seguirà poi il 18 luglio "Gianni di Parigi" di Gaetano Donizetti ed infine Rodalinda di Georg Friedrich Haendel il 2 agosto. La notissima trasmissione "Festival dei Festival" in onda quasi quotidianamente è dedicata ai grandi eventi musicali in Italia e all'estero: opera, musica sinfonica e da camera e jazz.
Il programma inizia con una panoramica dei più interessanti appuntamenti della serata italiana, con incursioni nei camerini di attori e musicisti, che stanno per esibirsi, e collegamenti con spettatori eccellenti, pronti a prendere posto in teatro o in sale da concerto. Nicola Pedone, inviato, per un’intera settimana, racconterà Martina Franca e la sua vivacità culturale.

martedì 13 luglio 2010

Aperte le iscrizioni per le ammissioni al Conservatorio "Duni" di Matera ai corsi di I e II livello per l'anno accademico 2010-2011



"Sono state appena aperte le iscrizioni per le ammissioni al Conservatorio di Musica Egidio Romualdo Duni di Matera per i corsi di I e II livello dell’anno accademico 2010-2011.
Attivate le seguenti discipline di I livello ordinamentale: Arpa, Basso elettrico, Basso tuba, Batteria e percussioni jazz, Canto rinascimentale e barocco, Canto, Chitarra jazz, Chitarra, Clarinetto, Clavicembalo e tastiere storiche, Composizione, Contrabbasso, Corno, Direzione d’Orchestra, Eufonio, Fagotto, Fisarmonica, Flauto dolce, Flauto, Musica elettronica, Oboe, Organo e Composizione organistica, Pianoforte jazz, Pianoforte, Saxsofono, Strumenti a percussione, Tastiere elettroniche, Tromba, Trombone, Viola, Violino e Violoncello.

II livello sperimentale: Arpa, Canto, Chitarra, Clavicembalo, Composizione, Direzione di Orchestra, Musica da Camera, Organo, Pianoforte, Pianoforte: Accompagnatore al Pianoforte, Strumenti a Fiato, Strumenti a percussione, Strumenti ad arco.

Le domande per sostenere l’esame di ammissione ai corsi accademici ordinamentali di I livello e sperimentali di II livello ad indirizzo interpretativo e compositivo in discipline musicali, dovranno essere presentate, presso gli uffici della Segreteria Didattica del Conservatorio in Piazza Sedile, durante gli orari di apertura al pubblico o inviate a mezzo posta entro il 31 Agosto 2010.

Le domande dovranno essere compilate on-line, stampate e consegnate complete del relativo versamento entro il termine stabilito, adoperando il sito internet www.conservatoriomatera.it, al link “Servizi agli studenti”. Alla domanda di ammissione dovrà essere allegata ricevuta di versamento di € 30.00 sul c/c 12667754, intestato a Conservatorio di Musica “E.R.Duni” di Matera, causale “contributo di ammissione”.

Proiezione deI film NAPOLI MILIONARIA ! in anteprima domani sera al Festival della Valle d'Itria


Un’eccezionale anteprima cinematografica anticipa l’apertura della 36esima edizione del Festival della Valle d’Itria. Mercoledì 14 luglio, alle ore 21, nell’anfiteatro di Villa Carmine a Martina Franca, verrà proiettato il film “Napoli Milionaria!” di Eduardo De Filippo (1950). L’evento, organizzato dal Festival della Valle d’Itria, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma – Cineteca Nazionale e con il Circolo “Buster Keaton” di Martina Franca, sarà il primo di quattro momenti dedicati al cinema, in una rassegna ideata secondo delle connessioni tematiche con le opere che verranno rappresentate (l’opera d’esordio sarà proprio “Napoli Milionaria!” di Nino Rota, 15 e 17 luglio). Il film interpretato e diretto dallo stesso De Filippo, rappresenta l’esordio dietro la macchina da presa del celebre drammaturgo napoletano, che, grazie a questa pellicola, presentata al Festival di Cannes, ebbe modo di farsi conoscere dal pubblico internazionale. Si tratta di un’opera che, al pari dell’omonima commedia teatrale, offre uno spaccato davvero pregevole della Napoli del dopoguerra, attraverso una galleria di personaggi che ben rappresentano la storia di quegli anni. Un film che stilisticamente rappresenta una naturale prosecuzione del Neorealismo cinematografico italiano, mirabilmente interpretato da un cast davvero d’eccezione: lo stesso Eduardo, Titina De Filippo, Totò, Delia Scala, Leda Gloria e Carlo Ninchi. Le musiche del film portano la firma di Nino Rota. L’ingresso è libero.

“NOTTI DI STELLE”: IL PROSSIMO 20 LUGLIO AL PETRUZZELLI TRE ILLUSTRI NOMI DEL JAZZ INTERNAZIONALE


Tre illustri nomi del jazz internazionale suoneranno martedì 20 luglio al Teatro Petruzzelli per la prima delle tre serate baresi di “Notti di Stelle”, il festival jazz estivo della Camerata, che ha avuto la sua anteprima venerdì sera all’Anfiteatro di Ponente, a Molfetta, con “Ray Gelato & His Giants Orchestra”.
La prima parte del concerto vedrà in scena Fabrizio Bosso ed Antonello Salis, un dinamico duo italiano sempre in bilico tra il grande passato del jazz e la spasmodica ricerca di nuovi confini espressivi.
Sono gli autori ed i protagonisti del progetto “Stunt”, che è diventato anche un disco per le edizioni del Parco della Musica di Roma.
La seconda parte della serata sarà affidata ad “Eddie Palmieri”, un pianista straordinario che da oltre 50 anni è uno dei personaggi più rappresentativi della “salsa” e del latin jazz; con lui l’”Afro-Caribbean Jazz All Stars”.
Le altre due serate, il 21 ed il 22 luglio, vedranno in campo il “Roberto Fonseca Quintet” ed il “Jan Garbarek Group”.
Per la prima serata il costo del biglietto è di 23 euro per le poltrone e 18 per le poltroncine.
Sconti speciali sono previsti per i soci della Camerata e per i giovani sino a 27 anni.
Per informazioni e/o prenotazioni di abbonamenti e biglietti rivolgersi a Bari presso gli uffici della Camerata Musicale Barese in Via Sparano 141 infotel 080/5211908, Box Office c/o La Feltrinelli in Via Melo 119 Tel. 080/5240464, Botteghino del Teatro Piccinni in C.so Vittorio Emanuele 84 Tel 080/5212484, Botteghino del Teatro Petruzzelli in Via Alberto Sordi presso il Teatro Petruzzelli Tel. 080/9752810 Agenzia di Viaggi “Il Periscopio” Viale della Repubblica 27 Tel. 080/5219019, Progetto Vallisa in Via Vallisa 24 Tel. 080/5216276 ed a Molfetta presso le Tabaccherie Farinato Banchina Seminario 10/12 Tel. 080/3973104.

Notte di Musica e Poesia alla Libreria Palmieri di Lecce


“La notte di musica e poesia” è il titolo della terza edizione della serata di poesia e musica organizzata a Lecce dalla I Circoscrizione del Comune, dalla Libreria Palmieri e dall’Associazione Nireo. L’appuntamento è per stasera,alle 20.30,in piazza Ludovico Ariosto.
Chiunque lo vorrà potrà leggere una poesia a sua scelta.
La parte musicale della serata è curata dall’Associazione Nireo e da Eraldo Martucci (nella foto). Suonerà il Quartetto d’archi composto da Ivo e Danilo Mattioli, violini, Ennio Coluccia, viola, Tiziana Di Giuseppe, violoncello.

Stasera le Vie dell'Amicizia del Ravenna Festival fanno tappa a Trieste


Come quattordici anni fa, sarà ancora una volta il mare Adriatico a segnare una nuova tappa delle Vie dell’Amicizia, momento irrinunciabile del Ravenna Festival, in cammino ancora una volta per portare il proprio messaggio di fratellanza attraverso l’arte e la cultura.



Questa sera (alle 21.30)in Piazza Unita d’Italia,Trieste sarà infatti il ‘podio’ sul quale salirà il maestro Riccardo Muti (esattamente 24 ore dopo il concerto al Pala De André), alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, della Giovanile Italiana, di musicisti e coristi delle Accademie di Musica delle Università di Lubiana e di Zagabria; e del Conservatorio Tartini di Trieste. Con loro il Coro Stagione Armonica, il Coro Accademico France Preseren di Kranj e l’Ensemble corale interprovinciale del Friuli, diretti dal maestro Sergio Balestracci.



Il viaggio di quest’anno condurrà dunque nell’antichissima città giuliana, metropoli dalle tante lingue e culture, con uno sconfinato passato nel quale si intrecciano memorie luminose, intrise di grande letteratura e poesia; e altre, tragicamente legate a vicende terribili della storia recente, immerse nelle tenebre che avvolsero tutta l’Europa per un intero lustro.



Ecco Trieste, città dalla “grazia scontrosa”, come scriveva Umberto Saba, accogliente e imperiale, innovatrice e fedele alla propria storia, 14a porta verso l’Oriente, dopo Sarajevo, Beirut, Gerusalemme, Erevan; seconda meta italiana, dopo l’abbraccio di Mazara del Vallo.



Al cospetto di uno splendido golfo su cui si affacciano tre nazioni – Italia, Slovenia e Croazia – oggi desiderose di unirsi in un grande abbraccio con lo sguardo rivolto verso il futuro, risuonera il grande, sontuoso requiem del compositore più amato da Beethoven. In programma infatti il Requiem in do minore di Luigi Cherubini, rendendo così omaggio anche al 250° anniversario del compositore fiorentino, assieme a brani delle due nazioni gemelle; la partitura slovena sara Libertas animi -seconda parte di Anthem to the European Slovenia- del pianista e compositore Andrej Misson; mentre come opera croata è stata scelta Himna slobodi -dalla Pastorale per coro e orchestra Dubravka op. 13- di Jakov Gotovac.

Significativa la scelta delle compagini orchestrali e vocali: ancora una volta Riccardo Muti (nella foto è in compagnia della splendida figlia Chiara) ha deciso di portare sotto i riflettori giovani musicisti, di provata qualità, in perfetta sintonia con la scelta operata nel 2004 quando ha dato vita appunto all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.

La stessa platea, per altro, sarà un evento: oltre ottomila posti, tutti a ingresso libero, vero e assoluto omaggio di Ravenna Festival a tre nazioni che desiderano respirare insieme un nuovo clima di fratellanza. Il golfo di Trieste sarà una quinta blu notte, punteggiata da centinaia di vele che incroceranno in quel braccio di mare all’inizio del concerto.

Saranno presenti al concerto il Presidente Giorgio Napolitano e i presidenti di Slovenia, Danilo Türk e Croazia, Ivo Josipović.
Ancora una volta il concerto sarà registrato e trasmesso da Rai Uno il 29 luglio in seconda serata, preceduto da un approfondimento di Bruno Vespa; la stessa Rai cederà le immagini dell’evento alle emittenti televisive croate e slovene, che le manderanno in onda nelle settimane successive. Come sempre, Radio Rai Tre proporrà la diretta radiofonica del concerto.
Per informazioni: 055/597851 oppure: www.scuolamusica.fiesole.fi.it

venerdì 9 luglio 2010

L'Agis Puglia e Basilicata saluta con entusiasmo la prossima apertura del 36° Festival della Valle d'Itria (Martina Franca,15 giugno - 4 agosto 2010)


"L’Agis Puglia e Basilicata saluta con entusiasmo la 36^edizione del “Festival della Valle d’Itria”, presentato dall’assessore regionale Silvia Godelli, insieme con tutti i soggetti coinvolti.

“Grazie alla tenacia, alla perseveranza, alla voglia di sfida in un momento così delicato per il mondo della cultura in Italia e alla cura della Fondazione Paolo Grassi e nello specifico del suo presidente il professor Franco Punzi, il Festival quest’anno sembra trovare nuova linfa e motivazione. Stiamo vivendo un situazione particolarmente problematica: i tagli alla cultura e la scomparsa di istituzioni storiche vanno minando il nostro patrimonio, ma percepire l'ottimismo e l'entusiasmo comunque alla base di questa nuova edizione del festival non può che essere da sprono a proseguire con impegno e perseveranza” osserva il presidente delle delegazione di Puglia e Basilicata, Giancarlo Castellano.

"Riconosciamo il merito del lavoro di tutti e accogliamo con favore la proposta di Punzi, tra l’altro nostro vice presidente vicario che questa mattina ha sollecitato lo stesso assessore Godelli a convocare in autunno una “conferenza di servizi” che riguardi l’intero settore spettacolo in Puglia. E proprio sull'intero settore, condividiamo l'opinione del professor Punzi, attento nel ricordare quanto il Festival della Valle d'Itria e tante altre istituzioni musicali pugliesi, abbiano bisogno di una realtà come il Teatro Petruzzelli, fonte di sinergie e stimoli. Necessario quindi non solo alla città di Bari, ma alla regione e al Paese tutto”- dichiara Castellano.

Rispetto alle scelte artistiche, “la nuova direzione del maestro Triola, seppur nel rispetto delle tradizioni, porta una ventata di freschezza segnata tanto dalle regie cui sono stati affidati gli allestimenti, quanto dalla scelta di rafforzare la programmazione con i linguaggi del cinema e dell’arte visiva” ha osservato Francesca Rossini, direttore dell’Agis Puglia e Basilicata.

Alla luce di queste considerazioni, l’Associazione fa il suo in bocca al lupo al festival e rinnova tutta la stima e l’apprezzamento per il lavoro condotto fino ad oggi."

giovedì 8 luglio 2010

Dal 15 luglio prende il via a Martina Franca il 36° Festival della Valle d'Itria


Fedeltà allo spirito originario della manifestazione, allargamento e approfondimento degli orizzonti di ricerca sul repertorio del grande teatro musicale barocco e del Novecento costituiscono le linee ispiratrici del XXXVI Festival della Valle d’Itria, in programma a Martina Franca dal 15 luglio al 4 agosto 2010, con l’intento altresì di rendere omaggio ai 700 anni, che la città si appresta a celebrare.
Il cartellone, presentato oggi in una conferenza stampa alla Regione Puglia alla presenza, del presidente Franco Punzi, del nuovo direttore artistico Alberto Triola, dell'assessore al Mediterraneo e al Turismo Silvia Godelli, oltre che di numerose personalità politiche ed artistiche pugliesi, intende tracciare le linee di una dichiarazione programmatica (a partire dai tre principali titoli d’opera, che rappresentano in particolare gli ambiti culturali e di valore drammaturgico-musicale imprescindibili per il Festival: il Barocco, il Belcanto romantico, il Novecento) che troverà più ampi e ulteriori sviluppi nelle prossime edizioni.
Cinque titoli d’opera, due concerti sinfonici, un concerto sinfonico corale sacro, cinque programmi cameristici, un premio Belcanto e una festa musicale angioina per celebrare i sette secoli di storia cittadina, oltre a una rassegna cinematografica di capolavori universalmente noti e di rare perle di cineteca: un totale di ventuno serate di musica, teatro, cinema.
Ogni giorno uno spettacolo, per tutti giorni del Festival, e non solo nella tradizionale cornice di Palazzo Ducale. Inoltre: sette secoli di arco temporale tra la composizione più antica e quella più recente, con due commissioni per altrettante prime assolute. Tantissimi artisti ospiti, cantanti, direttori, registi, scenografi e costumisti, ma anche attori e strumentisti: il XXXVI Festival della Valle d’Itria porta a Martina Franca, in moltissimi casi per la prima volta, grandi nomi e celebrati protagonisti della musica e del teatro, accanto a tanti giovani talenti, italiani e stranieri, che sono le scommesse più emozionanti del mondo dell’opera lirica: Gabriele Lavia, Mariella Devia, Alfonso Antoniozzi, Elio De Capitani, Sonia Ganassi, Sergej Krilov, Tiziana Fabbricini, Roberto De Candia, Arturo Cirillo, Francesco Libetta, Rosetta Cucchi, Diego Fasolis e Giuseppe Grazioli sono soltanto alcuni dei protagonisti del prossimo Festival, e guideranno un gruppo di giovani artisti che approdano a Martina Franca - da sempre ribalta d’elezione per il lancio di grandi carriere – con la forza del talento e sulla scia di prove e debutti che già lasciano scommettere sul loro futuro.
Il tutto nel segno del rapporto tra note musicali e parola, tra teatro e musica. Melologhi, Melodramen, monologues, songs e poèmes; dall’immagine cinematografica che ispira o che è ispirata dalla musica, al sorprendente incontro tra un genio della drammaturgia novecentesca e uno dei più fecondi e ispirati musicisti “per il teatro” del Novecento. E proprio con la riproposta di questo straordinario matrimonio artistico si apre il XXXVI Festival della Valle d’Itria: il 15 luglio con Napoli Milionaria! della coppia Eduardo De Filippo–Nino Rota, l’opera andata in scena, con la regia dello stesso Eduardo, al Festival dei Due Mondi, a Spoleto, nell’ormai lontano 1977, e da allora mai più riproposta. Si tratta della trasposizione in musica di uno dei testi eduardiani più popolari, densa di intensi valori drammatici sapientemente contrappuntati dalla ricchezza dell’invenzione musicale di Nino Rota (1911-1979). La scelta del titolo anticipa di un anno le celebrazioni del centenario della nascita del compositore milanese, legatissimo alla Puglia e a Bari, città che lo ha accolto per molti anni come direttore del Conservatorio, ma anche uno dei primi sostenitori del Festival della Valle d’Itria. A Martina Franca, proprio in quel 1977, il maestro Rota diresse la prima esecuzione delle sue “Liriche su testo di Rabelais”. La regia è stata affidata ad Arturo Cirillo, nome di spicco del teatro di parola napoletano, collaboratore per anni di Carlo Cecchi e Mario Martone, attore e regista pluripremiato, che vanta anche due Premi Ubu (2004 miglior regia, 2006 miglior attore non protagonista), reduce dal recente clamoroso successo nazionale quale regista e interprete di Jago in “Otello” di W. Shakespeare. Lo spettacolo, rispettoso del realismo richiesto dal testo eduardiano ma coerente con la sensibilità e il gusto del più limpido teatro contemporaneo del quale Cirillo è esponente di primo piano, avrà le scene di Dario Gessati e i costumi di Gianluca Falaschi. In un’opera che è di puro teatro musicale, il cast non può non tener conto delle precise indicazioni del libretto e delle esigenze del grande teatro eduardiano. L’inedita coppia Alfonso Antoniozzi (Gennaro Jovine) e Tiziana Fabbricini (Amalia), nomi di spicco tra i più preziosi talenti drammatico-musicali dei nostri giorni, guida un ensemble di cantanti-attori giovani e di grandi promesse. Sul podio, un elegante ed esperto interprete del teatro musicale di Rota, Giuseppe Grazioli. Replica il 17 luglio. Con il secondo titolo d’opera, il 18 e 20 luglio, Gianni di Parigi di Gaetano Donizetti (1797-1848), il Festival torna alla sua più consolidata tradizione, quella del repertorio belcantistico ottocentesco. Titolo ingiustamente poco noto e dalla genesi piuttosto complessa, ha avuto in tempi moderni un’unica ripresa, al festival donizettiano di Bergamo nel 1988, ma garzie a un potenziale meccanismo teatrale che alterna scene di irresistibile comicità a pagine di autentico virtuosismo vocale, ha i numeri per ambire a rientrare nel circuitio delle opere più amate dal grande pubblico. Verrà riproposta, per la prima volta, la versione andata in scena al Teatro alla Scala nel 1839, che presenta alcune sensibili differenze rispetto a quella ascoltata a Bergamo ventidue anni fa, a partire da un’Introduzione che sostituisce la sinfonia. Cinquantaquattro anni in due contano il direttore d’orchestra e il regista, Giacomo Sagripanti e Federico Grazzini. Il maestro Sagripanti, tra i più promettenti talenti direttoriali di oggi, invitato finalista al prossimo concorso internazionale di Cadaques, si è perfezionato sotto la guida di Donato Renzetti, Antonello Allemandi, Renato Palumbo, Gianandrea Noseda, Jorma Panula e Tamas Pal, negli ultimi due anni si è distinto alla Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna; ha già diretto, tra le altre in Italia e all’estero, le orchestre del Teatro di San Carlo di Napoli e del Teatro Verdi di Trieste. Federico Grazzini, diplomato alla Scuola Paolo Grassi di Milano, si è distinto in produzioni di prosa di particolare interesse, affermandosi rapidamente per la fantasia e l’abilità nell’imprimere ritmo all’azione teatrale, come in occasione della recente produzione AsLiCo di Opera Domani, un “Haensel e Gretel” di grande successo. Le scene hanno il tratto cinematografico di Tiziano Santi, che ha disegnato le linee di un albergo decò di rara eleganza, mentre i costumi escono dalla fantasia di Valeria Bettella. Gianni di Parigi richiede un cast di assoluta affidabilità vocale e di grande charme scenico e teatrale. La coppia di giovanissimi protagonisti, Ekaterina Lekhina (vincitrice del Premio Operalia 2007) e Ivan Magrì, recente trionfatore ne I Puritani a Riga, possono garantire assoluta credibilità scenica alla Principessa di Navarra e al Delfino di Francia, e hanno i numeri per affrontare i virtuosismi vocali richiesti da Donizetti, specialmente quelli del funambolico Rondò, che affida al soprano l’apoteotico finale dell’opera. La coppia dei buffi vede fronteggiarsi l’esperto fuoriclasse del teatro buffo ottocentesco, Roberto De Candia con il giovane talento di Andrea Porta. Paola Gardina ed Elonora Buratto completano la loandina dell’opera anagraficamente più “giovane” dell’intero cartellone. Con l’ultima opera in cartellone, Rodelinda di Georg Friedrich Haendel (1685-1759), il Festival della Valle d’Itria salda un debito con la storia del teatro musicale. Si tratta infatti di un’autentica prima assoluta in Italia: a 285 anni dalla sua composizione, infatti, mai in Italia si era ancora messo in scena il capolavoro haendeliano, applaudito sui palcoscenici di tutto il mondo e considerato uno dei maggiori capisaldi del teatro barocco, accanto a "Tamerlano" e a "Giulio Cesare", l’unica opera di Haendel fino ad oggi rappresentata al Festival. Sarà anche la prima volta che si ascolterà l’edizione critica di Andrew V. Jones, ma un ulteriore motivo d’interesse è senz’altro il debutto haendeliano di Sonia Ganassi nella parte della protagonista. Il grande mezzosoprano italiano, una delle voci più preziose del panorama internazionale, celebrata per il temperamento drammatico-vocale delle sue interpretazioni rossiniane, belliniane e donizettiane, affronta per la prima volta nella sua carriera il teatro musicale barocco, e ha scelto Martina Franca per questo sorprendente e benaugurante battesimo. Al suo fianco, un cast di rare vocalità, a partire da quella di Franco Fagioli, controtenore argentino ospite dei principali palcoscenici del mondo, autentico poeta del canto barocco, fine e sensibilissimo fraseggiatore; i giovani e freschi talenti di Marina De Liso, Paolo Fanale, Antonio Giovannini e Gezim Myshketa completano la locandina. A firmare un Haendel che promette fantasia, vitalità, libertà espressiva e calore, è chiamata la bacchetta estrosa di Diego Fasolis, celebrato esperto di barocco musicale, insieme all’inventiva e alla sensibilità di Rosetta Cucchi, regista musicista, che anche con il recente successo dell’ Elisir d’amore al Teatro Comunale di Bologna ha dimostrato di saper cogliere e manovrare leve drammaturgiche e dinamiche psicologiche dei personaggi con rara sensibilità musicale e senso del teatro. Lo spettacolo, che ambienterà il dramma dell’eroica regina longobarda in un “medioevo prossimo venturo”, avrà le scene di Tiziano Santi e i costumi di Claudia Pernigotti. Le due esecuzioni sono previste a Palazzo Ducale il 2 e 4 agosto. Ai tre titoli d’opera si affiancheranno numerosi concerti, alcuni dei quali saranno anche replicati in altre città pugliesi. Due, quest’anno (uno in più della tradizione) gli appuntamenti sinfonici: il primo dedicato all’est europeo con Caikovskij e Dvorak, affidato alla bacchetta di Andrea Battistoni, ventitreenne veronese, rivelatosi nel giro dell’ultimo anno come uno dei talenti direttoriali puri più sorprendenti dell’ultima generazione italiana. Ha già alle spalle debutti prestigiosi con le orchestre delle fondazioni liriche di Verona, Trieste, Venezia e Napoli ed è atteso da diversi appuntamenti lirici e sinfonici. Il programma diretto dal maestro Battistoni prevede uno dei massimi capolavori della letteratura concertistica per violino, il Concerto in Re maggiore di Caikovskij, che la sera del 25 luglio avrà come protagonista d’eccezione il grande Sergej Krilov, per la prima volta ospite a Martina Franca. Completano il programma, la Polonaise dall’ Eugenio Onegin e la Sinfonia n. 8 di Antonin Dvorak. Il secondo concerto sinfonico presenta un impaginato di puro classicismo, con una preziosa rarità tardo barocca, uno dei più antichi esempi di melologo, il Pygmalion di Jiri Benda (1722-1795), mai eseguito in italia: la voce recitante sarà quella magnetica e soggiogante di un autentico mattatore del teatro italiano, Elio De Capitani, anch’egli al debutto martinese. Sarà anche l’occasione per ascoltare, per una volta in forma integrale, il capolavoro beethoveniano ispirato al dramma omonimo di Goethe: Egmont. Il ventitreenne soprano Valentina Corradetti, vocalità di non comune potenza e slancio, sarà guidata dal maestro Matteo Pais, giovane ma già esperto musicista e autorevole preparatore di voci in ambito operistico, che darà un’interpretazione certamente molto teatrale di due lavori sinfonici che si nutrono dell’alchemica simbiosi tra dramma e musica. Il tradizionale concerto di musica sacra, replicato nelle cattedrali pugliesi, è dedicato quest’anno ad Alessandro Scarlatti (1660-1725), uno dei padri della scuola napoletana, di cui ricorre il 350mo anniversario della nascita, autore ancora in attesa di una doverosa ricognizione. La scelta del programma è caduta su un capolavoro della maturità, quella grandiosa Messa di Santa Cecilia, scritta a Roma nel 1720 e dedicata al cardinale Ottoboni: si tratta di una messa concertante, per soli, orchestra d’archi, continuo e coro a cinque voci. Il lavoro è di ampie proporzioni e rivela pagine di altissima ispirazione, come l’Agnus finale che anticipa di un settantennio alcuni brividi del Requiem mozartiano. Il maestro Antonio Greco, esperto di repertorio barocco e monteverdiano in particolare, che si è messo in evidenza in questi anni soprattutto quale fondatore e direttore del Coro “Costanzo Porta”, ormai riconosciuto tra i maggiori complessi vocali barocchi, è stato chiamato a tratteggiare il complesso e suggestivo gioco di architetture sonore e di chiaroscuri che tra orchestra, coro e interventi solistici, rimandano alle volute architettoniche delle Chiese barocche romane, all’ombra delle quali Scarlatti compose questo capolavoro. Si tratta di una delle rarissime esecuzioni fino ad oggi effettuate di una partitura che ha tutte le caratteristiche per entrare nel repertorio corrente di musica sacra. Il concerto scarlattiano sarà eseguito per quattro serate, una delle quali (23 luglio) nella Basilica di San Martino a Martina Franca, le altre in sedi regionali in via di definizione. La grande Messa sarà preceduta dal mottetto Salve Regina. Anche quest’anno l’Orchestra Internazionale d’Italia e il Coro Slovacco di Bratislava saranno impegnati nelle opere e nei concerti sinfonico corali previsti dal cartellone. Sono invece cinque i programmi cameristici previsti, che ruotano su alcuni dei percorsi fin qui enucleati (Novecento, melologo, vocalità esplorata in diverse forme di relazione con la musica). Oltre alla musica del Novecento, la più significativa novità della XXXVI edizione del Festival della Valle d’Itria è l’avvio di un percorso programmatico di impegno per la musica contemporanea, con l’affidamento di ben due commissioni per altrettante prime assolute che porteranno il sigillo del Festival. Sono tre i concerti interamente dedicati al repertorio del XX secolo, e che formano il ciclo “Novecento e oltre”. Il 19 luglio è in programma il primo concerto della serie, che si affida al magistero attoriale di Gabriele Lavia, ospite d’eccezione del Festival, che con il pianista Pietro De Luigi, nella splendida cornice di Palazzo Ducale, darà voce a Enoch Arden di Richard Strauss. Il capolavoro straussiano, per ampiezza ed ambiziosità di costruzione, può essere posto tra gli esiti più significativi di tutta la storia del genere del melologo. L'opera, basata su un celebre poemetto del poeta inglese Alfred Lord Tennyson, fu eseguita per la prima volta a Monaco di Baviera il 24 Marzo del 1897, con enorme successo. Nella migliore tradizione del Melodrama germanico, il pianoforte illumina significati, allude a ciò che non è semplicemente detto, suggerisce e contraddice, in un gioco di raffinati rimandi e sottolineature, anche laddove gli interventi del pianoforte si limitano a poche folgoranti battute musicali, e davvero qui la scrittura pianistica straussiana penetra nei significati del testo con una pregnanza che sembra rivaleggiare con l'incomparabile modello dei Lieder schubertiani. La serata prevede l’esecuzione della versione integrale del capolavoro, nella bella ed efficace traduzione italiana di De Luigi stesso. Il secondo concerto del ciclo “Novecento e oltre” (in programma il 26 luglio) è dedicato al dialogo musicale interculturale. I Folk Songs di Luciano Berio, punto d’approdo dell’impaginato, esprimono infatti la più vasta sensibilità delle tradizioni popolari, e propongono un raffronto tra culture diverse e lontane, e riproducono fedelmente il carattere “autoctono” dei brevi canti strofici utilizzati, alcuni dei quali si rifanno al Mezzogiorno italiano, con esclusione della Puglia. Proprio come ideale completamento, si è deciso di affiancare al capolavoro cameristico di Berio un Divertimento folk per voce e strumenti, commissionato appositamente – con la collaborazione del Festival Urticanti - al compositore barese Mariano Paternoster, giovane musicista particolarmente impegnato sul fronte dell’integrazione musicale di materiali appartenenti a culture lontane, e con forte predisposizione al trattamento fantasioso di materiale etnico e folclorico; a Paternoster è stato chiesto di elaborare un canto popolare pugliese sull’identico organico cameristico di Berio; tale operazione si configura quale atto d’omaggio alla cultura della Regione che ha dato i natali al Festival di Martina Franca. Anna Malavasi e Zuzana Markova saranno le interpreti vocali della serata, mentre il maestro Ettore Papadia dirigerà un ensemble di strumentisti dell’Orchestra Internazionale d’Italia. Completano il programma di questa prima serata dedicata al Novecento due capolavori di Igor Stravinsky, altro autore emblematico del rapporto tra musica colta, ritmi, colori e modi popolari, dai quali ha attinto a profusione, modellandoli secondo una personalissima poetica costruttivista. I brani scelti accostano due poesie di Balmont, a tre brevissime liriche giapponesi, che sono strettamente correlate all’ultimo brano della serata: i Trois Poèmes de Stephanè Mallarmè, composti da Maurice Ravel durante il soggiorno effettuato con Stravinsky a Varese, nei pressi del Lago Maggiore. Lo stesso Ravel aveva espresso pubblicamente il desiderio che i suoi trois poèmes venissero eseguiti insieme alle “tre liriche giapponesi” dell’amico e collega sovietico. Il secondo concerto della serie “Novecento e oltre” (31 luglio) è invece dedicato alla musica e alla poesia francese. L’organico scelto – due pianoforti – è utilizzato con finalità espressive e con poetiche compositive assai differenti: di Francis Poulenc si ascolteranno la celebre Sonata in re e il Capriccio, tratto dal Bal masquè. La voce umana è presente anche in questo programma, piegata a esiti espressivi assai diversi tra loro e il cui accostamento non mancherà di sorprendere. Le bel indifferent di Marco Tutino, monologo lirico da Cocteau, si specchia infatti in una creazione di Raffaele Grimaldi, trentenne compositore allievo di Ivan Fedele che può già vantare una ricca esperienza internazionale, culminata in una collaborazione con l’Ircam di Pierre Boulez a Parigi e con la nomina a “composer in residence” presso la Schloss Solitude Akademie di Stoccarda per il biennio 2009-2011. A Grimaldi il Festival della Valle d’Itria ha affidato la seconda commissione dell’anno, un mélodrame per voce e due pianoforti sul poemetto Salomè di Apollinaire, testo che rimanda al capolavoro di Cocteau, in un gioco di specchiamenti reciproci tra deliri/nevrosi femminili e indifferenza/ascetismo maschile. Il duo pianistico Papadia/Rana con il soprano Zuzana Markova e il mezzosoprano Giuseppina Bridelli compone la locandina degli interpreti della serata. Il quarto concerto da camera si configura invece come omaggio a una delle glorie martinesi, quel Giuseppe Aprile che, dopo Senesino e Farinelli, entrò nella storia della musica come uno dei più ammirati castrati del XVIII secolo, e fu il prediletto di Jommelli. Il programma della serata (27 luglio) prevede musiche di Scarlatti e Jommelli, e di Aprile stesso, per soprano e contraltista – i giovani Silvia Frigato e Antonio Giovannini - , accompagnati al clavicembalo dal maestro Antonio Greco. Il quinto e ultimo concerto prende spunto da un’ulteriore novità della XXXVI edizione del Festival, l’istituzione del Premio del Belcanto “Rodolfo Celletti”, doverosamente dedicato alla memoria di uno dei padri putativi del Festival della Valle d’Itria, riconosciuto come uno dei massimi esperti di vocalità degli ultimi decenni. Per la prima edizione si è scelto di premiare la rappresentante più autorevole e acclamata del belcanto oggi in attività, il grande soprano Mariella Devia, che con la sua presenza impreziosisce la qualità dell’offerta artistica del cartellone, offrendo anche una personale interpretazione di una delle mazurke chopiniane adattate per voce da Pauline Viardot. La serata di Palazzo Ducale (1 Agosto), oltre alla consegna del premio da parte di Carlo Fontana, prevede un recital pianistico di Francesco Libetta, chopiniano di rango, che offrirà un programma monografico particolarmente affascinante, nel 200° anniversario della nascita del compositore polacco. Il Festival della Valle d’Itria intende procedere con un significativo impegno nel campo della divulgazione del patrimonio e del genere operistico tra il pubblico dei più giovani, e arricchisce questa iniziativa con la proposta, che da quest’anno diventa un appuntamento fisso, di produzioni affidate interamente a giovani talenti nella fase di avvio della carriera, stimolando la loro creatività in progetti particolarmente adatti allo scopo. Nasce così il progetto Opera Workshop, che già guarda al prossimo anno, con la nuova Accademia di perfezionamento per cantanti della Fondazione Paolo Grassi. Per quest’anno si è deciso di cogliere l’occasione del 300° anniversario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi per proporre un inedito accostamento di uno dei due intermezzi buffi pergolesiani, Livietta e Tracollo, di rara esecuzione, con l’opérette di Jacques Offenbach Pomme d’Api. Il singolare dittico si colloca all’interno di una rete di collaborazione tra prestigiose istituzioni musicali italiane (che lega il Festival della Valle d’Itria alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, alla Fondazione Teatro Due di Parma e alla Fondazione Teatro Rossini di Lugo) a centri di alta formazione quali la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, l’Università IUAV di Venezia e il Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Al Festival della Valle d’Itria spetta la prima rappresentazione di Pommes d’Api, gustosissima piccola gemma offenbachiana, e dell’intermezzo pergolesiano Livietta e Tracollo. Il progetto è avvalorato da una tesi musicologica originale che fa risalire le origini dell’opéra comique francese proprio al genere dell’intermezzo buffo napoletano, per il tramite della versione francese del capolavoro pergolesiano, La servante maitresse, piegata agli usi e al gusto francesi (dialoghi recitati al posto dei recitativi intonati) da Pierre Baurans nel 1754. Tale progettualità si colloca compiutamente all’interno del percorso esplorato dal Festival 2010 intorno al rapporto tra parola, recitazione, canto e musica. Per la prima volta il grande cinema al Festival della Valle d’Itria: quattro serate di capolavori della decima Musa a Martina Franca, pellicole storiche inanellate in un’ideale cornice che racchiude i più significativi appuntamenti del cartellone: Napoli milionaria!, il celebre e popolarissimo film di De Filippo (1950) anticiperà l’apertura del Festival con una proiezione all’aperto (14 luglio) , nei Giardini della Villa Comunale, dedicata alla cittadinanza, come quella di My fair Lady, nella versione integrale e restaurata del 1964 (30 luglio). In seguito, nella sede della Fondazione Paolo Grassi, altre due serate saranno dedicate a opere storiche del cinema europeo, a partire dal cortometraggio muto del 1911 Enoch Arden di Griffith (arricchito con l’accompagnamento pianistico della musica di Strauss in forma improvvisata dal vivo), con il Cocteau/Demy de Le bel indifferent (1957), il 21 luglio, e il raro Pigmalyon di Asquith/Howard del 1938, la cui proiezione è in programma il 22 luglio. La celebrazione del 700° anniversario della fondazione angioina della Città di Martina Franca può diventare motivo di saldatura ulteriore tra il Festival e la città che lo ospita. Un articolato programma di manifestazioni musicali e spettacolari prenderà vita nelle strade e nelle piazzette del centro storico, nei cortili e nei chiostri, come nelle chiese cittadine durante le funzioni religiose, con cantate e toccate d’organo. In collaborazione con il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce si è ideato un programma tre due serate di musica di epoca angioina, sacra e profana, inclusa una funzione di vesperes intonati da cori di monaci benedettini.