mercoledì 28 febbraio 2018

Successo grandioso di "Orfeo ed Euridice" alla Scala di Milano.


Con 12 minuti di applausi e standing ovation, Orphée et Euridice di Gluck si è confermata trionfalmente alla Prima una delle produzioni più interessanti della Stagione. Una serata “che si gode dalla prima all’ultima nota” (E. Girardi, Il Corriere della Sera), uno spettacolo totale dei registi Hofesh Shechter e John Fulljames, dove l'orchestra diretta da Michele Mariotti (nella foto) suona al centro del palcoscenico attorniata da vibranti coreografie. Una lezione di stile portata avanti anche dal cast, guidato da uno straordinario Juan Diego Flórez. Il prossimo atteso debutto è quello del trittico Mahler 10 / Petite Mort / Boléro il 10 marzo. Due grandi firme che ritornano, quelle di Jiří Kylián e Maurice Béjart e una nuova creazione in prima assoluta di Aszure Barton, coreografa acclamata a livello internazionale e indicata “tra i più innovativi coreografi di questa generazione” da Mikhail Baryshnikov, chiamata a tradurre in danza l’intenso Adagio della Decima di Mahler. Sul mitico tavolo del Boléro non mancheranno grandi interpreti e importanti debutti: Roberto Bolle ha già fatto registrare il sold out nelle date del 10, 13, 16, 20 e 23 marzo, aprendo la strada a Martina ArduinoVirna Toppi e Gioacchino Starace, e a Elisabet Ros (29 marzo) e Julien Favreau (30 marzo) dal Béjart Ballet Lausanne. A marzo ultime occasioni per assistere a Goldberg-Variationen (2, 21 e 22 marzo) di Spoerli e a Simon Boccanegra di Verdi (1, 4 marzo) nella magistrale lettura di Myung Whun-Chung, con Leo NucciKrassimira StoyanovaFabio Sartori e Dmitri Belosselskiy.  Per le Stagioni concertistiche, il 7, 8 e 9 marzo sale sul podio Franz Welser-Möst con la Prima Sinfonia di Beethoven e la brillante Symphonia domestica di Strauss, mentre il 12 marzo la scena è tutta per Diana Damrau, in recital con una selezione di Lieder da Hugo Wolf e Richard Strauss.

martedì 27 febbraio 2018

"Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti" di Giuseppe Sollazzo va in scena al van Westerhout di Mola di Bari il prossimo 1° marzo.


Un originale e suggestivo esperimento teatrale, imbastito, senza l’uso della parola, su oniriche visioni che assurgono a vera e propria partitura drammaturgica. È la nuova produzione della Compagnia Diaghilev, «Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti», al debutto giovedì 1 marzo (ore 21), al Teatro van Westerhout di Mola di Bari e in replica sino al 18 marzo (feriali ore 21, domeniche ore 20).
L’allestimento nasce da un’idea di Giuseppe Sollazzo (nella foto), l’allievo di Luigi Squarzina e già assistente di Roberto De Simone, che dello spettacolo cura scrittura scenica e regia, con i costumi di Luisa Viglietti, alter ego e compagna di Carmelo Bene negli ultimi anni di vita del maestro salentino, e le luci di Guido Levi, tra i migliori light designer in Europa e collaboratore di Luca Ronconi, Daniele Abbado, Zubin Metha e Dario Fo.
In scena quattordici attori, Elisabetta Aloia, Valeria Angeloro, Antonella Carone, Altea Chionna, Maurizio Dellavilla, Carlo D’Ursi, Alessandro Epifani, Francesco Gisotti, Francesco Lamacchia, Giuseppe Losacco, Tiziana Manfredi, Serena Palmisano, Paolo Panaro e Vito Valenzano, rappresentano il gioco dell’esistenza affidandosi completamente alla tecnica del “sottotesto”, del pensiero evocato, ma mai dichiarato.
Le storie sono attimi, sogni, ricordi, episodi effimeri che appartengono al quotidiano di ciascuno di noi. E protagonista è la strada di una metropoli, in un presente dominato da un’overdose di informazioni e popolato da personaggi di cui ignoriamo assolutamente tutto. Gli uomini, imperterriti, continuano a passeggiare sulla terra e, in attesa del dono del linguaggio, può capitare di ascoltare il lieve battito del cuore del mondo. Le azioni si compongono e scompongono con rapidità, senza un’apparente logica. I momenti si srotolano e si incastrano uno nell’altro come in un puzzle della vita, in un insieme di situazioni che richiamano stati d’animo disparati: ansie, paure, illusioni, speranze, tenerezze, gelosie, passioni e seduzioni. Una star firma copertine, una sposa scappa dall’altare, un uomo gira in mutande, un Pierrot finisce tra i rottami, una bambina si finge morta, un vecchio muore davvero.
La fantasia scenica di Giuseppe Sollazzo rivela un catalogo di personaggi nostri contemporanei: extracomunitari, rifugiati, politici, poliziotti, militari, turisti, prostitute, preti, innamorati delusi, dando vita ad un paesaggio umano sempre in movimento. Anche per questo Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti procede con la grazia di un balletto, dove la parola è superflua. Le immagini scorrono liberamente, come in un film muto, coniugando tra loro, in componimenti poetici, emozioni che si rincorrono in un liquido flusso di coscienza, ribadendo così che il teatro - con parole o senza - è sempre un modo di osservare il mondo.
Info e prenotazioni 339.8796764.

lunedì 26 febbraio 2018

Il 1° marzo l'Orchestra Nazionale di Santa Cecilia suona musiche di Respighi e Scriabin diretta da Gianandrea Noseda, con la partecipazione della solista al violino Sayaka Shoij.



Il Concerto Gregoriano di Respighi (1921) e la Sinfonia n. 1 di Skrjabin (1901) sono pagine di non frequente esecuzione che ci promettono una serata coinvolgente e spettacolare. Nel suo Concerto Respighi si rivolge al passato, all'epoca affascinante e misteriosa del Gregoriano, nella quale attingere atmosfere, suggestioni e idee sui modi musicali utili a infondere nuova linfa al linguaggio musicale moderno. Il Concerto Gregoriano si ritaglia uno spazio d'eccellenza tra i concerti solistici del Novecento, in cui il violinista rappresenta il 'cantore' mentre l'orchestra il 'coro dei credenti' in una ideale funzione religiosa medievale. Protagonista, la violinista giapponese Sayaka Shoji, vincitrice del premio Paganini nel 1999. La Sinfonia n. 1 di Skrjabin suona come un appassionante scrigno di melodie e di turgori orchestrali. L'autore vi celebra la gloria dell’Arte e, come in alcune sinfonie del coevo Mahler, il tutto viene enfatizzato dall'intervento di due solisti di canto e dal coro. Un inno al valore dell'Arte dove tutti i mezzi di una caleidoscopica orchestra sono al servizio di una espressione magmatica e grandiosa. Gianandrea Noseda (nella foto) si è dedicato da tempo al recupero di pagine del Novecento musicale italiano e al repertorio russo e sarà quindi interprete ideale di questo programma.
 

venerdì 23 febbraio 2018

Il James Taylor Quartet apre al Tatà il 28 febbraio presso gli Amici della Musica "Arcangelo Speranza" gli appuntamenti della stagione concertistica.


Il James Taylor Quartet (nella foto), band caposcuola dell’acid jazz, l’attore Michele Riondino in un omaggio a De André e Don Gallo, e il musical che celebra i sessant’anni dello Zecchino d’oro: è il prossimo tris d’assi degli Amici della Musica «Arcangelo Speranza», che aprono le prevendite per tutti e tre gli appuntamenti, tra i più attesi della 74a Stagione concertistica.
  Si parte mercoledì 28 febbraio, al Tatà (biglietti 25/18 euro), con la band britannica esplosa a metà degli anni Ottanta mescolando, con il sound caldo, graffiante e inconfondibile dell’organo Hammond, il funk americano anni Settanta e le sonorità acid house che si stavano facendo largo in Inghilterra.
Dopo il gruppo di «Mission Impossible», l’album che consacrò il James Taylor Quartet sulla scena internazionale, il 9 marzo gli Amici della Musica accenderanno i riflettori, al Teatro Orfeo (biglietti dai 28 ai 18 euro), sui destini incrociati degli «Angelicamente anarchici» Fabrizio De André e Don Andrea Gallo, in uno spettacolo musicale del “giovane Montalbano” Michele Riondino. L’attore tarantino, che tra l’altro lunedì 26 febbraio torna su Rai Uno con la nuova fiction «La mossa del cavallo» ispirata ad un altro lavoro letterario di Andrea Camilleri, farà incontrare le canzoni di De André, del quale si è recentemente tanto parlato dopo il successo del biopic «Il principe libero», e l’umanesimo di Don Andrea Gallo, “quello strano prete” amico del cantautore genovese con il quale condivideva l’attenzione per gli ultimi e gli emarginati. Ad accompagnare Riondino una band composta da Francesco Forni, Ilaria Graziano e Remigio Furlanut.
Con un tuffo indietro nel tempo, il 19 marzo, sempre al Teatro Orfeo (biglietti dai 20 ai 13 euro), i bambini di ieri e di oggi potranno rivivere le musiche del «Magico Zecchino d’Oro», lo spettacolo che rende omaggio ai sessant’anni della celebre trasmissione televisiva. Prodotto dall’Antoniano di Bologna con Fondazione Aida, teatro stabile specializzato nelle produzione di qualità per ragazzi, il musical vede cantanti, attori e danzatori dare vita a un vero e proprio fantasy in grado di divertire i più piccoli e riportare i più grandi a rivivere le indimenticabili canzoni della propria infanzia, per un viaggio nei ricordi dentro uno spaccato indimenticabile della storia del nostro Paese.
Info e prevendite 099.730.39.72 www.amicidellamusicataranto.it

Domenica 25 febbraio Carolina Bubbico canta e suona all'Auditorium Vallisa di Bari.

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Domenica 25 febbraio, alle 19,30, a Bari proseguono «Le notti del Borgo Antico», evento promosso e organizzato da Vallisa Cultura Onlus. Per la rassegna artistica «Musica in Vallisa», con la direzione artistica di Kekko Fornarelli, all'Auditorium Vallisa andrà in scena una delle più apprezzate musiciste pugliesi, Carolina Bubbico (nella foto):  La giovane pianista, cantante e compositrice salentina si esibirà in versione trio con due musicisti molto apprezzati della scena nazionale ed internazionale, Federico Pecoraro al basso elettrico e Dario Congedo alla batteria. Il repertorio della serata è aperto alle suggestioni più svariate e alterna composizioni originali a brani che spaziano dal jazz al dream pop e alla world music, per un’interpretazione filtrata dalla ricerca di nuove sonorità e di soluzioni sempre intriganti negli arrangiamenti. L'ingresso per ciascuno degli appuntamenti della rassegna «Le notti del Borgo Antico» è riservato ai possessori della tessera socio Vallisa Cultura Onlus (costo 5 euro). Per tutte le informazioni relative alle rassegne di cinema, arte e musica si può chiamare l'infotel 337.832.542. Pagina Facebook: Vallisa Cultura Onlus.
Carolina Bubbico è una musicista dalla formazione versatile, proveniente da esperienze che la vedono al lavoro in veste di autrice, arrangiatrice e vocalist in più formazioni musicali. La sua voce evocativa, frutto di qualità naturali, ma anche di studi serissimi rende la sua musica pulsante e capace di emozionare l’ascoltatore, in una sola parola, carismatica.
Nel 2013 realizza il suo primo disco “Controvento”. L’album, pubblicato in aprile 2013 (Workin’ label/distr. Goodfellas), contiene nove canzoni originali da lei composte, arrangiate in uno stile assolutamente personale che echeggia sonorità jazz, funk, world fino al dream pop. Dalla musica emerge un immaginifico gioco d’iridescenza sonora animato da una spiccata vivacità ritmica e da un originale uso della voce. Il timbro cristallino e al contempo accattivante di Carolina interpreta testi scritti in uno stile spontaneo e i cui contenuti ammiccano a un desiderio di cambiamento e al contempo celebrano il suo entusiasmo per la vita.
Nel 2015 riceve il prestigioso incarico di arrangiatrice e direttrice d’orchestra al Festival di Sanremo per Il Volo, vincitori tra i Big e per Serena Brancale tra le giovani proposte. In agosto 2015 il suo primo tour all’estero che l’ha vista esibirsi sui palchi di alcuni tra i più prestigiosi festival in Germania. A ottobre 2015 esce il suo secondo disco “Una donna”, pubblicato dall’etichetta Workin’ Label con il sostegno di Puglia Sounds Record. Ha collaborato con Fabrizio Bosso, Julian Mazzariello, Gegè Telesforo, Luca Aquino, Nicola Conte, Marco Bardoscia, Luca Alemanno, Simon Moullier, Ettore Carucci, Serena Brancale, Mylious Johnson, Luca Colombo, Cristina Zavalloni e altri. Attualmente è in tour in Italia con il M° Peppe Vessicchio e i musicisti del Sesto Armonico per “Il grande viaggio insieme” di Conad.

giovedì 22 febbraio 2018

Un grande successo per il Trovatore di Verdi messo in scena ieri al Petruzzelli.


E' stato un grande successo quello di ieri al Petruzzelli di Bari per il Trovatore di Verdi, una delle opere più rappresentate e popolari del musicista di Busseto. Superata nell'ordine per numero di programmazioni da Aida, Traviata e Rigoletto. Il lavoro teatrale di Garcia Gutierrez cui Verdi si ispirò sul libretto di salvatore Cammarano ha una trama notoriamente contorta, ma la musica è sempre avvincente e drammatica. in quest'ottica il Trovatore è opera emblematica e piena di sorprese. Qui lo spettacolo era messo in scena dall'accorta regia di Joseph Franconi Lee che ha caratterizzato lo svolgimento della vicenda in due blocchi: risultando un mosaico stimolante in cui duelli, lotte ed altro ancorasi sono compattati meravigliosamente.Il tutto con ammaliante vigore: merito principale di Renato Palumbo, che ha offerto una prova sicura dei suoi pregnanti valori musicali, portando l'Orchestra ed il coro del Petruzzelli, ben preparato da Fabrizio Cassi, ad un ottimo livello di partecipazione esecutiva. Ma anche il cast si è dimostrato di sicuro valore. a cominciare dai protagonisti, ambedue frementi e trascinanti. Accanto a Giuseppe Gipali (squillante Manrico) e Maria Teresa Leva (appassionata Leonora), si sono ben distinti nei loro ruoli, anche Carmen Topciu (una Azucena vibrante e dolente) ed un buon Conte di Luna, nella figura di Alberto Gazale, che ha restituito in modo esemplare tutto il fascino del suo ruolo. Un cast risultato impeccabile, decisamente calato nel disegno registico di Franconi Lee, che ha offerto una realizzazione esaltante per il pubblico. Ovviamente di grande impatto sono state le arie canoniche, tutte accolte con entusiasmo. "Di quella pira", "Il balen del suo sorriso", "Tacea la notte placida" sono state interpretate con il giusto e drammatico risalto dai cantanti. Buoni anche gli altri interpreti: Alessandro Spina (Ferrando), Elisabetta Farris, Blagoi Nacoski, Dario Lattanzio e Raffaele Pastore nei loro ruoli. Ottima anche la prova del Coro, come detto, diretto in maniera superlativa da Fabrizio Cassi.
Una realizzazione di sicuro valore, che fa seguito a quella eccellente dell'Olandese volante di Wagner, che ha inaugurato la stagione lirica 2018 in maniera appropriata e convincente. L'opera si replica oggi e domani alle 20.30, sabato 24 e domenica 25 alle 18.00, martedì 27 e mercoledì 28, e giovedì primo marzo alle 20.30.

mercoledì 21 febbraio 2018

Novafonic Quartet si esibirà il 25 febbraio al Teatro Forma di Bari.


Classico e contemporaneo, tradizione e avanguardia. Tutto questo è il “Novafonic quartet” (nella foto) che si esibirà domenica 25 febbraio alle 21,00, al Teatro Forma a Bari in un concerto fuori rassegna dell’Associazione musicale “Nel Gioco del Jazz”. 
Novafonic è una formazione composta da quattro musicisti d’eccezione, solisti o prime parti in importanti orchestre: Fabio Furia (bandoneon), Gianmaria Melis (violino), Marcello Melis (pianoforte), Giovanni Chiaramonte (contrabbasso).
Un progetto artistico che propone un linguaggio musicale nuovo e polifonico, saldamente fondato sul rigore delle forme compositive classiche, ma che nel contempo guarda al futuro attraverso nuove idee musicali. Il loro repertorio, tanto innovativo quanto avvincente, rappresenta quindi un percorso musicale che unisce il rigore tecnico, al gusto per la sperimentazione, in una interazione reciproca di forte ispirazione jazzistica.
Il risultato è un dialogo tra strumenti in una chiave di lettura assolutamente attuale e contemporanea, che affianca alle composizioni originali inediti arrangiamenti di alcuni dei capolavori della musica nel panoramainternazionale, reinterpretati con sensibilità artistica e grande libertad’invenzione.
Intenso e appassionante il programma del concerto intitolato “El tango nuevo” in cui trovano sintesi il virtuosismo tecnico da un lato e l’improvvisazione jazzistica dall’altro in un’interazione stilistica assolutamente originale.
Il ritmo, la passionalità e l’energia del tango nuevo di Astor Piazzollaincontrano alcuni dei brani più noti della tradizione musicale classica, riproposti in una chiave moderna ed innovativa sino a giungere progressivamente alle composizioni più contemporanee (J. Brel, A. Schwarz,F. Furia).
Il risultato è un sound assolutamente inedito, che unisce alla solidità e all’equilibrio della forma proprie del gusto più classico, la spinta propulsiva e l’audacia di idee musicali proiettate verso il futuro, capaci di spaziare tra i generi muovendosi attraverso le più diverse contaminazioni.
Costo biglietto unico 20,00 euro
Particolarmente vantaggiose le riduzioni a favore delle scuole di danza.
Il prossimo appuntamento dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz” è per venerdì 23 marzo, sempre al Teatro Forma, con l’ultimo concerto della rassegna ‘Ecotopia’ intitolato “Pandaric Flight” per una serata tra musica e danza. Oltre alla partecipazione del corpo di ballo ‘Equilibrio Dinamico’ si esibiranno Pietro Laera al pianoforte, Giuseppe Carabellese al violoncello e Giacomo Desiante alla fisarmonica.
Per informazioni su tutti gli eventi dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz” è possibile scaricare l’app dal sito ufficiale, www.nelgiocodeljazz.it, Google Store, Facebook e da tutti i dispositivi tablet, smartphone e iphone.
Biglietti e abbonamenti in vendita presso CENTRO MUSICA – C.so Vitt. Emanuele 165 – Bari - tel. 0805211777, oppure chiamando l’Associazione Nel Gioco del Jazz al 3389031130, o inviando una mail ainfo@nelgiocodeljazz.it – Fb

mercoledì 7 febbraio 2018

Stasera a Torino l'Unione Musicale ospita il soprano Sandrine Piau, accompagnata dalla pianista Susan Manoff.

Mercoledì 7 febbraio 2018, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, l’Unione Musicale ospita Sandrine Piau (nella foto), uno dei soprani più acclamati della scena internazionale, insieme alla sua pianista Susan Manoff. Il concerto è intitolato Après un rêve ed è costruito attorno ai temi della notte e del sogno, attraverso le suggestioni letterarie e musicali di autori tra Otto e Novecento. 
Acclamata in tutto il mondo soprattutto nel campo della musica barocca, che ha affrontato fin dagli esordi della carriera accanto ad artisti del calibro di William Christie, Philippe Herreweghe, Christophe Rousset e René Jacobs, Sandrine Piau vanta un ampio repertorio che spazia da Mozart alle opere del tardoromanticismo, con una forte attenzione per la musica da camera e per il Lied, coltivati con passione grazie anche alla lunga collaborazione con la pianista Susan Manoff. Il duo ha ricevuto consenso unanime dalla critica per il primo disco Evocation, del 2007, dedicato ad autori del primo Novecento, cui è seguita, nel 2011, una seconda incisione, intitolata proprio Après un rêve, che include gran parte dei brani del concerto di febbraio per l’Unione Musicale, mentre l’album intitolato Chimère sarà pubblicato nella prossima primavera da Alpha Classics. L’atmosfera che investe i brani in programma è ben introdotta dalle parole della stessa Piau: «Chi non ha mai provato a prolungare l’incantesimo dei sogni fino al mattino? Quando le immagini svaniscono per trasformarsi in fantasia, quando i nostri sogni a occhi aperti lottano contro una realtà fin troppo banale, barcolliamo come acrobati tra la voglia di volare e la tragedia della caduta». Il tema del sogno è trattato sia dal punto di vista metaforico sia letterale, abbracciando le ambientazioni poetiche surrealiste di Poulenc e le raffinatezze delle chansons in lingua francese di Chausson, passando ai Lieder di Mendelssohn e Strauss in tedesco, fino a The Salley Gardens di Britten, che tratta del difficile risveglio alla realtà dopo una forte delusione d’amore. Il concerto è realizzato nell’ambito del Festival «Richard Strauss», manifestazione promossa dallaCittà di Torino che si svolge dal 2 al 25 febbraio e coinvolge i principali enti culturali cittadini con concerti, mostre, incontri ed eventi di opera e cinema dedicati al grande compositore tedesco. L’omaggio di Sandrine Piau e Susan Manoff a Richard Strauss si concentra sulla raccolta del 1888Mädchenblumen op. 22 – composta da quattro Lieder che simbolicamente accostano fiori e fanciulle in un comune destino di felicità breve e passeggera – e prosegue con l’esecuzione di altri quattro brani tratti dalle opere 1017 e 27. La produzione liederistica accompagna l’intero arco dell’attività del compositore tedesco, dal 1870 circa al 1942 e, proprio con Morgen op. 27 raggiunge uno degli esiti più alti. Gran parte delle suggestioni fantastiche di questi Lieder sono affidate, più che al canto, alla presenza importante del pianoforte, ai suoi timbri e alle ricchissime, variegate armonie, emblemi di un ribaltamento tra gli elementi del Lied di matrice schubertiana e brahmsiana che in Strauss diventa netto e radicale.

martedì 6 febbraio 2018

Pollini regala una serata straordinaria e da sold out al pubblico barese.


C'è chi lo ha definito un concerto "imperdibile". E a giudicare da come si è sviluppata la prevendita non si può dargli torto. Certo è che l'appuntamento di ieri è stato sublime per vari motivi. La prima volta che il grande Maestro, Maurizio Pollini (nella foto) si esibiva a Bari al Petruzzelli dopo tanti anni e con due autori che lui personalmente adora: Schumann e Chopin! oggi è considerato uno dei più grandi pianisti viventi. Le sue interpretazioni di Beethoven, Chopin, Schubert e Schumann hanno segnato un'epoca. E così è stato anche ieri. Dove dopo una deliziosa Arabeske in Do Maggiore op. 18, ha attaccato con la Sonata n.3. detta anche "Concert sans orchestre", dove ha disegnato con poesia superba tutti gli stupendi momenti della poetica schumanniana, con agilità e attenzione sensibile alla bellezza del testo.
Inenarrabile è stato poi lo Chopin dello Scherzo n. 4 in mi maggiore affiancato dalle 3 mazurke op. 56 e dalla bellissima Sonata n.3 op. 58, un capolavoro assoluto della Musica romantica, dove si sono finalmente sciolte tutte le tensioni, che erano apparse in Schumann come gocce di poesia stemprate al sole. Un successo abbacinante, che Pollini ha subito premiato con un bis grandiosamente eseguito: la celebre Polacca di Chopin. Difficilmente, si assiste ad una standing ovation come quella do ieri sera, dove Pollini è stato lungamente applaudito. E' stato un concerto commovente e meraviglioso per le emozioni che ha provocato nel pubblico. L'apertura di una stagione unica e irripetibile per il Petruzzelli, che mai aveva potuto godere di tali impensabili momenti di bellezza sublime. Non ci sono parole ulteriori, per dipingere l'emozionante percorso di ieri sera.

lunedì 5 febbraio 2018

Kneebody Quintet, ensemble strumentale e sperimentale tra jazz, funk, rock e hip-hop


Secondo appuntamento della IX^ Rassegna “Ecotopia” dell’Associazione musicale “Nel Gioco del Jazz”per questo 2018.  Domenica 11 febbraio, alle 21,00, al Teatro Forma a Bari, appuntamento con Kneebody Quintet (nella foto), band americana dal jazz nuovo e sorprendente formata nel 2001 e composta da Adam Benjamin, (piano/tastiere), Shane Edsley (tromba), Ben Wendel (sax), Kaveh Rastegar (basso elettrico), Nate Wood (batteria). Il loro stile eclettico va dall'electro-pop al punk-rock all'hip-hop al funk,  pur creando una musica influenzata dal jazz.
Wendel, Endsley, Benjamin e Rastegar si sono incontrati alla fine degli anni '90 alla Eastman School of Music. Benjamin si trasferì poi al California Institute of the Arts (CalArts), dove incontrò Nate Wood. Dopo la laurea alla Eastman, Wendel e Rastegar si trasferirono a Los Angeles e la band ha iniziato ad esibirsi al Temple Bar e al The Vic Nightclub a Santa Monica, in California, dove ha suonato a lungo.
Il nome della band era una parola assurda inventata dalla fidanzata di Wendel, in modo che la band non disponesse di un chiaro leader e di una chiara connotazione musicale.
Nel 2005, l'album di debutto omonimo dei Kneebody è stato pubblicato sulla etichetta Greenleaf Music di Dave Douglas. Nel 2007, hanno pubblicato il loro secondo album, ‘Low Electrical Worker’, con ulteriori critiche di successo (Joshua Redman lo ha dichiarato uno dei suoi album preferiti nel 2007).
Da allora i Kneebody hanno lavorato su una serie di progetti con altri musicisti e organizzazioni, come band e come singoli membri. Queste collaborazioni includono il lavoro con musicisti in più generi come Wayne Krantz, Daedelus e Busdriver. Per il loro album del 2009 con Theo Bleckmann, in cui hanno organizzato e interpretato canzoni del compositore americano del secolo scorso Charles Ives, sono stati nominati per un Grammy. Altri progetti includono l'insegnamento presso il Banff Center e una session con Search & Restore e il Manhattan New Music Project, nonché incontri in scuole superiori e università in tutto il paese. I membri della band attualmente risiedono a Brooklyn e Los Angeles, dove ognuno di loro mantiene anche una carriera solista.
Nel 2017 sono tornati in studio con il loro nono album, ‘Anti-Hero’.

Costo biglietto: 25,00 euro settore “A” – 20,00 euro settore “B” - 15,00 euro settore “C”
Particolarmente vantaggiose le riduzioni a favore degli studenti. L’Associazione “Nel Gioco del Jazz” mette a disposizione 10 biglietti al costo di 10,00 euro, direttamente al botteghino del Teatro Forma la sera del concerto. 
Il prossimo appuntamento dell’Associazione “Nel Gioco del Jazz” è per domenica 25 febbraio con un concerto fuori rassegna. Al Teatro Forma a Bari, alle 21,00 si esibirà il “Novafonic Quartet”, formazione composta da musicisti d’eccezione che propongono un linguaggio musicale nuovo e polifonico.
Non mancano però già le prime anticipazioni del cartellone 2018/2019 con  il quintetto del sassofonista americano, Pharoah Sanders, che si esibirà ad ottobre e Dee Dee Bridgewater, considerata una delle eredi delle grandi voci del jazz femminile, che terrà un concerto a novembre. E ancora Inside Jazz Quartet, Nico Morelli Trio ed  Enrico Rava - Tomasz Stanko in quintet per una stagione concertistica con i più grandi protagonisti della scena jazzistica internazionale.

sabato 3 febbraio 2018

Una ottima prova dell'Orchestra del Petruzzelli con la Seconda di Mahler ben diretta da Giampaolo Bisanti.


Raramente è parso di ascoltare la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler come l'abbiamo ascoltata noi, con tale freschezza di suono e partecipazione direttoriale in ogni momento della serata. Il pubblico foltissimo ha molto gradito l'esecuzione e ha tributato a Bisanti (nella foto) un successo caloroso, per la sua verve e passionalità. Un grande pathos ha caratterizzato la sua visione, ben contraddistinta dal sound impeccabile degli archi e dei fiati e da un coro che si è fatto ancora una volta apprezzare per le voci all'altezza della situazione e ben preparate dal maestro Cassi. Il primo movimento in particolare è stato diretto da Bisanti con uno spirito così aderente allo stile mahleriano, da far pensare che l'Orchestra è molto cresciuta in questi anni in una dimensione internazionale.
Raramente nella storia della musica a una gestazione così ampia corrisponde una vetta altrettanto alta, in cui una costruzione sinfonica riesce a superare se stessa, in ciascuno dei movimenti che la compongono. eppure Mahler aveva le idee ben chiare. Dato che in una lettera del marzo 1896, destinata al critico Max Marschalk. lasciava intendere che la Seconda Sinfonia proseguiva il discorso musicale e concettuale della Prima.E così è parso anche ieri sera, in cui la coerenza del discorso musicale proseguiva con straordinaria lucidità e bellezza. E' stata un impresa faraonica quella di mettere in scena una Sinfonia di tale freschezza e tensione, con la qualità e la concentrazione opportune, determinando alla fine un risultato di grande efficacia e magnificenza nella fattura timbrica. Un'ora e venticinque minuti di grande musica, che hanno tenuto incollati al loro posto gli spettatori, incantati di fronte a tale abbacinante tensione nei momenti più trascinanti della Sinfonia mahleriana, fino ad esplodere nel finale così ricco di straordinaria e solenne bellezza. Un trionfo meritato dunque, del Coro, dell'Orchestra, e delle due splendide voci di Tanja Kuhn e Stefanie Iranyi, in una prima esecuzione stellare della Seconda Sinfonia di Mahler, con almeno 10 minuti di applausi scroscianti e meritati per tutti.

venerdì 2 febbraio 2018

Domenica 4 febbraio il giovane pianista Roberto Imperatrice suonerà Beethoven, Chopin e Prokofiev per "Gli Amici della Musica Arcangelo Speranza" di Taranto


Suonerà Beethoven, Chopin e Prokofiev il giovane talento del pianoforte, Roberto Imperatrice (nella foto), ospite della rassegna «Young» nella 74a Stagione degli Amici della Musica «Arcangelo Speranza», domenica 4 febbraio (ore 18) nel Salone della Provincia di Taranto. Gioca in casa, il ventiduenne musicista tarantino, attualmente allievo del barlettano Pasquale Iannone, tra gli esponenti di spicco della cosiddetta «scuola pugliese» di Michele Marvulli, altro maestro con il quale Imperatrice ha frequentato masterclass e corsi di perfezionamento. Ma lo sguardo sul mondo dei suoni di Imperatrice va ben oltre il semplice rapporto con lo strumento, visti gli studi critici su temi musicali sui quali è impegnato alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Bari.
Il concerto si aprirà con la Sonata n. 26 op. 81a «Das Lebewohl» di Beethoven e proseguirà con la Polonaise-fantaisie op. 61 di Chopin per chiudersi con la Sonata n. 6 op. 82 di Prokofiev. Tra gli altri pianisti di riferimento ci sono Roberto Cappello, Vincenzo De Filpo e Monaldo Braconi nella formazione di Imperatrice, vincitore del terzo premio al prestigioso XII Premio Nazionale delle Arti 2017 (competizione annuale indetta dal MIUR) e, ancora, finalista al XX Pietro Argento International Music Competition 2017. Vincitore lo stesso anno del primo premio assoluto al Concorso Internazionale «Antonio Salieri» di Legnago (Verona) con ben 3 premi speciali (Premio alla migliore esecuzione di un brano romantico, Premio alla migliore esecuzione di un brano del ‘900 e Premio “Magnani), ha preso parte al Coimbra World Piano Meeting in Portogallo, con annessa esibizione al Museo Nazionale «Machado de Castro» di Coimbra nel segno di Prokofiev, tra i suoi compositori preferiti. Inoltre, nel 2016 ha debuttato al Beethoven Piano Festival con l’Orchestra del Conservatorio Piccinni di Bari e, nell’ambito del medesimo festival, ha preso parte all’integrale delle Sonate per pianoforte del compositore tedesco.
Premiato in più di altri venti concorsi nazionali ed internazionali è vincitore assoluto dell’International Piano Award «Jacopo Napoli» 2017 e del quarto Concorso Nazionale «Luigi Rossi» di Torremaggiore, dove è stato premiato con la medaglia del Presidente della Repubblica «Giorgio Napolitano». Inoltre ha ricevuto il Premio Speciale della stampa durante il XIV Concorso musicale nazionale Città di Matera - Premio «Rosa Ponselle».
Biglietti Posto Unico € 5,00

giovedì 1 febbraio 2018

Concerto per la Memoria con Letizia Dei (soprano) e Liubov Gromoglasova (pianoforte) a Martina Franca.


Nella Giornata della Memoria la Fondazione Paolo Grassi, come ogni anno, ricorda la tragedia dell’Olocausto attraverso la musica, con un concerto per soprano e pianoforte il cui programma mira a sottolineare l'importanza della cultura ebraica nella storia della civiltà. Il soprano Letizia Dei (nella foto) e la pianista Liubov Gromoglasova saranno le protagoniste del concerto liederistico dedicato a compositori di origine ebraica di epoche differenti, da Mendelssohn a Bernstein, di cui tra l'altro quest'anno ricorre il centenario della nascita.
Appuntamento a sabato 27 gennaio 2018 alle ore 19.30 nell'Auditorium della Fondazione Paolo Grassi.
[Ingresso libero]

PROGRAMMA
Felix Mendelssohn-Bartholdy
da 6 Gesänge Op. 34: "Auf Flügeln des Gesanges"

Alban Berg
"7 Früer Lieder": Nacht, Schilflied, Die Nachtigal, Traumgekrönt, Im Zimmer, Liebesode, Sommertage.

Arnold Schönberg
da "Cabaret Songs":
Galathea
Arie aus dem Spiegel von Arcadien

Erich Wolfgang Korngold
"4 Shakespeare Songs", Op. 31:
Desdemona’s song
Under the Greenwood tree
Blow, blow, thou winter wind
When birds do sing

Dmitrij Šostakovič
Dalla poesia popolare ebraica, Op. 79a: "Canto della fanciulla"

Leonard Bernstein
"When my soul touches yours"
"Silhouette"

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LETIZIA DEI, soprano
Nata a Firenze inizia gli studi musicali prima alla Scuola di Musica di Fiesole poi al Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze dove consegue il diploma in canto sotto la guida della Maestra Marta Taddei. In seguito si perfeziona con i maestri Bruno Rigacci e Alessandra Althoff Pugliese. Ha frequentato i corsi del Mozarteum di Salisburgo, dell'Accademia di Alto Perfezionamento Cà Zenobio di Treviso, il Cantiere Lirico di Livorno e il Maggio Formazione. Fra i ruoli che ha debuttato ci sono Cherubino, Zerlina e Dorabella della trilogia Mozart-Da Ponte, Nedda da Pagliacci di Leoncavallo, Nella in Gianni Schicchi di Puccini. Ha partecipato a due World Première di International Opera Theatre di Philadelphia. È stata invitata dalla Harding university di Searcy in Arkansas a tenere concerti in America e in Inghilterra. Dal 2004 è docente della classe di canto presso l'Athenaeum Musicale di Firenze, per conto del quale dirige da 10 anni il Light Gospel Choir.

LIUBOV GROMOGLASOVA, pianoforte
Si è laureata con lode presso il Conservatorio Tchaikovsky di Mosca e ha continuato gli studi seguendo corsi di perfezionamento musicale presso il Conservatorio di Mosca nelle classi delle Prof.sse Kuznetsova e Sorokina. Si esibisce con successo a Mosca e all’estero come solista, in duo pianistico con la sorella Anastasia, con orchestre e in varie formazioni musicali, tra cui il Trio "Giconda De Vito" della Fondazione Paolo Grassi con cui ha realizzato una tournée in Spagna grazie al programma Puglia Sounds Export 2017. Ha vinto premi e diplomi in numerosi concorsi internazionali (Russia, UK, Italia). Collabora stabilmente con la Fondazione Paolo Grassi e con il Festival della Valle d’Itria.