giovedì 28 febbraio 2008

Domenica parte la nuova stagione musicale dell'Athenaeum di Barletta


Domenica 2 Marzo, alle ore 18.30 (porta 18.00), presso la Sala Athenaeum, in via Madonna degli Angeli 29, con un concerto dell'affermato Duo di Perugia (Violoncello - pianoforte), costituito da Vito Vallini e Giuseppe Pelli, avrà inizio la Nona Stagione Artistica dell'Associazione “Athenaeum”.Nella prima serata, dedicata alla musica da camera, il programma comprenderà tre celebri Sonate: la Sonata op. 6 in La maggiore dell'estroso e brillante compositore italiano Luigi Boccherini, le sonate op. 38 di Brahms e "Arpeggione" di Franz Schubert, due perle di Ciaikovskij e di Massenet, e, per finire, le brillanti Variazioni di Bravura di Paganini, seguiranno altri quindici appuntamenti.Infatti, dopo il primo concerto, si aprirà un "miniciclo" dedicato all'incanto degli strumenti a fiato: il 12 marzo, ci sarà il quartetto "Fagottissimo", formato da quattro eccellenti fagottisti rumeni, capeggiati da Pavel Ionescu, presente già lo scorso anno con il Trio Syrinx, capaci di svelare le insospettate virtù dei loro strumenti e proponendo un programma di gradevole impatto e presa sul pubblico.A seguire, domenica 16 Marzo, ci sarà l’atteso ritorno del duo Muciaccia - Donati, con il clarinetto e i sassofoni dell'estroso Giuseppe Muciaccia e il pianoforte di Luca Donati, ormai ben noto per il notevole virtuosismo che ben si accompagna alla capacità di spaziare ottimamente attraverso generi diversi; a seguire: il Duo Pitros, tromba - pianoforte, il 30 marzo, con uno stimolante programma che comprende anche musiche di George Gershwin e svelerà le molteplici virtù della tromba, capace di essere autoritaria e brillante e al contempo dolce e struggente; il 6 Aprile sarà di scena il duo per flauto e pianoforte, formato da Alessandro Crosta e Nadia Testa. Questo concerto, dal titolo "Jeux de flutes", sarà molto particolare, perchè il giovane flautista Alessandro Testa è, oltre che un eccellente musicista anche un collezionista di flauti antichi che ricerca con passione e fa restaurare, per poi utilizzarli nei suoi concerti; nel suo concerto, quindi, suonerà e illustrerà alcuni dei pezzi antichi e preziosi della sua straordinaria collezione. Il 13 Aprile l'atteso Duo Pianistico Musti, tornerà con un altro programma che come sempre accomuna la particolare ricercatezza nelle scelte e la gradevolezza d'ascolto: quest'anno le due sorelle eseguiranno un programma tutto di musiche di compositrici, in cui compare anche un brano della stessa Francesca Musti (nella foto).Il 20 Aprile sarà invece la volta del primo dei tre concerti dedicati al canto, che vedrà il pianista Stefano Sanfilippo accompagnare un soprano e un tenore, per la gioia del nostro pubblico. Gli altri due concerti lirici, nella seconda parte della stagione (che riprenderà ad ottobre), saranno quelli del soprano e del tenore siciliani Daniela Pede e Salvo Guastella, accompagnati dal pianista Stefano Sanfilippo, e quello che vedrà il ritorno del duo baritono e pianoforte Terenzio Russo - Francesca Musti, con un raffinato programma dal titolo "L'Impressionisme à travers les arts", che unisce le musiche degli autori del periodo corrispondente all'Impressionismo e la grande poesia di quell'epoca, declamate dal poeta Zaccaria Gallo che presenterà anche il concerto.
Il 4 maggio sarà la volta della violoncellista Daria Rossi Poisa, apprezzata già l'anno scorso in trio, che suonerà anche il 16 novembre in duo con il talentuoso chitarrista Massimo Baiocco, in una formazione dall'impasto timbrico inconsueto ma decisamente affascinante.L'11 maggio con un recital della pianista uruguayana Raquel Boldorini, si concluderà la prima parte della Stagione, che riprenderà ad ottobre con un'altra serie di concerti di alto livello: oltre a quelli già citati, il recital dell'ottimo pianista Giovanni Cultrera, il saxofonista Carmelo Quagliata, il duo flauto - pianoforte Sacha De Ritis - Michela De Amicis, con un programma spumeggiante e accattivante, e l'atteso Duo Pianistico Musti, che ritorna ancora una volta con un programma scelto con particolare cura nell'accostamento di brani di spessore e insieme di piacevole ascolto.A conclusione della Stagione, ci sarà il 14 Dicembre un concerto del duo composto dai coniugi Maria Musti e Luca Donati, che eseguirà un programma di divertimenti e fantasie su temi d'opera, assai coinvolgenti e gradevoli, dal titolo "Charmes de l'Opéra italien".Ingresso: euro 10,00; abbonamento per 16 concerti: euro 50,00.Per maggiori info: 0883/348748. Informazioni più dettagliate sulla stagione sono presentinella sezione "Programma" del sito dell'associazione: http://www.associazioneathenaeum.it/

mercoledì 27 febbraio 2008

Quale Orchestra per il "Nuovo" Teatro Petruzzelli?

Continuano a ritmo incessante i lavori al Teatro Petruzzelli di Bari e questo costituisce, senz’ombra di dubbio, un buon segno. La data del 6 dicembre, del resto, non è poi così lontana. Il “count down” digitale collocato in Piazza Ferrarese fortemente voluto dal sindaco di Bari e presidente della Fondazione Petruzzelli, Michele Emiliano, è lì a testimoniare che questa volta si fa sul serio.
In questi ultimi giorni la Gazzetta del Mezzogiorno, Repubblica e il Corriere del Mezzogiorno, le tre principali testate giornalistiche cartacee presenti in Puglia si sono soffermate sulla futura organizzazione e gestione del “Nuovo” Petruzzelli. Riflessione circoscritta principalmente a quelli che saranno gli organici artistici a disposizione dell’ente gestore. Oltre al Coro della Fondazione Petruzzelli, manca invero ancora un’orchestra e un corpo di ballo stabili, essendo in semplice regime di convenzione l’utilizzo a tempo pieno per la stagione lirica dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.
In seno all’odierno CdA della suddetta fondazione si dovrebbe poter finalmente contare su delle decisioni che sgombrino il campo dalle ipotesi più disparate.
La giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Enrica Simonetti, si chiede giustamente in un articolo pubblicato il 16 febbraio scorso se per la futura compagine che suonerà al Petruzzelli “sarà assorbita in toto l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari o si terrà un concorso pubblico?”.
Se il sovrintendente Giandomenico Vaccari e il CdA della fondazione barese non vorranno usare due pesi e due misure (per il Coro si è smantellato, senza motivo apparente, quello esistente per crearne uno nuovo di zecca) la nascita dell’orchestra del Petruzzelli dovrebbe, a mio parere, essere legata ad un regolamentare concorso pubblico con tutte le rituali audizioni del caso.
Certo, come fa notare Fabio Losito, il nuovo assessore alla Cultura della Provincia di Bari, in un’intervista rilasciata proprio oggi alla Gazzetta (“un’orchestra è un percorso collettivo, non può essere una sommatoria di individui e quindi credo che l’Orchestra Sinfonica della Provincia sia un ottimo zoccolo duro da cui partire per poi innescare forze giovani”) l’Ico barese può e deve costituire un punto di partenza, anche perché la Provincia che ha stabilizzato, durante la precedente giunta di Marcello Vernola, una cinquantina di professori potrebbe poi contare sui due milioni e 800mila euro di bilancio sinora destinati alla sua compagine sinfonica e dunque disponibili per altre lodevoli finalità (si parla, per esempio, di un’orchestra giovanile).
A me personalmente sembra che il ragionamento dell’assessore provinciale non faccia una grinza. Il problema però è anche un altro: siamo proprio sicuri che il livello attuale dell’orchestra della Provincia sia paragonabile a quello di altre orchestre stabili delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane?
Chi scrive ha avuto la fortuna di ascoltare, di recente, l’eccellente Orchestra del Teatro Regio di Parma. Nella stessa giornata l’orchestra parmigiana si è distinta per una splendida prova generale di “Traviata”, diretta magistralmente da un “certo” Yuri Temirkanov e, ad appena tre ore di distanza, la stessa compagine era già nel piccolo, sublime teatrino di Busseto per la Prima dell’ “Oberto di San Bonifacio”. Ecco un esempio significativo di cosa sia un’orchestra di autentici professionisti e che può naturalmente contare su un organico di almeno una novantina di professori. Parma, teniamolo a mente, non è certo Roma o Milano, ma è una piccola città di grande storia, grandi tradizioni e riconosciuta civiltà cultural-musicale.
Ecco perché è plausibile, concepibile il paragone con Bari. E’ quasi lapalissiano, ma nessuno, proprio nessuno potrà subito aspettarsi al Petruzzelli un’orchestra del livello dell’Accademia di Santa Cecilia o del Teatro alla Scala, ma è lecito aspirare a crearne una nuova (il cui zoccolo duro sia magari costituito dai musicisti più meritevoli della Sinfonica barese) che possa alimentarsi, per esempio, anche dei numerosi e straordinari giovani talenti sfornati annualmente dai conservatori pugliesi. Il tutto, si badi bene, attraverso una logica non sindacalistica ma meritocratica. Al Metropolitan di New York - mi raccontava qualche tempo fa il maestro Massimiliano Stefanelli – le audizioni dei professori d’orchestra si fanno tutti gli anni per verificare che il livello permanga sempre altissimo. Perché qui in Italia questo non è proponibile?
Certo è che per sviluppare e poi mantenere un eccellente standard qualitativo le verifiche periodiche sono indispensabili. L’orchestra, in fondo, è come il motore di grossa cilindrata di una Ferrari o di una Lamborghini: bisogna farle con una cadenza (almeno) biennale il tagliando.
A completare poi il quadro la Fondazione Petruzzelli si dovrebbe dotare di un direttore musicale che possa far debitamente crescere l’orchestra. Per far questo servono soldi, tanti soldi. Il bilancio stanziato e approvato dal CdA della fondazione barese per il 2008 è di 7 milioni 685mila euro è però ben al di sotto di quelli delle più importanti “consorelle” nazionali. Alla Scala di Milano con un terzo del suddetto bilancio barese si è infatti potuta allestire nel 2006 l’ “Aida” di Verdi per la faraonica, lussureggiante (e quanto criticata) regia di Franco Zeffirelli e la direzione di Riccardo Chailly. A Bari le folli spese scaligere non saranno fortunatamente mai possibili. Questo dato però non deve limitare, o peggio, svilire le giustificate ambizioni di una città che ha troppo sofferto e atteso il ritorno nel suo storico Politeama. Aspettiamo, pertanto, fiduciosi il 6 dicembre 2008.

Successo meritato per i Cameristi di Bari alle prese con l'arduo Quartetto per la fine dei Tempi di Messiaen


“Concepito e scritto durante la mia prigionia, il Quartetto per la fine dei Tempi” fu dato in prima esecuzione nello Stalag VIII A il 15 gennaio 1941, da Jean Le Boulaire (violinista), Henri Akoka (clarinettista), Etienne Pasquier (violoncellista) e da me stesso al pianoforte. Esso è stato direttamente ispirato a questa citazione dell’Apocalisse. Il suo linguaggio musicale è essenzialmente immateriale, spirituale, cattolico. I modi, realizzanti melodicamente ed armonicamente una sorta di ubiquità tonale, avvicinano l’ascoltatore all’eternità nello spazio infinito. Ritmi speciali, fuori da ogni misura, contribuiscono potentemente ad allontanare la dimensione temporale.
Tutto ciò restando esperimento e balbettio, se si pensa alla grandezza schiacciante dell’argomento! Questo Quartetto consta di 8 movimenti. Perché? Sette è il numero perfetto, la creazione di 6 giorni santificata dal sabato divino; il 7 di questo riposo si prolunga nell’eternità e diviene l’8 della luce indefettibile, della inalterabile pace.” (Olivier Messiaen). Ciò che precede è un estratto della prefazione - scritta dallo stesso compositore francese Messiaen - al suo notissimo “Quartetto per la fine dei Tempi”. Vi ho fatto cenno per calare chi legge in quell’atmosfera che anche un ascoltatore non particolarmente avvezzo alla musica contemporanea può tranquillamente percepire. L’Accademia dei Cameristi di Bari ne ha proposto un’ esecuzione di eccellente spessore lunedì scorso nella suggestiva cornice Auditorium Vallisa nel borgo antico. Come sempre protagonisti ne sono stati giovani musicisti di talento. Del resto Mariarita Alfino, presidente della meritoria associazione musicale barese, ha sempre abituato il suo pubblico a godere di concerti di elevato standard qualitativo (contenenti non di rado composizioni poco, o addirittura, mai eseguite).
Per l’occasione, affiancato al suddetto impegnativo Quartetto di Messiaen riletto con appassionante, lacerante pathos espressivo e buona abilità tecnica da Vito Dicintio (clarinetto), Serena Soccoia (violino), Gaetano Simone (violoncello) e Viviana Velardi (pianoforte), c’era il Trio per clarinetto, violino e pianoforte di Aram Khačaturian. Musicista armeno anch’egli, se vogliamo come Messiaen, di originalissima e ibrida formazione (pienamente rispecchiata dalla sua poetica), dove si accavallano ben visibili le influenze di melodie popolari georgiane, azerbeigiane, oltre che armene. Pagina dunque comunicativa e di brillante impatto espressivo e anch’essa ottimamente riletta da Vito Dicintio, Serena Soccoia e Viviana Velardi. Successo caloroso e meritato per i giovani e validi interpreti della serata. Prossimo concerto da non perdere il 17 marzo, sempre in Vallisa: in programma musiche di Brahms e Dvorak.

martedì 26 febbraio 2008

Giovedì concerto gratuito in memoria delle vittime del lavoro al Teatro Piccinni di Bari



La Fondazione Petruzzelli, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche del Lavoro della Provincia di Bari, dedica una serata musicale ad un tema di scottante attualità.
Giovedì 28 febbraio alle 21.00, al teatro Piccinni, avrà infatti luogo il “Concerto in Memoria delle Vittime del Lavoro”. Dirigerà l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari un giovane e apprezzato maestro del calibro di Giuseppe La Malfa (nella foto); nelle vesti di solista vocale il soprano Luisa Castellani. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
In programma: la Sinfonia n. 5 in Do minore op. 67 di Ludvig van Beethoven, il "Valse triste" di Jan Sibelius i "Folk Songs" di Luciano Berio.
La guida all’ascolto dedicata al concerto, firmata dal musicologo Dinko Fabris, è on line sul sito http://www.fondazionepetruzzelli.it/
Informazioni: Botteghino del teatro Piccinni, Corso Vittorio Emanuele 84, Bari. Tel: 080.521.24.84

Buon compleanno Rossini!


Per la XIII Stagione del Collegium Musicum, venerdì 29 febbraio alle 19 nella Biblioteca Provinciale Santa Teresa dei Maschi - De Gemmis, omaggio dei solisti del Collegium Musicum, l'ottimo ensemble cameristico fondato e diretto da Rino Marrone (nella foto), al geniale Maestro Gioachino Rossini.
Carmine Scarpati e Antonio Papapietro (violini), Giovanna Buccarella (violoncello) e Giovanni Rinaldi (contrabbasso) interpreteranno le raffinate "Sonate a quattro per due violini, violoncello e contrabbasso" composte da un Rossini appena dodicenne, nel 1804.
In particolare verranno eseguite la n. 1 in Sol maggiore, la 6 in Re maggiore, la n. 3 in Do maggiore. Si tratta di composizioni di elegante fattura e di mirabile freschezza. Informazioni e biglietti nella sede operativa del Collegium, in via Dante 237, tel. 080.522.79.86.

Ad Alessandria Cecilia Chailly e Dario Moretti in uno spettacolo pensato per i bambini


La brava e affascinante arpista Cecilia Chailly mi segnala: "Felicità di una stella", uno spettacolo pensato per i bambini, ma anche per i grandi, prodotto dal Teatro all'improvviso di Mantova. Ne saranno protagonisti sulla scena, Dario Moretti e la stessa Cecilia (insieme nella foto) dal 26 al 29 febbraio 2008 presso il Teatro Comunale di Alessandria (alle 10). Ulteriori informazioni sono disponibili sul website dell'artista: www.ceciliachailly.com/

venerdì 22 febbraio 2008

Buone notizie da Lucerna


Ecco qualche bella notizia da Lucerna, che gli amici Barbara Higgs e Michele Paparone dell’Ufficio Stampa e Comunicazione del Festival, mi inviano sempre con puntualità, direi proprio…svizzera. Di questo li ringrazio, anche perché a Lucerna chi scrive amerebbe vivere (almeno) sei mesi l’anno. Paesaggio meraviglioso a parte, c’è una civiltà, un livello di cultura, un rapporto di tale schiettezza e simpatia con le persone…Beh lasciamo perdere, altrimenti mi commuovo al ricordo di quei dieci giorni fantastici passati lì nell’agosto del 2003.
Il decimo Festival pianistico di Lucerna si è concluso con grande successo, come anche il fine settimana commemorativo dell’indimenticabile Maestro Herbert von Karajan (26 e 27 gennaio 2008: quest'anno ricorrono infatti i cento anni dalla sua nascita). A Lucerna si attende ora, a partire dal 6 marzo, il Festival di Pasqua, incentrato sulla musica sacra e sinfonica. Da segnalare il ciclo integrale di sinfonie, ouvertures e concerti di Beethoven con Bernard Haitink alla guida della Chamber Orchestra of Europe che partirà il prossimo marzo per poi continuare in estate e a Pasqua del 2009.
A Pasqua ci saranno, tra l’altro, anche Nikolaus Harnoncourt e il suo inseparabile Concentus Musicus Wien (in programma la sublime Johannes-Passion di Bach) e Mariss Jansons e l’eccellente Orchestra Sinfonica della Bayerischen Rundfunks per l’esecuzione dell’intensissimo “Deutsche Requiem” di Brahms. In estate l’attesa settimana musicale con Claudio Abbado e la sontuosa Lucerna Festival Orchestra che apriranno con un raffinato concerto dedicato ad autori francesi e nel quale spicca come solista vocale l’angelico (sia vocalmente che esteticamente) mezzosoprano Magdalena Kožená (nella foto). Con le anticipazioni mi fermo qui, “sognando”, magari, di fare un salto nell’adorata Lucerna almeno in estate…
Tutte le date dei concerti (e non solo) del Festival di Pasqua e del Festival estivo sono naturalmente disponibili sull’efficiente website della strepitosa manifestazione musicale svizzera. Se siete veri appassionati di Grande Musica un viaggio a Lucerna è d’obbligo. Almeno una volta nella vita.

Lunedì nel segno di Khachaturian e Messiaen nuovo appuntamento in Vallisa con i Cameristi di Bari


Nuovo e stimolante concerto lunedì 25 febbraio in Vallisa (alle 20.00) della stagione dell'Accademia dei Cameristi. In programma due pagine di particolare interesse: il Trio per clarinetto, violino e pianoforte di Aram Khaciaturian e il celebre Quartetto per la fine dei tempi di Olivier Messiaen. Ne saranno interpreti Vito Dicintio (clarinetto), Serena Soccoia (violino), Gaetano Simone (violoncello) e Viviana Velardi (pianoforte). Ecco di seguito una pregevole guida all'ascolto della musicologa Detty Bozzi. "Aram Khaciaturian nacque a Tbilisi, in Armenia: studiò violoncello e composizione a Mosca dal 1922 al 1929. Si impose all’attenzione internazionale con i due Concerti, quello per violino e quello per pianoforte. La sua posizione intellettuale ed ideologica lo rese organico al potere sovietico: per le questioni di ordine musicale il celebre Andrej Zdanov divenne plenipotenziario staliniano per l’arte, con il compito perentorio di sorvegliare tutte le opere musicali e tutte le idee e gli stili in via di definizione (molti furono i compositori russi del periodo accusati spesso di deviare dalle regole di un’arte “bolscevica”). Nel contempo Khacaturian non trascurò l’influsso folklorico della sua terra: portò avanti, proprio in Armenia, una missione didattica “anticonformista”, preparando il terreno alle più giovani leve artistiche (T. Mansurian e A. Terterjan). “Sarà il primo musicista sovietico a scrivere all’indomani della morte di Stalin che “è ora di porre fine al falso sistema della tutela amministrativa di cui soffrono i nostri compositori”: ma la tutela, secondo lo storico Jean-Noel von der Weid, sarebbe stata ancora una consuetudine, difficile da sradicare. In qualità di compositore, Khaciaturian può essere considerato un artista tradizionale, legato sostanzialmente al sistema tonale. Fu lui stesso a proclamare un credo artistico legato al popolo: “I compositori devono essere attivi combattenti della nostra arte socialista. Non è sufficiente che essi creino la musica; è necessario che sentano gli interessi della società, vivano gli interessi del popolo. L’artista è l’uomo che sensibilmente percepisce e assimila i palpiti di vita e sa rifletterli nella sua opera”. Nel caso del Trio per clarinetto,violino e pianoforte, opera del 1932, la sua concezione “populista” si colora di elementi linguistici orientali, ben rilevabili nel primo e terzo movimento (tutta la sua musica è stata ricca di influssi melodici georgiani, azerbeigiani, oltre che armeni) e finanche d’oltre oceano (un sottofondo armonico prettamente jazzistico accompagna il tema del moderato finale). La sua musica, molto comunicativa, genera un senso di appartenenza etnica e un’identità sociale perfettamente in linea con i precetti politici sovietici. Ben diverso appare il ruolo di Olivier Messiaen, singolare figura di artista, la cui evoluzione stilistica segue il sorgere delle avanguardie musicali francesi: come lucidamente afferma von der Weide, Messiaen è “musicista di policrome vetrate sonore, teologo, colorista del suono, ornitologo, studioso del ritmo”. Già a partire dal 1930 vi fu una rapida ascesa professionale: Messiaen divenne titolare degli organi della Chiesa della Trinità a Parigi, immerso in sconvolgenti improvvisazioni strumentali. Nel contempo mise a punto un complesso sistema di esplorazione dell’universo modale (non trascurando comunque quello tonale di partenza), in parallelo con le peculiari qualità di estensione del concetto di ritmo, traendo ispirazione soprattutto dalla metrica greca e dalla musica indiana, nonché dalla grande lezione storica del “Sacre” di Stravinskij. Nel campo della musica da camera, il Quartetto per la fine dei tempi (1940 - 41) è documento altamente simbolico, frutto di uno sforzo costruttivo di straordinario valore. E’ un vasto affresco, testimonianza della intensa spiritualità di Messiaen, evocazione di un’epoca tragica, segnata dalla profonda crisi dei valori di “progresso” e di “civiltà”, ma orientata verso una segreta speranza di rinascita dopo tanti orrori. La creazione di questo brano fu davvero fortuita: approfittando della presenza di tre musicisti internati in un campo (Jean le Boulaire al violino, Henri Akoka al clarinetto ed Etienne Pasquier al violoncello), Messiaen scrisse dapprima un Trio, presto completato con movimenti includenti il pianoforte. Le condizioni drammatiche nelle quali si svolse la prima esecuzione (15 gennaio 1941, Stalag VIII A, Gorlitz, Slesia, campo di prigionia) sono descritte qui di seguito: “Il freddo era atroce, lo stalag sepolto sotto la neve. I quattro esecutori suonavano su strumenti rotti: il violoncello d’Etienne Pasquier non aveva che tre corde, i tasti del mio pianoforte verticale, se abbassati, non risalivano. I nostri abiti erano inverosimili: mi avevano insaccato in una giacca verde tutta strappata, e portavo zoccoli di legno. Il pubblico comprendeva tutte le classi sociali: preti, medici, piccolo-borghesi, militari di carriera, operai, contadini”. La partitura si compone di otto movimenti. Essi prevedono una partecipazione distinta dell’ensemble, in un insieme vario ed articolato: il terzo movimento è l’unico destinato ad un solo esecutore, il clarinetto; il quinto e l’ottavo sono dedicati rispettivamente al duo pianoforte-violoncello e pianoforte-violino, il quarto movimento è riservato al trio di strumentisti senza pianoforte; i restanti quattro movimenti sono concepiti per quartetto (il primo, secondo, sesto e settimo). La sua scrittura strumentale, così sensibile al colore come alle figure, alle simmetrie come alle irregolarità ritmiche, alla percezione “pura” del suono come allo spessore timbrico, ha propagato influenze durature su numerosi musicisti del nostro presente. “Le analisi di Messiaen non sono rimaste famose a causa della loro pertinenza rispetto a categorie teorico-musicali. Penso che esse abbiano lasciato segno in tutti coloro che vi assistettero per un’altra ragione: gli allievi osservavano direttamente il lavoro di un compositore, ascoltavano un musicista che parlava della propria arte con immagini che non appartenevano che a lui, e tutto ciò non poteva che risolversi in un potente stimolo per lo studente che cercava, anch’esso, la sua strada nella composizione” (da un ricordo del compositore François Nicolas)."

mercoledì 20 febbraio 2008

"Musica ed erotismo" di Maria Rosa C.

"La Musica può essere vista ed interpretata in modi diversi. Vorrei dare il mio modesto parere sul concetto di Musica: il parere di una scrittrice erotica. Mi chiamo Maria Rosa C. è ho iniziato due anni fa a scrivere racconti e romanzi erotici. Penso che l’Erotismo si sveli in molte forme: nel silenzio di uno sguardo, di un contatto furtivo, in un profumo, in un languido movimento del corpo, ma ancor di più nella danza e nella musica. Ancora oggi popolazioni tribali improvvisano erotiche danze prima dell’accoppiamento. Nei paesi arabi la danza del ventre è considerata la “ danza dell’amore”, per non parlare della Passione nel Tango argentino ma… esisterebbe la danza senza la Musica?? No!! La Musica suona il nostro corpo come fosse uno strumento: pizzica, accarezza, fa vibrare le corde dei nostri sentimenti, riaccende emozioni e ci permette di trasmetterle agli altri.La Musica ci esalta e si adatta ai nostri umori…Se abbiamo bisogno di rilassarci, di rigenerarci, di stare con noi stessi c’è sempre la musica giusta.Quale donna (o uomo) non ha un bel ricordo legato ad una melodia? Una notte di folle Passione, o un Amore perduto o appena conquistato…la Musica è li pronta a sostenerci!
Sono nata in Puglia, una terra meravigliosa. Il profumo dell’origano, l’odore del mare, le pietre bianche di Alberobello sono dentro di me: e con loro il mio adorato nonno. Mi ha avvicinato alla musica ancora bambina. Ascoltavo rapita la musica classica e la lirica tra le sue braccia amorevoli, pensavo di riuscire a spiccare il volo trasportata dalle note. Ho poi studiato pianoforte appena tredicenne ed ho compreso come anche l’età contribuisca a far cambiare il gusto musicale.
E’ recente la mia preferenza verso i ritmi spagnoli, che mi hanno convinta a studiare Flamenco per sette anni. Ed ora studio canto: non è forse Musica il canto di un uccellino? E non troviamo dolce il pianto di un bambino? Ovunque è musica! Sono caratterialmente passionale, l’erotismo scorre naturalmente nelle mie vene ma si fonde con la Musica…Ed è proprio questa splendida miscela che mi fa sentire Viva!! "
MARIAROSA C.

Marc Albrecht dirige la Sesta Sinfonia di Mahler a Torino


Giovedì 21 febbraio 2008 torna all'Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino e sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Marc Albrecht (nella foto), recentemente nominato Direttore Musicale dell'Orchestra Filarmonica di Strasburgo. La sua carriera è iniziata come assistente di Claudio Abbado con la Gustav Mahler Jugendorchester a Vienna, ed è proseguita ad Amburgo, Dresda e Darmstadt. In concerto ha diretto orchestre come i Berliner Philharmoniker, il Concertgebouw di Amsterdam, i Münchner Philharmoniker, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo, mentre in teatro ha ottenuto grandi successi all'Opéra di Parigi, al Festival di Bayreuth, dove ha diretto una nuova produzione di Der fliegende Olländer, al Festival di Salisburgo, dove ha diretto Die Bacchantinen di Wellesz, e alla Deutsche Oper di Berlino, dove è stato Primo direttore ospite dal 2001 al 2004.
In programma la Sesta sinfonia di Gustav Mahler, composta nelle estati del 1903 e 1904 nel buon ritiro di Maiernigg, sul Wörthersee, in Carinzia, nota al pubblico per i poderosi colpi di martello che si abbattono sull'ultimo movimento come simbolo del destino avverso, e molto apprezzata da compositori come Arnold Schönberg, che ne apprezzò la logica costruttiva, e Alban Berg, che la definì "l'unica Sesta, malgrado la Pastorale".
Il concerto di giovedì 21 febbraio è trasmesso in collegamento diretto su Radio3, e sarà replicato venerdì 22 alle ore 21 a Torino, e sabato 23 alle ore 20.30 a Reggio Emilia, al Teatro Romolo Valli.

martedì 19 febbraio 2008

A Castellana Grotte e Molfetta si terrà un significativo omaggio all'indimenticabile Giorgio Gaber

Giovedì 21 febbraio 2008, alle ore 20.45, presso il Teatro SO.CRA.TE. di Castellana Grotte, l’Associazione Musicale “Auditorium” inaugurerà la sua XXXII stagione concertistica con lo spettacolo“Mondo G” (Omaggio a Giorgio Gaber). Il recital di teatro musicale, prodotto dall’Associazione e ideato da Raffaele Zanframundo, che nel corso della sua carriera vanta prestigiose collaborazioni con registi e attori del calibro di Mario Missiroli e Giorgio Albertazzi, vede la partecipazione del “Quartetto G”: Davide Berardi (voce e chitarra), Vito Maria Laforgia (contrabbasso e direzione musicale), Vittorio Gallo (sax), Adolfo La Volpe (chitarra - looping).
Visuals di Donatello D’Onghia; Luci di Gaetano Coltella; Assistente alla regia Venere Rotelli. Il giorno seguente, venerdì 22/02/08, lo spettacolo si replica al Teatro Odeon di Molfetta alle ore 20.45.

Botteghino ore 20.00
Prezzi biglietti a Castellana: Platea € 12,00 -Galleria € 8,00 - Studenti € 6,00;
Prezzi biglietti a Molfetta : € 15,00 - €10,00 - € 8,00

Prevendita presso il TEATRO SO.CRA.TE. e il Teatro ODEON
Per info: http://www.associazioneauditorium.it/

Teatro Socrate, via Brennero - Castellana Grotte 080.4965107;
Teatro Odeon: Via Baccarini, 104, Molfetta – 080.3971920;

Alessandro Zignani "racconta" la Terza Sinfonia di Gustav Mahler a Casa Giannini


Domani mercoledì 20 febbraio, alle 18.30, a Casa Giannini (in via Sparano a Bari) nuovo appuntamento con "IL FANTASMA DEL DIRETTORE", ciclo di conversazioni curate con rara competenza dal noto musicologo riminese Alessandro Zignani.
In questo incontro si parlerà dell'esecuzione della "Terza Sinfonia" di Gustav Mahler e naturalmente del ruolo del direttore d'orchestra nell'interpretazione di questo straordinario capolavoro, in cui il grande compositore austro-boemo "matura tutti i suoi mezzi di espressione, in una tragica cosmogonia dalle terrificanti proporzioni; ben sei movimenti, di cui il primo è forse il più lungo della intera letteratura sinfonica. Con Mahler nasce la crisi del linguaggio del XX secolo, crisi esistenziale, dissoluzione delle forme e dell'armonia, immerse in una sapienza compositiva e strumentale che paiono inesauribili."

Infotel: 080.524.68.64.

La celebre pianista Lilya Zilberstein suona domani per la Camerata Musicale Barese


"Colpo grosso" della Camerata Musicale Barese che domani sera (alle 20.45) ospiterà nell'ambito della sua 66esima stagione presso il cineteatro Nuovo Palazzo di Bari un significativo recital della prestigiosa pianista russa Lilya Zilberstein (nella foto). In programma musiche di Rachmaninov (13 Preludi op. 32) e Musorgskij (Quadri da un'esposizione).
Nata a Mosca, la celebre virtuosa ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di 5 anni con Ada Traub alla Scuola Speciale di Musica Gnesin, dove si è diplomata con medaglia d'oro nel 1983. Ha poi continuato gli studi , sempre a Mosca, all'Istituto Pedagogico Musicale Gnesin con Alexander Satz, con cui ha poi concluso il ciclo di studi nel 1988.
Ha vinto nel 1985 il Concorso Russo e il Concorso Pan-Sovietico di Riga, e nel 1987 il Primo Premio al Concorso Busoni di Bolzano, aggiudicandosi anche il Premio Speciale del Pubblico. Da allora ha iniziato un'intensa attività concertistica internazionale, che l'ha vista suonare con grandissimo successo in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone.
In Italia dopo la vittoria al Concorso Busoni Lilya Zilberstein ha debuttato con immediato successo al Maggio Musicale Fiorentino del 1988 , e ha tenuto da allora più di 150 concerti per tutte le più importanti istituzioni musicali.

Nel 1998 le è stato attribuito a Siena il Premio Internazionale "Accademia Musicale Chigiana" . Nel 1999 ha debuttato al Teatro alla Scala con l'Orchestra Filarmonica sotto la direzione di Semyon Bychkov con vivo successo e nel Teatro milanese è tornata nel 2000 e nel 2003 con eguali consensi.
Lilya Zilberstein ha suonato con direttori del calibro di Claudio Abbado, Semyon Bychkov, James Levine, Neeme Järvi, Christoph Eschenbach, Ivan Fischer e con orchestre quali i Filarmonici di Berlino, la Chicago Symphony, la Filarmonica della Scala, la London Symphony e la Royal Philharmonic Orchestra .
Lilya ama anche far musica da camera e suonare in duo con eccelsi artisti come il violinista Maxim Vengerov e la pianista con Martha Argerich; quest'ultima la invita ogni anno al suo splendido Festival a Lugano.
Incide per la celebre yellow label Deutsche Grammophon e particolare successo ha ottenuto il suo compact disc dedicato al Secondo e Terzo Concerto di Rachmaninov con la Filarmonica di Berlino diretta da Claudio Abbado, registrato durante i concerti tenuti insieme alla Philarmonie di Berlino.

lunedì 18 febbraio 2008

Piace l'algida e sperimentale "Butterfly" di Daniele Abbado in scena al Teatro Piccinni Bari

Non sono passati nemmeno due anni dal successo dell’accoppiata Federico Tiezzi (regista) e Daniel Oren (direttore d’orchestra) nella Madama Butterfly (in quell’occasione Cio-Cio-San era magnificamente interpretata da Fiorenza Cedolins), che qui a Bari il celebre titolo pucciniano viene riproposto al Teatro Piccinni con un nuovo allestimento - appositamente prodotto dalla Fondazione Petruzzelli - per omaggiare i 150 anni dalla nascita del grande compositore lucchese.
La regia è affidata a Daniele Abbado, mentre la direzione musicale resta ancora una volta nelle mani del vulcanico Oren. Protagonisti principali in scena, la giovane cantante canadese Liping Zhang (Cio-Cio-San), Joseph Calleja (Pinkerton), Tiziana Carraro (Suzuki) e Marco Di Felice (Sharpless).
Ho visto la seconda recita e almeno da un punto di vista musicale mi è sembrata inferiore rispetto alla succitata edizione. Due anni fa Oren mi convinse di più nella cura dell’orchestrazione e la stessa Orchestra della Provincia si comportò in modo (quasi) eccellente. Questa volta, senza nulla togliere alla travolgente (anche troppo…) personalità musicale del maestro israeliano, i risultati non sono stati altrettanto validi. La compagine barese è parsa in più momenti distratta e poco intonata; insomma non era proprio in serata. Cose che capitano. Meglio il Coro della Fondazione e le singole voci in scena. Su tutte quella del soprano canadese Liping Zhang (nella foto di Vito Mastrolonardo), che ha disegnato una commovente interpretazione scenica d’intimo, rassegnato dolore, arricchita da una dolcissima, fragile vocalità. Squillante e sicuro negli acuti il Pinkerton di Calleja, ma con qualche problema nel “vibrato”del registro centrale. Un po' discontinue le prove di Tiziana Carraro e Marco Di Felice che delineano però con scenica credibilità i loro rispettivi ruoli. Uno dei motivi di maggior interesse di questo nuovo allestimento della Butterfly era però rappresentato dalla regia di Daniele Abbado. Scena unica quella di Graziano Gregori con un cubo aperto e chiuso da algidi ospedalieri pannelli in continuo movimento; ribalta leggermente in pendenza, di stampo minimalista, mentre sul fondo del palcoscenico sale e scende un “ascensore” con i parenti di Cio-Cio-San ; prosciugate tutte le giapponeserie, bello il creativo gioco di luci e prospettive firmato dal bravo light designer Valerio Alfieri, coerenti ed eleganti, infine, i costumi di Carla Teti.
Quello che mi è piaciuto di questa nuova regia di Abbado è stata l’intensità dinamica dei protagonisti che contrastava apertamente con una scenografia di così gelida espressività. Alla fine la disperata Butterfly si suicida (anche) attraverso la cruda metafora di un fondale che gradatamente ma inesorabilmente si lacera al sole di un destino già scritto. Caloroso successo.

sabato 16 febbraio 2008

Lunedì al Teatro Piccinni The Swingle Singers in concerto per la Camerata Musicale Barese


Sarà dedicato a Carlo De Venuto (purtroppo scomparso in questi giorni) uno dei fondatori della Camerata Musicale Barese, il concerto di lunedì 18 febbraio al Teatro Piccinni di Bari dei “Swingle Singers” (alle 20.45). Carlo De Venuto dedicò, per quasi 70 anni, le sue migliori e generose energie all'arte ed alla cultura musicale. “The Swingle Singers” è un gruppo vocale inglese con pochi rivali al mondo: ne fanno parte due soprani, due mezzosoprani, due tenori e due bassi. Con la loro impeccabile tecnica, la notevole armonia e la fusione dei timbri musicali, questi otto interpreti danno veramente voce alla musica; le loro corde vocali sono altrettanti strumenti, capaci di una infinita gamma di vibrazioni e di sfumature che fanno davvero pensare ad una orchestra affiatata ed omogenea. Nel loro programma “Beauty and the Beatbox” figurano compositori di tre secoli dal ‘700 al ‘900, dalla musica classica al jazz, da Purcell, Albinoni, a Ravel, Gerswin, Corea e Piazzolla sino ai tempi nostri.
“The Swingle Singers” hanno cantato in tutto il mondo e, di recente, anche alla Scala di Milano. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso gli uffici della Camerata Musicale Barese in Via Sparano 141 – tel. 080/521.19.08.

venerdì 15 febbraio 2008

I luoghi della Musica

Il Centro Studi “Mousikè”, in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Bari (Ass. Pasquale Martino) e al Centro Ricerche Musicali “Casa Piccinni” propongono un ciclo di lezioni/concerto seguite da visite guidate nei luoghi della musica del centro storico barese.
Scopo dell’iniziativa è la riscoperta di luoghi quali la Basilica di S. Nicola e la Cattedrale (nella foto), sedi in un lontano passato di una importantissima attività musicale e la casa natale del musicista barese Niccolò Piccinni, in piazza Mercantile.
Sono previsti 10 incontri (a partire dalle ore 9,30) nei giorni 15-16-29 Febbraio; 1-15-29 Marzo; 5-11-18-19 Aprile 2008. Alla visita parteciperanno gli allievi delle scuole elementari e medie: Pascoli, Azzarita, B. Grimaldi, Lombardi, Duse, Imbriani, Quasimodo/Melo, Don Milani, Verga. Le visite sarranno a cura della Dott.ssa Silvia Gesuita mentre le lezioni/concerto vedranno protagonisti i maestri Angelo De Marzo (organo), Debora Del Giudice (clavicembalo), Gianluigi Bello (liuto), Massimo Lazzazera (flauto, cornamusa, cromorno). Infotel. 329.59.88.550.

Mercoledì al Kursaal Santalucia c'è il debutto del Piccinniensemble diretto da Valfrido Ferrari




Nell’ambito della 66ª Stagione Musicale 2007 / 2008 della Fondazione Concerti “Niccolò Piccinni”, mercoledì 20 febbraio (alle ore 21.00), presso la Sala Giuseppina del Cine-Teatro Kursaal Santalucia (Largo Adua 5/9 – Bari), si terrà il primo concerto del Piccinniensemble, diretto dal M° Valfrido Ferrari.
Per la significativa occasione verrà eseguita la composizione di Nicola Sani (nella foto) “Riflessione sull’indifferenza” per flauto e orchestra d’archi (Prima Esecuzione Mondiale). Nel ruolo di solista parteciperà al concerto il noto flautista aretino Roberto Fabbriciani. Il programma della serata sarà poi arricchito dall’esecuzione del Concerto per flauto, archi e basso continuo in Sol Maggiore op.10 n. 6 e in Re Maggiore op. 10 n. 3 “Il cardellino” di Antonio Vivaldi (con solista sempre Fabbriciani); in quest'ultimo lavoro vivaldiano il flauto riveste la funzione di richiamare, per l’appunto, il canto del cardellino; non si tratta però di una musica di pura e semplice imitazione esteriore, in quanto è al contrario una tra le pagine più elaborate e accurate del “Prete Rosso”, dove l’originale gioco di variazioni armoniche e melodiche e le entrate del solista vi conferiscono una straordinaria leggerezza strumentale. Nella seconda parte il "debuttante" Piccinniensemble, sempre diretto dal M° Valfrido Ferrari, eseguirà la Serenata per orchestra d’archi in Do Maggiore op. 48 di Pëtr Il’ic Čajkovskij (1880), sublime capolavoro in cui si avverte in ogni passaggio, se non in ciascuna nota, lo sconfinato amore del celebre compositore russo per Wolfgang Amadeus Mozart; tutta la serenata emana, infatti, una sua peculiare eleganza formale, ancor più evidente nella grazia dei temi melodici e dei suoi conseguenti sviluppi.
Al suddetto concerto ha assicurato la sua presenza il compositore Nicola Sani, attualmente presidente della Fondazione Scelsi e che a partire dal 1° gennaio 2009 ricoprirà il prestigioso incarico di nuovo direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma.

Lo spettacolare concerto barese di Esa-Pekka Salonen e della Philarmonia di Londra


C’era da aspettarselo. Il concerto di ieri sera della prestigiosa Orchestra Philarmonia di Londra diretta dal Maestro finlandese Esa-Pekka Salonen, tenutosi in un Auditorium della Guardia di Finanza stipato di spettatori è stato davvero ciò che invece sempre più spesso (e inopinatamente) si indica con la parola “Evento”.
L’orchestra londinese ha infatti offerto sul campo un luminoso saggio di cosa significhi essere, a pieno titolo, una tra le prime dieci compagini sinfoniche europee.
A Bari, grazie alla Fondazione Petruzzelli (unica istituzione pugliese a disporre delle risorse finanziarie per invitare tali “corazzate sonore”), negli ultimi anni abbiamo potuto ascoltare anche le altre due principali orchestre inglesi: la strepitosa London Symphony (nel dicembre del 2005) e la eccellente Royal Philarmonic (appena un anno fa). Anche in quelle occasioni tutti gli appassionati, abituati ad ascoltare soprattutto il “sound” delle orchestre di casa nostra, restarono sbalorditi di fronte a tale sublime perfezione.
Salonen e la Philarmonia hanno, va detto, “costruito” un programma per palati fini, dove il tema era il rapporto del mondo musicale con la natura e la danza. Ecco il perché di una scelta come quella dettata dalle “Cinq danses rituelles” di Andrè Jolivet, gli “Oiseaux Exotiques” di Olivier Messiaen e il “Sacre du Printemps” di Igor Stravinskij, quest’ultimo ormai mitico e insuperabile capolavoro del Novecento musicale.
Un’altra considerazione può essere quella che a suggerire una così seducente successione (peraltro cronologicamente a ritroso) del presente programma sia stato il non troppo velato omaggio di Salonen ad un altro grande direttore d’orchestra e compositore del nostro tempo come Pierre Boulez, che, in particolare, proprio a Messiaen e Stravinskij deve molto della fama planetaria acquisita in oltre cinquant’anni di carriera.
Raccontarvi come è andata la serata di ieri e soprattutto l’abilità risaputa di Salonen e della fantastica orchestra inglese, non aggiungerebbe nulla a quanto già si sa leggendo le cronache dei giornali e delle riviste specializzate.
Premesso però che a chi scrive il Jolivet tedioso delle “Cinq danses rituelles” è piaciuto meno rispetto ad altri suoi lavori ascoltati in precedenza, va invece, secondo me, rimarcata la suggestiva pagina - solo apparentemente “descrittiva” - di quel geniale compositore che è stato Messiaen.
Infatti gli Uccelli esotici, scritti tra il 1955 e il 1956 su commissione dell’allievo-Boulez, sono una sorta di smagliante suite ispirata al canto di ben quarantasette differenti esemplari di uccelli cinesi, indiani, malesi e americani. Ne risulta alla fin fine, pur in un organico abbastanza raccolto con pianoforte e piccola orchestra di strumenti a fiato e percussioni, una scrittura strumentale che sa tradursi come poche altre in sensuali volate post impressionistiche combinate con continui e originalissimi scarti di registro. Al pianoforte, in una parte di allucinante difficoltà tecnica, abbiamo potuto apprezzare l’incredibile talento tecnico ed espressivo della giovane serba Tamara Stefanovich, che suona abitualmente con un “certo” Pierre-Laurent Aimard. Serata dunque in crescendo con l’esecuzione poi praticamente perfetta del “Sacre” stravinskiano.
Salonen è direttore dal gesto pulito e al contempo vibrante, possiede di suo un eccellente controllo sull’orchestra e per certi versi mi ha ricordato un altro illustre maestro come Seiji Ozawa, capace come pochi al mondo di orchestrare con disarmante naturalezza e in modo pressoché straordinario composizioni di terribile difficoltà tecnica. Del Sacre di Salonen mi è piaciuta in particolare la sua abilità a rendere anche con una certa libertà il talora crudele spettro dinamico e agogico dei singoli blocchi sonori stravinskiani. Indimenticabili anche certi “ritardandi”, oltre alla spettacolare ricerca di sonorità volutamente deformate di archi e ottoni.
Chiaro che risultati interpretativi di così eccelso valore si possono ottenere solo da orchestre di autentici solisti (in maggioranza incredibilmente giovani) come la Philarmonia di Londra. In Italia solo orchestre come quella di Santa Cecilia, Scala di Milano e Nazionale della Rai potrebbero misurarsi, o meglio, non sfigurare nell’impietoso confronto.
Alla fine del concerto pubblico naturalmente entusiasta, anche se a qualcuno non è andato troppo giù un programma del genere e avrebbe probabilmente preferito i “soliti” Mozart e Beethoven. Per quanto mi riguarda scelte di questo tipo possono solo arricchire il bagaglio cultural-musicale di ciascuno e favorire ancor di più la ricerca verso ascolti nuovi o comunque poco frequenti qui a Bari.

giovedì 14 febbraio 2008

Dodici ore di concerti gratuiti a Roma per i cent'anni dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia

Saranno ben dodici le ore di concerti gratuiti offerti dall'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia ai cittadini romani (e non solo) per festeggiare la straordinaria ricorrenza dei cent'anni dal suo primo concerto. Domenica 17 verrà organizzata al Parco della Musica una Festa musicale aperta a tutta la città, realizzata in collaborazione con Telecom Italia. Per l'occasione, oltre al Family concert del mattino - nel corso del quale Antonio Pappano dirigerà la celebre Sinfonia n. 3 "Eroica" di Beethoven - sono previsti, a partire dalle 10 e fino a sera oltre 20 concerti che vedranno protagonisti il Coro, ensemble e gruppi formati dai professori dell'orchestra, giochi musicali, proiezioni di filmati, tra i quali un film documentario sulla storia dell'orchestra realizzato da Anton Giulio Onofri, e infine un trionfo di fuochi d'artificio. Tutto a ingresso gratuito, a eccezione del Family che in ogni caso mantiene i suoi prezzi popolarissimi: 10 euro per gli adulti e 6 euro per gli under 30.E visto che domenica 17 febbraio sarà una giornata ecologica l'Atac potenzierà i collegamenti pubblici per l'Auditorium e verranno allestiti speciali parcheggi per le bici per chi volesse utilizzare la pista ciclabile e arrivare con le due ruote. In quella data aprirà le sue sale anche il Museo degli Strumenti musicali, realizzato sotto la Sala Santa Cecilia dallo studio Piano per consentire l'esposizione della preziosa collezione dell'Accademia. Ma attenzione non sarà soltanto una mostra di strumenti antichi, ma un luogo dove familiarizzare con la musica grazie a istallazioni interattive, ispirate alle tecnologie più moderne. Una gioia per i bambini, ma anche per gli adulti che ne vogliono sapere di più. Il Museo è realizzato con il contributo del Comune di Roma e di Musica per Roma.

Il concerto di San Valentino dell'EurOrchestra di Bari


Giovedì 14 Febbraio, alle ore 21.00, presso il Salone dei Congressi dello Sheraton Nicolaus Hotel di Bari, si terrà il “Concerto di San Valentino” della VIII Stagione Concertistica dell’ EurOrchestra da Camera di Bari diretta da Francesco Lentini (nella foto), organizzato in collaborazione con l’Associazione ParnasoDonneinMusica di Puglia”e con la “Fondazione Internazionale Adkins-Chiti - Donne in Musica”. Il concerto vuole celebrare la creatività femminile nel campo delle Arti e della Musica in particolare. Saranno eseguite musiche di compositrici di tutto il mondo, invitate a scrivere dei brani per orchestra ispirati all’Amore. Fra tutte le composizioni, inviate per questa seconda edizione del Concerto di San Valentino dell’EurOrchestra, ne sono state selezionate cinque, che verranno eseguite in prima mondiale nel Concerto del 14 febbraio allo Sheraton, sotto la direzione del Maestro Francesco Lentini.
Le compositrici selezionate sono Violeta Dinescu (Romania), Natalia Fomina (Russia), Olivera Voyna Nesic ( Serbia) e le italiane Carla Magnan e Roberta Vacca.
Nella stessa serata sarà anche celebrata la creatività artistica femminile nel campo della esecuzione musicale, e pertanto la nota violinista coreana Moonkyung Lee , vincitrice di numerosi concorsi internazionali, eseguirà il Concerto in Sol Maggiore K 216 di Mozart per Violino e Orchestra,caratterizzato dalla bellezza del secondo tempo ,in cui si si leva un canto amoroso all'italiana, dal carattere luminoso e sognante.
L’Associazione ParnasoDonneinMusica,di cui è Presidente la compositrice barese Angela Montemurro, e di cui fanno parte alcune tra le personalità femminili più operose sia artisticamente che culturalmente in Puglia, è nata con l’intento di promuovere sul nostro territorio e nel mondo la creatività femminile nel campo delle Arti e della Musica in particolare, e gli studi e la documentazione su di essa , e pertanto, in collaborazione con la “Fondazione Internazionale Adkins-Chiti- Donne in Musica”(la cui Presidente Patricia Adkins Chiti sarà ospite della serata), ha voluto creare a Bari questo evento culturale di eco mondiale, invitando le compositrici di ogni nazionalità e cultura a scrivere dei brani per orchestra ispirati all’Amore.
È nato così una sorta di concorso “senza frontiere”, che richiama nel nostro territorio forze artistiche internazionali e crea effetti positivi sulla comunicazione della immagine della Puglia all’estero, aprendo nuove possibilità per i cosiddetti interscambi culturali. Infotel: 080 574 45 59 /e-mail
eurorchestra@libero.it / parnasodonne@eurorchestra.it

mercoledì 13 febbraio 2008

Aspettando la Butterfly "barese"...

Per la rassegna "Registi all'Opera", questa mattina alle 11.00, nell'aula 4 della Facoltà di Lettere e Filosofia di Bari, si è tenuto l'incontro degli studenti universitari (davvero pochini in verità) con Daniele Abbado, regista della Madama Butterfly (in scena questa sera e poi il 15 ed il 17 febbraio al teatro Piccinni per la Fondazione Petruzzelli. Foto dell'allestimento di Vito Mastrolonardo). Vi hanno preso parte Pasquale Bellini, direttore dell'Accademia di Belle Arti, Pierfranco Moliterni, docente di Storia della Musica, Grazia Distaso, preside della Facoltà di Lettere dell'Università di Bari e il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, Giandomenico Vaccari.

Nel pomeriggio (alle 18.00), nell'ambito della rassegna "Incontri in Libreria" organizzati dalla Fondazione Petruzzelli in collaborazione con la Libreria Laterza, nella sede della libreria Laterza, in via Sparano a Bari, il musicologo Virgilio Bernardoni terrà la conferenza "Cio-Cio-San tra storia e tragedia". Modererà l'incontro Dinko Fabris. Interverrà il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, Giandomenico Vaccari.

Il Duo Otto Rabensteiner - Marco Fracassi apre a Santa Croce il XIII Festival Organistico Internazionale di Bari


Parte lunedì 18 febbraio 2008 alle 20.30, presso la Chiesa di Santa Croce di Bari (Piazzetta Frati Cappuccini, 2), la Stagione dei Concerti 2008 del Centro Culturale Marin e dell'Associazione Amici della Musica d'Organo.
Il duo Otto Rabensteiner - Marco Fracassi (tromba e organo) aprirà il XIII Festival Organistico Internazionale di Bari. Il concerto è dedicato allo stile concertante europeo, una forma che attraversò la musica occidentale tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento. Il programma, molto gradevole, prevede trascrizioni e brani originali di Scarlatti, Corelli, Albinoni, Vivaldi, Händel e Clarke.

lunedì 11 febbraio 2008

Grande attesa per il concerto del centenario dell'Orchestra dell' Accademia di Santa Cecilia

Sabato 16 febbraio - ore 18.00 / Lunedì 18 febbraio - ore 21.00Martedì 19 febbraio - ore 19.30 Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Antonio Pappano (direttore). "CONCERTO DEL CENTENARIO".
Rossini: Le siège de Corinthe (ouverture), Beethoven: Sinfonia n. 3 "Eroica"; Mozart: Serenata K 525 "Eine kleine Nachtmusik", andante e minuetto; Wagner: "Siegfried - Mormorio della foresta" e Tannhäuser (Ouverture).
Il 16 febbraio 1908, finalmente ultimati i restauri dell'Anfiteatro Corea - una sala per spettacoli di varia natura edificata sui resti del Mausoleo di Augusto - Roma inaugurava una sala da concerti tutta nuova, che a partire dall'anno seguente si sarebbe chiamata Augusteo.
A quella data, quindi, si fa risalire la nascita di quella che con gli anni si chiamerà definitivamente Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, di cui il 16 febbraio prossimo si festeggia il centesimo compleanno. Per ricordare una data così storica e cruciale per la cultura della città, e rendere omaggio agli straordinari anni dell'Augusteo, in cui sul podio della nostra orchestra si esibirono tra i nomi più illustri della musica del tempo (da Mahler a Richard Strauss, da Debussy a Bruno Walter, da Toscanini a Furtwaengler, a Stokowski, a Karajan e Bernstein), l'Orchestra riproporrà lo stesso identico programma di quel giorno fatidico, composto secondo il gusto dell'epoca, che prevedeva due pezzi brillanti, uno all'inizio e l'altro in chiusura, a incorniciare brani di maggior corpo e spessore, e non si preoccupava di abbinare in una sola serata Mozart e Rossini, Wagner e Beethoven. Nel 1908 sul podio c'era Giuseppe Martucci. Il 16 febbraio prossimo ci sarà il Direttore Musicale dell'Orchestra, Antonio Pappano, cui va riconosciuto il merito di averla guidata verso il traguardo del primo secolo di vita in una forma artistica decisamente smagliante. pronta ad affrontare insieme al suo pubblico altri cento, mille anni... Auguri !!!

La Philarmonia di Londra diretta da Esa-Pekka Salonen inaugura stasera la stagione sinfonica del Teatro Massimo di Palermo

La Stagione Concertistica 2008 del Teatro Massimo sarà inaugurata questa sera alle ore 20.30 da una delle più prestigiose compagini sinfoniche del mondo: la Philharmonia Orchestra di Londra, sotto la guida del suo nuovo direttore principale Esa-Pekka Salonen (nella foto).
La celebre orchestra inglese debutta a Palermo con un programma interamente incentrato sul repertorio sinfonico russo, di cui verranno eseguite tre delle pagine più originali e significative. La serata si aprirà con la versione originale del noto poema sinfonico "Una notte sul Monte Calvo" scritto da Modest Musorgskij nel 1867.
Seguirà, con la partecipazione solistica del pianista finlandese Juho Pohjonen, il celebre Concerto n. 5 in sol maggiore op. 55 per pianoforte e orchestra di Sergej Prokof'ev, che debuttò il 31 ottobre del 1932 con la Filarmonica di Berlino diretta da Furtwängler. Pagina ardua e di notevole impegno soprattutto per il solista, richiede un estremo virtuosismo esecutivo che possa assecondare il vigore ritmico e dinamico richiesto dall’autore. La seconda parte invece è dedicata all'opera più rappresentativa del Novecento sinfonico: "Le sacre du Printemps" (“La sagra della primavera”) di Igor Stravinskij, che sin dal suo “scandaloso” debutto a Parigi nel 1913 coinvolse le platee, i compositori e i critici di tutto il mondo per la sua imponenza sonora e strutturale. Uno straordinario capolavoro che scandalizzò non poco la borghesia dell'epoca, ispirando contemporaneamente tutti i musicisti - giovani e maturi - che l'ascoltarono in quell’occasione, da Debussy a Ravel, Alfredo Casella e Puccini.
Questo intenso programma “russo” proietta l'attività del Massimo di Palermo, verso il prossimo appuntamento operistico con “The Rake's Progress” proprio di Igor Stravinskij in programma dal 17 al 24 febbraio.

Mirco e Gabriele Ceci: due straordinari talenti musicali "cresciuti" in...famiglia

Nascere in una famiglia di musicisti di professione provoca di solito due distinti e talora giustapposti effetti: un innamoramento precoce ed immediato per l’attività artistica svolta dai genitori, oppure un rifiuto incondizionato, con la conseguente scelta di una strada lavorativa completamente diversa. Nel caso di Mirco (classe 1988) e Gabriele Ceci (classe 1990) l’essere stati allevati in un ambiente in cui la Musica, grazie a papà Luigi, pianista, e a mamma Mariangela, violinista, era ed è la regina incontrastata della casa, ha portato effetti non solo positivi sui loro due figliuoli, ma direi – almeno a giudicare dall’ascolto dell’ottimo concerto che i due hanno tenuto giovedì scorso per la storica associazione del Coretto – addirittura straordinari.
Sia Mirko che Gabriele, infatti, hanno studiato rispettivamente pianoforte e violino con i loro genitori, per poi diplomarsi e perfezionare i loro percorsi con insegnanti importanti (il ventenne Mirco si è diplomato nel 2006 sotto la guida di Emanuele Arciuli e si sta perfezionando all’Accademia di Imola con Leonid Margarius, oltre a seguire le lezioni di artisti del calibro di Louis Lortie e Michel Dalberto).
L’altra sera nella Sala Giuseppina il programma era suddiviso in due parti. La prima ha visto protagonista assoluto il Ceci-violinista con la Seconda Partita in re minore BWV 1004 (quella della celeberrima quanto temibile “Ciaccona”) e quattro Capricci op. 1 di Paganini (1-13-15-20), mentre nella seconda parte i due si sono esibiti insieme nella Sonata per violino e pianoforte in do maggiore KV 296 di Mozart e in un interessante pezzo contemporaneo, ispirato allo stesso Genio salisburghese del compositore Nicola Campogrande: “Remix” K 396 per violino e pianoforte.
Entrambi i talenti di Casa Ceci hanno sfoderato ottimo bagaglio tecnico, una vivace musicalità e soprattutto, vista la loro ancor giovane età, una sbalorditiva naturalezza e personalità nell’approccio alle pagine eseguite; tutte qualità che fanno ben sperare sul loro futuro. Insieme ad un altro giovane e bravo musicista, il violoncellista Alessandro Mazzacane, i due talentuosi fratelli hanno anche messo su un trio che segue i corsi di perfezionamento del notissimo Altenberg Trio di Vienna.
Insomma, le premesse ci sono tutte e se continueranno a studiare con questo impegno, ne vedremo ancora delle belle. Intanto, l’altra sera, hanno incantato il pubblico del Coretto regalandogli anche un raffinato, quanto invero abusato bis: la malinconica e suadente “Meditazione” dall’opera “Thais” di Jules Massenet.

venerdì 8 febbraio 2008

Intervista a Pasquale Iannone


Sarà impegnato mercoledì 13 febbraio (alle 20.30) nella storica ed elegante Sala Giuseppina del Teatro Kursaal Santalucia di Bari in un recital pianistico (in programma: le due grandi sonate in si minore di Chopin e Liszt) organizzato dalla prestigiosa Fondazione Concerti “Niccolò Piccinni”. Pasquale Iannone (nella foto), pianista pugliese di riconosciuta fama internazionale, in vista di questo prezioso appuntamento, mi ha concesso la seguente intervista.
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Quando è nata la tua passione per la musica ?

“A 7 anni quando i miei genitori mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto studiare il pianoforte. Ricordo che, pur con un’iniziale avversione per tutto ciò che rappresentava disciplina, passavo parecchio tempo al pianoforte cercando di cavarne qualcosa di interessante.”

Hai in famiglia appassionati (o "melomani") che ti hanno inizialmente stimolato e indirizzato verso lo studio di uno strumento ?

“Il mio nonno paterno, che tra l’altro non ho mai conosciuto, suonava la tromba ed in America era stato direttore di diverse bande filarmoniche. Mi hanno detto che deve aver suonato qualche volta anche nell’orchestra del Metropolitan a New York, ma non ho mai potuto appurare se ciò fosse vero.
In realtà mio padre, che per via della guerra non aveva mai potuto studiare musica in modo serio, ha sperato tutta la sua vita che io fossi un musicista, anche se a me non lo ha mai detto apertamente.”

Arturo Benedetti Michelangeli una volta fu fermato dalla polizia ad un casello autostradale e gli chiesero di mostrare i documenti domandandogli che lavoro facesse. Egli disse tra il serio ed il faceto " vado un po' qua un po' là". L'agente lo guardò perplesso: "E allora che scriviamo ?" Lui: "scriva pure che sono un girovago". Se succedesse a te, come pensi che risponderesti ?

“Direi che sono un venditore di “aria fritta” la quale ha però un “gusto” strepitoso ed ineguagliabile.
Penso che, per quanto possibile, è decisamente meglio non prendersi troppo sul serio…”

Quali sono i tuoi compositori preferiti, a prescindere da quelli che suoni abitualmente ?

“Bach, Haydn, Mozart, Schumann, Mahler, Faure, Shostakovich, Berg, Ligeti…
I miei gusti sono molto ampi e, suonerà strano, per lungo tempo sono stato interessatissimo alla musica contemporanea, anche se poi la mia vita pianistica ha toccato questo aspetto della musica solo marginalmente.”

Ascolti e/o studi musica sinfonica, lirica, jazz, rock, oltre quella pianistica ? Se sì, dammi qualche esempio.

“Molta musica sinfonica, Mahler soprattutto, che decisamente preferisco a quella pianistica, forse per placare un desiderio che so per certo rimarrà irrealizzato: dirigere l’orchestra.”

Quando hai deciso nella tua vita che avresti voluto - cascasse il mondo - diventare un pianista di professione?

“Quando mio padre è passato a miglior vita. Avevo 20 anni. E’ stata una promessa che in cuor mio gli ho fatto ed ha portato ad una svolta importante nel mio carattere.”

Quanto è difficile nel mondo di oggi essere un pianista di "musica colta" ?

“Non mi sento un pianista di musica “colta”, bensì qualcuno che ha dedicato la sua vita ad un ideale che ha abbracciato in maniera incondizionata. Ciò mi permette di vivere la mia condizione con grande serenità e passione. Se poi con "musica colta" si intende un qualcosa che non colpisce solo le corde più superficiali dell'umana natura, ma muove mondi interiori ai quali molti vorrebbero avere accesso e che spesso tentano di penetrare adottando una ricerca che di frequente adotta mezzi di fortuna, sono felice di vivere questa esperienza che può apparire difficile, ma che contiene la possibilità di esplorare un "paradiso terrestre" che non ha confini.”

Negli anni hai coltivato anche altre ambizioni o passioni, pianoforte a parte ? Se sì, quali hai mantenuto ancora oggi ?
“Confesso che il pianoforte ha occupato in maniera prepotente tutto lo spazio possibile ma ho trovato il tempo di imbarcarmi, tra mille difficoltà sebbene con grande soddisfazione, in un’avventura di tipo organizzativo.
Preparare nella mia città delle stagioni concertistiche che accomunassero nomi di un certo rilievo alla presenza di giovani a cui dare delle opportunità, mi ha impegnato molto ma è stato ed è un bellissimo modo per mantenere vivo l’interesse del pubblico su ciò per cui moltissimi, soprattutto giovani, hanno profuso grandi energie.
Devo dire che il pubblico ha risposto molto bene.”

Ritieni che la tua vita privata debba essere solo tua o sei pronto a parlarne liberamente con tutti?

“Si tratta di sapere quanto ciò che viene esternato possa essere male interpretato.
La prudenza è quindi d'obbligo. In generale, però, sono abbastanza trasparente.”

Quanto è difficile per un pianista ambizioso, di talento e richiesto come te conciliare vita privata o familiare e carriera?

“Certo le incombenze sono molte, ma mi ritengo piuttosto fortunato. Adoro mia figlia ed ho la possibilità di condividere l'esistenza con Paola Bruni, una pianista per cui nutro una stima sconfinata. Se quindi il conciliare carriera e famiglia è uno sforzo, questa "fatica" è decisamente inferiore in proporzione rispetto a ciò che è rappresentato dalla parte positiva.”

La Madama Butterfly di Puccini è la prossima opera della stagione lirica della Fondazione Petruzzelli

Nuovo appuntamento per la Stagione d’Opera della “Fondazione Petruzzelli” che mercoledì 13 Febbraio, alle 20.30 al teatro Piccinni, presenta la prima di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, con la regia di Daniele Abbado e l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari affidata al M° Daniel Oren (nella foto), mentre il coro della Fondazione Petruzzelli sarà condotto da Franco Sebastiani. A firmare le scene Graziano Gregori, i costumi Carla Teti e il disegno luci Valerio Alfieri. Nel ruolo di Cio-Cio-San canterà la soprano canadese Liping Zhang in quello di Benjamin Franklin Pinkerton il tenore Joseph Calleja. A dare vita al grande dramma musicale pucciniano ci saranno anche Tiziana Carraro (Suzuki), Maria Cioppi (Kate Pinkerton), Marco Di Felice (Sharpless), Stefano Pisani (Goro), Gianluca Moschetti (Il Principe Yamadori), Carlo Striuli (Lo zio Bonzo), Antonio Muserra (Il commissario imperiale), Giuseppe Scarico (L'Ufficiale del registro).
In replica venerdì 15 febbraio alle 20.30 e domenica 17 febbraio alle 17.00.
Informazioni: 080.521.24.84

Incoraggiante successo per il Mefistofele in diretta dal Massimo di Palermo per trentacinque cinema italiani ed europei


Dynamic srl e Qubo srl con la società belga XDC del DDCinema (acronimo di Distribution of Digital Cinema) hanno comunicato stamane, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Roma presso l’Associazione della Stampa Estera, i primi incoraggianti risultati dell'esperimento che ha visto, lo scorso 27 gennaio, proiettare nei cinema di tutta Europa un'opera lirica in scena in un teatro italiano.
Si è trattato del Mefistofele di Arrigo Boito, opera inaugurale della Stagione 2008 del Teatro Massimo di Palermo, con protagonisti Ferruccio Furlanetto, Giuseppe Filianoti e Dimitra Theodossiou, diretti da Stefano Ranzani con la regia di Giancarlo Del Monaco.
I produttori dell'evento insieme al Sovrintendente del Teatro Massimo, Antonio Cognata, hanno rilevato una presenza nelle 35 sale tra italiane e del resto d'Europa una presenza complessiva di oltre 6000 spettatori. Il risultato, forte di un incremento che supera il 140% rispetto ad analoghi spettacoli non in diretta, né ad alta definizione, incoraggia fortemente ulteriori esperienze, sostenute dal sorprendente dato secondo il quale in numerose sale cinematografiche l'opera ha attratto più spettatori della normale programmazione cinematografica.
L'affluenza più calorosa è stata registrata nelle sale straniere, dove attualmente è già in corso una programmazione esclusiva di opere provenienti dal cartellone del Metropolitan di New York; alla scadenza dell'esclusiva statunitense, prevista per l'inizio dell'estate, si aprirà quindi un ampio spiraglio capace di differenziare e divulgare la produzione operistica italiana entro un raggio fino ad oggi impensabile.
A questi dati si aggiungeranno nei prossimi mesi quelli relativi al pubblico presente nelle sale che stanno ancora prenotando la proiezione in differita del Mefistofele, rispreso con 10 telecamere ad alta definizione. Fra le sale internazionali che proietteranno l'opera, anche quella annessa alla Nuova Opera di Pechino, inaugurata lo scorso settembre.

"L'oro di Wagner" di Maria Grazia Pani approda al BLUorG di Bari




Anticipato a sabato 9 febbraio ore 20.00 l' appuntamento della Rassegna “Qui la voce” al BLUorG con lo spettacolo "L’oro di Wagner” di Maria Grazia Pani (nella foto è in compagnia dell'attrice Giusi Frallonardo) appena andato in scena nei giorni scorsi al Palazzo de Luca di Molfetta, che rievoca un momento straordinario nella vita del grande musicista: l’incontro con Mathilde Wesendonk, una ricca e giovane signora svizzera a Zurigo.
Zurigo era un centro di rifugiati intellettuali e politici e lo spettacolo ricorda tra quelli anche Francesco De Sanctis. Il grande italianista, anche lui esule a Zurigo, insegnava italiano alla signora Wesendonk, e, partecipando spesso attivamente ai dibattiti tra artisti e scrittori che si svolgevano in quella città, ebbe rapporti poco studiati e conosciuti con Wagner.
Mathilde, quando incontrò Wagner nel 1851, aveva ventitre anni, “i capelli biondi, i grandi occhi chiari e schietti”. Era una donna che amava l’arte , la letteratura. Wagner aveva 38 anni. Era fuggito da Dresda dopo i moti del 1848, aveva il fascino misterioso del poeta, quello intrigante del rivoluzionario, quello sublime del musicista, e non ultimo quello della povertà come nobile blasone di una vita senza compromessi.
Lo spettacolo svela, quindi, aspetti poco noti della vita di Wagner e richiama un incontro d’amore che segna gli anni più creativi del grande compositore, anni nei quali viene alla luce la “vena ‘d’oro” della sua musica.
Protagonisti Giusi Frallonardo, l’affermata attrice pugliese che interpreta con forte sensibilità Mathilde Wesendonk e la soprano Maria Grazia Pani. Al Pianoforte Giana Iaffaldano. Elementi scenici di Giuseppe Bellini.
Le arie in programma sono da “Cinque poesie per voce femminile” di M. Wesendonk:, “Nella serra” ( studio per “Tristano ed Isotta”) e “Dolori”. Da da Tannhauser verrà eseguita “Ich Teure halle”, da Lohengrin
“Einsam in Truben Tagen”, da Tristano ed Isotta“Liebestod (la morte di Isotta)”. Di Listz la trascrizione dal “Tannhauser” per pianoforte solo.
Gli artisti saluteranno e ringrazieranno gli ospiti con un brindisi finale.
Appuntamento riservato ai soci con contributo.
Per informazioni: Galleria BLUorG, via M. Celentano 92/94 70121 Bari.
Infotel: +39 080/9904379
e-mail: info@bluorg.it bluorg@fastwebnet.it
internet: http://www.bluorg.it/

giovedì 7 febbraio 2008

Parte domenica prossima la nuova stagione musicale dell'AGIMUS di Mola di Bari


XIV STAGIONE MUSICALE AGIMUS 2008 "Giovanni Padovano" - Mola di Bari .


Con il sostegno di :
Regione Puglia – assessorato al Mediterraneo e Attività CulturaliProvincia di Bari – assessorato alla CulturaComune di Mola di Bari – assessorato alla CulturaFondazione Cassa di Risparmio di PugliaCamera di Commercio di BariTim Competition



Domenica 10 febbraio ore 20.00
Mola di Bari - Teatro Comunale “N.van Westerhout”


CONCERTISTICA
TANGO RUBIO ENSEMBLE
Carlos Adrian Fioramonti – chitarra
Massimilino Pitocco – bandoneon
Guglielmo Caioli – contrabbasso
Roberta Pierazzini & Paolo Angelini – ballerini

Guida all’ascolto a cura di C.A. Fioramonti


Il gruppo Tango Rubio è stato fondato da Paolo Angelini e Roberta Pierazzini. Presenta un attento lavoro di ricerca su quelle che sono le radici popolari di questo affascinante genere, fino ad arrivare alle più moderne contaminazioni jazzistiche. Il gruppo propone una selezione di brani che spaziano dai tanghi più antichi passando per la cosiddetta decade gloriosa degli anni '40, fino ad arrivare a sonorità più attuali, seguendo la lezione del grande innovatore Astor Piazzolla, con brani originali. Il principale intento dell'ensemble è quello di creare le coreografie in perfetta simbiosi con gli arrangiamenti strumentali.
Informazioni e Prenotazioni: associazione A.G.I.MUS. “Giovanni Padovano” tel. 368568412 - 3492856438 - a.g.i.mus@alice.itTeatro Comunale tel 0804733805 (il giorno dei concerti dalle ore 18.00)
PROGRAMMA GENERALE


“Anteprima Stagione 2008”
Sabato 26 gennaio dalle ore 16.00 - Domenica 27 gennaio dalle ore 10.30

Un musicista crepuscolare : Niccolò van Westerhout (Mola di Bari 1857 – Napoli 1898)
Immagini, Documenti, Letture, Esecuzioni
Il 2007 appena lasciato ha dato l’occasione, attraverso la ricorrenza del 150° anniversario della nascita del compositore Niccolò van Westerhout (Mola di Bari 1857 – Napoli 1898), per meglio conoscere, studiare, indagare e apprezzare la produzione del valoroso quanto sfortunato compositore pugliese. Le giornate del 26 e del 27 gennaio, organizzate dall’ A.G.I.MUS. “Giovanni Padovano” di Mola di Bari, portano a degna conclusione un organico progetto attivato dal Conservatorio “N.Rota” di Monopoli che rivela nuovi elementi sulla produzione di Niccolò van Westerhout, superficialmente indagati in passato e che danno utili spunti alla ricerca della critica moderna.
E’ stato quindi predisposto un intenso programma di concerti, ouvertures (esecuzioni di singole composizioni), ma anche di riflessioni e approfondimenti su alcuni aspetti della vita e dell’opera del musicista molese trattati nella monografia Un musicista crepuscolare: Niccolò van Westerhout (1857-1898) [Bari, Florestano Edizioni, 2007] che sarà presentata al pubblico proprio nel corso delle due giornate.
Ma insieme all’evidenziazione della grande serietà e del rigore degli studi effettuati, la manifestazione intende creare attorno alla figura di Westerhout un clima informale e non serioso che possa agevolare anche un rapporto di complicità e coinvolgimento tra il pubblico, i relatori e gli esecutori.


Domenica 10 febbraio ore 20.00
TANGO RUBIO ENSEMBLE
Carlos Adrian Fioramonti – chitarra
Massimilino Pitocco – bandoneon
Guglielmo Caioli – contrabbasso
Roberta Pierazzini & Paolo Angelini – ballerini
Guida all’ascolto a cura di C.A. Fioramonti
Il gruppo Tango Rubio è stato fondato da Paolo Angelini e Roberta Pierazzini. Presenta un attento lavoro di ricerca su quelle che sono le radici popolari di questo affascinante genere, fino ad arrivare alle più moderne contaminazioni jazzistiche. Il gruppo propone una selezione di brani che spaziano dai tanghi più antichi passando per la cosiddetta decade gloriosa degli anni '40, fino ad arrivare a sonorità più attuali, seguendo la lezione del grande innovatore Astor Piazzolla, con brani originali. Il principale intento dell'ensemble è quello di creare le coreografie in perfetta simbiosi con gli arrangiamenti strumentali.


Sabato 23 febbraio ore 21.00
…l’opera buffa e i suoi celebri personaggi ….
Eugenio Leggiadri Gallani Gabriella Orlando
Basso- baritono Pianoforte
Musiche di Mozart, Rossini, Donizetti
Guida all’ascolto a cura di G.Orlando

L’opera buffa, o dramma giocoso, di nascita napoletana, raggiunge la massima popolarità nella prima metà del 1700 conseguendo la perfezione con i grandi Rossini e Donizetti che, esaltando la grande tradizione settecentesca, concludono il genere comico. Rossini dilata le strutture dell’opera conferendo ai lavori comici un’architettura imponente; tema fondamentale dei personaggi è l’inadeguatezza dell’uomo di fronte agli accadimenti, agli imbrogli in cui si trova coinvolto al di fuori della sua volontà. Le caratteristiche dell’opera rossiniana (solo Mozart può essere paragonato a Rossini), danno all’opera buffa quel respiro universale che i precedenti esempi mai erano riusciti ad avvicinarsi. Personaggi quali don Bartolo e don Basilio ( Barbiere di Siviglia) e don Magnifico (La Cenerentola) sono i rappresentanti del vecchio mondo che scompare. Dopo Rossini l’unico compositore che ha lasciato capolavori nel genere comico è Donizetti che inserisce il pathos, l’elegia, il sentimento anche nell’opera buffa. Nell’Elisir d’Amore si dispiega, infatti, la miglior vena giocosa fatta di fresca invenzione, di spunti avvolti da malinconico lirismo; contestualmente, la brillante vivacità del compositore si dispiega in alcune pagine di grande ironia. La scrittura vocale presenta elevate difficoltà tecniche, massima velocità di articolazione oltre ad una spigliata e ironica verve interpretativa. La scrittura strumentale, invece, è asciutta, articolata, di un virtuosismo nitido e limpido.


Domenica 2 marzo ore 17.30 / 21.00
T. I.M. (Torneo Internazionale di Musica) XIII^ ediz.
Concerti di Qualificazione


L’Agimus “Giovanni Padovano” di Mola di Bari, consolidando una proficua collaborazione con il TIM, è stata nuovamente scelta come una delle tredici prestigiose sedi europee che ospiteranno le Fasi del Torneo Internazionale di Musica.
L’ obiettivo fondamentale del Concorso è quello di aiutare e di far conoscere i giovani di talento a prescindere dalle loro scelte di espressione, valorizzando al massimo la loro arte interpretativa e creativa. Ne sono consapevoli alcuni celebri musicisti del nostro tempo che hanno aderito al Comitato d’Onore.
Tra gli altri spiccano i nomi di V. Ashkenazy, S.Accardo, U.Ughi, R.Vlad.
“ Da 15 anni si svolge in Italia e in tutta Europa una delle più originali gare musicali.Si chiama TIM,Torneo Internazionale di Musica ed è nato dalla passione e dalla fantasia di Luigi Fait. Giornalista musicale noto agli italiani per le fortunate trasmissioni televisive che curava per la Rai (prima che il servizio pubblico decidesse di chiuderle nella miope rincorsa con le tivù commerciali alla conquista dell’audience), Fait ha deciso di mettersi a disposizione dei giovani e della musica. Lo fa con un’iniziativa straordinaria:centinaia, migliaia di audizioni in tutta Italia e in importanti nazioni europee. Sin dall’inizio il TIM ha adottato una formula “radicale” e coraggiosa. Tutte le prove sono pubbliche, le selezioni avvengono attraverso veri e propri concerti dove accanto a una regolare commissione tecnica, anche gli spettatori sono chiamati ad esprimere il loro giudizio. Il regolamento non pone limiti e requisiti d’accesso alle prove. Possono partecipare musicisti, diplomati e non, di ogni nazionalità, senza limiti d’età e i vincitori possono ripresentarsi tutte le volte che vogliono. Dal 1992, quando si svolse la prima edizione, il TIM registrò subito 184 partecipanti. Ma ormai si è stabilizzato su quasi 4 mila iscritti: un trionfo, oltre che un record.
Sono previste tante discipline: pianoforte, archi, fiati, canto, chitarra, musica da camera, fisarmonica, musica jazz, musica leggera, musica corale, composizione e critica musicale. Non c’è strumento che non trovi spazio. Anche le sedi delle audizioni sono le più diverse. In Italia il TIM trova ospitalità e amicizia nei Conservatori e presso Istituzioni Concertistiche (Firenze, Torino, Milano, Como, Venezia, Rovereto, Castelfranco Veneto, Roma, Mola di Bari, Enna) che hanno capito il respiro internazionale della manifestazione, che è accolta a braccia aperte anche in Germania (Colonia e Weimer), Belgio (Namur e Tamines), Francia (Parigi e Tarascon), Spagna (Madrid e Saragozza)........... La vitalità e lo spirito cosmopolita di questo straordinario “torneo” ci aiutano a guardare con fiducia e ottimismo al futuro della musica e dei musicisti” (dal mensile Suonare News).



Sabato 29 marzo ore 21.00
Trio Opera Viwa
Silvia Martinelli, soprano
Fabio Taruschio, flauto
Andrea Trovato, pianoforte
Musiche di Donizetti, Rossini, Bellini, Ganne, Saint-Saens, Debussy, Ravel, Delibes
Guida all’ascolto a cura di A.Trovato

Il Trio Opera Viwa si forma nel 2006 e concretizza un progetto di produzione lirica già attivo dal 2000. Il progetto era nato dalla volontà di offrire al pubblico una proposta innovativa di fruizione dell’opera lirica, destinata a tutti gli spazi, convenzionali come i teatri di tradizione e meno convenzionali come sale da concerto, cortili, chiostri, ville e piazze. Il nome indica la volontà di mantenere "Viva" l'opera, di rivitalizzare questo genere, non lasciare che si fossilizzi in stereotipi che imbrigliano la creatività e l'amore per la musica. Ma significa anche "W l'Opera!", con l'entusiasmo di chi fa il tifo per la squadra del cuore, con la passione dei giovani per i loro eroi. Questo è alla base anche del Trio (voce, flauto e pianoforte) con una spiccata inclinazione alla lirica, perché diventi alla portata di tutti. Rinnovare il concetto di concerto lirico, accostare il flauto alla voce, come spesso è nell'opera. Il flauto è un interlocutore privilegiato della voce di soprano, da Casta Diva in Norma fino alla scena della pazzia in Lucia di Lammermoor. Perché non portare un po’ di vita e colore orchestrale in concerto?
Il programma del concerto prevede una parte dedicata alla lirica, spostandosi poi sulla letteratura originale per questa formazione, con un occhio di riguardo alla Francia, dove autori come Delibes, Saint-Saens, Ravel le hanno dedicato piccole perle sullo stile della chanson.



Sabato 12 aprile ore 21.00
"musica anglo-americana anni '60 e '70"
EAST & WEST BAND
Alessandro Corsini – chitarra, voce
Alessandro Sassoli – chitarra, voce
Luca Burgalassi – banjo, chitarra, armonica, voce
Franco Ceccanti – mandolino, chitarra, voce, percussioni

Musiche di Eagles, America, Simon, Dylan, Neil, Stills, King
Guida all’ascolto a cura di A. Sassoli

Un repertorio vastissimo e affascinante viene proposto dal quartetto di voci e chitarre acustiche. Autori come Bob Dylan, Cat Stevens, Neil Young John Denver, James Taylor, Kenny Rogers, Carol King e di mitiche formazioni come i Beatles, The Byrds, Simon & Garfunkel, gli Eagles, Crosby Stills Nash e Young, gli America, verranno riproposti dalla band senza schematismi, nel sound originale. Un repertorio che si colora di immagini con brani come "I'm Easy" tratto dal film "Nashville", "Mrs. Robinson" e "The Sound of Silence" tratti da "Il Laureato", "Everybody's Talking" tratto da "L'uomo da marciapiede", "Knockin' on Heaven's Door" tratto da "Pat Garret & Billy the kid" e capace di rievocare emozioni e nostalgie con celebri evergreen quali "Take me Home Country Roads", "Hotel California", "San Francisco", "Father and Son". Gli East and West hanno numerose partecipazioni a rassegne e festival musicali di tutta Italia ed Europa ed al loro attivo tre album.

Domenica 20 aprile ore 20.00
“Canti notturni d’Irlanda”
KAY McCARTHY canto e arpa celtica
&
ENSEMBLE COLLEGIUM ARTIS
Fiorenza Ginanneschi, violino - Sonia Romano, violoncello
Annalaura Cavuoto, clavicembalo - Pablo Téllez, pianoforte

Guida all’ascolto a cura di K. McCarthy

Nata a Dublino ed italiana d'adozione, Kay McCarthy è da oltre vent'anni portavoce della tradizione musicale irlandese. Famosa ed apprezzata in Italia, gode di ampia considerazione e stima anche all'estero. Con uno stile proprio, unico ed inconfondibile, raffinatissimo, espressivo ed alieno a qualunque etichetta o moda di mercato, nonché abile intrattenitrice, Kay McCarthy trae la sua ispirazione da radicati elementi costitutivi della terra d'origine arricchita di tutte le più aggiornate esperienze di cui è pregno il suo linguaggio, considerato tra i più interessanti nell'attuale panorama della musica irlandese. Il suo repertorio è composto da brani di musica tradizionale ai quali si aggiungono pezzi originali firmati dalla stessa vocalist. Kay McCarthy, voce cantante e narrante, nonchè arpa celtica, guida un gruppo di quattro strumentisti italiani di formazione classica che hanno appreso lo stile musicale irlandese attraverso l'ascolto e l'insegnamento della cantante Dublinese. Il sound è un felice ed interessante fusione Iberno-Mediterraneo.
Il concerto, un programma di crossover fra musiche della tradizione popolare con famose canzoni quali "Down by the Sally Gardens", "Cockles and Mussels", "My Lagan Love" e tante altre, sarà anche "contaminato" con elaborazioni di Beethoven su melodie irlandesi, e con antiche danze ed arie "colte" suonate all'epoca nei saloni e palazzi di Dublino.


Domenica 11 maggio ore 20.00
“Giovani Talenti Pugliesi”
MIRCO CECI – pianoforte
Musiche di Chopin, Schubert
Guida all’ascolto a cura di Alessandro Romanelli

A 19 anni Mirco Ceci vuole solo una cosa : vivere di musica. La giovane promessa del pianoforte è di Bari, dove inizia a studiare sotto la guida del padre Luigi Ceci, docente al Conservatorio “Piccinni”. Mostra subito particolare talento anche per la Composizione. Nel 2006 si diploma in pianoforte con il massimo dei voti, lode e menzione speciale. Ancora tredicenne interpreta il primo concerto di Beethoven. Segue masterclass con Riccardo Risalti ed Elissò Virsaladze. E’ del 2006 la sua vittoria al concorso internazionale “Pietro Argento” di Gioia del Colle. Attualmente studia all’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola sotto la guida di Leonid Margarius e Louis Lortie.
Nel novembre 2007 ha vinto il “Premio Venezia”, concorso riservato ai migliori diplomati dei Conservatori italiani.

Sabato 24 maggio ore 21.00
ALLESTIMENTI
“C’era una volta… l’Operetta”
di Eugenio Monopoli

Damiana Mizzi – soprano
Annamaria Bellocchio - soprano
Carlo Monopoli – tenore
Giovanni Guarino – baritono

Eugenio Monopoli – attore
Donato De Cillis - attore

Ensemble strumentale diretto da Ippolito Ventura

Regia, Scene, Costumi – Carlo Monopoli

La rappresentazione teatrale – musicale “C’era una volta l’operetta” sviluppa la storia di un attore brillante di operetta che, ormai vecchio, sbarca il lu­nario facendo l'inserviente in un teatro. Un giorno, mentre sta provvedendo alle pulizie del palcoscenico, si sofferma a ricor­dare con la sua anziana compagna i tempi della giovinezza e le trame delle operette Scugnizza, Cin Ci Là, Il Paese dei Campanelli, La Duchessa del Bal Tabarin, La Vedova Allegra.
Da quei ricordi così vivi i due vecchietti vedono apparire e materializzarsi sul piccolo palcoscenico le scene e i personaggi delle arie più famose.
Essi tanto si immedesimano in quelle nostalgiche immagini che, pian piano, ne entrano a far parte. Così, dopo aver indos­sato i costumi di scena ed eseguito, con i personaggi delle operette, un classico «Gran Finale» (quello della Vedova Allegra), scompaiono insieme dietro il sipario della «realtà» verso il mondo della «fantasia».

MOLAGIMUSICA estate
luglio - agosto
Mola di Bari - Chiostro S.Chiara


Domenica 20 luglio ore 21.15
CONCERTISTICA jazz
“Palavras de Amor : Jobim e as mulheres”

EFFETTO MUSICA ENSEMBLE
encontra
CLAUDIA MARSS

Claudia Marss – voce
Gianluca Marino – chitarra
Enzo Orefice – pianoforte
Stefano Saccone – sax e flauto
Aldo Vigorito – contrabbasso
Giuseppe La Pusata - batteria
Il progetto nasce dall’incontro del quintetto Effetto Musica Ensemble con la vocalist brasiliana Claudia Marss e dalla comune passione per la bossanova. Il lavoro svolto in oltre cinque anni di attività concertistica ha permesso di sviluppare un sound elegante e di affrontare il repertorio del grande compositore brasiliano miscelando le caratteristiche musicali di tutti i componenti della formazione. Il concerto, e il relativo CD pubblicato dalla Philology (prestigiosa etichetta del jazz italiano), esplora l’universo femminile di Antonio Carlos Jobim attraverso arrangiamenti originali e la scelta di brani dedicati alle donne della sua vita.

Domenica 27 luglio ore 21.15
C. ORFF: Carmina burana
Versione per soli, coro e due pianoforti e percussioni

Direttore e Solisti (da definire)
Coro “l’Opera”- Bari
Compagnia “l’altra danza” di Mimmo IANNONE

Composta nel 1937 dal tedesco Carl Orff (1895-1982), la cantata profana Carmina Burana (originariamente scritta per soli, coro e orchestra) è basata su testi tratti dalla raccolta di canti in latino maccheronico e tedesco medievale degli studenti del XIII secolo custodita nell’Abbazia Benediktbeuren. L’argomento tratta variamente di vino, di amore e presenta una concezione spiccatamente pagana della vita. Dal punto di vista musicale, essa evidenzia i caratteri dell’immediatezza comunicativa volta a valorizzare soprattutto gli aspetti motori e ritmici della musica, rifiutando ogni complicazione intellettuale e ogni contaminazione con i germi disgregativi introdotti dalla dodecafonia.

Domenica 3 agosto ore 21.15
CONCERTISTICA jazz
DI FULVIO QUARTET
Maurizio Di Fulvio, chitarra
Alessia Martegiani, voce
Claudio Marzolo, contrabbasso
Marco Contento, batteria

Musiche di Santana, Sting, Kosma, Nogueira, Wonder, Martino
Considerato dalla critica specializzata come uno dei più interessanti ed innovativi chitarristi del panorama musicale contemporaneo, Maurizio Di Fulvio trae la sua vena compositiva ed esecutiva dai grandi J.Bream, C.A.Carlevaro, J.Scofield, P.Metheny. Leader del quartetto, interpreta con grande personalità i classici della musica jazz e i ritmi e le sonorità della musica brasiliana.


Domenica 31 agosto ore 21.15
CONCERTISTICA etnica
MEDITERRANEA
Elisa Pau – voce
Michele Serafini – flauto
Andrea Candeli – chitarra
Marcello Davoli – percussioni
Marisa Diaz – ballerina

Musiche di Ibert, Lorca, Falla, De Lucia, Gipsy Kings, Rossana

Mediterranea è una proposta di mediazione tra la musica colta spagnola e il flamenco.
Alla base vi è uno studio ed una ricerca che hanno avuto come punto di partenza la Seguiriya Gitana, ovvero l’archetipo di quel canto straordinario, primtivo, andaluso, ricco di valori, che è il Cante Jondo e dei suoi derivati (Malaguenas, Granadinas, Rondenas, Peteneras e Flamenco).
Sono arie dai forti colori locali intrise di tutte le varianti del dolore, sempre dominato dall’amore e dalla morte, dove l’eterna domanda, tipicamente lorchiana, rimane sempre senza risposta.
La ricerca si conclude con i risultati musicali contemporanei in un viaggio fittizio spagnolo che da Garcia Lorca arriva a Rossana, passando per Paco De Lucia ed altri. Il progetto ha dunque l’ambizione di tracciare un filo conduttore storico – musicale di una tradizione tanto ricca ma ancora poco conosciuta tra i più giovani.
Il gruppo Mediterranea si è formato nel 1997 e da allora ha conseguito un crescente successo di pubblico e di critica.

MOLAGIMUSICA autunno*
Mola di Bari – Teatro Comunale Niccolò van Westerhout


Domenica 27 ottobre ore 20.00
ALLESTIMENTI
“BUON COMPLEANNO MAESTRO PUCCINI!..”
(nel 150° anniversario della nascita)

IVANA RESSA – voce recitante
ROSSELLA RESSA – soprano
GIULIANA CARONE - mezzosoprano
NICO SETTE – tenore
GIOVANNI GUARINO – baritono

AMARCORD ENSEMBLE

GIOVANNI GUARINO - regia

Ricorre nel 2008 il 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini (1858-1924) ed entrano nel vivo le attività commemorative promosse da numerosissimi Enti musicali italiani e stranieri. Soprattutto dal nord al sud dell’Italia si sono mobilitati i maggiori teatri di tradizione, gli enti lirici ed anche le associazioni concertistiche che hanno programmato iniziative che propongono all’interno delle loro stagioni i capolavori pucciniani.
L’A.g.i.mus., in tutta modestia ma con grande entusiasmo, si associa a tale fermento, con una produzione autonoma e originale : l’allestimento di uno spettacolo che intende ripercorrere e descrivere la vita, la personalità e le passioni di Giacomo Puccini attraverso le più belle e significative arie d’opera che continuano ad incantare il pubblico di tutto il mondo.


Sabato 8 novembre ore 21.00
GIOVANNI CULTRERA – pianoforte
“Il pianoforte in Russia”

Musiche di Mussorgsky, Borodin, Prokofiev, Cajkowsky

Nato a Catania nel 1970, ha svolto gli studi presso l'Istituto Superiore di studi musicali "V.Bellini" della sua città diplomandosi con il massimo dei voti
Dal 1992 al 1997 ha vinto oltre 30 concorsi nazionali e internazionali, in Italia e all'estero. Si è esibito da solista in Italia e in oltre 25 Stati per oltre 600 concerti.
E’stato Presidente e componente di giurie in oltre 50 concorsi nazionali ed internazionali in Italia e all'estero.Tra gli ultimi riconoscimenti più significativi ricevuti, da segnalare la "Medaglia d'oro" UNESCO per l'attività musicale conferita nel 1997 e 2005 dalla X.O.N. Xorodia Orchestra Nuova di Atene, il premio "Berhesit" conferito nel 1997 dall'Accademia internazionale di cultura di Roma ed il premio “Sicily Awards” alla musica ricevuto nel 2007 con Giancarlo Giannini, Nino Frassica, Michele Cucuzza.

Domenica 23 novembre ore 20.00
CONCERTISTICA
Auf Flügeln des Gesanges
“Sulle ali del canto”

S E R A T A M U S I C A L E I N U N S A L O T T O E U R O P E O D I F I N E ‘ 8 0 0

soprano CamillaIlleborg
violoncello PierluigiRuggiero
pianoforte GuidoGalterio

Musiche di Schubert, Mendelssohn, Faurè, Massenet, Grieg, Tosti, Denza, Leoncavallo
Guida all’ascolto a cura di G. Galterio

Il programma è pensato per ricreare il clima e l’ambiente delle Grandi Accademie Vocali e Strumentali che si tenevano nei salotti delle famiglie della buona borghesia. Il “salon”, salotto o salone, che fin dal Seicento era diventato uno degli spazi più frequentati dalla cultura letterario-musicale mondana, celebrò i suoi massimi trionfi nella seconda metà dell’Ottocento. Spesso erano gli stessi compositori ad essere chiamati alla tastiera per eseguire brani delle loro composizioni più in voga, oppure per presentare estratti delle proprie opere prima della “Prima” in modo da saggiare l’umore e la risposta del pubblico. Quindi, anche se per un’ora soltanto, il concerto ci riporta ad una dimensione più intima ed accogliente, dove ancora l’uso del tempo e dello spazio avevano una vitale importanza.


Sabato 6 dicembre ore 21.00
CONCERTISTICA
DAMIANA MIZZI
soprano
MASSIMO FELICI
chitarrista

Musiche di
John Dowland, Mario Castelnuovo-Tedesco, Mauro Giuliani, Ludwig van Beethoven/Weneszlausz Matiegka, Joaquin Turina, Manuel de Falla, Heitor Villa-Lobos, Mario Castelnuovo-Tedesco

Un percorso attraverso la storia delle musiche originali per voce e chitarra (o liuto) e delle trascrizioni d’epoca o d’Autore; le Arie del liutista elisabettiano John Dowland introducono le due “Songs” di Mario Castelnuovo-Tedesco, da lui stesso scelte all’interno del monumentale ciclo Shakespeariano per l’adattamento chitarristico.
Con un balzo nell’Ottocento, i Lieder di un altro grande autore italiano, il pugliese Mauro Giuliani, anch’egli a scegliere una lingua straniera per la sua musica durante il periodo trascorso a Vienna, e il suo più famoso contemporaneo Beethoven con la Cantata “Adelaide”, adattata per chitarra dal boemo Matiegka.
Nella seconda parte, tutta dedicata al Novecento, la Fantasia “Sevillana” di Turina precede due delle intense “Canciones” dell’andaluso Manuel de Falla; a seguire, la famosa “Aria” dalle “Bachianas Brasileiras”, originale per voce e otto violoncelli, del brasiliano Villa-Lobos, adattata per chitarra dallo stesso compositore, seguita dalla sua unica composizione originale per questa formazione, “Modinha”.
Il finale è dedicato ancora a Mario Castelnuovo-Tedesco (Firenze 1895 – Beverly Hills 1968), di cui ricorre nel 2008 il Quarantennale della morte, con i suoi “Romances Viejos”, destinati all’epoca alla voce della famosa soprano Conchita Supervia, e infine la “Ballata dall’Esilio”, brano emblematico della sua condizione di artista costretto, alla fine degli anni ’30, a lasciare l’Italia per l’inasprirsi delle Leggi razziali.



progetto
MUSICA & SCUOLA : lezioni – concerto per gli studenti scuole
(date da definire)

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