giovedì 31 marzo 2016

Il Florilegium Vocis diretto da Sabino Manzo e due cantate di Bach. Si chiude così sabato sera il Festival di Pasqua a Santa Teresa dei Maschi.


Con un ulteriore omaggio a Johann Sebastian Bach, con l’esecuzione di due Cantate e di un Concerto per organo, il Festival di Pasqua in corso a Bari si chiude sabato 2 aprile, nella Chiesa di Santa Teresa dei Maschi (ore 20.30, info biglietti 348.492.2738 ewww.santateresadeimaschi.it).
Diretti al cembalo da Sabino Manzo (nella foto), con Gilberto Scordari solista all’organo e Mario De Tullio all’oboe, gli ensemble Florilegium Vocis e Orchestra barocca Santa Teresa dei Maschi, istituzioni che organizzano l’iniziativa nella rete Orfeo Futuro in collaborazione con la Polifonica Biagio Grimaldi e l’Auditorium Vallisa, offrono una rara occasione per ascoltare alcune pagine poco note del Genio di Eisenach.
Il concerto prevede, infatti, l’interpretazione di due cantate giovanili, BWV 4 «Christ lag in Todesbanden» (Cristo giaceva nei vincoli della morte) e BWV 131 «Aus der Tiefe rufe Ich, Herr, zu Dir» (Dal profondo a te grido, oh Signore), pagine entrambe composte nel 1707 e prive di recitativi: una caratteristica delle prime cantate di Bach, autore di oltre duecentoventi composizioni dello stesso genere, parte di una produzione di musica sacra per la quale il compositore, sublime esegeta della spiritualità protestante tedesca, è stato non a caso definito il «quinto evangelista». Accanto alla consueta perfezione compositiva, in questi due lavori di raro ascolto un Bach poco più che ventenne mostra una straordinaria capacità espressiva che riesce a sorprendere anche l’ascoltatore di oggi con soluzioni inattese.Un dialogo scintillante tra l’organo solista e l’orchestra contraddistingue, invece, il Concerto BWV 1059 lasciato incompiuto nel 1745 e basato in parte su materiali tratti dalla Cantata BWV 35 «Geist Und Seele wird verwirret» del 1726. Si tratta, difatti, di una ricostruzione (qui nella versione di Ton Koopman) per la quale gli studiosi si sono basati su un frammento di sole nove battute.


Il Duo storico di jazz Fiorentino - Pietropaoli si esibisce domani a Santa Teresa dei Maschi per Mirarte.


Venerdì 1 aprile, alle 21, all'Auditorium Santa Teresa dei Maschi di Bari, prosegue il cartellone 2016 dell'associazione culturale Mirarte, che quest'anno compie dieci anni di attività, con la direzione artistica di Marina Addante. Sul palco si esibirà un duo storico di musicisti dediti soprattutto al genere jazz e fusion: con una carriera sempre molto attiva, saranno Umberto Fiorentino (chitarra elettrica) e Enzo Pietropaoli (nella foto,contrabbasso), in un repertorio di standards e composizioni originali. La formula del duo è una condizione privilegiata per sviluppare l'interazione musicale oltre i ruoli tradizionali di solista e accompagnatore. Quello tra Fiorentino e Pietropaoli sarà l'incontro di due grandi musicisti, ma soprattutto un dialogo tra due vecchi amici. Infotel biglietti e abbonamenti: 345.949.54.23.

Il 1° aprile alla Scala di Milano la trascinante coreografia di Rudolf Nureyev del Don Chisciotte di Minkus.


Festeggiamo assieme l’arrivo della primavera con la freschezza, l’allegria e i colori della Spagna di Don Chisciotte, intramontabile e trascinante coreografia di Rudolf Nureyev, cavallo di battaglia della compagnia scaligera fin dal 1980. Il capolavoro di Cervantes, di cui quest’anno si celebra il 400 anniversario della morte, prende vita tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore sospeso del giardino delle Driadi.
In un tripudio di  virtuosismo e ricchezza coreografica, le avventure di Don Chisciotte e del fido Sancho Panza si incrociano, o meglio fanno da pretesto, per la storia d’amore di Kitri e Basilio, che culmina nelle variazioni e nel gran pas de deux finale, vera prova di bravura per ogni étoile.
Sulle note di Minkus – dirige il Maestro David Coleman – torneranno in scena i Primi Ballerini scaligeri Nicoletta Manni e Claudio Coviello per la recita del 1 aprile. Appuntamento imperdibile il 30 marzo, recita di ScalAperta a prezzi dimezzati. Sarà anche l’occasione per assistere al debutto di Vittoria Valerio nel ruolo di Kitri, accanto ad Angelo Greco, coppia che danzerà anche il  31 marzo.
Non perdere l’occasione di assistere a questo straordinario spettacolo, che da oltre 30 anni esalta i migliori interpreti del nostro Corpo di Ballo e affascina il pubblico di tutte le età.

I nuovi appuntamenti musicali di Aprile al Teatro alla Scala di Milano.


Un Aprile all’insegna dei debutti e delle novità nella produzione scaligera. Dal 3 aprile al 7 maggio andrà in scena La cena delle beffe, l’opera di Umberto Giordano sul fortunato dramma di Sem Benelli. Il titolo torna alla Scala dopo oltre 90 anni dalla prima esecuzione e segna un passo importante sia nell’ambito della riscoperta del repertorio verista sia nel percorso - iniziato con la Giovanna d’Arco diretta da Chailly - volto a riportare sul palcoscenico opere che hanno visto la luce proprio in questo Teatro. Un ciclo di proiezioni, incontri e approfondimenti si articolerà nel periodo delle rappresentazioni. La nuova produzione vede la direzione di Carlo Rizzi, la regìa di Mario Martone e le scene di Margherita Palli, trasportando il pubblico in un’avvincente Little Italy degli anni Venti.
Prima assoluta invece per il balletto Il giardino degli amanti, nuova creazione affidata a Massimiliano Volpini; protagonista dal 9 al 19 aprile, prosegue e approfondisce il progetto inauguratosi la scorsa stagione su balletti con musiche da camera. Sui meravigliosi quartetti e quintetti di Mozart, come per suggestione, gli ospiti di una festa si mescolano ai personaggi delle opere mozartiane, in un giardino labirintico dove illusione e realtà si fondono. In occasione della Prima rappresentazione, che verrà trasmessa in diretta su Rai5, realizzeremo una diretta streaming del backstage sul nostro sito e sul nostro canale Youtube. Due nuove produzioni da non perdere!

Brillante successo ieri sera per il concerto di Roland Boer alla testa dell'eccellente Orchestra del Petruzzelli, con il cornista Alessio Allegrini, solista esemplare nel quarto concerto di Mozart.


Un brillante concerto ieri sera al Petruzzelli, dalla denominazione "classica", proprio perchè ispirato a tre belle composizioni che al classicismo viennese, hanno offerto il massimo del loro raffinato "esperimento" dell'epoca. A dirigere c'era il bravo Roland Boer che ha incalzato la serata musicale proprio con una elettrizzante Sinfonia Classica di Prokof'ev, l'Orchestra Sinfonica del Petruzzelli, ieri davvero in grande spolvero, ha eseguito con rara agilità e sicura leggerezza la celebre pagina del russo, con la giusta ironia, abbiamo apprezzato la lettura del preciso maestro austriaco. Nella seconda parte il "piatto forte" era rappresentato dal celebre cornista Alessio Allegrini (nella foto), che ha interpretato da par suo il Quarto Concerto in mi bemolle maggiore per corno e orchestra KV 495 di Mozart.
Pluripremiato in molti concorsi internazionali musicali, Allegrini è stato prima voluto nell'Orchestra Filarmonica della Scala di Milano negli anni '80 da Riccardo Muti, poi, è passato, più di recente, all'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, ed infine lo stesso Claudio Abbado, nehli ultimi anni di vita, l'ha dirottato prima nella "Mozart" di Bologna poi in quella straordinaria del festival di Lucerna, come primo corno. Esecuzione davvero esemplare la sua, musicalissima e respirata con attenzione maniacale e ineccepibile. Va ricordato, inoltre, che il concerto è stato portato a termine il 26 giugno del 1786. Come gli altri tre, è stato dedicato da Amadeus all'amico Ignaz Leutgeb, cornista nell'orchestra di corte dell'Arcivescovo di Salisburgo. Dopo il successo di prammatica in questi casi, Allegrini ha concesso un insolito bis.
Nella seconda parte, il terzo brano della magnifica serata era la Quarta Sinfonia "Tragica" di Schubert, che nasce dall'appetito del compositore viennese di confrontarsi col titanico modello bethoveniano. Boer lo affronta con una grande vivacità ed energia, accelerando i passi con una virile potenza espressiva. Il primo movimento così plumbeo e tragico, da cui il titolo, vive su un "adagio molto" di rara mestizia e drammaticità, fino ad esplodere in un "allegro vivace" deterministico e legato ad una urgenza quasi haydniana. Nel terzo movimento, l'inesorabile linea ritmica e accelerata con dinamiche formidabili dall'Orchestra, che ha mostrato ancora una volta una eccellente forma, guidata con sapiente saggezza dal direttore austriaco. Già di recente direttore del bel Nabucco verdiano al Petruzzelli. Anche qui, nel finale, abbiamo avuto un saggio delle sue capacità di leggiadro concertatore e il pubblico, abbastanza numeroso, ha applaudito con convinzione la bella serata.

mercoledì 30 marzo 2016

Il prossimo 1° aprile il pianista Angelo Nasuto suona in concerto a Casa Giannini.



Nasce a Foggia nel 1993 e si diploma in pianoforte con 10 Lode e Menzione Speciale presso il Conservatorio “N.Piccinni” di Bari sotto la guida del M° Cinzia Falco. Si perfeziona con maestri quali Pierluigi Camicia, Aldo Ciccolini, Alfonso Soldano, David Fung, Giuseppe Andaloro, Vincenzo Maltempo ed altri.
Ottiene numerosi primi premi e primi premi assoluti come pianista e anche al clavicembalo, tra i quali Concorso “ Premio Annarosa Taddei” ( Roma), “Premio città di Ostuni”, VII Premio Eurorchestra (Bari), Primo concorso internazionale “Rito Selvaggi” (Noicattaro) e il 1° Internetional Harpsichord Competition “Wanda Landowska” (primo premio assoluto e premio speciale “migliore esecuzione di clavicembalista francese).Nel 2013 partecipa al Bari International Music Festival e ottiene il “Prize BIMF 2013” che lo porterà ad essere invitato come Artista Italiano nella Stagione del “BIMF 2014”.
Tiene concerti sin dalla tenera età esibendosi sia da solista che in formazione da camera con artisti quali Jonah Kim e Liya Petrova.
Il 10 Giugno 2012 ha partecipato alla prima mondiale della esecuzione del “Divertimento Maclè” per pianoforte a 4 mani ed orchestra di 40 pianoforti del M° Piotr Lachert presso l’esposizione Fabbrini di Pescara.
Agli studi di pianoforte affianca anche quelli di clavicembalo con Margherita Porfido, organo e composizione organistica con Francesco Di Lernia, e direzione d’orchestra con Ovidiu Balan.
Attualmente è iscritto al 2° anno del II Livello di Pianoforte indirizzo Solistico presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari sotto la guida del M° Cinzia Falco, ed è iscritto ad un corso annuale di perfezionamento pianistico presso l’accademia “Aldo Ciccolini” di Trani con il M° Pierluigi Camicia.
CASA GIANNINI ore 18,30

Ambrogio Maestri, il Falstaff per antonomasia.


Dopo averlo interpretato più di 250 volte, da New York a Tokyo, da Londra a Parigi, da San Paolo a Buenos Aires, Ambrogio Maestri torna a incarnare il protagonista dell’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, Falstaffdiretto da Riccardo Muti, che proprio per questo ruolo lo scelse nel 2001 alla Scala. L'opera, proposta in forma di concerto, è in programma dal 21, il 23 e il 26 aprile a Chicago, con l'Orchestra Sinfonica della città, di cui Muti è Direttore musicale.
Cantare Falstaff con Muti per me è un'emozione speciale – dice Maestri - è un po' come tornare alle origini, della mia carriera ma anche del personaggio. Fu proprio Muti a scegliermi per questo ruolo, in occasione delle celebrazioni scaligere del centenario della morte di Verdi. Me lo fece studiare per più di un anno, prima del debutto, costruendo ogni minimo dettaglio del personaggio.
Da allora l'ho cantato in più di 25 teatri diversi, dalla Staatsoper di Vienna al Festival di Salisburgo, fino al piccolo teatro di Busseto, città natale di Verdi. Con il passare degli anni ho cominciato un percorso di ricerca e lettura interpretativa che mi ha portato a sentire il personaggio come un vero e proprio alter ego. Ogni nuova produzione rappresenta una sfida che mi consente di sperimentare nuancesinedite, sia attoriali sia vocali – conclude il baritono - E maturando posso dire che dentro di me, ormai, c’è davvero molto di Sir John”.
Con Falstaff culmina e si conclude il ciclo delle tre opere verdiane tratte da Shakespeare che Muti ha realizzato con la Chicago Symphony Orchestra. Accanto ad Ambrogio Maestri sono impegnati Eleonora Buratto (Alice), Luca Salsi (Ford), Rosa Feola (Nannetta), Saimir Pirgu (Fenton), Daniela Barcellona (Quickly), Laura Polverelli (Meg), Anicio Zorzi Giustiniani (Bardolfo), Luca Dall'Amico (Pistola) e Saverio Fiore (Cajus). Il Chicago Symphony Chorus è diretto da Duain Wolfe.
Dopo il Falstaff di Chicago Ambrogio Maestri sarà Scarpia in Tosca a Monaco di Baviera (11 e 14 maggio) e a Berlino (9 e 15 giugno); ancora Falstaff a Budapest (22 maggio) e Birmingham (13 luglio); e Don Pasquale alla Wiener Staatsoper (24 e 29 giugno).

Un appuntamento straordinario con la star del belcanto, Juan Diego Florez il prossimo 24 giugno all'Auditorium della Rai di Torino.


Si arricchisce con un quinto appuntamento straordinario proposto fuori abbonamento il festival primaverile dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai “La voce e l’orchestra”.  Venerdì 24 giugno alle ore 19, all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, arriva la star del belcanto Juan Diego Florez (nella foto), con un recital che mette insieme arie mozartiane e rossiniane, pagine del repertorio francese, canzoni italiane e arie da zarzuelas. Programmato nel giorno di San Giovanni, patrono della Città di Torino, lo spettacolo farà precedere i tradizionali fuochi d’artificio sul Po, con quelli vocali del tenore peruviano Florez.
Il concerto, diretto da Christopher Franklin, è proposto fuori abbonamento e i biglietti - da 40, 60 e 80 euro - sono in vendita a partire da domani, giovedì 31 marzo, in esclusiva per chi si è già abbonato o si abbonerà al Festival “La voce e l’orchestra”. Dal 3 maggio poi, i posti rimanenti saranno in vendita per tutti.
Anche il programma della rassegna “La voce e l’orchestra” presenta importanti novità rispetto a quanto era stato annunciato: se è confermato il protagonista del primo concerto, in programma giovedì 19 maggio alle 20.30, ossia il grande basso russo Dmitry Beloselsky, che con la direzione Juraj Valčuha propone pagine di Modest Musorgskij, la primadonna del secondo appuntamento, dedicato alle più celebri pagine operistiche di Giacomo Puccini, è invece Maria Agresta, tra i soprani lirici oggi più richiesti al mondo. Il suo recital, dedicato alle eroine di Manon LescautTurandotSuor AngelicaTosca e Madama Butterfly, è in programma giovedì 26 maggio alle 20.30, con la direzione di Giampaolo Bisanti.
Anche il terzo appuntamento della rassegna – giovedì 9 giugno alle 20.30 -  vede salire sul palco una nuova protagonista: il soprano Rachel Harnisch, impegnata in una scelta di pagine mozartiane tratte da IdomeneoLucio SillaIl re pastore e Don Giovanni. Sul podio sale  Hansjörg Albrecht. Già interprete di riferimento di Claudio Abbado, Rachel Harnisch ha fatto di Mozart uno dei punti di riferimento della sua carriera internazionale.
Resta invariato invece il programma del quarto concerto, in programma giovedì 16 giugno alle 20.30 e affidato alla bacchetta del grande Jeffrey Tate. Il direttore inglese, insieme al soprano Kate Valentine e il tenore Brenden Gunnel, propone pagine dal grande repertorio tedesco e di compositori come Richard Wagner (Parsifal e Die Walküre) e Richard Strauss (Intermezzo e Ariadne auf Naxos).

martedì 29 marzo 2016

Esce un nuovo libro sul compositore Hugo Wolf edito da Analogon Edizioni.

Autori vari

SU HUGO WOLF

Vol. 1: 1890-1937
Traduzione e cura di Erik Battaglia
«La vicenda di Wolf è una delle più straordinarie in tutta la storia dell'arte, e permette uno sguardo privilegiato nei misteri del genio umano.» 
(Romain Rolland)
In questo primo volume sono raccolti saggi e scritti sul compositore austriaco dal 1890 al 1937: Hugo Wolf (Date dalla mia vita), Romain Rolland (Hugo Wolf, 1908), Riccardo Prati (Hugo Wolf, 1914), Friedrich Eckstein (Ricordi wolfiani, 1935), Edmund Hellmer (Istantanee sfocate, 1921; I Michelangelo-Lieder, 1899), Felix Weingartner (Un ricordo di Hugo Wolf, 1928), Josef Schalk (Quattro saggi su Wolf, 1890-98), Ernest Newman (I Lieder «italiani», 1937; Le opere per il teatro, 1907), Joseph Marx (Der CorregidorIl cantore della primavera), Max Reger (L’eredità artistica di Hugo Wolf, 1904), Hermann Hefele (Lettera a Hugo Wolf, 1919). Con tre poesie su Wolf di Detlev von Liliencron, Carl Hauptmann e Frieda Zerny.
§§§
«Chi, a metà degli anni ’80, fosse solito percorrere le strade del centro di Vienna, poteva facilmente, nello spazio di poche ore, incontrare i tre più grandi creatori di musica assoluta dopo Beethoven e Schubert: Hugo Wolf, Johannes Brahms e Anton Bruckner. Hugo Wolf era allora un giovane di circa venticinque anni, dalla figura piccola ed esile, con un pizzetto biondo e i resti diradati di un paio di baffi dai quali aveva la peculiare abitudine di strapparsi i peli uno a uno, con foga. Aveva occhi scuri e brillanti su un viso pallido che ricordava quello di Laurence Sterne e lo si vedeva di frequente affrettarsi per la strada immerso in un dialogo tra sé e sé, sempre con un libro o uno spartito sottobraccio, vestito accuratamente, perlopiù in giacca di velluto e un’ampia cravatta nera alla Lavalliere…
… a quel punto anche Wolf cominciò a fare a gara con Bruckner nel raccontare aneddoti e storielle, tanto che alla fine avevamo tutti le lacrime agli occhi dal ridere. Così trascorremmo il pomeriggio su quella terrazza, al parapetto che dal ripido bastione si affaccia sulla valle, con lo sguardo perso nello splendido paesaggio primaverile, verso i mossi pendii del Kahlenberg ricoperti di viti, verso il Danubio e i campi che si estendono lontani tra monti e castelli. Il crepuscolo cominciò a calare e il profumo del sambuco in fiore, risalendo dal fondovalle, ci pervase da ogni parte; così la sera passò in lieta conversazione, con il vino squisito della cantina del monastero, in gaio umore festivo, finché alla prima oscurità ci risolvemmo a iniziare il viaggio di ritorno per Vienna, questa volta in treno, nel vagone di terza classe. Anche questo tragitto alle ultime luci del tramonto fu meraviglioso, e una strana, festosa serenità si era impadronita di tutti noi…» [Dai ricordi di Friedrich Eckstein]

Il tour di Serena Autieri arriva il 31 marzo a Barletta con "La Sciantosa".


Attesissimo appuntamento, giovedì 31 marzo, con porta alle ore 20,45 e inizio alle ore 21,15 con uno spettacolo divertente e intenso e  sull’onda dello straordinario successo con cui è stata accolta da critica e pubblico nelle prime tappe italiane, Serena Autieri arriva in tour a Barletta, con il suo "One Women Show “La Sciantosa - ho scelto un nome eccentrico”, spettacolo scritto da Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi, insieme al Quintetto Eccentrico Italiano. “Ho voluto rileggere in chiave nuova ed attuale il caffe chantant - racconta Serena -con un lavoro di ricerca e rivalutazione nel repertorio dei primi del ‘900, da brani più conosciuti e coinvolgenti, quali nascoste come Serenata napulitana e Chiove, oggi ascoltabili solo con il grammofono a tromba. ‘A tazz’ e cafè e Comme facette mammeta sino a perle Tra una rima recitata e una lacrima intendo riportare al pubblico quelle radici poetiche e melodiche ottocentesche e quei profumi arabi, saraceni e americani che Napoli ha ruminato e restituito al mondo nella sua inconfondibile cifra.Ho voluto fortemente mantenere il clima provocatorio e sensuale di quei Caffè, e ricreare in teatro quel rapporto senza rete con il pubblico, improvvisando, battibeccando, fino a coinvolgerlo spudoratamente nella “mossa”, asso nella manica di tutte le sciantose". Vincenzo Incenzo , autore dello spettacolo, così spiega al pubblico il suo spettacolo: Incontrare la sciantosa e il suo “nome eccentrico” vuole dire aprire un baule magico con un immenso tesoro dentro. Vuole dire tuffarsi anima e corpo nell’oceano della tradizione classica e allo stesso tempo abbracciare le radici della modernità. ‘A tazz’ e cafè, Comme facette mammeta, I’ te vurria vasà, prima di essere meravigliose canzoni sono testimoni e sentinelle di un mondo e di un’epoca da proteggere, di un tempo e di uno spazio in cui germogliano i princìpi tutti della cultura dello spettacolo che verrà. Serena Autieri entra a schiaffo, con i panni di Pulcinella nei luoghi e nei codici del caffè concerto e del varietà, ed è subito Napoli, arte di arrangiarsi, gioia e disperazione, mare romantico e vulcano incandescente. E’ guerra, colera, miseria ma è anche resurrezione, sorriso, amore.
Poi, via la maschera, e d’incanto Napoli è femmina. Una “mossa”, una rima recitata, una lacrima, ed eccole, quelle radici poetiche e melodiche ottocentesche e quei profumi arabi, saraceni, americani che ‘o paese d’’o sole, crocicchio di riferimenti locali e stimoli provenienti da ogni latitudine, ha ruminato e restituito al mondo nella sua inconfondibile cifra. Il pretesto dello spettacolo è la prima grande protagonista di quel mondo, Elvira Donnarumma, “a capinera napoletana”, colei che sovvertì le regole dell’apparire; bassina, tarchiata, ma con una voce che toccava le corde dell’anima. Colei che raccolse i fiori sul palco di Eleonora Duse e Matilde Serao, che rifiutò per spirito patriottico il contratto in Germania, che sfidò la sua malattia ogni sera fino alla morte pur di non abbandonare il pubblico; lei che avvolta dalla bandiera italiana, in precario equilibrio e con gli occhi pieni di lacrime, cantò “Addio” davanti a tutta Napoli che la acclamava.
Serena Autieri legge Donnarumma in controluce, sdoganandone la fisicità, recuperata attraverso il gesto e la parola, in un’ora e mezza di spettacolo senza rete, sola sulla scena, attraversata dalla cometa elegante di un mimo ogni tanto a cadenzare il flusso narrativo. Fuori e dentro, dentro e fuori, Serena gioca con il suo personaggio, lo presenta, lo incarna, lo lascia, lo riprende. La realtà feconda la finzione e viceversa in un gioco delle parti vertiginoso ed esilarante. La scena fa il resto. Una finestra che s’illumina nella notte, lo sciabordìo di onde in lontananza, una nave in partenza, valige sul molo. Oggetti e proiezioni evocano i momenti. Tutto viene restituito a una lettura contemporanea mentre batte un cuore antico.
C’è il vicolo, la scalinatella, ma c’è anche il futurismo, le camice nere, il Ballo Excelsior, l’avvento della radio. Quadri come suggestioni, tagliati da un disegno luci che evoca più che dichiarare e musicisti che riportano nostalgie e profumi del tempo. Ma il palco non basta, e allora Serena scende tra il pubblico, e lo spettacolob da qui in poi ogni sera è a soggetto.
Il muro di Diderot cade (una lezione valida dai tempi di Plauto), e con il muro la sospensione del dubbio esistente tra finzione e realtà. Gli spettatori diventano parte attiva e memoria di quello che fu, allo stesso tempo. Una sorta di non-sequitur visuale, dove la rottura della convenzione scatena la comicità. Risate, lacrime, riflessioni. Il pubblico è preso a schiaffi e carezze, come quel Pulcinella in incontinenza verbale magistralmente interpretato da Serena a inizio spettacolo, metafora vivente e straordinariamente attuale dell’accavallarsi folle di parole del nostro tempo.
E’ cafè chantant ma è anche talent show di oggi, perché cambiano i codici ma non il messaggio. E’ sguardo critico al presente, allo strapotere dell’immagine tritatutto, alla mai troppo considerata meritocrazia, ai valori al tramonto di patria e di famiglia. Ma è soprattutto amore, identità, rivendicazione. E passato che guarda al futuro.

Info. 0883.332456 Teatro Curci  380 3454431 Ass. Curci; www.culturaemusica.it; www.facebook.com/asscurci

Successo a Isernia per il Concerto di Pasqua dell'Orchestra da Camera di Frosinone diretta da Fernando Raucci" di Elena Dandini


"Le festività cattoliche sono, da sempre, un incentivo alla fioritura di concerti in ogni dove, non ha fatto eccezione la città di Isernia con il suo CONCERTO DI PASQUA diretto dal M° Fernando Raucci alla guida dell’ORCHESTRA DA CAMERA E SINFONICA DI FROSINONE. Molto amato dalla sua città, Raucci vanta una carriera artistica di tutto rispetto specialmente all’estero (direttore della Princeton Youth Orchestra, assistente direttore dell’ American Symphony di New York, direttore dell’Opera International di Princeton e direttore principale ospite della Trenton Symphony. Ha diretto anche in Polonia, Russia, Ungheria, Romania e Bulgaria). Un programma, quello del concerto di ieri sera, aderente all’occasione festiva e con un incipit originale e di grande impatto emotivo, l’ingresso in palcoscenico del M° Giuseppe Cerrone che ha diretto il Coro Cordis Voce, “nascosto” dietro le quinte,  nella sequenza gregoriana VICTIMAE PASCHALI,  tradizionalmente cantata nella solennità di Pasqua . I cori ad integrarsi con l’orchestra erano quattro: LA CAPPELLA CELESTINIANA (Dir. Fabio Palumbo), ISERNIA GOSPEL CHOIR (Dir. Rossana Leva), CASTELPETROSO “In…Canto” (Dir. Loredana Vacca) e CORO CORDIS VOCE (Dir. Giuseppe Cerrone). In sinergia tra loro  un centinaio di elementi , nonostante la formazione amatoriale, hanno dato prova di grande professionalità  ed empatica osmosi. Secondo pezzo della serata il PRELUDIO dal TE DEUM di Marc Antoine Charpentier, conosciutissimo per essere da sempre la sigla dei programmi Rai in eurovisione. Dalla Francia all’Austria con W.A. Mozart ed il suo AVE VERUM  CORPUS  K618 per coro e orchestra. Basato sul testo eucaristico omonimo del XIV secolo e  composto dall'autore salisburghese a Baden, nei pressi di Vienna nel 1791, nato per l'occasione della solennità del Corpus Domini, viene considerato  uno dei momenti più alti del genio mozartiano.  Pëtr Il'ič Čajkovskij rielaborò questo celebre mottetto nella preghiera che costituisce il terzo movimento della Suite n. 4, op. 61, nota - non a caso - come Mozartiana. Si passa quindi alla sacralità per eccellenza quella  di J.S. Bach con la sua celebre CORALE N.147, composta in buona parte a Weimar nel 1716 (BWV 147a) per l'Avvento,  venne ampliata nel 1723 a Lipsia per la festa della Visitazione (BWV 147). La prima esecuzione ebbe luogo il 2 luglio 1723, attualmente viene eseguita nelle liturgie natalizie e pasquali  quasi mai in occasione della festa per cui Bach la compose. Dalla musica classica alle composizioni  contemporanee di Monsignor Marco Frisina , il PACEM IN TERRIS, scritta ispirandosi all’enciclica di Papa Giovanni XXIII e  il DIO E’ AMORE. Diplomatosi in composizione a Santa Cecilia, Frisina può essere considerato un “Ennio Morricone in abito talare” per la vena prolifica della sua  ispirazione musicale che spazia dai testi sacri alle colonne sonore per film sempre di contenuto religioso. Altro compositore contemporaneo il M° Nicola Graziano che ha diretto la sua VERSO I CIELI,  dal cromatismo che ha richiamato alla mente quello dei compositori russi ottocenteschi. Tra le composizioni sacre più belle anche se la sua nascita è controversa è sicuramente l’AVE MARIA di Caccini. La musica è stata attribuita fino a qualche anno fa a Giulio Caccini, il noto compositore rinascimentale, (1550-1618), in realtà si tratta di una composizione contemporanea, del russo Vladimir Fedorovic Vavilov (1925-1973), da lui pubblicata come opera di “Anonimo” nel 1972, la falsa attribuzione a Caccini avvenne dopo la morte di Vavilov, da parte dell'organista Mark Szachin, ciò nondimeno rimane intatto il valore di una delle più toccanti pagine musicali del repertorio mariano, ad eseguirla nell’Auditorium di Isernia , il soprano Antonella Inno. Altra voce sopranile , quella di Carmela Anna Fascino che ha eseguito un copasaldo  della tradizione sacra, il LAUDATE DOMINUM di Mozart, brano, oltretutto,  che è la quinta delle sei parti dei Vesperae solemnes de confessore (K 339) ultimo lavoro chiesastico composto da Mozart al servizio dell'Arcivescovo di Salisburgo. Pezzi conclusivi LA GRANDE PASQUA RUSSA  di N.Rimskij-Korsakov e l’ALLELUIA dal MESSIA di G.F Haendel.  Il primo  è del 1888 e il compositore  ne ebbe a dire: “Ho voluto rappresentare il versante leggendario e pagano della Pasqua, cercando di dare voce al sentimento di gioia che nel racconto evangelico accompagna sempre la festa della Resurrezione” , basata su musiche popolari e folkloriche, questa ouverture, racchiude tutto il colorismo della grande musica russa di cui ha dato una bella prova l’Orchestra di Frosinone. Il conclusivo Alleluia, del 1741, Haendel   lo scrisse di getto e rimane, sicuramente la sua pagina più celebre.  Calorosi ed affettuosi applausi per tutti, specie per il M° Raucci visibilmente soddisfatto per la prova orchestrale e dei cori abilmente diretti dai vari titolari, ma soprattutto commosso per il calore che la sua città gli ha meritatamente dimostrato."
                                                                                                             Elena Dandini



Galleria Musicale è la fortunata rassegna friulana di concerti a cura di Filippo Juvarra.


Torna nel mese di aprile Galleria Musicale, la fortunata rassegna che prevede l’esecuzione di alcuni concerti nello spazio originale ed inconsueto della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone (piazza Cavour, 44). Gli appuntamenti di Galleria Musicale si tengono, infatti, nell’ambito di Intervallo di confidenza - Opere di Fabrizio Prevedello, Kristian Sturi, Michele Tajariol, la mostra a cura di Daniele Capra allestita fino all'1 maggio (orario: giovedì e venerdì ore 16-19 / sabato e domenica ore 10-13 e 16-19; ingresso libero).
Galleria Musicale è a cura di Filippo Juvarra (nella foto), direttore artistico della stagione musicale del Teatro Comunale, ed è realizzata con la collaborazione dei Conservatori “Tartini” di Trieste e “Tomadini” di Udine.
I concerti hanno inizio alle ore 11.00. I biglietti (l’ingresso costa 1,00 euro) possono essere acquistati presso la Biglietteria del Teatro Comunale (che è aperta da lunedì a sabato, dalle 17 alle 19, fino all’11 aprile) e presso la Biblioteca Comunale.
Ad aprire la rassegna, domenica 3 aprile, è l’Orchestra Laboratorio 3.0, originale sestetto nato nell’ambito della Scuola di Jazz del Conservatorio “Tartini” di Trieste, che propone una selezione di brani di Charles Mingus. A comporre la formazione sono Robert Mikuljan (tromba), Giorgio Giacobbi (sax tenore), Sergio Bernetti (trombone), Giacomo Zanus (chitarra elettrica), Simone Lanzi (contrabbasso) e Camilla Collet (batteria).
L’Ensemble nasce da un’idea di Giovanni Maier, docente di Musica d’Insieme Jazz, allo scopo di approfondire le modalità di composizione, arrangiamento ed esecuzione all’interno di un gruppo di medio organico. Se nelle Big Band, che prevedono sezioni orchestrali di strumenti omogenei, è necessario talvolta rinunciare ad alcune delle proprie peculiarità espressive per raggiungere una certa omogeneità di suono, nel caso di una formazione come questa ogni musicista deve contribuire con la propria personalità alla creazione del suono collettivo.
Il programma del concerto è composto quasi interamente da pagine del grande contrabbassista e compositore afroamericano Charles Mingus, arrangiate prevalentemente dagli studenti. Nel lavoro di arrangiamento si è cercato di rendere attuali alcuni classici del jazz contaminandoli con altri linguaggi musicali (il pop, il rock, la musica etnica, quella contemporanea), mantenendo però inalterato l’atteggiamento creativo ed informale che sta alla base della tradizione afro-americana. 
Protagonisti del concerto di domenica 10 aprile sono la chitarra e il flauto. Eduardo Cervera Osorio (chitarra), Marta Di Lena (flauto) e Marco Di Lena (chitarra), giovani musicisti cresciuti artisticamente al Conservatorio “Tomadini” di Udine, eseguono pagine di Barrios, Abraham, Brouwer, Ponce e Giuliani.
Domenica 17 aprile è invece la volta dell’Aristotrio (Francesca Somma al violino, Davide Forti al violoncello e Mosè Andrich al pianoforte), che propone al pubblico brani di Dvořák e Arvo Pärt; anche questo concerto è realizzato con la collaborazione del Conservatorio “Tartini” di Trieste.
A chiudere Galleria Musicaledomenica 24 aprile, sono Stefano Bembi (fisarmonica) e Tomaž Nedoh (sassofono), con una selezione di musiche di Fancelli, Pozzoli, Piazzolla e dal repertorio klezmer e balcanico.

Torna la grande lirica a Matera il 23 aprile con il "Don Pasquale" di Donizetti.


Torna la grande lirica nella Città dei Sassi grazie a “Matera in Musica”, la stagione di Festival Duni e dell’Istituzione Concertistica Orchestrale “Magna Grecia” che quest’anno propone nel cartellone, per la prima volta in assoluto, un grande classico del repertorio operistico italiano: il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti.
La rappresentazione del “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti per la stagione “Matera in Musica” 2015-2016 di Festival Duni e Istituzione Concertistica Orchestrale “Magna Grecia” si terrà, al Teatro Duni di Matera, sabato 23 aprile, ingresso ore 20.30 inizio ore 21.00.
Info e prevendita presso Festival Duni – ICO “Magna Grecia”, in Via De Viti de Marco n.13 a Matera (cell. 392.9199935 – omg.matera@gmail.com), o presso Cartolibreria Montemurro, via delle Beccherie n.69 a Matera (0835.333411). 

Fuga romana pasquale con Musica a cura di Noteinviaggio.


e invita ad una Fuga Romana
Programma:

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sabato 9 aprile
arrivo individuale a Roma e sistemazione in hotel
ore 18.00 - Auditorium Parco della Musica
Concerto dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Antonio Pappano,direttore / Hélène Grimaud,pianoforte
* Rossini - La Cenerentola: Sinfonia
* Beethoven - Concerto per Pianoforte n. 4
Saint-Saëns - Sinfonia n. 3
(posti galleria centrale)
Pernottamento presso The Duke Hotel 4 stelle

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domenica 10 aprile
prima colazione in hotel
ore 10.00 - Passeggiata Guidata tra i vicoli di Roma alla scoperta dei Mestieri Scomparsi: un modo per rivivere l'atmosfera di una città che ha tanto da raccontare
ore 12.00 - Concerto privato del duo ''La Follia'' presso la Sala Margana

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Quote di partecipazione per persona:
In camera singola Eur 180,00
In camera doppia Eur 140,00

E' possibile partecipare anche solo alle attività del 10 aprile al costo di Eur 25,00 per persona (gratuito per i clienti Noteinviaggio)
 
Prenotazioni:
Per informazioni e prenotazioni scrivi a info@noteinviaggio.it , chiama allo 06.3220657

Shayna Steele in concerto a Terni il 7 aprile all'auditorium Gazzoli.


L’album Rise è stato l’occasione per raccogliere le sue esperienze attraverso il percorso degli ultimi quattro anni di vita. “Molto di quello che ho scritto e creato per questo album – ha detto – l’ho fatto mentre lavoravo con la mia band e cantavo per Rihanna. Abbiamo passato un sacco di tempo a Londra, che è stata l’ispirazione per canzoni come Hyde Park. Poco dopo sono rimasta incinta e ho creato I Got You”. L’album contiene alcune delle cover preferite di Shayna, come il singolo Paper Bag di Fiona Apple, e Wear Me Down, con Robert Randolph. Alla testa di un gruppo assemblato proprio per esaltare al meglio le sue rare doti espressive, Shayna scuote i palchi più prestigiosi d’Europa con l’implacabile efficacia ritmica del suo originale e magnetico soul. Da gennaio 2015 è uscita con l’album Rise, che vede la partecipazione di grandi nomi come Marcus Miller, Eric Harland e Christian McBride, presentato dalla sua band nel tour europeo, a febbraio 2015, per un totale di ventitre tappe europee.

BIOGRAFIA
Musicista di spicco del panorama soul, jazz e R&B internazionale, Shayna Steele ha come biglietto da visita un lungo e illuminante elenco di collaborazioni, partendo dal più recente lavoro con i vincitori del Grammy Award, gli Snarky Puppy, fino ad arrivare a nomi come George Clinton, Bette Midler e Rihanna. Ospite o corista di lusso, apprezzatissima live vocalist, ma anche stella di Broadway e artista acclamata dal grande pubblico americano, Shayna Steele è apparsa nelle trasmissioni di David Letterman e nella serie televisiva I Soprano, ha recitato accanto a John Travolta e ha lavorato in celebri musical, come RentJesus Christ Superstar Hairspray. Dal vivo si è esibita in alcuni dei luoghi più prestigiosi: Blue Note, Rockwood Music Hall e Joe Pub, il Fillmore Jazz Festival. La sua voce è presente in Disco Lies di Moby e la sua canzone The Bund, co-scritta e prodotta da David Liang, è stato trasmessa sulla BBC durante le Olimpiadi del 2008 in Cina.

 
www.shaynasteele.com
 

venerdì 25 marzo 2016

Fabio Concato in concerto a Villa Carenza (Monopoli) il prossimo 9 aprile.


Sabato 9 Aprile, terzo grande appuntamento della rassegna di musica e spettacolo a Villa Carenza (Monopoli). Dopo lo straordinario successo dell’inaugurazione con Karima & Dado Moroni e l’esplosivo concerto di Carl Palmer, fanno tappa nella splendida cornice della storica villa monopolitana Fabio Concato (nella foto), una delle più grandi firme della musica d'autore italiana  e Fabrizio Bosso uno dei più sorprendenti talenti della tromba jazz con il suo pianista d’elezione, Julian Oliver Mazzariello
 Un trio d'eccezione, dunque, per un incontro fra tre grandi musicisti: Fabio Concato, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello mettono un sigillo a una collaborazione nata da una reciproca ammirazione e dalla volontà di condividere, insieme al pubblico, la passione per la musica. 
Il nuovo progetto, naturale evoluzione del precedente “Canzoni”, propone una nuova e accurata selezione di brani; un mix suggestivo grazie al quale i grandi successi del cantautore milanese, da Domenica Bestiale a Rosalina, oltre ad altri classici tra cui Anna Verrà di Pino Daniele, La casa in riva al male di Lucio Dalla o Io che Io che Amo solo te di Sergio Endrigo, si vestono di nuova luce. 
Voce, piano e tromba, tessute insieme in un’unica trama, in cui le differenze si assottigliano fino a diventare un suono unico e inconfondibile; un dialogo a tre, insieme alla bellezza, con la volontà di mettere a nudo la propria intimità, ironia e sensibilità.  
FORMAZIONE: Fabio Concato, voce - Fabrizio Bosso, tromba - Julian Oliver Mazzariello, pianoforte 

 “Villa Carenza Night” si conclude sabato 7 Maggio con Chiara Civello.

Il nuovo libro della musicologa Adele Boghetich "Tristan e Isolde" edito da Zecchini.



Tristan und Isolde non è solo il “monumento al meraviglioso sogno dell’amore” che Wagner volle erigere nel vento magico dei mitici paesaggi nordici: è apoteosi lirica, opera introspettiva e metafisica, un grandioso canto di amore e morte, il testamento spirituale del Romanticismo. Attraversa il pensiero orientale, la filosofia di Schopenhauer, la lirica mistica di Hafez e le visioni oniriche di Novalis, la storia medievale e l’antico poema di Gottfried von Straßburg, che Wagner riuscì a tingere di colori romantici sotto l’egida di Mathilde Wesendonk, musa, mecenate e amante spirituale, con la quale condivise le più intense affinità elettive. “Conoscere e comprendere quella musica -scriverà Thomas Mann- vuol dire ammirarla senza limiti”. Con attenta indagine storico-biografica l’autrice ricostruisce la genesi del Tristan und Isolde, ne approfondisce gli aspetti musicali e letterari, ripercorre la trasformazione umana e artistica del compositore, dal rivoluzionario creatore dei personaggi di Der Ring des Nibelungen al maturo artista, filosofo della redenzione, che dalle ceneri di quegli stessi antichi eroi fece germinare Parsifal e la palingenesi di una rinnovata umanità. 

Il prossimo 1 aprile la nuova Orchestra da Camera "Ferruccio Busoni" diretta da Massimo Belli e la pianista coreana Ji-Yeong Chloe Mun terranno un concerto per celebrare il 150° anniversario della nascita di Ferruccio Busoni.


Venerdì 1 aprile 2016 alle ore 20.30, presso la Sala del Ridotto “Victor De Sabata” del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, la Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni (nella foto), diretta da Massimo Belli e la pianista coreana Ji-Yeong Chloe Mun, vincitrice dell’edizione 2015 del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni, terranno un concerto per celebrare il 150° anniversario della nascita di Ferruccio Busoni.
 Il programma, interamente dedicato alle musiche del compositore, comprenderà i Canti Popolari Finlandesi nella versione per orchestra di Marco Sofianopulo dedicata all’orchestra Busoni, il Concerto per pianoforte e archi in RE minore e il Quartetto op.19 Il concerto è organizzato dall’ Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’orchestra Ferruccio Busoni, la Regione Friuli Venezia Giulia, ilTeatro Giuseppe Verdi di Trieste, il Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni e Golden Show.

“NOVECENTO” DI ALESSANDRO BARICCO IN SCENA AL “TEATRO TRAETTA” DI BITONTO CON LA REGIA E INTERPRETAZIONE DI RAFFAELE BRAIA.


Dopo aver calcato le scene di oltre venti teatri pugliesi, “Novecento”, spettacolo diretto ed interpretato da Raffaele Braia, approderà a Bitonto, presso il teatro comunale “Tommaso Traetta” il prossimo venerdì 1 aprile con apertura del sipario alle ore 21:00. Trasposizione teatrale di una delle più emozionanti e straordinarie storie raccontate dalla penna di Alessandro Baricco, lo spettacolo si inserisce nella Stagione Off del “Traetta” finalizzata a dar spazio a giovani realtà pugliesi.
“Novecento” è, infatti, il secondo spettacolo, prodotto nel 2007, realizzato da Skèné Produzioni Teatrali, compagnia professionista pugliese fondata nel 2006 ed attiva da anni nella sperimentazione di un nuovo teatro di parola sotto la direzione artistica dello stesso Raffaele Braia. Quest’ultimo, diplomatosi come attore presso la Scuola di Recitazione Internazionale di Teatro “Auroville”, si laurea, poi, nel 2004 in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo(DAMS) perfezionandosi, inoltre, con un master per attori presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “S. D’amico”. Insignito di vari riconoscimenti, tra cui il primo posto, nel 2006, nella classifica di gradimento al concorso “Babele solo” al Teatro Duse di Bari vanta tra i suoi maestri importanti personalità del panorama teatrale internazionale come il regista lituano Eimuntas Nekrosius. Numerose le collaborazioni che legano Skèné a realtà del territorio tra cui la compagnia Teatroscalo di Modugno,l'Associazione Culturale Viagra(n), per l’organizzazione del MURGIA FILM FESTIVAL, il Teatro Pubblico Pugliese, il Comune di Gravina di Puglia e la sezione provinciale di Bari dell’UNICEF. Frutto del rapporto con gli ultimi tre è stata la produzione di “Rosso e Malcavato”tratto dalla notissima novella “Rosso Malpelo” di Giovanni Verga. Lo spettacolo, diretto da Raffaele Braia, fu presentato, a marzo 2011 alla BIENNALE DI VENEZIA - Carnevale dei Ragazzi e, nel 2015 nell’ambito del noto Festival per ragazzi "MAGGIO ALL'INFANZIA".
Con “Novecento”, Braia mette in scena quel monologo che Baricco scrisse nel 1994 affinchè fosse interpretato da Eugenio Allegri per la regia di Gabriele Vacis e grazie ai quali debuttò come spettacolo al festival di Asti in quello stesso anno. Una storia che solo quattro anni dopo affascinò il genio creativo diGiuseppe Tornatore a tal punto che egli ne fece un capolavoro della cinema italiano con il celebre film“La leggenda del pianista sull’oceano”.  Quelle stesse atmosfere che hanno emozionato gli amanti del grande schermo rivivranno sul palcoscenico bitontino in virtù dell’interpretazione che Braia ne fece nel 2007 e che riproporrà al pubblico il 1° aprile. La storia di quel bambino cresciuto sul transatlantico Virginian e divenuto uno straordinario pianista è ripercorsa grazie alle musiche del grande maestro Ennio Morricone che fanno da sfondo all’interpretazione di Raffaele Braia. Un coinvolgente e profondo ricordoche trascinerà il pubblico nelle atmosfere jazz del periodo fra le due guerre, gli incredibili anni ’20, attraverso un dialogo tra musica e parole, scambio continuo e contaminazione fra i linguaggi dell’arte teatrale. A rievocare gli ambienti di quella nave che fu protagonista delle vicende di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, l’eccezionale e surreale pianista che mai toccò la terraferma, sarà la scenografia di Alessandro Loglisci inseme al disegno luci di Roberto Colabufo ed al progetto audio di Salvatpre Digennaro.
<>. Con queste parole Raffaele Braia definisce lo spettacolo da lui messo in scena rivelando quelle doti poetiche ed allo stesso tempo acrobatiche che l’hanno reso noto al pubblico.
I biglietti dello spettacolo sono in vendita presso il botteghino del Teatro Traetta di Bitonto che è possibile contattare telefonicamente tutti i giorni al numero 080 3742636, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, per eventuali info e prenotazioni.

giovedì 24 marzo 2016

Prima assoluta della nuova versione di Hanjo opera in un atto di Marcello Panni il prossimo 6 aprile all'Auditorium dell'università di Roma "Tor Vergata".


Prima assoluta della nuova versione di Hanjo, opera in un atto di Marcello Panni (nella foto) ispirata a un lavoro di Yukio Mishima, che a sua volta si era ispirato a un dramma del teatro Nō giapponese, molto conosciuto in Giappone: avrà la direzione d'orchestra di Carlo Boccadoro e la regia di Cesare Scarton e sarà rappresentata mercoledì 6 aprile alle 18.00 all'Auditorium "Ennio Morricone" dell'Università di Roma "Tor Vergata" (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione dell'Associazione Roma SinfoniettaLa prima versione di Hanjo è andata in scena nel 1994 con la regia di Bob Wilson al Maggio Musicale Fiorentino (Teatro alla Pergola) ed è stata ripresa nel 1995 in Francia.

mercoledì 23 marzo 2016

Stasera un tutto Bernstein dalla Rai di Torino. Dirige John Axelrod.


“Due diverse tragedie hanno colpito le nostre coscienze nel corso della settimana: gli attentati di Bruxelles e l'incidente in Spagna, nel quale è scomparsa la giovane Serena Saracino, che tante volte ha accolto con il sorriso il pubblico dei nostri concerti. Profondamente turbata, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai intende dedicare il concerto a tutte le persone che hanno perso la vita in questi tragici eventi". Con queste parole si apre il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in diretta su Radio3 giovedì 24 marzo alle 20.30, dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. In programma, con la voce recitante di Remo Girone, Kaddish (Sinfonia n. 3) di Leonard Bernstein, diretto da John Axelrod (nella foto).
Nata come elogio funebre per il padre del compositore nel novembre del 1963, dopo l’assassinio del Presidente Kennedy, l’opera si è trasformata in un possente oratorio sinfonico per ampia orchestra, coro misto, coro di voci bianche, soprano e voce recitante.
John Axelrod, che di Bernstein è stato allievo, lo propone insieme al soprano Laura Claycomb, al Coro Sinfonico di Milano “Giuseppe Verdi” e al Coro di voci bianche dell’Orchestra Verdi, oltre a  Remo Girone che con l’Orchestra Rai aveva già interpretato brani di Shakespeare in un concerto dedicato a Giuseppe Verdi. Suo il compito di scandire il testo di Bernstein - nella traduzione italiana - oscillante tra moti d’animo contrastanti ed estremi, come l’ira e l’abbandono fiducioso, il rifiuto e la tristezza, tipici dell’uomo di fronte alla perdita. Il programma della serata è completato dai Chichester Psalms in tre movimenti per coro misto, voce bianca e orchestra, sempre di Bernstein, e dall’Adagio per archi op. 11 di Samuel Barber.
Il concerto è replicato venerdì 25 marzo alle ore 20.30.