giovedì 31 marzo 2016

Brillante successo ieri sera per il concerto di Roland Boer alla testa dell'eccellente Orchestra del Petruzzelli, con il cornista Alessio Allegrini, solista esemplare nel quarto concerto di Mozart.


Un brillante concerto ieri sera al Petruzzelli, dalla denominazione "classica", proprio perchè ispirato a tre belle composizioni che al classicismo viennese, hanno offerto il massimo del loro raffinato "esperimento" dell'epoca. A dirigere c'era il bravo Roland Boer che ha incalzato la serata musicale proprio con una elettrizzante Sinfonia Classica di Prokof'ev, l'Orchestra Sinfonica del Petruzzelli, ieri davvero in grande spolvero, ha eseguito con rara agilità e sicura leggerezza la celebre pagina del russo, con la giusta ironia, abbiamo apprezzato la lettura del preciso maestro austriaco. Nella seconda parte il "piatto forte" era rappresentato dal celebre cornista Alessio Allegrini (nella foto), che ha interpretato da par suo il Quarto Concerto in mi bemolle maggiore per corno e orchestra KV 495 di Mozart.
Pluripremiato in molti concorsi internazionali musicali, Allegrini è stato prima voluto nell'Orchestra Filarmonica della Scala di Milano negli anni '80 da Riccardo Muti, poi, è passato, più di recente, all'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, ed infine lo stesso Claudio Abbado, nehli ultimi anni di vita, l'ha dirottato prima nella "Mozart" di Bologna poi in quella straordinaria del festival di Lucerna, come primo corno. Esecuzione davvero esemplare la sua, musicalissima e respirata con attenzione maniacale e ineccepibile. Va ricordato, inoltre, che il concerto è stato portato a termine il 26 giugno del 1786. Come gli altri tre, è stato dedicato da Amadeus all'amico Ignaz Leutgeb, cornista nell'orchestra di corte dell'Arcivescovo di Salisburgo. Dopo il successo di prammatica in questi casi, Allegrini ha concesso un insolito bis.
Nella seconda parte, il terzo brano della magnifica serata era la Quarta Sinfonia "Tragica" di Schubert, che nasce dall'appetito del compositore viennese di confrontarsi col titanico modello bethoveniano. Boer lo affronta con una grande vivacità ed energia, accelerando i passi con una virile potenza espressiva. Il primo movimento così plumbeo e tragico, da cui il titolo, vive su un "adagio molto" di rara mestizia e drammaticità, fino ad esplodere in un "allegro vivace" deterministico e legato ad una urgenza quasi haydniana. Nel terzo movimento, l'inesorabile linea ritmica e accelerata con dinamiche formidabili dall'Orchestra, che ha mostrato ancora una volta una eccellente forma, guidata con sapiente saggezza dal direttore austriaco. Già di recente direttore del bel Nabucco verdiano al Petruzzelli. Anche qui, nel finale, abbiamo avuto un saggio delle sue capacità di leggiadro concertatore e il pubblico, abbastanza numeroso, ha applaudito con convinzione la bella serata.

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