martedì 22 marzo 2016

Qui Londra. Il Boris Godunov di Mussorgsky nella visionaria interpretazione del baritono Bryn Terfel. Successo clamoroso.


E' strano andare al cinema, per l'esattezza il Galleria di Bari, e vedere appena 15 persone ad ammirare uno spettacolo dal Covent Garden di Londra, uno dei templi della lirica più importanti al mondo. Forse ci sarebbe da riflettere su questo squallido dato. L'opera al cinema non tira per nulla? L'opera che si dava ieri poi era niente meno che il capolavoro Boris Godunov, nella versione originale del 1869 (in sette scene). Di particolare, quest'opera di potere, sangue e politica grandiose nello spirito russo aveva da un lato un cast stellare, dove primeggiava il baritono gallese Bryn Terfel. Ed inoltre, era tutta di seguito, senza intervalli. Due ore e 40 minuti. La scenografia essenziale di Miriam Buether  e con pochi elementi tradizionali, ma soprattutto i costumi di Nicky Gillibrand (autentici pigiami con vestaglia) a tutto facevano pensare, tranne che alle lussureggianti divise dei boiardi. La direzione bellissima era di Antonio Pappano, alla guida dell'orchestra londinese, così ricca di tensioni e drammatica nel senso di un pathos, in cui il vigile Pappano narrava ispirato le pagine terribili e inesorabili del Boris. La regia di rara intelligenza era di Richard Jones. I personaggi in scena, tra cui il Coro dell'Opera House, inappuntabili come poche altre volte.
Oltre al Terfel visionario, e straordinario, quasi shakespiriano, nella sua mimica strepitosa, ma lontano mille miglia dalle voci mitiche e marmoree di Nicolai Ghiaurov e Boris Christoff, ha comunque regalato una serata speciale al pubblico del Covent Garden, che lo ha coperto di applausi. Bene anche il Pimen di John Tomlinson, oltre agli ai numerosi cantanti del cast. Un'opera degna del teatro, dove è stata eseguita. Ma poi il dramma se vogliamo, è venire al cinema e trovare tanto posto quanto si vuole. Forse che al Petruzzelli di Bari non sia stato mai dato il Boris? Ma questa potrebbe essere ancor di più una affermazione banale, perchè a fronte di tanta bellezza non si può rinunciare a godere con spirito libero e aperto. La prossima opera sarà in aprile, una Lucia di Lamermoor con un'altra regina del "belcanto", Diana Damrau. Speriamo solo ci sia più gente...

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