martedì 5 dicembre 2017

La seconda edizione del Donizetti Opera festival si è chiusa con l'attesissimo recital del tenore Juan Diego Florez. Ora si guarda al futuro.


La seconda edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, si chiude oggi con l’attesissimo recital del tenore Juan Diego Flórez (nella foto) e già si guarda al futuro: l’edizione 2018, preparata dal direttore artistico Francesco Micheli, si svolgerà – sempre al Teatro Sociale – dal 21 novembre al 2 dicembre. Identica la formula, apprezzata quest’anno dal pubblico sia cittadino che internazionale con due titoli operistici che si intrecciano fra loro nei due fine settimana intorno al Dies Natalis (29 novembre) e una serie di appuntamenti quotidiani, dalle prove aperte per gli under 30, allo spettacolo per i bambini, ai concerti di musica da camera, a quelli dedicati al repertorio sacro, ai recital vocali che comporranno il ricco programma musicale festivaliero.La Donizetti Night sarà invece sabato 16 giugno 2018, sempre in città bassa, lungo il Sentierone. Il titolo operistico del festival legato al progetto #donizetti200 sarà Enrico di Borgogna (23, 25 novembre – 1 dicembre), “debutto in società” per il giovane compositore, in scena per la prima volta a Venezia nel 1818 per l’apertura di quello che è oggi il Teatro Goldoni. Già molto alta l’attesa per il secondo titolo in programma, Il castello di Kenilworth (24, 30 novembre – 2 dicembre), prima delle tre opere che Donizetti dedica ad Elisabetta I d’Inghilterra (anche per questo spesso identificata come “Elisabetta al castello di Kenilworth”). Per questo titolo salirà per la prima volta sul podio del festival il direttore musicale Riccardo Frizza. Le opere andranno in scena grazie al coinvolgimento in prima linea anche della sezione scientifica della Fondazione diretta da Paolo Fabbri, impegnata costantemente verso una sempre più approfondita codificazione musicologica dell’identità musicale del compositore. In queste ultime due settimane del festival 2017, la vita e l'arte del Maestro hanno segnato la programmazione culturale cittadina: 14 intensi giorni di Donizetti Opera, che ha avuto il suo apice musicale con la messa in scena di due rarità, Pigmalione(insieme a Che originali di Mayr) e Il Borgomastro di Saardam, e ancora il Requiem nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Dai primi dati raccolti in questi giorni si può dichiarare che le presenze alle opere in scena al Sociale nel 2017 si confermano uguali a quelle per Olivo e Pasquale – unica opera allestita al Sociale nel 2016 con lo stesso numero di rappresentazioni e quindi comparabile – pari a circa 1.500 spettatori paganti.
Gli under 30 alle anteprime dei due titoli operistici sono stati oltre 500, 2.116 gli studenti che hanno visto Tormentone – versione per i più piccoli di Che originali! – mentre erano stati 1.880 lo scorso anno per Fratellanza.
Oltre il 10% di nuovi abbonati, dato che segna un importante ricambio di pubblico che frequenta il festival.L’analisi su un campione significativo di pubblico (vendite internet e gruppi) conferma i risultati raggiunti nel 2016: la percentuale di stranieri supera infatti il 40%, con presenze, oltre che da tutti i paesi europei (Austria, Belgio, Svizzera, Grecia, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Olanda Portogallo,Svezia, Slovenia, Irlanda) anche da Israele, Lettonia, Russia, USA,Giappone, Messico e Uruguay.
È chiaro quindi per il secondo anno che la formula di Donizetti Opera è vincente anche nella collocazione in un periodo di bassa stagione per attrarre così su Bergamo il turismo musicale italiano e internazionale, un turismo di prestigio e qualità, aiutato dalla presenza dell’aeroporto di Milano Bergamo. In questo contesto, la collaborazione con SACBO – società che gestisce l’aeroporto – ha inoltre prodotto la “Opera and Concert Safety Card”, originale opuscolo di “istruzioni” per il pubblico operistico che ha raccolto grande favore anche dai media, fra cui una pagina intera su “La Stampa”, e trasmissioni su Rai Radio2 e Radio Deejay.
La programmazione musicale è stata apprezzata oltre che dal pubblico anche da un foltissimo gruppo di critici musicali internazionali, accreditati per 50 testate giornalistiche, web, radio e tv, provenienti anche dagli Stati Uniti, dalla Russia, dal Messico oltre che da tutti i paesi europei, che hanno gradito l'intenso calendario festivaliero pensato da Micheli per far conoscere il repertorio operistico e la figura di Donizetti, coinvolgendo in modo nuovo la città natale di uno degli autori più rappresentati al mondo.
Interesse per la mostra “Sempre libera. Maria Callas alla Scala” in corso al Palazzo della Ragione sino al 1 gennaio e realizzata dall'Accademia Teatro alla Scala con Pernice Editori. In crescita la rete di rapporti che si sta costruendo con numerose realtà territoriali fra le quali il Conservatorio, la Fondazione Mia, la Biblioteca Mai, gli istituti scolastici, la Comunità delle Botteghe di Città Alta, ASCOM, Bergamo Scienza e Fare La Pace.

Anche la comunicazione digitale, e Facebook in particolare, ha registrato un significativo incremento:
- 1.863 fan in più da gennaio a oggi di cui 314 nell'ultimo mese;
- 1.766.751 visualizzazioni dei contenuti della pagina;
- 43,8% dei fan ha meno di 45 anni;
- 15.352 interazioni in più rispetto all'anno precedente.

Enrico di Borgogna (23, 25 novembre – 1 dicembre): «Nel nobile teatro Vendramin a s. Luca, nuovamente abbellito, e dipinto, avrà luogo questa sera la prima rappresentazione dell’opera Enrico di Borgogna; poesia del sig. Bartolommeo Merelli, e primo lavoro musicale del sig. Donizetti, allievo del liceo di Bologna.» Così il 14 novembre 1818 il giornale «Il Nuovo Osservatore Veneziano» annunciava la riapertura del teatro di S. Luca (oggi Goldoni, e radicalmente rifatto), coincidente col debutto ‘in società’ del giovane Donizetti. Formatosi prima a Bergamo con Mayr, poi a Bologna con padre Mattei, Donizetti aveva fin lì scritto musica per salotti e accademie o per la chiesa, e solo saltuariamente qualche ‘numero’ teatrale. Per la prima volta si presentava con un’opera tutta sua: un titolo semiserio su versi del bergamasco Merelli, lui pure allievo di Mayr. La sera del 14 novembre furono applaudite la sinfonia e alcuni ‘numeri’ dell’opera. Al termine, «il pubblico al discendere del sipario volle fra gli applausi salutare il sig. Donizetti sul palco scenico» («Il Nuovo Osservatore Veneziano»). Era un credito di fiducia, perché di quell’opera ne avevano sentito forse neppure i due terzi. Esordiente pure lei in teatro, per l’emozione la primadonna era svenuta alla fine del primo atto, ed era stata lì per lì sostituita da una comprimaria, ma nel secondo atto si erano dovuti eliminare i suoi ‘numeri’: ben 3, forse 4.A causa della sua défaillance la seconda recita ci fu soltanto un mese dopo, il 15 dicembre. E lì finalmente si poté ascoltare tutta la musica dell’Enrico di Borgogna, di nuovo applaudita e trovata «regolare, ragionata, e opportunamente vivace e briosa» nonché poco propensa agli strepiti dell’orchestra moderna: un pregio, per il recensore del «Nuovo Osservatore Veneziano». Aveva «originalità» questo debuttante? Il giornalista si pone la domanda e l'accantona. Adesso che la recente scoperta a Copenhagen di un’altra partitura manoscritta di quest’opera – di provenienza anch’essa veneziana come quella fin qui nota, oggi a Parigi – e l’avvio del progetto 200 del festival Donizetti Opera consentono anche a noi di conoscerla nella sua interezza, potremo dire la nostra: non tanto sull’originalità o meno di un esordiente – un falso problema, forse perfino futile – quanto sui suoi modelli e sulla loro attuazione.

Il castello di Kenilworth (24, 30 novembre – 2 dicembre): Il castello di Kenilworthandò in scena al San Carlo di Napoli il 6 luglio 1829. Fu scritta da Donizetti su un libretto di Andrea Leone Tottola, che rideclinava in termini operistici un romanzo di Walter Scott, Kenilworth(1821), attraverso varie mediazioni, però, che in una certa misura allontanavano quel libretto dalla fonte letteraria inglese: la prima era Leicester ou le Château de Kenilworth di Scribe e Auber (1823), che costituiva il precedente teatral-musicale, la seconda una commedia di Gaetano Barbieri (1824), dalla quale Tottola ricavò anche il titolo in lingua italiana del suo libretto. Da entrambe il libretto di Tottola derivò il finale lieto, con il perdono accordato dalla regina Elisabetta all’amato Leicester che aveva sposato in segreto la giovane Amy Robsart (mentre, nel romanzo di Scott, Amy muore per mano del crudele Varney). Il castello di Kenilworth costituisce comunque l’avvio delle opere di soggetto inglese degli anni Trenta, e soprattutto, dopo Anna Bolena, delle ‘elisabettiane’: Maria Stuarda e Roberto Devereux. È anche la prima che contrappone due ruoli femminili, altra costante nelle opere inglesi donizettiane. Questi tratti anticipatori evidenziano il ruolo che il Castello di Kenilworth ebbe nel traghettamento del teatro donizettiano dal dramma di impronta classicista al dramma romantico, e la definitiva liquidazione del modello rossiniano, che ancora qui mantiene comunque una sua impronta. Il cantiere aperto sulla nuova edizione di questo titolo consentirà anche di cogliere modi e tempi di questo passaggio.
Il festival Donizetti Opera, è organizzato da Fondazione Donizetti, Comune di Bergamo e Fondazione Teatro Donizetti. Con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Fondazione Cariplo, Camera di Commercio di Bergamo,Regione Lombardia, Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, Fondazione Meru, ASM
In collaborazione con Opera Lombardia, Conservatorio Gaetano Donizetti, Fondazione Mia, Opera Europa, Sacbo, Atb.
Con il contributo di ABenergie, la luce della Donizetti Night, Le Corne, San Lucio Events
Media partner: Classica
Per il festival inoltre ASCOM, Accademia Teatro alla Scala, Comunità della Botteghe di Città Alta, Dimore&Design, Fare la pace Bergamo festival, Fondazione Carisma, Maite, Museo delle Storie, Pernice editori, Società San Vincenzo de Paoli

Un ringraziamento speciale agli Ambasciatori di Donizetti che sostengono l’attività della Fondazione con Art bonus:
•Assolari Luigi & C. S.p.A. • Beauty & Business S.p.A. • Bracca Acque minerali S.p.A. • Caseificio Defendi Luigi Srl• CrispiUP • Denis Trade Srl • F.lli Paris Srl a socio unico • Lovato Electric S.p.A. • Montello S.p.A. • OMB Valves S.p.A. • Persico S.p.A. • ScorpionBay S.p.A.

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