venerdì 29 gennaio 2010

"Un Idomeneo originale ed intimista al Regio di Torino" di Elena Dandini


"Dopo trentatrè anni ho varcato nuovamente le porte di cristallo del Teatro Regio di Torino e camminato sulle sue rosse moquettes, per onorare il giorno della nascita di Mozart, assistendo alla rappresentazione di una sua geniale creatura: l’Idomeneo, messo in scena per la prima volta a Monaco il 29 Gennaio 1871, presso il Residenzteather ed a Torino, al Regio solamente il 7 Marzo 1986 (appena 14 anni fa!).
L’allestimento a cui ho assistito si discosta da quelli tradizionali per porre l’accento e l’attenzione su una visione più intimista ed introspettiva della vicenda e dei protagonisti. Allo schiudersi del sipario, ci si trova di fronte ad uno scenario marino o, per meglio dire, ad un gigantesco acquario dai colori cangianti dal verde al grigio a seconda del cambio di scena e della situazione psicologica del momento, in cui cantanti,coro e figuranti appaiono come creature marine ivi immerse.
Le scene nella loro essenzialità simboleggiano i tre protagonisti: Idomeneo, Ilia ed Elettra. Per ciascuno di loro il regista Davide Livermore, ha scelto per caratterizzarli al meglio,un elemento scenografico rappresentativo. La centralità della scena é raffigurata dal rudere di un tempio greco sul cui architrave è “scolpito” il nome di Idomeneo; un talamo velato da candidi e fluttuanti tendaggi è la fedele Ilia; un’automobile rossa e bianca,in stile American Graffiti,simboleggia la modernità aggressiva di Elettra.
Tutti questi elementi scenografici si “inabissano” in scena come relitti di un naufragio e proprio da naufraghi sono abbigliati Idomeneo, Arbace ed Idamante nei loro pastrani di cerata trasparente come quella dei marinai. Tanto eterea nei fluttuanti costumi dalle chiare e perlacee tonalità è Ilia,quanto provocante nel rosso fuoco dell’abito in satin e nel bolerino di piume di struzzo Elettra,che fa pensare ad un personaggio demi-mondaine di felliniana memoria. In questo paesaggio metafisico alla De Chirico, si muovono come veri attori teatrali i cantanti, i coristi e i figuranti del Regio.
Particolarmente commovente è l’invocazione, nel secondo atto, di Idomeneo a Nettuno; quest'ultimo appare in scena attraverso un enorme occhio ceruleo che incombe su tutta l’aria di Idomeneo: “Eccoti in me barbaro Nume”.
Carichi di pathos i cori, peraltro splendidamente eseguiti,possenti e sicure negli acuti e nelle preziose colorature richieste le voci di Elettra (Eva Mei) e di Idamante (Ruxandra Donose); delicata invece quella di Ilia (Annick Massis); dominante, coinvolgente, di solida tecnica l’Idomeneo di Matthew Polenzani, il più applaudito dal folto ed elegante pubblico torinese.
Calda e puntuale la direzione dagli accenti pre-romantici di Tomas Netopil alla guida dell’ottima orchestra del Regio. Tre atti belli ed appassionanti, applausi scroscianti e ripetute chiamate in scena per tutti.
Concludo ringraziando l’amica Paola Rebecchi, che fa parte dei figuranti-mimi del Regio di Torino, per avermi stimolata a scrivere le mie impressioni sulla serata ricca di suggestioni e di originali trovate registiche, ma ringrazio,soprattutto, Mozart per la sua sublime musica…Buon Compleanno Amadeus…e Buon Compleanno anche a me!!!"

Elena Dandini

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