sabato 3 gennaio 2015

L'Orchestra "Tito Schipa" di Lecce a un passo dal licenziamento? *


"Nessuna stagione sinfonica in programma, ad ora, e i professori dell’Orchestra Tito Schipa a un passo dal licenziamento. Arriveranno, infatti, nei prossimi giorni le lettere di messa in mobilità ai musicisti della Ico a decorrere dal primo gennaio 2015. Il provvedimento – che, di fatto, si connota come un licenziamento collettivo perché, per quel tipo di contratto, non sono previsti ammortizzatori sociali – è stato deliberato all’unanimità durante il consiglio di amministrazione della Fondazione Ico, che si è svolto lo scorso 30 dicembre. Di fronte, quindi, all’impasse istituzionale e al rimpallo di responsabilità fra Provincia e Regione, non si è potuto fare altrimenti, essendo, nel frattempo, giunto il limite fatidico della fine dell’anno.

«Il provvedimento adottato dal Cda – spiega in una nota il presidente Antonio Gabellone – rappresenta il disperato tentativo di evitare, da lì a poche ore, la messa in liquidazione della Fondazione. Purtroppo si è dovuto prendere atto che, al di là di polemiche strumentali e di inutili e generiche disponibilità, in concreto la stessa Regione Puglia, che continua a prodigarsi in risorse per altre iniziative culturali, per questa espressione di cultura storica e di eccellenza della nostra terra non ha inteso dare un pur contenuto segnale di attenzione».
Sebbene la situazione appaia drammatica, secondo quanto emerge dalle parole di Gabellone, il provvedimento sarebbe una sorta di atto burocratico dovuto per mettere al riparo la Ico dal rischio liquidazione con il maturare di costi non ancora finanziariamente coperti per l’anno appena cominciato. La sua intenzione, però, sarebbe quella di non lasciare nulla di intentato. «Ripartiamo perché dinanzi a noi abbiamo trentuno giorni – prosegue il numero uno di Palazzo dei Celestini – che ci separano dalla possibilità di presentare un programma artistico che ci consenta di accedere alle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero e conservare ancora la possibilità prestigiosa di essere considerati Teatro di Tradizione».
A questo proposito, il riferimento di Gabellone è alla stagione lirica, che, per le stesse ragioni della sinfonica – ovvero la riforma Delrio, che, trasformando le provincie in enti di area vasta, ha tolto loro competenze e risorse sulla cultura – rischia di non essere fatta per la prima volta da 46 anni a questa parte, cioè da quando ad organizzarla è proprio la Provincia.
Gabellone elenca, quindi, le certezze dalle quali ripartire, a cominciare «dalla generosa e importante disponibilità del sindaco di Lecce Perrone e da quella cauta e eventuale di importanti imprenditori del Salento», ma fa riferimento anche alla proposta emersa durante la sua conferenza stampa di fine anno: una sottoscrizione pubblica, una sorta di azionariato popolare, a sostegno dell’Orchestra.
«Ripartiamo – sottolinea il presidente – dalla generosità, dall’attaccamento, dall’orgoglio e dal senso di appartenenza dei cittadini del Salento, che certamente sapranno rispondere in massa a eventuali raccolte che saranno messe in campo». Gabellone pare pesare ogni parola ma mostra fiducia che si possa arrivare ad una soluzione e, quindi, al ritiro del provvedimento di messa in mobilità.
«Abbiamo poco tempo disponibile, ma possiamo farcela. Agli orchestrali e alle maestranze tutte – conclude – la solidarietà personale e istituzionale per il momento incerto che si trovano a vivere in prima persona e la garanzia che ogni percorso sarà messo in campo per salvare la nostra orchestra».Parte, quindi, il conto alla rovescia finale. Da qui a fine mese si saprà se Lecce e il Salento avranno ancora la loro orchestra oppure no."

* fonte: Il Quotidiano di Puglia on line

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