
Si tratta non solo di un omaggio, appassionato e “devoto”, al magistero artistico esercitato da Luzi in quasi mezzo secolo di attività poetica, ma di una sorta di affascinante viaggio all’interno delle stagioni poetiche da lui attraversate, che si snoda attraverso i termini più significativi di una sua piccola e preziosa opera, "Il silenzio, la voce" (ed. Sansoni 1984), nella quale Luzi ha chiarito i fondamenti del suo impegno poetico, alla ricerca della verità della parola e del suo senso, fra silenzio, appunto, e voce, intesa come possibilità estrema di dire e di proferire; insomma, come “profezia”. Il recital, infatti, propone un percorso denso e originale, dalle prime fasi dell’esperienza poetica luziana, ermetiche e simboliste, alle più recenti, dove la ricerca del poeta sembra coincidere in un approdo al “porto dell’anima”.
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