venerdì 18 marzo 2011

La SERVA PADRONA di Pergolesi è di scena a Bari nella Chiesa di Santa Teresa dei Maschi


Dal 17 al 20 marzo la Compagnia Vallisa Giuseppe Solfato festeggia i 150 anni dell’unità d’Italia, portando in scena alla Chiesa di Santa Teresa dei Maschi a Bari Vecchia "La serva padrona", intermezzo buffo musicale di Giovan Battista Pergolesi in due atti. Protagonisti Vittoria Di Donna (soprano in Serpina), Gianfranco Zuccarino (baritono in Uberto e Davide De Marco (mimo nel ruolo di Vespone), per la regia di Mario Raoli, accompagnati dall’Orchestra Vallisa diretta dal maestro Grazia Bonasia (nella foto). Ideazione e realizzazione dei costumi a cura di Dimitar Dimitrov e Associazione Ri-belle, la nuova vita delle cose.
Il terzo appuntamento della Stagione Teatrale 2011 della Compagnia Vallisa Giuseppe Solfato viene a coincidere con i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia: per celebrare al meglio l’avvenimento, si è deciso, con uno strappo alla regola, di offrire agli spettatori un sentito omaggio alla grande tradizione lirica nazionale, che non poco ha contribuito all’unificazione culturale della penisola, ben prima che quella politica fosse anche solo all’orizzonte.
D'altronde in un cartellone che porta il titolo complessivo “L’uomo per la parola”, nato appositamente dal tentativo di rappresentare a 360° il potere sacrale della parola, come poteva mancare la parola, che grazie al canto si fa musica, e amplifica il suo potere seduttivo? Gli spettatori nel corso della quattro serate avranno la possibilità di riscoprire un genere quale quello dell’intermezzo, nato XVIII secolo per riempire gli intervalli fra un atto e l’altro delle opere serie, e che ha notevolmente influito sugli sviluppi successivi del teatro comico musicale europeo. La serva padrona è probabilmente la massima espressione del genere, e tuttora il lavoro maggiormente portato in scena. Giovan Battista Pergolesi ne compose le musiche nel 1733 su un libretto scritto da Gennaro Antonio Federico, quale intermezzo all'opera seria in tre atti Il prigionier superbo, dello stesso Pergolesi, ben presto caduta nel dimenticatoio. L’opera presenta notevoli affinità con la commedie shakespeariane, e con la commedia rinascimentale italiana (le commedie di Goldoni, Il Candeliere di Giordano Bruno): le stesse influenze che ritroveremo in seguito in lavori quali Le nozze di Figaro di Mozart.
Il regista Mario Raoli ha prescelto per lo spettacolo una chiave interpretativa assolutamente nuova: la messa in scena apparentemente classica, cercherà, grazie a piccoli dettagli, di esagerare la comicità e il carattere dei personaggi. La chiave di volta è legata all’assenza di un apparato scenografico fisso. Ci saranno esclusivamente oggetti di scena che saranno mossi dagli stessi attori e che saranno parte integrante dell’azione. L’illuminazione sarà affidata esclusivamente alla luce delle candele. Inoltre, il design dei costumi, la cui realizzazione sarà eseguita con materiali di riuso e riciclo dalla sartoria dell’ “Associazione Ri-belle, la nuova vita delle cose”, concorrerà a creare dei caratteri grotteschi, senza tempo, quasi irreali.
L’intento della regia è finalizzato ad assecondare il tema amoroso e la musica allegra e briosa grazie ad un impegno collettivo con tutte le componenti realizzative dell’opera al fi ne di creare una divertente sinergia lavorativa.
Si replica domani,sempre alle 21 e Domenica 20 (recita straordinaria) con inizio alle ore 19,30. Per info e biglietti: Progetto Vallisa, via Vallisa 24 Bari, tel 0805216276.

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