lunedì 2 maggio 2011

Aldo Ciccolini incanta e commuove il pubblico del Petruzzelli


Un grande quanto graditissimo ritorno al Petruzzelli, quello del celeberrimo pianista napoletano, naturalizzato francese, Aldo Ciccolini. Mancava da alcuni anni nel capoluogo pugliese e grazie alla Camerata Musicale Barese è tornato nel Petruzzelli ricostruito. Lo ricordo personalmente una decina d'anni fa al Kursaal Santalucia in coppia con il pianista Francesco Lotoro eseguire i concerti di Bach nella stagione del Collegium Musicum di Rino Marrone. Più di recente a Barletta, dove si è esibito in uno strepitoso recital organizzato dall'associazione "Amici della Musica M. Giuliani" diretta da Pasquale Iannone. Considerato che questo straordinario artista ha ormai raggiunto la bellezza di quasi 86 anni e ha conosciuto ed incontrato nell'arco della sua vita Maestri del calibro di Alfred Cortot, Arturo Benedetti Michelangeli, Wilhelm Furtwaengler, Dimitri Mitropoulos, Ernest Ansermet, Carlos Kleiber, per citarne solo alcuni tra i più rappresentativi, egli si può giustamente definire uno degli ultimi Apostoli della grande Storia del pianoforte e dell'interpretazione musicale del Novecento.
Ciò che colpisce ancora oggi nel suo modo di suonare è l'incredibile naturalezza espressiva sapientemente coniugata con una rara quanto rigorosa profondità ermeneutica. Le sue dita non sembrano poi conoscere l'inesorabile scorrere del tempo, tanto sono ancora allenate, agili, puntuali sulla tastiera. Eppure gravi problemi di salute hanno provato ad intaccare nell'ultimo periodo la tempra di quest'uomo eccezionale, fortunatamente senza riuscirvi.
Nella prima parte, il suo Mozart con le Sonate in La maggiore K.331 (quella con il notissimo tempo di "marcia alla Turca") e in Si bemolle maggiore K.333 è stato un susseguirsi di perlacee emozioni, tanto erano terse, trasparenti, commuoventi la linea del canto e la sua relativa armonia. Nella seconda parte, tutta dedicata a Franz Liszt, che proprio quest'anno celebra il suo bicentenario, la scelta del Maestro è andata su pagine poco note, almeno al grande pubblico, come alcuni pezzi dalle "Harmonie poetiques et religieuses" e le due parafrasi d'opera su Aida e Morte di Isotta. Adesione completa al testo, coinvolgente, trascinante espressività pur nell'oggettiva difficoltà tecnica che queste pagine serberebbero anche al più giovane e solido dei pianisti odierni, sono stati solo alcuni degli ingredienti che hanno affascinato il numeroso pubblico presente in teatro, tra cui si potrebbero citare (a iosa) allievi ed ex allievi pugliesi, che tanto gli devono per i suoi preziosi insegnamenti. Alla fine un trionfo vero, autentico, generosamente suggellato da alcuni raffinati bis. Lunga vita a questo grande Maestro!

1 commento:

  1. peccato non averlo saputo prima,mi sarei organizzata,dovendo venire dalla provincia di Brindisi.Pazienza,per fortuna ascoltai il grande Ciccolini a Taranto qualche anno fa. Indimenticabile! Tina Volpe.

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