lunedì 24 luglio 2006

L'addio di Guido Pagliaro


Il prossimo 31 luglio Guido Pagliaro lascerà anticipatamente l’incarico di direttore artistico della Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari. A seguito di una transazione legale, infatti, si è chiuso consensualmente un rapporto che si stava trascinando da diversi mesi non senza violente asperità e notevoli polemiche, più volte esternate anche sui giornali locali. La Gazzetta del Mezzogiorno giovedì 20 luglio ha pubblicato una sua “lettera aperta” che qui voglio proporvi nelle sue parti salienti, per affidarla al giudizio di chi non ha avuto la possibilità di leggerla.
“(…) Ho sempre creduto nell’importanza della Fondazione (Petruzzelli) quale fondamentale strumento di crescita culturale e sin dall’inizio del mio mandato, nel maggio 2004, ho dedicato impegno e passione per contribuire ad avviare il cammino dell’Ente lungo sentieri qualificati. E’ stato un periodo entusiasmante e, allo stesso tempo, di intenso lavoro, durante il quale si è cercato di sopperire con la forza della volontà e con la fantasia alle nostre carenze strutturali, per conquistare dal nulla una reputazione e una credibilità in campo nazionale e nell’arco di due sole stagioni.
Ai numerosi artisti che in questi anni hanno accettato l’invito a prendere parte alle nostre programmazioni va il mio sincero ringraziamento: da Mstislav Rostropovich a George Prêtre, da Riccardo Muti a Valery Gergiev, a Daniel Oren, Yuri Temirkanov, Andrea Licata, Marco Berti, Marcelo Alvarez, Fiorenza Cedolins, Desirèe Rancatore, Daniele Abbado, Karlheinz Stockhausen, Emanuele Arciuli, Alessio Bax (…) Accanto a questi nomi di assoluta grandezza, voglio ricordare i tanti giovani di talento coinvolti che hanno impresso freschezza al progetto generale. Un progetto che ha puntato a inserire l’azione della Fondazione in un tracciato culturale di più ampio raggio, iniziando a colmare lacune e omissioni, valorizzando le forze creative e professionali locali, recuperando il patrimonio musicale pugliese, prestando la dovuta considerazione alle nuove generazioni di spettatori, rinsaldando i legami con le istituzioni cittadine e regionali, costruendo ponti di collegamento con le più rinomate realtà internazionali. In questa logica si spiegano l’impulso dato al decentramento, l’aumento delle produzioni e delle rappresentazioni, la coproduzione al fianco del Piccolo Teatro di Milano delle tournèe internazionali del “Così fan tutte” firmato da Giorgio Strehler in Spagna, Francia, Turchia, Egitto, Russia, Grecia e, prossimamente, in Cina. Lo sforzo maggiore è stato quello di imprimere coerenza ed omogeneità al disegno complessivo, nell’intento di delineare un percorso che, pur mantenendo salde le congiunzioni con la tradizione, fosse proiettato verso la contemporaneità, aprendo finestre sulla letteratura musicale meno frequentata del Novecento, proponendo autori e opere mai rappresentate nella nostra città, rileggendo i capolavori di ieri con una sensibilità più vicina alle mutate esigenze della società moderna, stimolando interazioni con altri linguaggi espressivi e favorendo incursioni nella sperimentazione. Sono grato al pubblico che ha seguito con attenzione la programmazione, manifestando disponibilità e intelligente curiosità anche nei confronti di proposte meno scontate e più “scomode”. Non spetta a me stabilire se l’esito sia stato positivo. Spero solo che i risultati siano stati all’altezza delle aspettative di quanti credono nella necessità del teatro quale insostituibile momento di riflessione e confronto.
Per quanto mi riguarda, sono profondamente riconoscente alla città e alla Fondazione per l’occasione che mi è stata offerta. Sono orgoglioso di aver partecipato alla fase iniziale della vita dell’Ente, a cui auspico di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi e significativi a beneficio della comunità (…)”
La lettera si chiude con una serie di ringraziamenti e auguri, tra cui quelli ad Angiola Filipponio, ex sovrintendente della Fondazione, un tenero ricordo verso il compianto direttore musicale Arnold Bosman, venuto improvvisamente a mancare lo scorso anno e soprattutto gli auguri al nuovo sovrintendente Giandomenico Vaccari, al quale “formulo gli auguri più sinceri di buon lavoro”. Una lettera, permettetemi di dirlo cari lettori di questo mio giovane blog, che pacifica finalmente gli animi, scritta col cuore e con l’onestà intellettuale da chi ha seriamente operato per migliorare la vita musicale barese. Non mi resta che augurare a Guido Pagliaro, ora che questo ennesimo capitolo della sua (intensa e variegata) vita di eccellente, sensibile uomo di teatro e manager si è chiuso, di ritrovare subito forze, stimoli per affrontare nuove, avvincenti e se possibile più ambiziose sfide che, caro Guido, stanne certo, non Ti mancheranno.

2 commenti: