martedì 8 gennaio 2008

I sogni d'inverno ciaikovskiani viaggiano felici da San Pietroburgo ad Acquaviva delle Fonti


Qualche sera fa ha suonato a Lecce. Ieri per ascoltarla nella Cattedrale di Acquaviva delle Fonti c’erano almeno un migliaio di persone stipate (quasi) in ogni suo metro quadrato disponibile (persino nei confessionali…). Stasera al Teatro Kennedy di Fasano, per l’associazione Fasanomusica della battagliera Mariolina Castellaneta, ci sarà il loro ultimo concerto in terra pugliese. Stiamo parlando dell’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione di San Pietroburgo (già Orchestra della Radio di Leningrado), la storica compagine fondata nel 1945 per commemorare la vittoria russa nella seconda guerra mondiale. Sin dall’epoca in cui venne fondata divenne una delle poche fonti di gioia per la gente che cercava riparo dalla guerra del terrore del regime staliniano. L’orchestra si esibiva regolarmente in sale da concerto e le sue apprezzate performances venivano poi trasmesse regolarmente alla radio. Negli anni successivi divenne così popolare che ogni russo della generazione postbellica ne riconosce ancor oggi il nome e ricorda la bellezza dei concerti trasmessi. L’orchestra possiede un repertorio vastissimo, che spazia in tutto il repertorio sinfonico classico e contemporaneo, prediligendo naturalmente i grandi Russi (Ciakovskij, Prokof’ev Shostakovich e Stravinskij) e negli ultimi 25 anni ha prodotto oltre ottanta registrazioni prima su vinile e poi su compact disc per case discografiche prestigiose come la Sony, la BMG e la RCA. I suoi concerti si tengono solitamente nel Teatro dell’Hermitage, alla grande Symphony Hall e nella Cappella Hall: sale celebri in tutto il mondo per la loro eccellente acustica. Ieri, nella Cattedrale di Acquaviva, c’eravamo anche noi dell’Orecchio di Dioniso. L’acustica non era certo quella della Symphony Hall di San Pietroburgo, per via dell’eccessiva riverberazione di cui notoriamente peccano le chiese romaniche, ma la celebre orchestra russa che per l’occasione ha inaugurato la seconda stagione concertistica della meritoria associazione culturale e musicale “Giovanni Colafemmina” ha suonato in modo davvero splendido, sotto la puntuale guida del maestro Aldo Sisillo. In programma tra l’altro c’era anche la Sinfonia n.1 in sol minore op.13 “Sogni d’inverno” di Ciaikovskij che non avevo personalmente mai ascoltato dal vivo. Si tratta di una delle primissime composizioni del celebre compositore russo, composta nel 1866, quando egli aveva già la bellezza di 26 anni e riveduta da lui stesso otto anni dopo. Certo, rispetto alle sinfonie più note, la cosiddetta trilogia sinfonica fatale (Quarta, Quinta e Sesta) e opere liriche come l’Onegin e la Dama di picche si avverte ancora una certa immaturità nella compiuta articolazione formale delle linee melodiche ed armoniche, ancora troppo impersonale eppure il diffuso, fascinoso tessuto degli archi nell’ "Adagio" e il sublime gioco timbrico degli impasti sonori dei legni che tinteggiano di luci ed ombre lo "Scherzo" dal sapore mendelssohniano, sono già segnali importanti del grande compositore che Ciaikovskij diventerà. Meno interessante, per esempio, il rutilante finale della sinfonia, a tratti persino chiassoso e volgare e dalla trionfalistica conclusione pseudo bandistica.
L’Orchestra pietroburghese, composta va detto da strumentisti molto giovani e di talento, ne ha offerto sotto la vigile bacchetta di Sisillo una lettura esemplare: archi di solida compattezza e impeccabile intonazione, legni superbi, ottoni invece, a dire il vero, un po’ fallosi. Quello che in particolare mi ha colpito è stata la notevole omogeneità e bellezza sonora del complesso. Nella seconda parte le pagine più note della serata: dall’Adagio tratto dal “Concerto di Aranjuez” per chitarra e orchestra di Rodrigo (nei panni di solista c’era la brava chitarrista pugliese Adalisa Castellaneta) all’ouverture dell’opera “Russlan e Ludmilla” di Glinka, per passar poi allo scoppiettante finale garantito da pagine come “Una Notte sul Monte Calvo” di Mussorgskij e la “Rapsodia ungherese” di Liszt dove si pienamente rivelato lo smagliante virtuosismo di questa ottima orchestra. San Pietroburgo può pertanto davvero esultare quanto a grandi orchestre. Oltre a questa ci sono infatti almeno altre due orchestre di luminoso spessore internazionale: quella che già fu la leggendaria “Filarmonica di Leningrado” e l’Orchestra del Teatro Marinskij. Merito anche degli illustri Maestri che in questi ultimi cinquant’anni si sono alternati alla guida di queste compagini sinfoniche da Mravinskij a Gorkovenko, da Temirkanov a Gergiev. Successo naturalmente trionfale per l’orchestra russa. Una serata di Musica tutta da ricordare per Acquaviva delle Fonti e i suoi fortunati cittadini. Peccato che nessuna associazione barese abbia invece ritenuto di prenotare una data della significativa tournèe italiana dell’orchestra pietroburghese. Anche se va detto che la “sorella maggiore”, la Filarmonica di San Pietroburgo, non più di un anno e mezzo fa è stata presente a Bari per un concerto altrettanto memorabile.

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