giovedì 24 aprile 2008

Intervista a Emanuele Arciuli


Il pianista Emanuele Arciuli si è imposto all'attenzione del pubblico e della critica per le sue interpretazioni del Classicismo viennese, del Novecento storico e della musica contemporanea, specie americana. Suona regolarmente per prestigiose istituzioni, tra le quali il Festival Internazionale Pianistico di Brescia e Bergamo, Torino Settembre Musica, La Biennale di Venezia, il Miller Theater di New York, le Berliner Festwochen, il Teatro San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, il Carlo Felice di Genova, le Orchestre Sinfoniche "Giuseppe Verdi" e I Pomeriggi Musicali di Milano, il Festival Pianistico di Miami, l'Orchestra e il Coro della Svizzera Italiana, collaborando con musicisti e direttori di fama internazionale. Ha inciso numerosi cd per Chandos, Bridge, VAI e Stradivarius, tra i quali l'integrale pianistica di Berg e Webern, un'antologia di musica americana e il Concerto per pianoforte e orchestra di Bruno Maderna in prima mondiale. L'album dedicato a George Crumb, inciso per Bridge, ha ricevuto la nomination per i Grammy Awards. Il cd Stradivarrius, con musiche di Adams e Rzewski, ha vinto il premio della critica italiana come miglior disco italiano del 2006. Assai apprezzato per la profondità e l'originalità del suo approccio interpretativo, si è guadagnato la fiducia di molti compositori americani e italiani, come dimostrano l'ormai notissimo ciclo delle "Round Midnight Variations", un gruppo di composizioni espressamente scritte per lui nel 2001 da 16 fra i maggiori autori americani, considerato una delle più significative raccolte pianistiche dei nostri giorni e "Eine Kleine Mitternachtmusik", vasta opera pianistica dedicatagli dal celebre compositore americano George Crumb. Tra le numerose opere espressamente scritte per Arciuli vanno segnalati, inoltre, i lavori di Michele Dall’Ongaro, Filippo Del Corno, Lorenzo Ferrero e il musicista nativo americano Louis W. Ballard, il cui "Indiana Concerto" è stato eseguito con straordinario successo nello scorso gennaio con la Indianapolis Symphony Orchestra.
Alcuni mesi fa Arciuli ha pubblicato il volume "Rifugio Intermedio - il pianoforte contemporaneo tra Italia e Stati Uniti per il Teatro di Monfalcone". Nel 2005-2006 ha curato le stagioni cameristiche della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Titolare della cattedra di pianoforte principale e del Corso di pianoforte contemporaneo per i bienni postdiploma al Conservatorio di Bari, dal 1998 è frequentemente professore ospite al College Conservatory of Music della Università di Cincinnati e in altre università americane.
Il cd Rzewski-Adams pubblicato dall'etichetta milanese Stradivarius ha vinto nel maggio 2006 il premio del Magazine "Musica e Dischi" quale disco dell'anno nella categoria solisti. Tra i prossimi impegni del Maestro un concerto il 1° maggio a Bari con l'EurOrchestra e in giugno a Torino con la Filarmonica.

***********************************


Quando è nata la tua passione per la musica ? “Da bambino, come di consueto per un musicista. Avevo circa tre anni quando mi sono avvicinato al pianoforte, cominciando a suonare “ad orecchio”. Hai in famiglia appassionati (o "melomani") che ti hanno inizialmente stimolato e indirizzato verso lo studio di uno strumento ? “No, i miei non hanno un rapporto di particolare intensità con la musica, ho cominciato a studiare il pianoforte solo a dieci o undici anni, e la mia scelta di fare il musicista non è stata impedita, ma neanche particolarmente incoraggiata.” Arturo Benedetti Michelangeli una volta fu fermato dalla polizia ad un casello autostradale e gli chiesero di mostrare i documenti domandandogli che lavoro facesse. Egli disse tra il serio ed il faceto " vado un po' qua un po' là". L'agente lo guardò perplesso: "E allora che scriviamo ?" Lui: "scriva pure che sono un girovago". Se succedesse a te, come pensi che risponderesti ? “In generale le forze dell’ordine non spiccano per senso dell’humour. Sarei più cauto, dunque.” Quali sono i tuoi compositori preferiti, a prescindere da quelli che suoni abitualmente ? “Beethoven su tutti, poi Debussy. Ma la lista naturalmente potrebbe essere lunghissima.” Ascolti e/o studi musica sinfonica, lirica, jazz, rock, oltre quella pianistica ? Se sì, dammi qualche esempio. “Ascolto di tutto. Di solito, purtroppo, non ho il tempo di ascoltare un disco per il piacere puro, mi concentro su opere che ancora non conosco e di cui devo occuparmi. In questo momento sto scrivendo per Edt una Storia della musica pianistica americana, e ho da focalizzarmi su quello. Non ascolto quasi mai lirica, se non a teatro (ho assistito ad un bel “Giro di Vite” di Britten, di recente). Pochissimo rock, solo quello di sconosciuti gruppi nativi americani (Redbone, Tiger Tiger) o progressive rock inglese come Camel, Hatfiedl and the North e Caravan. Molto jazz, invece, che mi piace moltissimo. Per la cronaca, ho trovato deludente l’ultimo cd di Elio e le storie tese, che in genere sono bravissimi.” Quando hai deciso nella tua vita che avresti voluto - cascasse il mondo - diventare un pianista di professione? “Non l’ho mai desiderato con assolutezza, in fondo. Ma quando ho cominciato a farlo per davvero (e cioè da una dozzina d’anni), è aumentato anche il senso di responsabilità e l’impegno.” Quanto è difficile nel mondo di oggi essere un pianista della cosiddetta "musica colta" ? “E’ molto difficile essere un musicista di musica classica. Specie se non si ha una vocazione “populista” e non ci si preoccupa della quantità di pubblico, ma della sua qualità. Credo che la musica assolva ad una funzione importantissima, e trovo molto grave che i mass media non se ne occupino. Nei confronti della cultura alta, che esiste e va sostenuta, è in atto una censura che non ha colore politico, perché anche la sinistra ha le sue responsabilità.”Negli anni hai coltivato anche altre ambizioni o passioni, pianoforte a parte ? Se sì, quali hai mantenuto ancora oggi ? “Ho molte curiosità e passioni. Mi piacciono cose diversissime fra loro. Sono un appassionato di arte contemporanea, soprattutto, e un cultore della civiltà dei nativi americani, di cui mi interessa la produzione artistica. Sono anche un computer-dipendente, ahimè, poi mi piace nuotare, mi piacciono i cani (bull terrier su tutti), amo cucinare e organizzare cene per amici, quando possibile, mi piacciono le auto sportive e tante altre cose.” Ritieni che la tua vita privata debba essere solo tua o sei pronto a parlarne liberamente con tutti? “Sono pronto a parlare liberamente con tutti di come la vita privata debba essere, appunto, privata.”

Nessun commento:

Posta un commento