venerdì 18 luglio 2008

Lunedì il pianista-compositore Livio Minafra in concerto al Castello Svevo con l'Orchestra della Provincia di Bari


Lunedì 21 luglio alle ore 21.00 presso il Castello Svevo di Bari l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto, diretto dal maestro Massimiliano Caporale, e con solista il giovane talentuoso pianista-compositore Livio Minafra, che a mio sommesso parere è anche meglio dell' osannato "collega"...Giovanni Allevi (i biglietti saranno in vendita il giorno del concerto direttamente al Castello Svevo di Bari).
Si tratta del terzo appuntamento con la rassegna denominata “Note dal Castello” che vede la splendida cornice dell’antica fortezza medievale barese a fare da sfondo, nei mesi di luglio e di settembre, a nove concerti dell’Orchestra Sinfonica barese.
Buona parte della serata sarà dedicata all’esecuzione del Concerto a colori per pianoforte “impreparato” e orchestra. Suite n. 1: “Choo choof”, “Passi”, “La danza del Vulcano”. Suite n. 2: “Muezzin”, “Campane” di Livio Minafra, classe 1982. Figlio d’arte (suo padre Pino è tra i più stimati jazzmen italiani, sua madre Margherita Porfido è una clavicembalista particolarmente apprezzata per le aperture al repertorio contemporaneo) Minafra si è formato in un ambiente artistico e familiare molto “sui generis”, nel quale la pratica dell’improvvisazione e la scrittura rivestono pari importanza e, soprattutto, cercano di superare le barriere costituite dalle tradizionali categorie concettuali poste dall’ambiente accademico.
In questo lavoro della durata di circa 40 minuti, viene utilizzata l’orchestra tradizionale con l’aggiunta di un terzo trombone basso, di un vibrafono e un’arpa. Le parti orchestrali sono tutte rigorosamente scritte, mentre al solista viene lasciata la possibilità di effettuare anche delle sortite improvvisate. Altra caratteristica è data dal fatto che l’orchestra suona praticamente per tutta la composizione, senza sosta e che l’autore non ha previsto l’impiego delle tradizionali prime parti.
I movimenti che compongono l’opera sono tutti tratti dal nuovo cd di Minafra, “La fiamma e il cristallo”, di prossima uscita per l’etichetta tedesca Enja.
“Choo choof” è un omaggio al compositore Alfredo Casella e si muove seguendo uno spirito particolarmente ludico.
“Passi”, costruito come una colonna sonora, ha un impianto di stampo minimalista ed è l’unico brano in cui l’autore suona la fisarmonica.
“La danza del Vulcano” è stato concepito come un omaggio a Strawinsky e deve il suo titolo al celebre pianista Aldo Ciccolini che, ascoltandolo nella versione per pianoforte solo, lo definì come la storia d’un vecchio vulcano che sembra dormire, ma poi si desta ed esplode nel finale vigoroso.
“Muezzin” è uno sguardo verso la cultura dell’Islam, ma anche alle origini meticce delle nostre culture meridionali. E’ scritto in 7/8 ed ha un andamento intenso, ispirato, che può ricordare quello di una preghiera. Utilizza solo archi e clarinetti insieme con il pianoforte.
“Campane” rappresenta infine due storie che si incontrano: la tarantella meridionale e le campane dei paesini del sud, che ogni giorno annunciano il mezzogiorno con i loro rintocchi; in molti paesi, gli orologi non sono sincronizzati, perciò c’è chi parte prima, chi in orario e chi dopo. Il brano inoltre usa i principali suoni della scala costruita sugli armonici perciò ha carattere molto luminoso ed ipnotico.
Da ultimo, gli arrangiamenti sono stati costruiti sulle originali versioni pianistiche con la collaborazione e le indicazioni di Bruno Tommaso, figura di primissimo piano del jazz italiano, particolarmente apprezzata per la propria consolidata esperienza nella scrittura e nella conduzione orchestrale.
Nella seconda parte l’orchestra eseguirà “Adagietto per archi” dalla Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler (1860 - 1911) e “Peer Gynt”, Suite n. 1 op. 46 di Edvard Grieg (1843 - 1907). Direi proprio che è un concerto da non perdere.

1 commento:

  1. Gentile Romanelli,
    leggo per caso questa sua presentazione del giovane compositore che si è esibito a Bari (evidentemente suo amico visto quanto ci tiene a "sponsorizzarlo). Quello che vorrei dire a lei solamente, è che non capisco per quale motivo per fare le lodi di qualcuno, si debba infangare il nome di qualcun altro. Mi riferisco al suo modo, poco elegante, di esprimere un giudizio inutile, del tutto personale, ma volutamente negativo sull'artista Giovanni Allevi. Ritengo che Allevi sia un grande artista, che dimostra ogni giorno, in ogni occasione di essere unico e originale, nonostante non abbia "santi protettori" nei luoghi che contano, non abbia parenti famosi, come tiene a sottolineare riguardo al suo amico, e tutto quello che ha fatto se l'è sudato con fatica e tanta caparbietà, passione e dedizione per la musica. Con questo, per dirle, che, pur apprezzando il suo sforzo per far amare la musica e sollecitare il pubblico all'ascolto, non fa bene a nessuno parlare male di coloro che, in sostanza, fanno quello che lei vorrebbe e auspica ad ogni piè sospinto: che il pubblico torni nelle sale. E Allevi pare essere una possibile via. Ci pensi la prossima volta che vuole parlare male, senza motivo, di qualcuno. Non serve, e fa male anche al suo giovane amichetto. I fan di Allevi non potranno andare certo a sentirlo dopo il suo "altezzoso" commento. Luigi Sebastiani - violinista per passione, in pensione

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