martedì 30 giugno 2009

Erwin Schrott dominatore assoluto dell'Elisir d'amore barese


Tre case affiancate disegnate nel cielo azzurro intercalato da nuvolette bianche. Un po’ Magritte, un po’ Folon e magari un po’ anche il film Truman Show (ve lo ricordate?) nella favola surreale, senza tempo, dell’Elisir d’amore.
Così il regista Francesco Esposito coadiuvato dallo scenografo Tommaso Lagattolla, dal light design Bruno Ciulli, con le coreografie per i movimenti scenici di Domenico Iannone ha intelligentemente ripensato nello spazio 7 della Fiera del Levante di Bari il popolare dramma giocoso di Gaetano Donizetti, su libretto di Felice Romani.
I costumi, d’altro canto, dello stesso Esposito sembrerebbero però in parte contraddire l’apparente surrealtà in cui è calata la vicenda: un piccolo villaggio contadino del reggiano alla fine del ‘700. E invece è proprio la chiusura tipicamente provinciale al mondo esterno che permette al regista di “giocare” con le fughe dalla realtà regalate a piene mani dal mago-ciarlatano Dulcamara con i suoi filtri d’amore in un’atmosfera fiabesca che Donizetti (per la parte musicale) e Romani (per il libretto) plasmarono ad arte in appena due settimane di lavoro: un tempo di prodigiosa brevità rossiniana. E chi se non Rossini è il modello principale del giovane compositore bergamasco in quest’opera?
La regia è dunque briosa e fantasiosa anche grazie ai movimenti scenici ideati da Domenico Iannone che fanno dimenticare, almeno per un momento, il contesto ambientale in cui l’opera va in scena: un padiglione industriale della Fiera del Levante seppure ottimamente riattato.
Circostanza dolorosa (a Petruzzelli ancora inspiegabilmente chiuso) che mettiamo da parte godendo della musica ora frizzante, ora mirabolante delle danze e dei cori contadini che riempiono lo schermo surreale dell’allestimento barese.
Per l’esecuzione musicale, a dire il vero, proviamo meno entusiasmo. La direzione della bella canadese Keri-Lynn Wilson brilla di un incipit convincente nella ouverture, complice la buona tenuta dell’Orchestra della Provincia di Bari, per poi smarrirsi nelle scene d’insieme e nei vorticosi crescendi di matrice rossiniana, che richiedono un’esattezza agogica e una precisione negli attacchi millimetriche. Certo è che nelle prossime recite troverà senz’altro la quadratura del cerchio. O almeno lo speriamo.
Nel cast vocale non regalano le necessarie certezze belcantistiche l’Adina un po’ faticosa di Roberta Canzian e l’acerbo Nemorino del giovane tenore russo Alexey Kudrya: voce di timbro angusto, vibrato tremulo e ingolata nei pochi non insormontabili acuti dell’opera. Ricordiamo con struggente nostalgia l’edizione del Petruzzelli con il Maestro Carlo Bergonzi e un ancora non celebrata star come Mariella Devia.
Meno male che a salvare il cast vocale ci pensa lo straordinario Dulcamara dell’uruguaiano Erwin Schrott: timbro seducente, dizione perfetta, doti attoriali non comuni. Lo scorso anno, non è un caso, che abbia meritatamente trionfato al Festival di Salisburgo nel Don Giovanni di Mozart. Discreti, infine, il Belcore di Luca Salsi e la Giannetta di Filomena Diodati ed egregia la prova del Coro della Fondazione Petruzzelli. Alla fine il pubblico, che ha comunque sempre ragione, gradisce e applaude salomonicamente tutti, magari solo un po’ indispettito per non aver goduto appieno della stupenda aria di Nemorino - “Una furtiva lagrima” – rovinata da inopportuni quanto rumorosi fuochi d’artificio provenienti dal vicino lungomare. Un altro direttore avrebbe forse fermato l’orchestra e atteso la fine del fastidioso disturbo; la Wilson no, lei è andata teutonicamente avanti come se nulla fosse...

7 commenti:

  1. http://www.drammaturgia.it/recensioni/recensione1.php?id=4127
    "Ottima la prova del giovane tenore russo Alexey Kudrya, pulito nei vari registri, misurato nell’emissione (forse solo un poco immaturo nell’arte ipocritica)." !!!
    re bemolle: http://www.youtube.com/watch?v=5omxJs1XZjg
    http://www.youtube.com/results?search_query=Alexey+Kudrya&search_type=

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  2. Naturalmente non sono d'accordo, ma rispetto il suo parere, anche se "anonimo". Ribadisco che la voce di Kudrya mi è parsa leggerina per il ruolo di Nemorino. Probabilmente sarebbe invece ideale per un ruolo da tenore "di grazia" come quello del Conte d'Almaviva del Barbiere rossiniano.

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  3. Finalmente qualcuno che scrive in maniera oggettiva di questo grande direttore d'orchestra,portato avanti grazie al marito,ricordiamo "presidente della sony"e sovrintendente del Metropolitan di New York.Fortunatamente,questa è un'opera che va da sè e l'orchestra ha dato grande prova di professionalità:non si capiva il battere dal levare!Finalmente leggo un articolo bello e schietto come piace a me! La Canzian la ritroviamo con i soliti problemi di appoggio sugli acuti,perennemente calanti(anche di poco per chi ha orecchio assoluto!)e difficoltà sulle agilità(al limite del glissando,a tratti).Il Nemorino Russo acerbo(ha ancora 27 anni)affretta tutti i recitativi e non respira correttamente,speriamo impari ad usare meglio il fiato perchè il timbro non è male!Belcore,per me,non è stato male sia vocalmente che scenicamente.Questa Giannetta,migliore assolutamente della seconda(sentire per credere),è stata appena sufficiente per i miei gusti,io avrei fatto cantare un corista al suo posto.Infine,Erwin ha,senz'altro,grande voce e grande talento attoriale,però il troppo esagerare per me fa male,io avrei preferito meno gags e meno pomposità del personaggio,a fronte di un'interpretazione più donizettiana.Un complimento grandissimo,immenso,a tutti i manovali che hanno reso possibile l'opera e la realizzazione del pensiero del regista,che brilla di originalità!

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  4. finalmente qualcuno che scrive in modo oggettivo! Il vero problema è quello del direttore d'orchestra,se questo infatti,non fosse moglie del sovrintendente del MET e presidente della Sony,a quest'ora sarebbe ancora in cerca di lavoro.è grazie a persone del genere se poi i veri musicisti sono costretti a emigrare... per non parlare dei poveri professori d'orchestra che,seguendola,non riescono a capire i tempi che dà e lei stessa non sa distinguere il battere dal levare. è una cosa ingiusta,ingiustissima.

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  5. Se debbo essere sincero anche a me la direzione della Wilson mi ha sempre lasciato perplesso.
    Anche se mi ricordo un bel concerto nel dicembre 96 ad Assisi con la Sinfonica Rai , e all’arena di Verona dieci anni dopo con Madama Butterfly mi colpì l’armonia generale.
    Non posso dare un parere in merito allo spettacolo preso in oggetto perché non visto. Forse colpiscono, a me personalmente, gli schemi che usa nel dirigere che solitamente non vedo in altri direttori d’orchestra.
    Ora non so quanto possano essere validi o non validi i metodi usati dalla Wilson.
    Certo che , come dicono i commenti che mi precedono il fatto che sia moglie del presidente della Sony, potrebbe far sospettare a qualche tipo di favoritismo nelle scelte fatte dalle organizzazioni musicali che la scelgono.
    Bisogna però ricordare che comunque il suo curriculum e di tutto rispetto e ha lavorato anche come assistente di Claudio Abbado presso il Festival di Salisburgo.
    Forse una eccessiva attività musicale in tutto il mondo la porta ad affrontare pagine come l’Elisir d’amore con più leggerezza?
    Sarebbe poco professionale e credibile questa ipotesi.
    Penso invece a una scelta voluta di dare una diversa impostazione alla figura del direttore d’orchestra, e quindi impostarsi diversamente con i professori. Del resto la figura del direttore e da molti ancora legata a una figura maschile.
    Aspetto commenti e ricordi differenti per poter confrontare le idee.

    Denis Sansoè

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  6. ahahah.....secondo te come è arrivata ad essere assistente di Abbado???!!! oppure a fare una carriera mondiale del genere,senza avere un gesto paragonabile a nessuno dei grandi direttori avuti in passato?! com'è possibile che una persona del genere,senza un gesto limpido,chiaro,scandito possa dirigere in teatri importantissimi?! Purtroppo,come in tutti i settori,c'è sempre il "parente di","amico di","moglie di" che vanno avanti e la gente valida,sfiduciata da questi eventi,poi ripiega a fare il pianista accompagnatore/collaboratore in teatro/direttore di concerti mediocri ecc.....la cosa brutta è che non c'è giustizia,la stampa non è pulita e le poche verità vengono fuori in questi blog...pazienza è il mondo che gira così!

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  7. Be non so se è il caso della wilson.
    Forse quello che tu dici è vero nel nostro paese, ma faccio fatica a pensare che ci sia questa mentalità nepotista anche all'estero.
    Comunque sarebbe certo triste tutto ciò.
    Denis

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