giovedì 28 settembre 2017

L'edizione 2017 del Festival Verdi di Parma segna l'avvio di una nuova collaborazione per il Teatro Comunale di Bologna.


L'edizione 2017 del Festival Verdi segna l'avvio di una nuova collaborazione per il Teatro Comunale di Bologna (nella foto l'Orchestra ed il Coro del Comunale), che è presente con l'Orchestra e il Coro ed è impegnato come coproduttore in due dei quattro titoli operistici in programma: grazie infatti all'accordo siglato quest'anno tra il Comunale e il Teatro Regio di Parma, il Festival Verdi si potenzia strutturalmente privilegiando i rapporti territoriali con le istituzioni della Regione Emilia Romagna; dopo la collaborazione per La traviata del 2014, per Rigoletto del 2015 e masnadieri del 2016, il Comunale partecipa adesso al Festival dedicato al compositore di Busseto con ben due nuovi allestimenti di opere verdiane.
Il primo è quello della Traviata in scena al Teatro Verdi di Busseto (29 settembre – 18 ottobre), una nuova produzione del Regio di Parma con il Comunale e la Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, in collaborazione con il Comune di Busseto e il Concorso Internazionale Voci Verdiane “Città di Busseto”. Lo spettacolo è firmato dal regista Andrea Bernard, vincitore, con Alberto Beltrame (scene) e Elena Beccaro (costumi), dell'European Opera-directing Prize, concorso internazionale organizzato da Camerata Nuova in collaborazione con Opera Europa, che ha premiato questo progetto sugli oltre 70 presentati. “Capita spesso di sentire persone incapaci di stare da sole o che una volta terminata una relazione ne cercano subito un’altra  spiega il regista Andrea Bernard. Che tipo d’amore potrebbe essere questo? Da questa e altre domande sono partito per leggere La traviata attraverso gli occhi dell’uomo di oggi, così come cercò di fare Verdi con i suoi contemporanei, prima che la censura intervenisse”. Sebastiano Rolli sul podio dell’Orchestra del Comunale dirigerà il capolavoro verdiano secondo l’edizione critica a cura di Fabrizio Della Seta; con il Coro del Comunale di Bologna, guidato da Andrea Faidutti, ci sarà in scena un cast di giovani talenti da scoprire. Le luci sono firmate da Adrian Fago e i movimenti coreografici da Marta Negrini.
Il secondo nuovo allestimento, coprodotto dal Regio di Parma e dal Comunale, è lo Stiffeliofirmato da Graham Vick (per la prima volta a Parma), in scena al Teatro Farnese di Parma (30 settembre – 21 ottobre) con le scene e i costumi di Mauro Tinti, le luci di Giuseppe Di Iorio e i movimenti coreografici di Ron Howell. Maestro concertatore e direttore Guillermo Garcia Calvo che seguirà la partitura nell’edizione critica curata da Kathleen Kuzmick Hansell, sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna, maestro del coro Andrea Faidutti. Tra i protagonisti Luciano Ganci (Stiffelio), Maria Katzarava (Lina) e Francesco Landolfi (Stankar). Questa attesa produzione dello Stiffelio rientra nel progetto pluriennale del Festival Verdi “Maestri al Farnese” inaugurato lo scorso anno con Peter Greenaway e che vede il seicentesco teatro ligneo come luogo di sperimentazione affidato a grandi registi, maestri della scena contemporanea.
Lina si innamora di Rodolfo Müller e lo sposa – scrive Graham Vick. Si scopre che è un pastore evangelista carismatico, Stiffelio. Costui trascura la moglie per inseguire la propria vocazione, lasciando Lina costantemente da sola. Lei è sedotta dalle confortanti attenzioni di Raffaele. Il padre di Lina la dissuade dal confessare a suo marito ciò che ha fatto ponendo l’apparenza esteriore e la reputazione  specialmente la sua  al di sopra della pace mentale di sua figlia. La costringe a mantenere il segreto in famiglia, sarà il loro piccolo segreto. Quando i sospetti di Stiffelio sono destati, l’uomo di Dio si scopre incapace di mettere in pratica ciò che predica; per lui le donne sono le 'custodi del pudore', mentre l’uomo racchiude in sé un 'occulto nell’anime'. Il male nell’unità familiare e la rottura di un matrimonio è il coraggioso soggetto di Verdi. La scelta di Stiffelio – prosegue Vick – è un momento decisivo della sua carriera: è un’opera contemporanea alla sua epoca e lo è tuttora per noi. Come Ibsen, Verdi ha rinunciato a soggetti storici e ha messo in scena il proprio tempo”.

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