
L’importante produzione religiosa di Luigi Cherubini (1760 - 1842), che consta di un centinaio di opere, caratterizza l’inizio e la conclusione della carriera di questo musicista che, acutamente, Massimo Mila, definì “operista non per vocazione”. Oggi la critica giudica i brani “sacri” e le “messe” in particolare veri punti di riferimento, per tutta la produzione del genere seguita nel tempo. Senza le “messe” di Cherubini, scrive Adelmo Damerini, forse non sarebbero nate, successivamente, quelle di Beethoven, Berlioz, Bruckner, Brahms e di Verdi stesso. Fra le varie “messe” composte a Parigi, quella in sol maggiore “per l’incoronazione di Luigi XVIII” ha una storia particolare. L’opera, portata a termine alla fine del 1819, avrebbe dovuto appunto sanzionare l’incoronazione del re, ma la cerimonia, più volte fissata, non ebbe mai luogo (l’altra “messa” in la maggiore, per l’incoronazione del re Carlo X, composta nel 1825, fu invece eseguita nella Cattedrale di Reims). La messa in sol maggiore finì perciò in un cassetto del compositore e venne ritrovata dagli eredi, soltanto nel 1867. È, come dimensioni, la più ampia delle “messe” del compositore, dopo quelle in re minore e in la maggiore ed appare, nello spirito, più classica e meno fiammeggiante. Così come la “messa” in la minore ed i due “Requiem”, non ci sono solisti vocali, ma è impegnato soltanto il coro (a quattro voci: soprani primi e secondi, tenori e bassi).
Nessun commento:
Posta un commento