venerdì 16 novembre 2007

La magia sonora di Debussy e Chopin serpeggia tra le nobili dita del pianista Pierluigi Camicia

Il pianismo debussyano possiede notoriamente molti punti in comune con quello chopiniano e anzi si può certo affermare che in gran parte l’uno derivi dall’altro. Il pathos storico che aveva alimentato in Chopin la dimensione timbrica della sua musica, viene ripreso coerentemente da Debussy, come una sorta di rimozione definitiva dalla sintassi e dall’articolazione formale classica; la luminosità, il gioco delle sonorità multiformi, liquide e impressionistiche, già sperimentato dal compositore polacco sulla sua inesauribile tastiera, si ritrova potenziato e, a tratti, amplificato nello stile creativo di Claude Debussy. Il pianista barese Pierluigi Camicia, da insigne docente dello strumento qual è, tutto ciò lo sa molto bene, accostando mercoledì sera gli Studi del francese proprio alle Quattro Ballate del polacco, nella serata inaugurale della stagione concertistica del Coretto, presso la Sala Giuseppina del Kursaal Santalucia di Bari. Concerto prezioso, che ha messo in risalto le affinità di Camicia sia con le fascinose, modernissime sonorità di Debussy, che con il mondo appassionato e morboso di un romantico “sui generis” come Chopin. Da incorniciare soprattutto la splendida lettura della celebre Ballata n. 4 in fa minore op. 52, resa con tocco plasticamente soffice ed ispirato e sopraffina espressività nei momenti topici. Peccato solo che il pianoforte, un mezza coda Kawai, non fosse proprio all’altezza di tale sontuoso interprete. Successo meritato.

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