martedì 18 novembre 2008

L'Aida di Verdi nel sontuoso allestimento di Franco Zeffirelli in scena al Massimo di Palermo


In Occidente l'Egitto vive attraverso la memoria di tre personaggi storici e mitologici al tempo stesso: Tutankamon il fanciullo imperatore, Cleopatra bellezza atavica e Aida martire e traditrice per amore. L'arte sotto ogni sua forma ha reso omaggio in più modi a questi personaggi tesi fra leggenda e realtà, e per la musica e l'opera in senso più stretto la storia di amore e morte di Aida, schiava etiope prigioniera del faraone in Egitto, messa in musica da Giuseppe Verdi nel 1871 su libretto di Antonio Ghislanzoni, rappresenta una delle partiture più note, amate e rappresentate dell'intero repertorio.
Aida torna sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo dopo dieci anni con un allestimento storico, forse ormai leggendario, quello proveniente cioè dal Teatro alla Scala dove ha debuttato nel 1963, con la regia di Franco Zeffirelli e le scene e i costumi di Lila De Nobili, due artisti che hanno lasciato con le loro produzioni un segno indelebile nella storia del Teatro del Novecento. Sarà come un magico viaggio nell'arte teatrale di quasi cinquant'anni fa, costruita attraverso il sapiente uso di straordinari fondali dipinti, imponenti elementi che ricordano il mondo religioso egiziano, costumi variopinti preziosamente ricamati e gioielli, tutto vivificato grazie a un paziente lavoro di restauro realizzato nei laboratori del teatro milanese, i cui risultati si vedranno per la prima volta a Palermo.
Costata 150.000 franchi (versati sul conto di Verdi presso la banca Rothschild di Parigi), Aida dopo alcuni rinvii debuttò a Il Cairo, per l'inaugurazione del nuovo Teatro dell'Opera, il 24 dicembre 1871, giungendo poi in Italia, alla Scala, nel febbraio del 1872. La prima a Palermo, sul palcoscenico del Politeama Garibaldi, è datata invece 27 marzo 1881; fino a oggi si sono succedute ben 35 edizioni.
In Aida, come ricorda il critico e musicologo torinese Giorgio Pestelli, “monumentalità e psicologia sono le due facce non separabili di una stessa realtà”. I quattro atti dell’opera sono internamente suddivisi in due scene (a eccezione del terzo) ed equilibratamente divisi tra momenti di luce e di ombra. La trama si sviluppa secondo temi assai cari al compositore che dipana il fitto groviglio di passioni e di conflitti con estrema lucidità, scoprendo inattesi punti di contatto tra slanci collettivi e tumulti individuali, colpi di scena della storia e svolte tragiche del destino di una donna. Tutti i personaggi che si oppongono alle ragioni del potere per affermare la propria individualità soccombono: la protagonista, che sogna di eluderle in una fuga impossibile; Radamès, che involontariamente le tradisce e ne riceve la morte; Amneris, che crede di servirsene per le sue trame e ne viene travolta. Tranne per il valoroso condottiero, il cui ritratto non è del tutto definito, appare perfetta l’introspezione psicologica di Aida, Ramfis, Amonasro e soprattutto di Amneris, insieme diabolica e disarmata, imperiosa e fragile.
Protagonista femminile nel ruolo del titolo sarà Amarilli Nizza, soprano assai caro al pubblico della città per l'intensità di tutte le sue interpretazioni, al suo fianco quale Radames il tenore Marco Berti, quindi Marianna Pentcheva (Amneris), Andrea Papi (Il Re), Paata Burchuladze (Ramfis), Carlos Almaguer (Amonasro). In alcuni turni si alterneranno: Susanna Branchini e Maria Josè Siri (Aida); Francesco Anile e Badri Maysuradze (Radames); Tiziana Carraro (Amneris); Konstantin Gorny (il Re); Silvio Zanon (Amonasro).
La regia di Franco Zeffirelli è ripresa da Marco Gandini, le luci sono di Marco Filibeck.
Le coreografie sono firmate da Vladimir Vassiliev; a interpretarle con il Corpo di ballo del Teatro Massimo un'etoile ospite quale Luciana Savignano, con al suo fianco primi ballerini Sabrina Brazzo e José Perez.
Sul podio dell'Orchestra del Teatro debutta a Palermo una delle più apprezzate bacchette di oggi, Maurizio Benini.
Il Coro del Teatro è guidato dal suo nuovo direttore stabile Andrea Faidutti.
Calendario: 26 novembre ore 20.30 (turno Prime); 27 novembre ore 18.30 (turno S2); 29 novembre ore 18.30 (turno S3); 30 novembre ore 17.30 (turno D); 2 dicembre ore 18.30 (turno S1); 3 dicembre ore 18.30 (turno B); 4 dicembre ore 18.30 (fuori abb.); 5 dicembre ore 20.30 (turno F); 6 dicembre ore 20.30 (fuori abb.); 7 dicembre ore 18.30 (turno C). Costo dei biglietti da euro 10 a euro 102, in vendita al botteghino (martedì – domenica ore 10-15) o sul sito del teatro palermitano: http://www.teatromassimo.it/.

Informazioni e prevendita 800 907080.

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