martedì 25 novembre 2008

LA CARICA DEI MILLE "ORFANI" DEL PETRUZZELLI


Ieri sera, c’erano almeno un migliaio di persone (tutte rigorosamente in piedi) davanti al Teatro Petruzzelli di Bari per assistere al concerto promosso dal Comitato “6 dicembre” presieduto dall’ammirevole violinista barese Francesco D’Orazio (nella foto).
Il concerto è stato organizzato per sensibilizzare le istituzioni, il Ministero delle Attività e dei Beni Culturali in primis, sulla necessità di restituire il teatro ai baresi nella data prefissata del 6 dicembre 2008.
Dall’odierno Corriere del Mezzogiorno, dorso pugliese del Corriere della Sera vi riporto l’incipit dell’articolo scritto da Samantha Dell’Edera: “Le voci dei bambini del Conservatorio hanno sconfitto i clacson in corso Cavour e il sax di Roberto Ottaviano ha ammutolito tutto il centro. In un’atmosfera irreale, ieri, quasi mille persone hanno voluto “abbracciare” il loro teatro (…). Un’occasione per ribadire la volontà di un’intera città di poter entrare nel Petruzzelli chiuso da 17 anni. Volontà espressa a gran voce dal palco da Michele Mirabella e Tiziana Schiavarelli che hanno presentato l’evento.”
Sarei anche lieto, ora, di raccontarvi com’è andato il concerto, della straordinaria bravura e abnegazione a suonare all’aperto e al freddo, del quartetto messo su per l’occasione da artisti del calibro di Rosario Mastroserio (pianoforte), lo stesso Francesco D’Orazio (violino), Nicola Fiorino (violoncello) e Giovanni Rinaldi (contrabbasso) e che ha suonato alcune delle pagine più note di Astor Piazzolla.
Come sarei stato anche lieto di dirvi tutto quello che è seguito, di altre esibizioni, tutte degne del massimo rispetto, seguendo la classica borderline tra jazz e gospel…E invece, no, oggi proprio non mi va di vestire i panni del "critico".
Le parole rotte da una palpabile commozione, che il Sindaco di Bari Michele Emiliano ha pronunciato valevano già di per sé il senso, la necessità di essere lì in una piazza improvvisata, ritagliata nel caotico traffico cittadino delle otto di sera, a testimoniare che Bari c’è, che i suoi cittadini con il risorgere del loro teatro hanno ritrovato una comune identità e un senso di appartenenza orgoglioso e al contempo dignitoso. Emiliano, è vero, non si è ancora arreso e spera che il Ministro Bondi ci ripensi in extremis, possa regalare ai baresi la gioia inattesa di ritrovarsi finalmente nel loro teatro e godersi il piacere della riconquista di uno spazio, di un luogo, che appartiene di diritto alla loro memoria storica.
L’epoca della “città senza teatri”, della “città dei ruderi permanenti” come per quasi un ventennio ci siamo ostinati a chiamarla noi giornalisti sta per finire…Eppure…Eppure c’è qualcuno (“due, tre persone al massimo non di più”- come ha giustamente sottolineato con sottile ironia, Michele Mirabella) che proprio non ne vuole sapere.
Un misterioso Don Rodrigo – ma chi sarà mai? - ha calato dall’alto il suo irremovibile diktat: “Quest’inaugurazione del 6 dicembre non S’HA DA FARE…CHIARO???”
La voce che girava tra la gente presente al concerto di ieri era la seguente: “Il Petruzzelli lo riapriranno il 27 ottobre del 2009 e sapete perché? Naturalmente perché oltre ad essere il diciottesimo anniversario dell’incendio e non il diciassettesimo (che porta pure sfiga), Bari avrà anche un sindaco nuovo. E il suo nome pare sia già da tempo scritto nelle stelle.”
E poi? Ma vogliamo scherzare? Alla data inaugurale del Petruzzelli ci dovrà essere Lui. Ma come Lui? Ma sì, per forza, Riccardo Muti accompagnato naturalmente dal fedelissimo Franco Chieco. Il 6 dicembre non poteva essere qui, perché deve (ahinoi) dirigere l’Otello di Verdi all’Opera di Roma.
Baresi, non abbiate fretta, il Teatro dovrà e potrà essere funzionante oltre che pronto, ma non lo sarà mai se l’attuale sindaco (alias “sceriffo”, “incantatore di serpenti”, “venditore di fumo alla Vanna Marchi”, come dicono i soliti noti) non si farà da parte.
In fin dei conti è solo questo l’ostacolo – politicamente parlando, s’intende - da abbattere, l’unico vero ed imprescindibile problema da risolvere. Altro che tavolo tecnico e teatro…“funzionante”! Se fosse davvero un problema di “tavoli”, cari signori, mettetevi pure l’anima in pace perché il teatro riaprirà tra dieci, quindici, vent’anni. Certo è che nel frattempo la Fondazione lirico-sinfonica “Petruzzelli e Teatri di Bari” così abilmente e fortemente conquistata nel 2004 (per giunta senza avere nemmeno il possesso di un teatro pubblico) proprio dai politici pugliesi del centrodestra andrà ad allestire i suoi spettacoli altrove, magari peregrinando per la Regione Puglia e quelle limitrofe, come ha fatto – è bene che si ricordi - per sedici anni l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari che aspetta ancora oggi, dal 1992, di riaprire il suo Auditorium intitolato a Nino Rota e da allora chiuso per inagibilità.
Ditemi voi dunque, cari lettori, se non c’è autogol più assurdo e clamoroso di questo?

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