martedì 27 febbraio 2007

Isella Marzocchi: "Il futuro della Musica è in pericolo"

“Quando vado a teatro, vesto sempre di viola. Scaramantica? No, semplicemente nata di venerdì 17.” Isella Marzocchi (nella foto) è prima di tutto una donna simpatica, intelligente e dotata di quel pizzico di autoironia che non guasta mai nella vita. Giornalista pubblicista, ha frequentato l’Università di Bologna (corso di laurea in lingue presso la facoltà di lettere e filosofia) e ha collaborato con diverse testate nazionali. E’ stata, inoltre, responsabile delle pubbliche relazioni di diverse compagnie teatrali, curando l’ufficio stampa di numerosi eventi. Per tre anni ha fatto parte, per esempio, dell’Ufficio Stampa del Sundance Film Festival a Salt Lake City (Usa), la celebre rassegna del cinema indipendente ideata e diretta dal grande attore americano Robert Redford. Attualmente ricopre l’incarico di responsabile della comunicazione della modenese “Studiomusica – Artists & Events Management”, che dal 2000 si occupa della promozione e della gestione dell’attività concertistica di circa duecento artisti, sviluppando e coordinando parallelamente progetti speciali e discografici, consulenze, uffici stampa e pianificazioni pubblicitarie per artisti, festivals, rassegne, teatri e organizzatori di eventi e congressi. Ho contattato Isella ed è venuta fuori, conversando al telefono per una buona mezz’ora, questa intervista che di seguito vi propongo.
Come nasce il tuo amore per la musica?
“E’ un amore che in verità ho riscoperto da pochi anni. Da ragazzina ho studiato in prevalenza il pianoforte. L'ho fatto per quasi dieci anni, senza però raggiungere l’agognato diploma. Ho sempre adorato nel mondo teatrale e musicale il cosiddetto dietro le quinte. Da bambina accompagnavo spesso mio padre, grande melomane, a teatro; papà era molto amico dell’allora Sovrintendente del Comunale di Bologna. Così spesso mi capitava di vedere giorno per giorno il progressivo montaggio di uno spettacolo, luci, costumi, scene; seguivo, quando avevo la possibilità, con mio sommo divertimento le prove d’orchestra e d’assieme con i cantanti.”
Parlami un po’ del tuo lavoro. E’ vero che sei impegnata praticamente 24 ore al giorno?
“Sì in effetti è così. La mia reperibilità, almeno sulla carta è questa, anche se naturalmente non ci sono canonici orari d’ufficio; infatti, la mia giornata lavorativa è abbastanza elastica e dinamica. Un lavoro mentalmente faticoso, ma anche appassionante. Guai se non lo fosse. Ci sono non meno di 600 concerti e allestimenti l'anno da organizzare e bisogna pensare ai circa 200 artisti che gravitano intorno a Studiomusica.”
Che consigli daresti ad un giovane che volesse intraprendere un’attività del genere?
“Sono sempre stata molto scettica sulla preparazione teorica e tecnica di questo lavoro. Credo invece fermamente nella curiosità dell’individuo, nella voglia di mettersi in gioco direttamente sul campo, cercando di esprimere al meglio le proprie potenzialità lavorative. La capacità di esporsi e di essere sempre presenti al momento giusto. Non deve poi mai mancare una grande passione. Passione che non dovrebbe mancare, secondo me, in qualunque lavoro si affronti nella vita.”
Idee e progetti per il futuro?
“Ci sono splendide collaborazioni in atto. Stiamo per esempio lavorando, qui a Studiomusica, ad una nuova Opera Musical del grande maestro Riz Ortolani. S’intitola “Il principe della gioventù”, su testi di Ugo Chiti, mentre regia, scene e costumi dell’allestimento saranno affidati a Pierluigi Pizzi. L’evento è previsto il 4, 5 e 6 settembre prossimo al Teatro La Fenice di Venezia. Ti segnalo inoltre, sempre quest’anno, l’organizzazione della tournèe europea dell’Orchestra Giovanile Italiana.”
E di più personale?
“Un giorno mi piacerebbe aprire un’agenzia tutta mia. Ci penso già da un po’ di tempo. Chissà…Vedremo!”
Puoi regalare a me e ai naviganti dell'orecchio di Dioniso una tua riflessione sullo stato attuale della musica in Italia e sugli ipotetici scenari futuri che ci aspettano?
"Fermandosi a riflettere sui “futuri possibili” del mondo musicale italiano, credo di non dire nulla di nuovo sottolineando l'inaridimento culturale, oltre che musicale nello specifico, del nostro paese. E' una situazione nota, deplorevole certo, ma ciò che è peggio del tutto stagnante. In realtà siamo di fronte ad un'assenza di stimoli e proposte. Troppe paure annullano la volontà necessaria a scommettere, rilanciare e vedere con occhi nuovi quello che in sostanza è una risorsa, un mercato. E come ogni mercato rappresenta opportunità - di scambio, visibilità, lavoro (di posizioni ce ne sono una varietà: organizzative, amministrative, logistiche, produttive, legate alla comunicazione...), in una parola commerciali. Qualcuno, a dirla tutta sono in molti, al solo pensiero inorridisce. Lo trovo un atteggiamento anacronistico che non aggiunge nulla, anzi toglie moltissimo, alla musica. L'onestà intellettuale di un'opera, di un'esecuzione è altro. Dare il massimo perché il pubblico avverta l'esigenza di assistere a questo o qual concerto, si abboni a una stagione o scelga l'interprete e l'occasione che preferisce per ascoltarlo attraverso formule che vanno di pari passo con i tempi in modo da raggiungere un pubblico sempre più vasto dovrebbe essere un dovere di ogni organizzatore. Avete mai provato a sedervi in fondo a una sala da concerto? Sono la sola a vedere quella distesa di teste bianche? Non sarebbe forse il momento - ed è già tardi - di pensare a formare il pubblico di domani? L'alternativa, tanto reale quanto orribile, è che questo pubblico, altrimenti, non ci sia".


1 commento:

  1. Gentilissima Isella Marzocchi,
    complimenti per l'articolo.

    Mi ha dato il Suo contatto la Dott.ssa Daniela Puglielli, se ha un attimo del Suo tempo ascolti alcuni miei pezzi su you tube...opp se mi manda un indirizzo mail le invio alcuni files.

    Sono un musicista/compositore Abruzzese, attualmente suono l'accordion con il mio "Daniele Falasca Trio"

    grazie x la cortese attenzione!!!
    daniele.falasca1973@alice.it

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