mercoledì 20 ottobre 2010

Paolo Olmi dirige Khachaturian e Beethoven con L'Orchestra della Provincia di Bari al Teatro Forma


Venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 21.00 presso il Teatro Forma di Bari (Via Fanelli 206/1) l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto dedicato a Khachaturian e Beethoven diretto dal maestro Paolo Olmi (nella foto) e con solista al flauto Deborah Kruzansky (i biglietti saranno in vendita la sera stessa del concerto presso il botteghino del Teatro Forma. Infoline: 080.5010277 – 080.5412280).
La serata si apre con esecuzione Concerto per flauto in re maggiore di Aram Khachaturian (1903 – 1978). Nella sua copiosa produzione, il grande compositore armeno non andò mai oltre la trilogia di Concerti scritti per violino, pianoforte e violoncello. Questo Concerto per flauto è pertanto una trascrizione del più noto Concerto per violino, operata bel 1968 dal celebre virtuoso francese Jean-Pierre Rampal. Questo Concerto venne eseguito per la prima volta il 16 novembre del 1940 a Mosca, sotto la direzione di Alexander Gauk e si può ben dire che, insieme con la “Danza delle spade”, sia tutt’oggi una tra le pagine più note ed eseguite del suo autore. In questa composizione si colgono tutte le caratteristiche ritmiche e i profumi folkloristici che caratterizzano buona parte delle opere di Khachaturian.
Nella seconda parte l’orchestra eseguirà la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica” di Ludwig Van Beethoven (1770 - 1827).
Composta fra il 1802 e il 1804 e dedicata al principe Lobkowitz, nel cui palazzo fu eseguita per la prima volta in forma privata, questa Sinfonia assume un’importanza notevolissima nella produzione dell’autore. È con quest’opera infatti che il sinfonismo beethoveniano entra a pieno titolo nel Romanticismo, rappresentando un approccio completamente nuovo del compositore alla costruzione architettonica, all’orchestrazione e allo sviluppo tematico. Come è noto, questa sinfonia fu inizialmente ispirata dalla figura di Napoleone Bonaparte, il cui nome le era stato persino inizialmente attribuito. Nel condottiero francese, Beethoven vedeva la personificazione di un eroe, strenuo difensore dei diritti umani e della libertà: un’idea che fu profondamente modificata quando Bonaparte si proclamò imperatore. Beethoven cambiò rabbiosamente la propria dedica, indirizzandola a un eroe senza nome, un eroe dello spirito e simbolo dei più nobili aneliti dell’animo umano.

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