lunedì 16 giugno 2008

Nadia Boulanger: straordinaria maestra di vita e di musica


Ho appena finito di leggere con sommo piacere lo splendido libro di Bruno Monsaingeon “Incontro con Nadia Boulanger” (rueBallu Edizioni, Palermo 2007). Si tratta di un volume uscito in lingua francese nel 1981 per le Editions Van de Velde di Parigi e che ha trovato finalmente, dopo ben ventisei anni, una meritevole casa editrice italiana - tra l’altro nuova di zecca - dal nome che, non a caso, richiama la via della casa parigina, rue Ballu, dove la straordinaria musicista (pianista, musicologa, compositrice e direttore d’orchestra e soprattutto immensa didatta) Nadia Boulanger visse per tutta la vita. Un lavoro, che come lo stesso regista e scrittore francese Monsaingeon ha scritto nella sua prefazione, “somiglia un po’ al montaggio di un film, la cui sceneggiatura viene scritta dopo le riprese.” Ed infatti le interviste qui rilasciate da Boulanger sono state registrate e filmate a più riprese nell’arco di cinque anni (ne esiste adesso anche un preziosissimo dvd), quando la musicista era ormai novantenne e cieca, ma ancora in grado di parlare, data l’età, con incredibile lucidità. Monsaingeon si schernisce anche un po’ sul presunto disordine strutturale del libro, che a mio parere è invece, nel suo agile taglio giornalistico, un piccolo grande capolavoro su come far parlare una strepitosa didatta-musicista e maestra di vita, come la Boulanger. Attraverso il prezioso volume, che non dovrebbe mancare in nessuna libreria privata che si rispetti, vengono inoltre delineati con pochi ma sensibili tratti illustri artisti del Novecento che per anni popolarono Casa Boulanger: dal direttore d’orchestra, pianista e compositore Leonard Bernstein al pianista Dinu Lipatti, dal violinista Yehudi Menhuin al direttore d’orchestra Igor Markevitch. Senza dimenticare poi compositori come Fauré, Stravinskij, Hindemith, Copland, Piazzolla e tanti altri nomi, più o meno noti, che "Mademoiselle" di volta, in volta ricorda dialogando con il suo intervistatore. Di toccante bellezza, in coda al libro, sono le testimonianze firmate da alcuni musicisti come lo stesso Lenny Bernstein, i Menhuin (padre e figlio) e Murray Perahia. Foto storiche e una discografia delle esecuzioni di Boulanger nelle vesti di direttore d’orchestra e pianista completano il volume. Concludo questa recensione con una considerazione della grande Nadia, che per taluni fu una sorta di “Santa Cecilia” del Novecento: “Prima di incoraggiare qualcuno tu devi intuire se è capace di amare, di interessarsi a ciò che fa, qualunque cosa essa sia, e soprattutto che abbia rispetto di se stesso. Questa è poi una distinzione fondamentale tra le persone: alcuni sono straordinariamente attivi, mentre altri sono quelli che io chiamo i dormienti – lasciamo che i dormienti continuino il loro sonno, non c’è alcun motivo di svegliarli…”

Nessun commento:

Posta un commento