martedì 28 settembre 2010

Dal 15 al 21 ottobre il Don Quichotte di Massenet in scena al Massimo di Palermo




Da venerdì 15 a giovedì 21 ottobre (6 recite) al Teatro Massimo appuntamento con l'opera francese: dopo 42 anni torna Don Quichotte di Jules Massenet, opera di cui si festeggia il centenario dal debutto.

Giunto alle soglie della settantina, Jules Massenet si sentì irresistibilmente attratto dalla figura di Don Chisciotte, non tanto quale emblema di una moralità epico-visionaria, quanto come incarnazione di una classicità, eroica e sublime, che ormai volgeva al tramonto. La stesura del libretto fu affidata a Henri Cain, il quale trasse ispirazione, oltre che da Cervantes, dalla pièce teatrale omonima di Jacques le Lorrain, andata in scena a Parigi il 3 aprile 1904.

Opera vivida e luminosa, ricca di humour e varietà di caratteri, Don Quichotte è priva di quel senso di tragedia e destino che il pubblico si aspetterebbe da una messa in scena del classico di Cervantes. Massenet guardò a questa storia con occhi nuovi, scrivendo un'opera che è essenzialmente un titolo comico all'antica o, come venne chiamata una comédie-héroïque, con giochi sentimentali, ironia, disillusione e la morte in scena del protagonista. La partitura è orchestrata con grande maestria e semplicità, indirizzata originariamente alla vocalità "mitica" di Fyodor Chaliapin che ne creò il ruolo principale al debutto di Montecarlo nel 1910 e alla prima moscovita al Bol'soj.

Fra le gemme della partitura vanno senz’altro ricordate la serenata a Dulcinea di Don Chisciotte nel primo atto (che sarà riutilizzata per uno dei più riusciti interludi dell’opera) e il malinconico duetto di Dulcinea e dell’hidalgo (“O toi dont les bras sont plus frais que la mousse”). Suggestivo è inoltre il modo in cui Massenet rende l’epico-grottesca battaglia contro i mulini a vento (con un accorto uso dello xilofono per simulare il movimento delle pale); teatralmente molto efficace la cangiante introduzione al quarto atto, con la languida aria di Dulcinea “Lorsque le temps d’amour”.

Lo spettacolo in scena al Teatro Massimo è frutto di una coproduzione internazionale fra il Teatro palermitano e il Théâtre Royal de La Monnaie di Bruxelles e reca la firma prestigiosa del francese Laurent Pelly - per la prima volta ospite a Palermo – considerato uno dei registi più interessanti della scena lirica mondiale.

L'opera è andata in scena lo scorso maggio a Bruxelles e in diretta via satellite sul canale televisivo Arte riscuotendo un grande successo di pubblico e critica.

A Palermo, attesissimo nel ruolo di Don Quichotte, uno dei più importanti bassi di oggi, Ferruccio Furlanetto (nella foto), mentre il mezzosoprano greco Irini Karaianni sarà Dulcinea e Sancho sarà interpretato da Eduardo Chama. Dirige uno specialista come Alain Guingal.

Il regista Laurent Pelly suggerisce d'immaginare l'opera come la narrazione di un lungo sogno in cui il sognatore è lo spettatore ma anche il regista e il personaggio in scena, quel Don Quichotte che, seduto in poltrona, è l'autoritratto dell'anziano Massenet. La folla acclama Dulcinea e, poco per volta, quel personaggio dapprima assorto si anima fino quasi a delirare, immerso fra i suoi libri e le sue vecchie carte.

Costo dei biglietti: da euro 10 a euro 125, in vendita presso il botteghino del Teatro (aperto da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 15, tel. 0916053580 / fax 091322949 / biglietteria@teatromassimo.it), sul sito www.teatromassimo.it o nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17).

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