venerdì 28 marzo 2008

Il mitico Krystian Zimerman inizia dal Massimo di Palermo la sua tournée italiana


Lunedì 31 marzo appuntamento imperdibile con uno dei più grandi pianisti del nostro tempo: il polacco Krystian Zimerman (nella foto). Il recital di questo personaggio mitico quanto schivo si realizza grazie a una collaborazione fra l'Associazione Siciliana Amici della Musica e la Fondazione Teatro Massimo e coincide con la prima data della tournée italiana (ci sarà anche l'appuntamento con Bari l'8 aprile al Kursaal Santalucia).
Krystian Zimerman proviene da una famiglia legata alla musica da una lunga tradizione e ha conquistato, nel 1975, il primo premio del Concorso Chopin di Varsavia, lo stesso che ha imposto all’attenzione mondiale anche Maurizio Pollini e Martha Argerich. Considerato uno dei massimi piansti viventi, è giustamente celebre per il suo perfezionismo e per la sorprendente originalità (e profondità espressiva) delle sue scelte interpretative. Al tempo stesso, è tuttavia anche un artista che – come ha scritto Piero Rattalino – tende ad avere di se stesso un’idea ormai “storicizzata”, scegliendo di fissare su disco una serie di esecuzioni che hanno fatto epoca: non a caso, fra le registrazioni pubblicate dalla Deutsche Grammophon figurano, accanto ai due quaderni dei Préludes di Debussy, anche i Concerti per pianoforte di Beethoven e di Brahms diretti da Leonard Bernstein, quelli di Ravel e di Bartók diretti da Pierre Boulez, quelli di Liszt e Rakhmaninov diretti da Seiji Ozawa. Agli inizi della sua carriera, ha registrato inoltre il Concerto in la minore di Schumann e quello di Grieg insieme con Herbert von Karajan e l’orchestra dei Berliner Philharmoniker.
Dopo moltissimi anni di assenza dalla nostra città, Krystian Zimerman ha scelto di inaugurare a Palermo la sua tournée italiana e di presentare, sul palcoscenico del Teatro Massimo, una sorta di viaggio ideale attraverso la musica che inizia con la Partita n. 2 in do minore Bwv 826 di Bach e prosegue con la magnifica Sonata in do minore op. 111 con la quale, come scrive Thomas Mann nel suo Doctor Faustus, Beethoven raggiunge il punto in cui «la sonata in genere come forma artistica tradizionale» tocca la meta «oltre la quale non è possibile andare, annullava se stessa e prendeva commiato». Nella seconda parte del programma, Krystian Zimerman propone invece due pagine a lui molto care, i quattro Klavierstücke op. 119, con i quali si conclude, nel 1893, il catalogo delle opere pianistiche di Brahms, e le virtuosistiche Variazioni su un tema popolare polacco op. 10 di Karol Szymanowski.
Meticoloso e appassionato, attento a ogni dettaglio tecnico ma anche capace di travolgere gli ascoltatori con lo slancio vigoroso delle sue interpretazioni, dove suoni ed emozioni si fondono in un magma brillante che annulla ogni altra sensazione. Una vita dedicata alla musica ha fatto di Krystian Zimerman uno dei massimi pianisti di oggi. Il virtuoso polacco è ormai considerato una sorta di vate della tastiera che - il portamento nobile e lo sguardo sempre un pò corrucciato perso in personalissime elucubrazioni filosofiche - condivide con il pubblico le sue «rivelazioni» sui grandi autori seguendo una liturgia che ha i toni del rito. Negli ultimi dieci anni, per esempio, Zimerman ha ideato un sofisticato sistema per spostarsi insieme al suo inseparabile pianoforte. Che non è solo uno strumento meccanico, ma una vera estensione - di legno, avorio e metallo - delle sue mani. Generalmente, lui e il suo pianoforte, arrivano nella sala del concerto e Zimerman manda tutti via e accorda il suo pianoforte in solitudine: issa una tenda e nasconde il suo strumento alla vista di tutti; poi in concerto l'irraggiungibile è lui.
Nato a Zabrze nel 1956 in una famiglia di musicisti, Zimerman ha iniziato ancora adolescente la carriera concertistica. La vittoria del Grand Prix al Concorso Chopin del 1975 gli ha aperto le porte di una brillante carriera internazionale, sempre all'insegna della riservatezza. Forse per questo, da qualche anno si è imposto di non superare la soglia dei 50 concerti a stagione: un traguardo rigoroso che rende preziose le sue esibizioni. Ha sviluppato un analogo approccio nei confronti della registrazione discografica, processo di cui si occupa nella sua totalità. Durante i 30 anni di collaborazione con la Deutsche Grammophon, ha inciso 22 dischi che hanno ricevuto importanti premi. Nel 1999 ha registrato i Concerti di Chopin con un’orchestra costituita appositamente per questo progetto, la Polish Festival Orchestra, con la quale ha fatto una lunga tournée in Europa e America per commemorare il 150° anniversario della morte di Chopin. Recentemente ha registrato il Concerto per pianoforte n. 1 di Brahms con i Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle, ricevendo critiche assai lusinghiere. Nel 2005 ha vinto il premio nella categoria “musica per orchestra” al MIDEM per la sua registrazione dei Concerti per pianoforte n. 1 e 2 di Sergei Rachmnaninov (Boston Symphony Orchestra diretta da Seiji Ozawa). Tra le esecuzioni storiche che lo hanno posto per sempre nell’olimpo della musica classica, ci sono quella con i Wiener Philharmoniker il 10 febbraio 1985, la sua interpretazione del Concerto per pianoforte di Robert Schumann sotto la direzione di Herbert von Karajan, e i Concerti n. 3, 4 e 5 di Beethoven nel settembre 1989 sotto la direzione di Leonard Bernstein.
I biglietti sono disponibili presso Master Dichi (via xx settembre, 38) nei consueti orari di apertura, e presso il botteghino del Teatro Massimo, aperto tutti i giorni (anche domenica e lunedì) dalle ore 10 alle ore 15 e poi a partire da un'ora prima dell'inizio.
Il costo dei biglietti, varia secondo il settore: intero da 40 a 18 Euro; gli abbonati hanno diritto al prezzo ridotto da 34 a 15 euro; gli studenti sotto i 25 anni a uno sconto del 50% sul prezzo intero: da 20 a 9 euro.

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