martedì 3 febbraio 2009

Un convincente successo per l'eccellente Duo D'Orazio-Prosseda al Kursaal Santalucia di Bari


Di Felix Mendelssohn (1809 – 1847) ricorre quest’anno il bicentenario della nascita e sono già iniziate le celebrazioni in “pompa magna” per rievocarne al meglio la geniale figura d’artista e la fecondissima produzione. Anche la Fondazione Petruzzelli di Bari ci ha messo del suo, contribuendo economicamente all’incisione per la prestigiosa etichetta londinese Decca di un compact disc, fresco di stampa, che vede protagonisti in Duo il noto violinista barese Francesco D’Orazio e l’altrettanto noto pianista e studioso del compositore tedesco, Roberto Prosseda nell’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Mendelssohn. Lavori forse poco eseguiti in Italia rispetto alla più popolare produzione sinfonica e concertistica del grande Felix, ma che meritano senz’altro una certa attenzione. Parte del contenuto di questo cd è stato possibile ascoltarlo domenica sera, naturalmente dal vivo e con gli stessi interpreti, al Kursaal Santalucia di Bari; in particolare, di indiscutibile interesse mi è sembrato l’ascolto della sonata in fa maggiore per violino e pianoforte, composta da Mendelssohn nel 1838 e che precede di alcuni anni gli esiti sublimi del celeberrimo concerto in mi minore per violino e orchestra. In questa sonata c’è una scrittura limpida, melodica e armonicamente solidissima; siamo di fronte ad un eccellente musicista di impronta classica che non guarda ai suoi modelli (Bach, Mozart e Beethoven, in primis) con pedissequa venerazione, ma cercando uno stile proprio e una compiuta eleganza che sia in grado di aderire perfettamente alle possibilità timbriche ed espressive del violino e del pianoforte. D’Orazio e Prosseda ne hanno offerto una lettura impeccabile, dove la precisione e l’agilità si sono ben coniugate con un sincero, personale coinvolgimento emotivo. Di buona fattura anche la Sonata “Tre Mari” di Marco Betta, compositore siciliano che insieme al conterraneo Giovanni Sollima, è tra i più interessanti e originali nell’articolato panorama della musica d’oggi. Completavano il bel concerto la “Sonata Felix”, un gradevole mosaico di brevi frammenti inediti mendelssohniani reperiti dallo stesso Prosseda e rielaborati con sensibilità per violino e pianoforte da Alessandro Solbiati e infine la “Sonata in Sol” di Maurice Ravel. Ultimo lavoro cameristico del grande compositore francese pubblicato nel 1927, la Sonata venne eseguita la prima volta a Parigi dallo stesso Ravel al pianoforte in compagnia del mitico violinista Georges Enesco, al posto della dedicataria Hélène Jourdan-Morhange. Non mancano qui evidenti influssi jazzistici (basti pensare allo stupendo secondo movimento, un autentico blues dalle atmosfere quasi zingaresche) e una spiccata modernità nella scrittura. D’Orazio e Prosseda ne hanno offerto un’esecuzione davvero apprezzabile. Caloroso e meritato successo, condito da ben tre bis.

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